coordinatore U. Balottin (Pavia) restrittive, che considerano la manifestazione del primo epi-
sodio maniacale, ad altre, più inclusive, che vanno a ricerca- re nella storia del paziente l’età d’esordio del primo disturbo psichiatrico. Il disturbo bipolare in età geriatrica è associato ad una maggior presenza di fattori di rischio cerebrovascolari, malattie neurologiche, in particolar modo demenza. Il rischio relativo della comparsa di demenza in soggetti con anamnesi positiva per episodi depressivi sembra essere maggiore tra i depressi unipolari rispetto ai bipolari. Ogni singolo episodio di depressione conferirebbe un aumento del rischio di sviluppo in demenza del 13% per gli unipolari e del 6% per i bipolari. Non sono molte le ricerche che hanno indagato la presenza di deficit neurocognitivi negli anziani affetti da DB. La maggior parte di tali ricerche hanno messo a confronto bipolari e uni- polari senza evidenziare spiccate differenze nelle performan- ce neurocognitive tra i due gruppi. Tra le poche evidenze a proposito una delle più interessanti è data dalla associazione inversa tra l’età d’esordio del disturbo, ovvero la comparsa del primo episodio maniacale, e l’impairment cognitivo misurato in tarda età in anziani bipolari. Più precoce è la comparsa del primo episodio più grave sarà la manifestazione del deficit cognitivo osservabile.
Bibliografia
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importanza dell’assessment lifetime per la discriminazione unipolare bipolare
P. Rucci
Università di Pisa
Visto il peso che le dimensioni maniacali hanno nella discrimi- nazione tra disturbo bipolare e disturbo unipolare, l’assessment lifetime di dette dimensioni diventa determinante per il rico- noscimento dello spettro bipolare (soglia o sottosoglia) quando associato ad un episodio “indice” in particolare di depressione. Senza l’assessment lifetime della dimensione “Psycho Activa- tion” non risulta infatti possibile distinguere le depressioni con “spettro bipolare II” dalle depressioni “unipolari pure”.
la prescrizione psicofarmacologica nella relazione terapeutica con l’adolescente
S. Vender
Università dell’Insubria, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Medicina Clinica-Psichiatria
La prescrizione di psicofarmaci negli adolescenti è soggetta ad una serie di precauzioni previste e necessita di un monitoraggio molto accurato; inoltre è necessario informare genitori o coloro che hanno la responsabilità del minore delle scelte terapeuti- che in fieri, per cui la relazione non potrà mai essere duale, implicando sempre il coinvolgimento di un terzo “sociale/fa- miliare”.
Nell’adolescente lo psicofarmaco può assumere un significato fortemente svalorizzzante, un giudizio di valore su di lui, sul- le sue idee/percezioni o comportamenti oppure il senso della
te. Tutto ciò dovrebbe avvenire dopo un processo relaziona- le, che richiedela seguente sequenza, caratterizzata certo da aspetti ideali:
• interessamento alla vicenda storica; • avvicinamento al paziente;
• comprensione di uno stato d’animo;
• segni di sollievo evidente nel paziente (Ferro e Vender, 2010).
Questo crea maggior incertezza diagnostica e prognostica, pe- raltro opportuna nell’adolescenza (Botbol et al., 2005) perché si colloca nella situazione clinica particolare, ma può avviare una proficua relazione terapeutica.
Bibliografia
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Botbol M, Barrère Y. Speranza M. Psychoses à l’adolescence. EmC Psy- chiatrie 2005;37:215B-30.
Psicofarmaci e disturbi del comportamento in regime di urgenza
M. Mucci, V. Viglione, F. Muratori
Fondazione IRCCS Stella Maris, Calambrone, Pisa
Una urgenza psichiatrica può essere definita come una con- dizione clinica acuta trans-nosografica che richiede un inter- vento immediato e che non può essere gestita in un servizio di salute mentale territoriale di base. molto ancora in termini di piani sanitari deve essere fatto per garantire un approccio appropriato alle urgenze psichiatriche in adolescenza nelle strutture e nei centri di “crisi”: un triage sensibile, una valu- tazione diagnostica specialistica che indirizzi in tempi brevi verso una iniziale gestione per la stabilizzazione e il pronto riconoscimento della necessità di un ricovero ospedaliero. Gravi scompensi comportamentali acuti che comportano potenziale rischio di vita per sé e per gli altri determinano l’”urgenza” di attivare l’ambiente terapeutico ospedaliero. In tali situazioni l’intervento psicofarmacologico e l’uso degli antipsicotici, in particolare, richiede competenze professio- nali che possono rapidamente orientare un percorso di cura più o meno efficace nei vari casi. Verrà descritto un campio- ne di adolescenti (n. 136) afferiti presso la nostra struttura ospedaliera per i quali l’urgenza degli accertamenti clinici e delle cure in regime di ricovero si era reso necessario per un grave disturbo comportamentale a varia espressione. Allo scopo di individuare possibili fattori associati alla risposta al trattamento psicofarmacologico durante il ricovero in regime di urgenza sono stati confrontati i soggetti che al termine del ricovero sono risultati Responder (R: punteggio al CGI-Impro- vement pari a 1 oppure 2) o Non Responder (NR: punteggio al CGI-I pari > 2).La risposta al trattamento psicofarmacologico con antipsicotici verrà analizzata in rapporto ad una ampia gamma di variabili, sia cliniche (specifiche caratteristiche di quadri psicopatologici gravi e acuti e pertanto “atipiche” e scarsamente esplorate in letteratura) che extracliniche (carat- teristiche socio-demografiche, fattori di stress, uso di sostan- ze) al fine di identificare quelle che incidono maggiormente
sull’evoluzione a breve termine del quadro clinico e mag- giormente influenzare le possibilità di una risposta positiva al trattamento.
si può scegliere l’antipsicotico atipico nei pazienti adolescenti in base al profilo degli effetti collaterali piuttosto che in base all’efficacia?
D. Cohen, O. Bonnot, N. Bodeau, A. Consoli, C, Laurent
Université Pierre et Marie Curie, Paris; Service de Psychiatrie de l’Enfant et de l’Adolescent APHP, GH Pitié-Salpétrière, Paris Contesto: gli antipsicotici atipici (APA) sono associati con fre- quenza limitata a sintomi extrapiramidali e con frequenza mo- derata a sintomi metabolici. Se questa “regola” possa essere vera con adolescenti e soggetti d’età evolutiva è oggetto merite- vole di una accurata valutazione critica.
obiettivo: valutare gli effetti collaterali degli APAs nell’età evo- lutiva.
Metodi: esaminando i database MEDLINE (1980-2009), Co- chrane Library, e i registri dei clinical trial della FDA ed EMEA, per i lavori che hanno studiato l’uso degli APAs nell’età evoluti- va, abbiamo selezionato 38 studi, di durata da 3 a 12 settimane. Usando un metodo di meta-analysis Bayensian, abbiamo calco- lato le odds ratios (OR) per le variabili dicotomiche e l’effetto medio per le variabili continue.
risultati: i 38 studi che hanno fornito dati per questa meta- analysis comprendevano 3,923 pazienti e 87 gruppi (aripipra- zolo: 9 gruppi, N = 653; olanzapina: 13 gruppi, N = 396; que- tiapina: 10 gruppi, N = 446; risperidone: 24 gruppi, N = 1,008; ziprazidone: 4 gruppi, N = 228; clozapina: 5 gruppi, N = 79; placebo/non trattati: 22 gruppi, N = 1,113). Tuttavia la clo- zapina poteva essere studiata solo per l’aumento di peso e la sonnolenza. Comparando i farmaci con i placebo, olanzapina (media = 3,99 kg (SD = 0,42), clozapina (2,38 kg; ±1,13), ri- speridone (2,02 kg ±0,32), quetiapina (1,74 kg; ±0,38), e ari- piprazolo (0,89 kg; ± 0,32) hanno provocato un aumento di peso significativo. Risperidone (media = 3,7 mg/dl; ±1,36) e olanzapina (2,09 mg/dl; ±1,08) un aumento significativo del glucosio. Quetiapina (mean = 10,72 mg/dl; ±2,14) ed olanzapi- na (4,46 mg/dl; ±1,65) un aumento significativo del colesterolo. Olanzapina (mean = 20,18 mg/dl; ±5,26) e quetiapina (19,5 mg/dl; ±3,92) un aumento significativo dei trigliceridi. Rispe- ridone (Odd Ratio = 37,9 95% intervallo di credibilità: [8,4; 119,6]), olanzapina (OR = 15,57 [4,32; 41,99]) e ziprazidone (OR = 9,61 [1,21; 38,85]) un aumento del rischio di iperprolat- tinemia. Tutti gli APAs, compresa la clozapina, dimostravano un rischio significativo di sonnolenza. Per finire, ziprazidone (OR = 20,5 [3,56; 69,04]), olanzapina (OR = 6,33 [2,42; 13,7]), aripiprazolo (OR = 4,08 [2,23; 6,88]) e risperidone (OR = 3,71 [2,18; 6,01]) dimostravano un rischio significativo di sintomi extrapiramidali.
Conclusione: nell’eta evolutiva, gli effetti collaterali degli APAs, compresi i sintomi extrapiramidali, sono frequenti. Gli APAs non sono tutti equivalenti per quanto riguarda il loro profilo di effetti collaterali. Questo profilo potrebbe guidare la prescri- zione.
le Pew Research Center, almeno un navigatore americano su due digita il proprio nome sui motori di ricerca per controllare “cosa si dice”. E si eccita, o si deprime, a seconda di quello che legge. Tutto si gioca su un’effimera gara di numeri, su un contatore, che genera stati di esaltazione o depressione nella vittima.“I blogger sono tra i più colpiti da questa sindrome, e spesso danno vita a infinite meta-discussioni che trasformano l’oggetto (blog) in soggetto e il soggetto (blogger) in ogget- to. Nasce la necessità di un confronto continuo finalizzato ad appagare questo bisogno di conferme” (Pereira, 2009). Una forma di narcisismo digitale per il quale ora è stato elaborato anche un quoziente numerico, denominato QDOS. Basta di- gitare l’URL http://qdos.com, inserire i diversi profili di social network su cui si è attivi, e il sistema elabora automaticamente un punteggio. Quello che viene preso in considerazione non è soltanto il numero di volte che il proprio nome compare online (come fanno i motori di ricerca), ma anche parametri come l’impatto e la frequenza delle attività. Un must per ogni “ego-surfer” che si rispetti.
Ma si può parlare di Sindrome da Narcisismo Digitale (SND)? Secondo alcuni blogger sì, suggerendo addirittura, forse in mo- MerColedì 16 feBBraio 2011 – ore 16,00-18,00
Sala Mantegna