coordinatore A. Rossi (L’Aquila)
trenta anni di “formazione psichiatrica”
V. Rapisarda
Catania
La Rivista “Formazione psichiatrica nasce nel 1980, frutto di collaborazione interdisciplinare con il filosofo prof. mariano Cristaldi, poi Rettore di Cassino e purtroppo scomparso e con lo psichiatra fenomenologo prof. Bruno Callieri, avendo insie- me organizzato un Congresso internazionale di Fenomenologia e trova il suo spazio nazionale quando i professori Cazzullo e Balestrieri hanno accolto la mia richiesta di far svolgere a Catania il XXXIV Congresso nazionale della Società Italiana di Psichiatria, dopo tanti anni di interruzione, a seguito della devastazione della Aula Magna della appena inaugurata Ia Fa- coltà di medicina di Napoli. Condirettore il farmacologo prof. Scapagnini.
Iniziano così le pubblicazioni degli Atti di Congressi, non solo realizzati in Sicilia, come quello della Associazione latino-me- diterranea di Psichiatria nel 1984 per iniziativa dei professori Vella e Siracusano, stampati con la collaborazione del prof. Aguglia, della Società del BioFeedBack dell’indimenticabile
prof. Paolo Pancheri nel 1986, per iniziativa dei Colleghi Scri- mali e Grimaldi e quello della Società di Riabilitazione psichia- trica nel 1990 (il secondo dopo Verona), ma anche gli Atti in quattro volumi del XXXIX Congresso SIP a Riccione nel 1994, sempre a cura dell’infaticabile Antonio Virzì, aiutato poi da Antonio Petralia che ha collaborato con il Prof. Sarteschi nella Società di Neuropsicofarmacologia.
La rivista ha pubblicato i Quaderni, giunti a circa 30 volumi, tra cui mi piace ricordare i contributi di Calandra sulla psicotera- pia sistemico-familiare a seguito del corso catanese, tenuto dal prof. Loriedo di Roma, e tanti altri argomenti come i Seminari letterari a cura di Salvo Di Dio, misticismo e psichiatria ed altri a cura di Salvo zerbo, Loredana Paradiso e Carmela Dinaro. Questi riferimenti possono essere giustamente considerati un nostalgico ricordo di un anziano, ma costituiscono pure una opportuna riflessione per gli psichiatri giovani, che adesso scri- vono poco sulle riviste straniere, mentre sono rimaste poche quelle italiane sopravvissute e che, in un tempo ricco di stimoli televisivi, pubblicitari e su Internet, non scrivono neppure re- censioni di volumi ed articoli scientifici.
Utile pure discutere del costo di stampa e di spedizione e della attività di referee senza compenso, poco agevole e assai lenta.
difficili per un’Azienda che può vivere solo dei suoi profitti, in fasi in cui Rivista di Psichiatria era forte solo dei suoi pochi, insufficienti abbonamenti. L’Editore ha dato fiducia, l’impegno costante del team di Redazione guidato da dr.ssa Angela Ian- nitelli e dalla Direzione ha portato a ritentare l’impresa di Pub- med, stavolta coronata da successo.
La nuova sfida riguarda la competizione sul web, la possibilità di formazione on-line, con il meccanismo degli abbonamenti, che sta transitando da quello individuale del singolo a quel- lo delle grandi Agenzie internazionali, dove gli abbonamenti vengono acquisiti per blocchi o a grandi pacchetti. Le grandi case internazionali sono in questo molto avvantaggiate. Tra le iniziative cui dare spinta vi è pertanto di capitalizzare di più sulle riviste nazionali a fini formativi, sia universitari che per corsi ECm, eventualmente anche attivando la formazione a di- stanza.
il giornale italiano di Psicopatologia nella pubblicistica psichiatrica italiana
A. Rossi
Università dell’Aquila
Il Giornale Italiano di Psicopatologia nasce nel 1995 fondato e diretto da G.B. Cassano e P. Pancheri con periodicità prima quadrimestrale e successivamente trimestrale. Il Consiglio Di- rettivo della SOPSI – nata nel 1990 – aveva ritenuto che, come altre importanti Società Psichiatriche, essa dovesse avere una rivista scientifica particolarmente qualificata.
Il GIP diventa negli anni una delle riviste di massimo prestigio nell’ambito della pubblicistica periodica italiana nel campo psichiatrico ed è premiato con un afflusso crescente di articoli di ricerca di sempre migliore qualità e dal consenso dei lettori. Nel 2001 nasca il sito (prima www.sopsi.it, poi www.gipsico- patol.it) che raccoglie l’intero archivio digitale degli articoli e dei supplementi pubblicati dalla rivista dal 1996.
A partire dal 2005 viene incentivata la pubblicazione di articoli originali in inglese; viene premesso ad ogni articolo in italiano un lungo riassunto in inglese, con citazioni di tabelle e figure, in modo da permettere ad ogni lettore con scarsa conoscenza della lingua italiana, di avere una completa informazione sul testo. L’obiettivo è quello di favorire la diffusione della rivista e, soprattutto, che la rivista possa essere indicizzata nelle maggio- ri banche-dati dell’area psichiatrica.
Viene altresì data priorità di pubblicazione a tutti i lavori di carattere clinico-sperimentale basati su adeguate casistiche e su corrette procedure metodologiche.
Infine, viene centralizzata la redazione del giornale nella sede romana, presso la FIS, creando un comitato editoriale formato dai membri del C.D. della SOPSI e ampliando il comitato scien- tifico di riferimento: ad ogni redattore è assegnato un compi- to specifico coordinato con quello di tutti gli altri. Infine sono identificati referees per la valutazione dei lavori inviati alla ri- vista. I referees sono stati scelti, nell’ambito nazionale, tra i più qualificati esperti nei settori della psicofarmacologia, della psi- chiatria biologica, della psicoterapia, della psichiatria sociale e di altre aree specifiche.
Nel 2008, dopo la prematura scomparsa del fondatore e storico Editor, Paolo Pancheri, la direzione della rivista viene assunta da Alessandro Rossi.
Si sono moltiplicate le rassegne e i contributi scientifici su Inter- net, ma andrebbero meglio chiarite le disposizioni normative. Potenziare le riviste esistenti e far rinascere o nascere delle nuo- ve credo sia opportuno per consentire agli aspiranti psichiatri e a quanti desiderano giustamente un posto di lavoro in strutture pubbliche e/o private un più facile accesso a pubblicare, quale criterio meritocratico non trascurabile.
editoria scientifica e formazione: problemi e prospettive
m. Biondi
Ordinario di Psichiatria, Sapienza, Roma
L’aggiornamento continuo dello psichiatra è attualmente affida- to a corsi ECm e a iniziative del singolo, quali partecipazione a convegni, acquisto personale di libri e lettura di riviste di set- tore. Non vi sono dati specifici a disposizione, ma da una bre- ve indagine personale vi è motivo di ritenere che nella media ogni psichiatra legga dai 2 ai 4 periodici di settore a settimana, avendo inoltre accesso mediante il web a diverse altre fonti non sistematiche. L’aggiornamento è fondato anche in modo infor- male su contatti con colleghi e confronti di esperienze nei luo- ghi di lavoro, fonte tutt’altro che da screditare. In quest’ ambito ho sempre ritenuto che le riviste di settore in lingua naziona- le potrebbero avere un ruolo molto maggiore dell’attuale se si adottassero criteri di raccolta di contributi pur sempre di quali- tà ma anche diversi da quelli dell’articolo tradizionale ancora ancorato al modello di “tesi” di articolo culturale di rassegna teorico.
Le riviste scientifiche di area italiane soffrono oltre che per que- sto per diversi motivi, quali limitatezza di bacino di autori e scarsi fondi per la ricerca, scarsa tendenza ad abbonarsi, cir- colazione limitata a livello locale, frammentazione tra diverse testate minori – che assorbono risorse – piuttosto che aggre- gazione in un mercato piccolo. Gli autori italiani che si sono impegnati in ricerche di maggior costo e complessità spesso peraltro preferiscono tentare la pubblicazione su riviste estere, principalmente per la maggiore visibilità delle proprie ricerche, aspetto non soddisfatto dalla maggior parte delle riviste italia- ne. Il divario a questo punto si accentua tra riviste nazionali e riviste internazionali.
L’esperienza maturata con Rivista di Psichiatria, della casa edi- trice il Pensiero Scientifico di Roma – che di recente ha ottenuto il listing su Pubmed ed è una delle poche italiane ad averlo - è interessante come modello ed è tuttora in evoluzione. Rivista “storica” romana, ma punto di riferimento nazionale, esce 6 volte l’anno a cadenza bimestrale. Negli ultimi anni è vissuta pressoché esclusivamente di abbonamenti. È stata listata ormai da vari anni su diverse banche dati quali Excerpta Medica/EM- BASE, PsycInfo, SciSearch, Biosis Database, Lettera (mario Ne- gri), Faxxon Finder ed altre ancora, fatto che ne ha favorito la diffusione e in qualche misura la richiesta di pubblicazione. Va ricordato infatti che la visibilità in queste banche dati corrispon- de ad uno dei criteri concorsuali di valutazione della produtti- vità scientifica di candidati, non solo in ambito universitario. Fu tentato il listing presso la National Library of Medicine anni orsono, senza successo. maturata esperienza dalla sconfitta, si è lavorato duro per anni. La Casa Editrice ha mostrato nella Direzione di Luca e Luciano De Fiore e del team editoriale una sensibilità e disponibilità culturale uniche, tollerando momenti
esempio tre fra Psicogeriatria, Psichiatria di consultazione, Neu- rologia, Psicofarmacologia clinica, Psicoterapia, Riabilitazione psichiatrica, Neuropsichiatria infantile, Ambulatori territoriali, Psicologia).
ma la GU 2 va oltre gli standard strutturali, e detta i requisiti
essenziali per gli standard organizzativi (la presenza nelle sedi Universitarie di medici e psicologi, personale tecnico, infer- mieristico o dei servizi sociali in numero adeguato al volume assistenziale) e, altrettanto importante, per gli standard assisten- ziali, indica un elevato numero di ricoveri (Degenze e/o day hospital) e prestazioni (ambulatoriali) all’anno.
Esempio:
standard assistenziali tipologia struttura di sede Ricoveri/anno Degenze e/o day hospital N. 300
Prestazioni/anno Ambulatori N. 600
Alla luce delle nuove normative, quali riflessioni possono es- sere fatte sul ruolo dell’Università nella clinica e nella forma- zione specialistica? Quale confronto con le realtà Universitarie Europee?
Bibliografia
1 G.U. n. 258 del 5-11-2005, Suppl. Ordinario n. 176. Altre note che
citerò: “Core Competencies for Psychiatric Practice: What Clini- cians Need to Know” (a Report of the American Board of Psychiatry and Neurology, Edited by SC Scheiber, Am Krmaer, SE Adamowski, 2003).
2 Supplemento Ordinario alla G.U. Serie Generale n. 105, 8 maggio
2006
Nell’ultimo biennio è stato profondamente rinnovato l’Editorial Board, affiancandolo ad un Advisory Board. La rivista è citata su EmBASE, Index Copernicus, PsycINFO, SCOPUS. In corso la valutazione per Pubmed/medline, Pubmed Central, ISI Web of Knowledge, Directory of Open Access Journals.
la formazione specialistica in psichiatria: requisiti minimi assistenziali secondo il nuovo ordinamento e riflessione sul ruolo dell’Università nella clinica e nella formazione specialistica.
D. De Ronchi
Università di Bologna
Il nuovo ordinamento didattico 1 della Scuola di Specializza-
zione in Psichiatria prevede l’acquisizione di specifiche capa- cità professionali mediante attività metodologiche e pratiche che consistono in attività formative volte al conseguimento sia di capacità di individuare e definire i problemi del paziente e proporre soluzioni (problem solving), sia di abilità gestua- li, relazionali e comportamentali (practical skills), sia infine di capacità decisionali, diagnostiche, terapeutiche e di follow-up (decision making, management).
La formazione dei futuri psichiatri della Sanità è garantita dalle Università con l’insostituibile apporto delle strutture e del per- sonale del Sistema Sanitario Nazionale. Nella GU sono indi- cate chiaramente le strutture che devono essere presenti nelle sedi universitarie: Degenze e/o day hospital, ambulatori, oltre ad altri ambulatori e servizi che devono essere necessariamen- te presenti nella struttura di sede o nell’azienda ospitante (per
saBato 19 feBBraio 2011 – ore 16,00-18,00 Sala raffaello