coordinatori
C. Bellantuono (Ancona), m. Balestrieri (Udine) zionamento premorboso, la familiarità e l’utilizzo di sostanze
deve essere raccolto in anamnesi ed utilizzato per elaborare strategie di intervento nella pratica clinica.
Latenza di tempo che intercorre tra l’esordio del disturbo e la somministrazione del primo tx farmacologico a dosi e tempi adeguati.
In recenti studi sulla DUI nel DDm è stato mostrato come una > DUI influenzi negativamente l’outcome alla luce di un
esordio più precoce, di una più lunga durata di malattia, di un > n di Ospedalizzazioni e Ricorrenze (Altamura et al. Int J Clin Pract 2007; Altamura et al. Eur Psychiatry, 2008)
Vi sono diversi studi che confermano l’associazione tra una più lunga DUI e un peggior outcome nel DB (Goldberg et al., 2002; Suominen et al., 2007). In uno studio su 320 pz bipolari, i soggetti con una DUI più lunga di 2 anni hanno mostrato un maggior numero di suicidi e una più lunga durata di malattia.
Psicosi in gravidanza: quali rischi per la diade madre- bambino?
G. Santone
Clinica Psichiatrica, Dipartimento di Neuroscienze, Università Politecnica delle Marche e Azienda Ospedaliera-Universitaria degli Ospedali Riuniti di Ancona
introduzione: la terapia delle psicosi rappresenta una impor- tante sfida per lo psichiatra, che deve porre in atto approcci far- macologici e psicosociali mirati alla risoluzione delle fasi acute di malattia, ma anche a contrastare efficacemente il rischio di deterioramento personologico. Tali problematicità appare an- cora più rilevante in gravidanza, per le condizioni di vulnerabi- lità fisica e psichica della donna, ma anche per i possibili riflessi che uno stato di squilibrio mentale può avere sul nascituro. Metodologia: revisione della letteratura relativa alla epidemio- logia ed alla clinica delle psicosi in gravidanza, nonché alle possibili conseguenze negative per la madre ed il bambino con- seguenti allo stato di malattia.
risultati: la gravidanza nelle donne affette da psicosi pone una serie di importanti problemi connessi allo stile di vita della don- na (scarsa attenzione alla salute fisica, abuso etilico e di altre sostanze), che si associano peraltro allo scarso ricorso a con- trolli e cure prenatali (attuati spesso con ritardo e con limitata aderenza). Va peraltro segnalato come nelle pazienti psicotiche sia più elevato il rischio di presenza di alterazioni dell’omeosta- si fisica (ad esempio anomalie del metabolismo glucidico sino al diabete), così come di patologie intercorrenti (ad esempio di natura infettiva). molti studi indicano una incidenza superiore di complicanze ostetriche nelle gravidanze di donne con psi- cosi rispetto a controlli sani, fra cui parto pretermine e basso peso alla nascita. Tali complicanze potrebbero rappresentare la conseguenza dell’assunzione di sostanze di abuso o alcol, così come di scarsa qualità delle cure prenatali e dello stile di vita della madre (fra cui va segnalata la qualità dell’alimentazione, incluso il ricorso a supplementi vitaminici).
Vari autori segnalano la necessità di un contatto fra paziente affetta da psicosi e servizi psichiatrici che sia ancora più stretto durante la gestazione, al fine di attuare una efficace e ben tolle-
aloperidolo ed altri composti di questa classe. Gli antipsicotici di seconda generazione dovrebbero invece essere -se possibi- le- evitati, in quanto i dati sui potenziali rischi teratogeni non sono ancora sufficienti per una valutazione esaustiva. È in ogni caso prudente, se la paziente è già in trattamento antipsicotico, mantenere in terapia farmacologica -alla dose minima effica- ce- anche durante il primo trimestre, poiché la sospensione brusca potrebbe esporre la madre ad una grave ricaduta psico- tica con inevitabili conseguenze negative anche sullo sviluppo del feto.
Bibliografia
Shinnar S, et al. Update on the epidemiology and prognosis of pediatric
Epiliepsies. J Child Neurol 2002;17:S4-17.
Cowan LD. The epidemiology of the epilepsies in children. ment Retard Dev Disabil Res Rev 2002;8:171-81.
Lhatoo SD, et al. The epidemiology of epilepsy and learning disability. Epilepsia 2001;42:6-9.
G.U. n. 258 del 5-11-2005, Suppl. Ordinario n. 176. Altre note che citerò: “Core Competencies for Psychiatric Practice: What Clinicians Need to Know” (a Report of the American Board of Psychiatry and Neu- rology, Edited by SC Scheiber, Am Krmaer, SE Adamowski, 2003). Supplemento Ordinario alla G.U. Serie Generale n. 105, 8 maggio 2006.
Uso di antipsicotici in corso di gravidanza e rischio di complicanze perinatali e gestazionali
S. Gentile
Centro Salute Mentale, U.O. n. 63 Cava de’ Tirreni, Costa d’Amalfi, Dipartimento di Salute Mentale, ASL Salerno
introduzione: in pazienti di sesso femminile, in età fertile ed affette da disturbi psichiatrici severi, non si può escludere la necessità di utilizzare farmaci antipsicotici anche in corso di gravidanza. Ad oggi, tuttavia, la principale preoccupazione dei clinici è stata quella di individuare potenziali rischi teratoge- ni strutturali associati all’uso degli antipsicotici nel corso del I trimestre. Ciò nondimeno, questa classe farmacologica può indurre complicanze perinatali e gestazionali se usata dal IV mese di gestazione in poi.
risultati: nella Tabella I e II, rispettivamente, sono riportate le complicanze gestazionali e perinatali più frequentemente asso- ciate all’utilizzo in gravidanza sia degli antipsicotici tipici che atipici.
Conclusioni: se il rischio di complicanze gestazionali sembra connesso alla durata complessiva della terapia antipsicotica du- rante il corso della gravidanza, la frequenza di complicanze pe- rinatali sembra invece essere associata alla esposizione in utero in prossimità del parto. Pertanto, può essere utile valutare la sospensione della terapia antipsicotica entro 15-20 giorni dalla data presunta del parto. Se le condizioni cliniche della paziente non permettono di attuare questa strategia, è opportuno che il parto venga pianificato in strutture ospedaliere dotate di reparti di Terapia Intensiva Neonatale.
taBella i.
Complicanze perinatali e gestazionali associate all’uso di antipsicotici tipici in corso di gravidanza.
Complicanze perinatali Complicanze gestazionali
Suzione debole Aumento del rischio
di parto prematuro Distress respiratorio Diabete gravidico Alterazioni del tono muscolare
(crisi distoniche) Ipotermia Convulsioni taBella ii.
Complicanze perinatali e gestazionali associate all’uso di antipsicotici atipici in corso di gravidanza.
Complicanze perinatali Complicanze gestazionali
Disturbi del ritmo cardiaco Diabete gravidico Alterazioni del tono muscolare
(Floppy infant Syndrome)
Ipertensione Convulsioni Polidramnios GERD Distress respiratorio Withdrawal syndrome Bibliografia essenziale
Gentile S. Antipsychotic therapy during early and late pregnancy. A
systematic review. Schizophr Bull 2010;36:518-44.
Gentile S. Antipsychotic therapy in breast-feeding. World J Biol Psy- chiatry 2009;10(Suppl 1):98.
Gentile S. Infant safety with antipsychotic therapy in breast-feeding. A
systematic review. J Clin Psychiatry 2008;69:666-71.
Gentile S. Prophylactic treatment of bipolar disorder in pregnancy
and breastfeeding: focus on emerging mood stabilizers. Bipol Disord
2006;8:207-20.
la gestione farmacologica delle psicosi in gravidanza e puerperio
G. Di Sciascio1,2, S. Calò1, R. melpignano3
1 Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Università
di Bari “Aldo Moro”; 2 Azienda Ospedaliero-Universitaria
“Consorziale Policlinico” di Bari; 3 D.D.P. AUSL Bari
La presenza di un quadro psicotico nella donna in gravidanza o nel puerperio costituisce una delle più complesse situazioni cli- niche a cui lo psichiatra è chiamato a rispondere. La gestione cli- nica è complessa in quanto comporta rischi sia per la gravida sia per il feto. Infatti se da un lato la presenza di un disturbo psichico non trattato determina conseguenze di ampia portata per entram- bi, la gravidanza incide in modo significativo sui livelli plasmati- ci del farmaco e l’immaturità fisiologica del feto/neonato espone quest’ultimo a danni derivanti dai trattamenti farmacologici. I ri- schi includono teratogenicità, complicanze ostetriche, sindromi perinatali, e problemi comportamentali a lungo termine.
l’organizzazione della personalità in adolescenza attraverso la stiPo-a
M. Ammaniti, A. Fontana
Sapienza Università di Roma
La valutazione della personalità è centrale in adolescenza sia per la comprensione delle traiettorie evolutive sia per la formu- lazione di un progetto terapeutico che tenga conto della com- plessità di questa fase del ciclo di vita. La STIPO-A, adattamen- to della STIPO (Clarkin, Caligor, Stern & Kernberg, 2007) per adolescenti dai 14 ai 18 anni, è una intervista semi-strutturata che permette la valutazione della personalità in adolescenza da una prospettiva dimensionale. La STIPO-A valuta, infatti, l’orga- nizzazione della personalità secondo la prospettiva formulata da Otto Kernberg, prendendo in considerazione l’identità, la qualità delle relazioni oggettuali, le principali modalità difensi- ve e di coping, l’aggressività e il funzionamento morale. Dopo aver presentato i primi dati sull’attendibilità, verranno messi in luce alcuni aspetti legati alla validità convergente e discrimi- nante dello strumento. I primi dati empirici ed esplorativi rac- colti utilizzando la STIPO-A sembrano incoraggiare ulteriori ri- cerche e approfondimenti: considerare la personalità in termini di organizzazione e di dimensioni strutturali, infatti, permette anche una migliore comprensione sia dell’impairment sociale e relazionale sia della diagnosi descrittiva di personalità. Per quanto riguarda l’aspetto evolutivo e prognostico, di cruciale importanza in adolescenza, è necessario raccogliere dati longi- tudinali per poter verificare la validità predittiva dell’intervista.
disregolazione emotiva e caratteristiche borderline di personalità in adolescenza: uno studio empirico
A. Fossati, S. Borroni, C. Maffei
Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
Nel presente studio ci si propone di verificare se delle misure di disregolazione emotiva (Difficulties in Emotion Regulation gioVedì 17 feBBraio 2011 – ore 11,40-13,40
Sala Bernini