coordinatore V. Rapisarda (Catania)
mente tutto è cambiato con la tremenda distruzione delle torri gemelle, con la crisi economica mondiale, con la crescita pro- digiosa economica della Cina e dell’India, con il persistere del terrorismo di Al Qaeda che in Iraq, in Afghanistan e nelle città europee produce ancora migliaia di morti.
Lo psichiatra oggi non può trascurare che la sua specialità me- dica si colloca tra l’antropologia e la filosofia, mediando tra le scienze positive e quelle umanistiche. In Italia, come in tan- ti altri paesi, deve rafforzarsi il rapporto della psichiatria con le agenzie educative (Famiglia, Scuola e Chiesa) per ridurre la diffusione delle dipendenze vecchie e nuove, della dissociali- tà, delle depressioni, specie quelle reattive, dei disturbi di per- sonalità che non sono solamente genetici, del disagio di tanti anziani, non più, come nel passato, considerati depositari della saggezza.
Riporterò i risultati di come questo rapporto tra Sacerdoti e Reli- giosi con psichiatri appartenenti all’AmCI (Associazione medici
tutto ciò che permette una verifica dei sensi e della coscienza. Da questa cornice si esclude Dio e il mondo dello spiritualità a meno di non inserirli in categorie che sono proprie della psi- copatologia. La allucinazione, la illusione, la perdita di identità con manifestazioni dell’Io diviso o frammentato, ne sono alcuni riferimenti.
Si pone subito il concetto, meglio l’esperienza della fede, e dunque del credere e del credere persino quia absurdum (come dice Tertulliano). E la fede non può rispondere ai criteri del concreto e dell’obiettivo poiché ciò che è spirituale e anche strettamente personale e dunque non condivisibile sul piano della esperienza obiettivabile.
Insomma la fede male si inserisce in una psicopatologia dei sensi e nella psicopatologia del tempo presente che distingue nettamente uno psichiatra che crede da uno che invece è ateo, e fa di quest’ultimo uno “meglio” dotato all’esercizio del lavoro psichiatrico.
Il credere nel non esperibile sensorialmente diventa “spunto de- lirante” e se uno è fortemente credente e dunque si dedica con coerenza e continuità alle relazioni con il mondo dello spirito, rischia persino la diagnosi di “delirante cronico”.
D’altra parte per chi crede in “ciò che non c’è “ in quanto non di- mostrabile scientificamente (non basta il razionalmente) tenderà ad accettare il delirio, la interpretazione errata del mondo “fuori di me”, che è un caposaldo della psicopatologia corrente. Si pone dunque la necessità di far entrare la fede dentro il pro- cedere dell’analisi psicopatologica e di procedere ad una di- scriminazione che divida la fede dalle dispercezioni. E il tema del demonio esprime bene e drammaticamente la dimensione di questo problema, dimenticato dalla psichiatria.
Il contributo si colloca proprio in questo ambito, in una specie di semeiologia del credere e del delirio di credere.
la collaborazione tra Psichiatri e sacerdoti in un mondo che da moderno diventa contemporaneo
V. Rapisarda
Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Catania Il secolo scorso può essere considerato il grande successo della moderna tecnologia con il benessere diffuso nel mondo occi- dentale, le scoperte scientifiche che hanno allungato la vita, i trasporti resi più rapidi dalle automobili, dagli aerei, la dif- fusione delle scuole, l’aumento dei laureati. Tale progresso si riferisce al mondo occidentale con il colonialismo prima e con il primato degli Stati Uniti d’America, dopo la seconda guerra mondiale, che ha visto la grande scoperta della energia nuclea- re, utilizzata con la bomba atomica per convincere il Giappone alla resa.
Il mondo diventa contemporaneo o post moderno come lo de- finisce Lyotard, attraverso la sua lettura socio-politica, ma vera- mente tutto è cambiato con la tremenda distruzione delle torri gemelle, con la crisi economica mondiale, con la crescita pro- digiosa economica della Cina e dell’India, con il persistere del terrorismo di Al Qaeda che in Iraq, in Afghanistan e nelle città europee produce ancora migliaia di morti.
Lo psichiatra oggi non può trascurare che la sua specialità me- dica si colloca tra l’antropologia e la filosofia, mediando tra le scienze positive e quelle umanistiche. In Italia, come in tan- ti altri paesi, deve rafforzarsi il rapporto della psichiatria con Cattolici Italiani), si realizza in Italia, con un particolare rife-
rimento al dialogo con i 5 milioni di immigrati anche di altre religioni, specie per i nati e cresciuti in Italia che rappresentano in una certa misura il futuro di un Paese ormai invecchiato. In definitiva lo psichiatra dovrebbe favorire in armonia ad un im- pegno sacerdotale la condivisione del bene comune, del senso di responsabilità per una necessaria riscoperta del senso etico della vita.
la spiritualità come fattore di resilienza nel sisma de l’aquila
C. Capanna, A. Rossi
Università de L’Aquila
Il ruolo della religiosità/spiritualità come fattore di coping è og- getto di studio attuale sia nell’ambito della salute mentale che della psicologia positiva.
La letteratura non fornisce evidenze conclusive, infatti, solo al- cuni aspetti della religiosità/spiritualità sembrano rappresentare un fattore di protezione (come ad esempio partecipare alle at- tività sociali o la meditazione) mentre le convinzioni religiose di per se non sembrano avere alcun impatto sul benessere e la salute mentale.
Nel presente studio verranno riportate le caratteristiche psi- cometriche della Breve scala multidimensionale per la misura della religiosità/spiritualità (BmmRS) di alcune delle dimensio- ni che maggiormente sono correlate al benessere e alla salute mentale e le differenze tra le medie di tali dimensioni in due gruppi di soggetti esposti/non esposti ad un evento traumatico (il terremoto de L’Aquila dell’aprile 2009).
La BMMRS sviluppata dai ricercatori dell’istituto Fetzer (1999) analizza diverse dimensioni religiose e spirituali che possono in- fluenzare la qualità della vita e la risposta ad eventi stressanti. Hanno partecipato alla ricerca 985 soggetti eterogenei per ses- so, età e scolarità di questi 427 erano presenti a L’Aquila la notte tra il 5 e il 6 aprile 2009.
I risultati hanno evidenziato come emergano differenze signi- ficative tra maschi e femmine soprattutto relative all’età nelle dimensioni misurate dalla BmmRS, infatti, mentre le persone più giovani (sotto i 30 anni) mostrano punteggi più bassi nella maggior parte delle dimensioni, soggetti in età più avanzata, mostrano punteggi più alti soprattutto nelle dimensioni relative al coping e ai valori. Infine, contrariamente a quanto ipotizzato, ma coerentemente con i risultati di altre ricerche (mills, 2002; Koenig, 2009) i soggetti che si dichiarano religiosi e che sono stati esposti al trauma del terremoto mostrano punteggi medi significativamente più bassi nelle dimensioni di coping, di au- tovalutazione della religiosità e di valori religiosi.
dal credere come fondamento dell’essere, al delirio come negazione dell’esistere
V. Andreoli
Verona
Il rapporto di ”realtà”, come misura del criterio di adeguatezza dell’Io al mondo, presuppone la dimensione della obiettività e dunque della consapevolezza propria del concreto. E concreto è
saBato 19 feBBraio 2011 – ore 16,00-18,00 Sala Michelangelo