• Non ci sono risultati.

ETÀ ARCAICA (VIII-VI a.C.)

Capitolo 3 Composti in τος attestati in età arcaica 0 Introduzione

2. Verbi di percezione (fisica e intellettuale) e verbi indicanti processi e attività mental

2.2. Percezione mentale e attività intellettuale

I verbi attinenti a questo ambito semantico comprendono sia processi [- volitional] sia attività mentali [+ volitional], ma, come si vedrà, non sempre è possibile tracciare un confine netto tra processo e attività55.

è un’Esperiente]”. La percezione può essere sia volitional sia non volitional: come osservato anche da Lehmann 1991, p.227: “control is variable in mental activity”.

50 Poiché non sono numerosi, non verrà operata una distinzione tra percezione volizionale e non volizionale. Sulla

diversa natura azionale dei predicati che indicano percezione vd. Mourelatos 1981, p.202: “Of special interest are, of course, sensory occurences. Intimately related to the realm of agency, they do not in themselves constitute actions. But, just as they can be visual or auditory states (e.g., I see dimly; I hear you well), so there can be visual or auditory proesses (I’m seeing a bright light; I’m hearing buzzing sounds) and visual or auditory punctual occurences (I caught a

glimpse of him as he was crossing the threshold)”.

51 Vd. Appendice 1.

52 Moreschini Quattordio 1973b, p.204, che ricorda come Aristofane di Bisanzio in A 567 leggesse ἀέπτους (ἄαπτος

sarebbe invece nato da “un’alterazione legata all’etimologia popolare”), riprende l’etimologia fornita da Wackernagel e da Bechtel per questo aggettivo: *ἄϝεπτος ‘indicibile’.

53 Sul genitivo retto dagli AV vd. capp.10 (par.3.2.2), 12 (par.1.4.1) e 14 (par.1.5.1). 54 Su -σκεπής vd. Meissner 2006, pp.90-1.

55 Vd. Allan 2002, pp.73-4: “The mental activity middle involves an animate subject that volitionally performs a mental

activity, whereby the subject itself is mentally affected. In other words, the subject hs two semantic roles: agent and experiencer. In some case, moreover, the subjects benefits from the mental activity so that the subject can also be assigned the role of beneficiary” e p.75: “Mental activities are semantically middles in that the subject is both an Initiator (being an Agent), and an Endpoint (being an experiencer)”. Date queste caratteristiche, le forme con doppia diatesi sono attese.

95

2.2.1 Conoscere, percepire

In Omero (e negli Inni) due soli sono i verbi ricondicibili a questa classe che danno aggettivi in - τος, γιγνώσκω e νοέω.

Da νοέω (‘percepire, acccorgersi’ e ‘pensare’) deriva soltanto ἀνόητος, attestato in

Hymn.Herm.80 (ἄϕραστ’ἠδ’ἀνόητα διέπλεκε, θαυµατὰ ἔργα; si tratta di una sequenza di AV riferiti

ai sandali del dio), con alpha privativo e significato passivo (‘sconosciuto’, nel senso ‘di cui non si è sentito parlare’); a partire dal V a.C. (Erodoto, Aristofane, Platone, etc.) è attestato invece l’uso nell’accezione attiva ‘che non capisce’56, nonché lo sviluppo di un’accezione potenziale (‘che non può essere pensato’, p.es. in Pl.Prm.132c)57.

Propriamente in Omero sono attestati i derivati di γιγνώσκω ‘conoscere’ > -γνωστος, -γνωτος, che costituiscono un gruppo abbastanza numeroso e sono accomunati dal significato passivo ‘conosciuto’ (solo ἄγνωστος acquista in Pi.O.6.67 il significato attivo ‘che non conosce, ignorante’). Nei due poemi omerici sono presenti sia la forma semplice γνωτός (‘percepito, compreso, conosciuto’ (p.es. Il.7.401, Od.24.182; ‘famoso’ in S.fr.282.2 Radt)58, sia le forme prefissate con ἀ- ἄγνωτος ‘unknown; unheard of, forgotten’, ma anche ‘che non può essere conosciuto, irriconoscibile’ (solo nell’Od., p.es. 2.172 ἄγνωστον πάντεσσιν, detto di Odisseo; 13.397 ἀλλ’ἄγε σ’ἄγνωστον τεύξω πάντεσσι βροτοῖσι “ti renderò irriconoscibile a tutti”) ed ἀρι- ἀρίγνωτος ‘facilmente riconoscibile, ben noto’ (Il.15.490) e ‘troppo noto, malfamato’ (Od.6.108)59. In ἀλλόγνωτος ‘sconosciuto, straniero’ (lett. ‘conosciuto da altri’) compare invece come PM un aggettivo; questa forma è uno hapax in Od.2.366 (ἀλλογνωτῳ ἐνὶ δήµῳ).

Le forme in -γνωτος vanno poste a confronto con i composti a SM -γνωµων ‒ attivi ‒ e -γνως; ἀγνώς per esempio è attestato in Omero con significato passivo (‘non conosciuto’, ma attivo dal V a.C.), mentre ἀλλόγνως, che ricorre in un fr. di Empedocle, ha lo stesso valore di ἀλλογνώτος. Sia i composti in -γνωτος sia i composti in -γνως possono dunque veicolare un significato passivo, e in questi caso l’aggettivo si riferisce a ciò che è l’oggetto della percezione. Talora si nota in alcune forme, come ἀρίγνωτος ‘infame’ o ἀλλόγνωτος ‘strano’, un indebolimento del valore verbale.

Ampiamente attestata nell’Odissea (p.es. 1.229) è la forma πινυτός60 ‘prudente’, con valore aggettivale e da connettere forse al verbo πινύσκω ‘rendere saggio, ammonire’, mentre il composto con alpha privativum ἀδόκητος (< δοκέω ‘attendere, pensare, farsi un’opinione’) ‘inatteso, inaspettato, imprevisto’ ricorre soltanto in un frammento di Esiodo (209.2 M.-W.). Per questa forma va segnalata l’assunzione in età imperiale di un significato attivo ‘che non se lo aspetta’ (Memn.28.2, Nonn.D.31.209)61.

2.2.2 Verba docendi

Affine (almeno in parte) alle forme analizzate sopra risulta ἀδάητος ‘non conosciuto’ (< *δάω), attestato in Hes.Th.655 (il sigmatico ἀδαής è attestato dal V a.C.), mentre significato attivo (anche se con qualche ambiguità) è presente in αὐτοδίδακτος (Od.22.347αὐτοδίδακτος δ’εἰµί, da διδάσκω

56 Vd. Poll.4.9.7 ἀνεπιστήµων, ἀγνώµων, ἄνους, ἀνόητος.

57 Cfr. anche il verbo ἀνοηταίνω ‘essere privo di intelligenza’ in Pl.Phlb.12d.

Come si vedrà modo di vedere (vd. cap.5), in seguito questa famiglia diverrà piuttosto produttiva, probabilmente anche come effetto della diffusione di νοέω e dei suoi corradicali nel lessico filosofico.

58 Anche il sostantivo γνωτός, ὁ ‘kinsman’ va ricondotto al verbo γιγνώσκω, e non a γίγνοµαι (vd. Probert 2006, p.177 e

p.350).

59 Cfr. Moreschini Quattordio 1973a, p.187 su ἀρίγνωτος: “questo composto conserva in Omero il suo valore

etimologico originario di «ben visibile», «ben riconoscibile»”; a p.188 la studiosa nota come, dal momento che tale composto indica “una superiorità, una qualifica di eccellenza”, “è facile il passaggio al significato traslato” di “insigne, splendido”.

60 Per ἀπίνυτος vd. Frisk 1966, p.194.

61 Un valore attivo è forse però assunto da questa forma già in un passo di Pindaro (N.7.31): alcuni traduttori infatti

interpretano ἀδόκητος come ‘chi se l’aspetta’, altri come ‘chi è oscuro’.

Si può forse includere all’interno di questo gruppo anche νήριτος ‘innumerevole’ (Hes.Op.511), da *h2ri- ‘contare’ (vd.

96

‘insegnare’) ‘istruito da sé’ quindi ‘che ha imparato da sé’ (‘appreso senza maestro’ solo in DH62); si tratta di un esempio di composto con PM αὐτο-, una tipologia che avrà molto successo nelle epoche successive, e di cui in Omero si contano diversi esempi.

2.2.3 Verba inveniendi

Due aggettivi risultano ricavati dai verba inveniendi µαίοµαι, ἐπιµαίοµαι63 ‘cercare’, che in Omero

sono usati nell’accezione concreta, non traslata; l’azione, che diviene telica nel momento in cui si specifica l’oggetto della ricerca, si compie al di fuori del soggetto agentivo e l’AV è riferito all’oggetto della ricerca. In Il.19.263 è attestato ἀπροτίµαστος ‘non toccato’ (il valore potenziale ‘che non può essere avvicinato’ è successivo), mentre in Od.20.277 compare ἐπίµαστος ‘ricercato, portato dentro’64.

A essi possono essere accostate anche le forme µνηστός ‘ottenuto in matrimonio, legittimo’ (come epiteto di ἄλοχος in vari passi di Il., p.es. 2.246, e in Od.1.36) e πολυµνήστη ‘molto corteggiata’ (detto di Penelope, p.es. in Od.4.770)65, entrambe passive. Il verbo µνάοµαι ha sia il significato di ‘tenere in mente, rivolgere l’attenzione’ sia (ma non nell’Iliade) di ‘corteggiare, cercare di ottenere in moglie’66.

Gli aggettivi esaminati in 2.2.2 e 2.2.3 sono in parte diversi dai verbi di 2.2.1, in quanto il grado di agentività è maggiore e, nel caso di διδάσκω, è coinvolto un terzo argomento (la persona a cui si insegna, che ha il ruolo di Ricevente).

2.2.4 Verba putandi, existimandi, eligendi

All’ambito delle attività mentali possono essere ricondotti anche i verbi tradizionalmente classificati come verba putandi, existimandi, eligendi. Essi indicano 2-participant events transitivi, con un soggetto agentivo (anche se in misura minore rispetto ai verbi che sranno esaminati nei parr.6 e 8) e in cui l’azione si compie in parte al di fuori della sfera del soggetto.

In Omero sono presenti quattro forme attinenti all’ambito semantico dello ‘scegliere’/‘considerare’: ἔξαιτος ‘selezionato, distinto, scelto, eccellente’ (< ἐξαίνυµι, p.es. in

Il.12.320, Od.2.307)67, ἀνώϊστος ‘inopinato, inaspettato’ (< οἴοµαι, Il.21.39, come avverbio in

Od.4.92) e, da κρίνω, il simplex κριτός ‘separato, distinto, scelto’ (Il.7.434, Od.8.258) e il

composto ἄκριτος68 ‘indistinto, confuso’ e ‘non deciso, dubbio, incerto’ (p.es. Od.8.505, Il.7.337, Hes.Sc.311). Solo per ἄκριτος è possibile osservare in Omero e, sempre con maggiore frequenza dal V a.C. in poi, un utilizzo in senso AI (‘continuo, incessante’, p.es. in Il.3.412), anche nel senso tecnico-giuridico ‘che non dà giudizi’ (dal V a.C.). L’interpretazione in senso attivo naturalmente implica uno spostamento del riferimento dall’oggetto al soggetto.