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Capitolo 2 I composti a SM verbale in PIE e in miceneo 0 Introduzione

1. Le origini in PIE del sistema dei composti a SM verbale del greco

1.1 Il suffisso *-to in PIE e in greco

1.1.2 Il suffisso *-to in greco

In greco è ampiamente attestato l’uso di *-to- per la derivazione sia di sostantivi (spesso astratti, con grado o e parossitoni, p.es. νόστος)22 sia di aggettivi, a partire da basi nominali e, soprattutto verbali; inoltre, in greco -το- è impiegato anche per la formazione degli ordinali (πρῶτος) e del superlativo (µέγιστος)23. Mentre però i sostantivi in greco costituiscono un gruppo chiuso e limitato, gli aggettivi rappresentano una classe estremamente produttiva, specialmente quando ricavati da una base verbale: essi sono infatti interessati da un aumento costante lungo tutta la storia del greco documentata, dovuto alla possibilità di derivare AV in -τος, semplici e composti, (quasi) da ogni verbo24.

La possibilità di impiegare il suffisso sia su basi verbali sia nominali rende in alcuni casi problematico stabilire la derivazione esatta; se la derivazione nominale va considerata l’opzione da

16 Vd. Szemerényi 1985, p.365. Secondo Pompei 2016, p.215 ulteriori prove dell’“incompiutezza del loro processo di

inserimento nel sistema verbale” sono costituite dal fatto che non tutti i verbi presentano un AV (ma, si potrebbe aggiungere, lo stesso vale anche per i participi) e che questi sono produttivi soprattutto in composizione.

17 Per usare la terminologia di Kurzová 2011.

18 Come scrive Napoli 2004, p.369 “gli aggettivi in *-to- hanno manifestato grande vitalità nella formazione del

passivo, superando quella del medio: in molte lingue indoeuropee, quali latino, celtico, balto, slavo, germanico, hanno perduto del tutto la loro natura “aggettivale”e hanno fatto da base a una coniugazione verbale, perifrastica o sintetica, di ‘passivo passato’”. Sull’evoluzione delle forme in *-to- vd. Kurzová 2011, mentre per l’evoluzione da participi risultativi a passivi (per la quale vd. anche infra) Haspelmath 1994.

19 Vd. Napoli 2001, p.82. 20 Vd. Napoli 2001, pp.83-7.

21 Kurzová 2011, p.170. Per la posizione del greco su questa scala vd. infra.

22 Altri sostantivi invece presentano una struttura differente, esito dello sviluppo della sequenza RHC [sonante,

laringale, consonante] in R consonantica tra due vocali brevi (p.es. θάνατος). A questo tipo di formazioni va aggiunta la possibilità di sostantivare gli AV (a tal proposito vd. Brugmann 1906, p.395). Sui sostantivi in -το- vd. anche Probert 2006, pp.177-80, che mostra come il carattere problematico delle definizioni semantiche attraverso le quali si è tentato di definirli (in particolare la distinzione tra astratti verbali e AV sostantivati).

Vd. Lazzeroni 2010, p.261: “In greco il suffisso, oltre che aggettivi verbali, forma anche aggettivi (ἄµβροτος, ἀθάνατος, πολύκλητος ecc.) e sostantivi (φυτόν, στρατός, νόστος ecc.) a loro volta costituiti da aggettivi verbali lessicalizzati. Il processo avrà preso le mosse da verbi passivi e telici inaccusativi: comune agli uni e agli altri è la significazione di uno stato”. Per una trattazione più estesa del significato delle forme in -τος vd. infra.

23 Gli impieghi di questo suffisso in greco sono discussi, oltre che da Chantraine, Benveniste e Brugmann, sopra

ricordati, in tutte le grammatiche storiche tradizionali, come Meillet-Vendryes 1968, pp.382-3, Kühner-Blass 1892, pp.288-91, Risch 1974, pp.20-5, Schwyzer 1939, pp.501-3.

24 Chantraine 1979, p.305: “Si l’adj. en -τός est entré assez vite dans le système verbal, ce groupement n’ètait pas

nécessaire à l’origine, le suffixe a servi à former des dérivés des noms”. Vitalità degli aggettivi a fronte di una classe chiusa di sostantivi formata con lo stesso suffisso si riscontra anche nelle forme sigmatiche (*-es-), ed è uno dei tratti che accomuna le due tipologie.

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preferire in assenza di una forma verbale precisa cui poter far risalire l’aggettivo in questione25, risultano a tutti gli effetti ambigui gli aggettivi per cui entrambe le derivazioni possono essere plausibili (p.es. ἀγέραστος < γέρας o γεράζω)o che, poiché ricavati da verbi denominativi, possono essere collegati anche con il sostantivo da cui il verbo base è derivato; in quest’ultimo caso il significato è affine a quello di un possessivo (p.es. τιµητός < τιµάω, τιµή)26. Tuttavia, i derivati in- τος nominali e verbali sono accomunati dall’elevata stabilità temporale, in quanto essi designano situazioni o proprietà stabili/ permanenti.

Il greco, infatti, si distingue da altre lingue IE per la mancata attuazione del processo di grammaticalizzazione degli AV in -τος in participi, che ha come conseguenza l’assenza di un’integrazione stabile di *-to- nel sistema della coniugazione e l’assunzione di un valore pienamente verbale27. Ciò è dovuto alle peculiarità della paradigmatizzazione del verbo in greco, il cui sistema participiale ‒ particolarmente ricco ‒ non ha reso necessario il ricorso a *-to- per esprimere la “past passive function”28. Nel mantenimento dello status aggettivale delle forme in *-

to-, dunque, il greco rifletterebbe più fedelmente la situazione PIE29.

L’originario status aggettivale sarebbe inoltre dimostrato anche dall’uso frequente di tale suffisso in composti con i prefissi ἀ-, δυσ-, εὐ- e con elementi nominali (p.es. πολυ-) assenti dal participio, che, in quanto vera e propria forma verbale, ammette la composizione solo con preposizioni30. La possibilità della composizione con elementi diversi dai preverbi per l’aggettivo in -τος deriva, come è stato sostenuto da R. Lazzeroni, dalla sua maggiore vicinanza al polo rappresentato dal nome nel “gradiente che si dispiega tra verbo finito e nome primario”31, mentre il participio è più vicino al verbo e sottoposto alle stesse restrizioni morfologiche: l’impiego di questo suffisso nei composti sarebbe dunque reso necessario proprio dalle restrizioni morfologiche operanti sul participio, di cui *-to- divenne sostituto nel momento in cui si rendevano necessarie forme composte (in assenza del verbo composto corrispondente), in particolare con il prefisso ἀ-32. La complementarietà funzionale tra composto in -τος e participio tratto dalla stessa base verbale – nonché la loro affinità semantica – si manifesterebbe infatti in varie coppie in cui le due forme si trovano contrapposte, p.es. ἀπαίδευτος -πεπαιδευµένος, ἀκίνητος-κεκινηµένος33.

25 Vd. Kühner-Blass 1892, p.290.

26 Vd. Lazzeroni 2010, p.262, dove viene citata come esempio la coppia θαυµατός (< θαῦµα) e θαυµαστός (rifatto su

θαυµάζω). ἀγέραστος, come anche θαυµατός, viene considerato da Brugmann 1906, pp.402-3 un denominativo. Secondo Risch 1974, p.21 la derivazione di aggettivi in da basi nominali è un fenomeno forse già ascrivibile all’IE. Per la possibilità di interferenze tra formazioni denominali e deverbali vd. invece Frisk 1966, p.192.

Come si vedrà nei capitoli successivi, spesso sarà necessario confrontarsi con la difficoltà nello stabilire l’esatta base derivazionale (verbo o sostantivo).

27 Vd. Chantraine 1979, p.307: “Jamais l’adjectif en -τός n’est devenu un participe passif rigoureusement enfermé dans

le cadre de la conjugaison” e Schwyzer 1939, pp.500-1: “sie sind in altertümlicher Weise nicht ins Verbalparadigma einbezogen wie z.B. lat. amatus est”.

28 Kurzová 2011, p.159; la studiosa afferma che il participio in -menos “established itself in mediopassive function, thus

displacing the archaic root formation in -to-”.

29 Come nota Napoli 2017, p.114 la conservazione dello status aggettivale rappresenta un punto di contatto tra greco e

PIE (condiviso anche dal vedico). Drinka 2009 e Kurzová 2011, pur non mettendo in discussione l’origine aggettivale di tali forme, sostengono che un loro impiego verbale possa appartenere al PIE (anche se con posizioni diverse).

30 Vd. Napoli 2000, p.268: diversamente dal participio, l’aggettivo in *-to- “può entrare in composizione con altri

elementi che non si combinano mai con il verbo e con il participio stesso”. Si segnalano comunque delle sporadiche eccezioni quali εὐκτίµενος ‘ben fondato, in cui è bello abitare’, πασιµέλουσα ‘che sta a cuore a tutti’, ποντοµέδων ‘che regna sul mare’, etc. Su εὐκτίµενος-εὔκτιτος vd. Napoli 2001, p.88 (esempio che dimostra la contiguità del participio in -meno- alla “semantica stativo-risultativa degli aggettivi in *-to-”).

31 Lazzeroni 2010, p. 263; vd. anche p.257: “gli aggettivi verbali in -τος ammettono largamente tanto la composizione

nominale quanto la negazione con α- privativa”; essi inoltre occupano “un posto più vicino alla derivazione” anche in virtù della bassa trasparenza semantica che li caratterizza (vd. infra), in quanto “la trasparenza semantica è caratteristica della flessione e l’idiosincrasia della derivazione” (p. 262, citando Bybee 1985 e Haspelmath 1995).

32 Vd. Benveniste 1975, p.156: “Le fait que les participes grecs échappent à la composition obligeait de recourir à une

forme supplétive quand on voulait donner au participe une forme négative”.

33 Vd. anche Lazzeroni 2010, p.257 e Napoli 2000, p.252 (per la contestazione delle posizioni di Chantraine e Meillet).

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La tendenza a riservare *-to- ai composti è stata messa in luce innanzitutto da A. Meillet (che ha posto grande enfasi su questa funzione), per poi essere ripresa anche da P. Chantraine ed É. Benveniste, i quali però hanno ammesso la presenza di forme semplici antiche, in alcuni casi prive di un composto corrispondente (p.es. κυρτός), in altri ascrivibili su base comparativa anche alla protolingua (p.es. κλυτός, πιστός)34.

Pertanto, nonostante la produttività di -τος in composizione, è preferibile ipotizzare che in origine il suffisso *-to- potesse formare liberamente35 aggettivi sia semplici sia composti, e considerare l’uso preferenziale (ma non esclusivo) nei composti uno sviluppo peculiare del greco, a causa del quale molte forme sono prive di un simplex corrispondente o, se presente, risulta creato come retroformazione da composti più antichi36. Ammettere la priorità dei simplicia non significa peraltro escludere che sugli aggettivi in -τος si sia esercitata l’influenza dei composti, anche di altre categorie, che si manifesta nell’assenza di una desinenza di femminile37 nelle forme in -τος composte (analogamente ai bahuvrihi), laddove quelle semplici prevedono tre uscite (-τος, -τη, - τον)38.

Per le forme composte, il PM più rappresentato è in tutte le fasi linguistiche il prefisso negativo *n̥- (> ἀ-, νη-)39, in origine caratteristico proprio degli AV (oltre che dei bahuvrihi), i quali dunque,

contrariamente a quanto accade per le rimanenti tipologie di aggettivi del greco, possono figurare fin dalle prime fasi linguistiche come testa di un composto40. Come si avrà modo di osservare, non mancano già in miceneo e nell’epica arcaica varie forme con PM nominale, costituito da un aggettivo (p.es. πολύτρητος) o da un sostantivo (δουρίκλυτος, δουρίκτητος).

Per quanto riguarda invece la loro formazione, gli AV in -τος sono solitamente formati per le radici apofoniche a partire dal grado zero41, almeno nelle fasi più antiche; l’accento cade sull’ultima sillaba nelle forme semplici, mentre si ritrae nei composti, anche se non mancano casi di aggettivi con PM preposizionale ossitoni42. Non sembra inoltre possibile individuare alcuna restrizione

sia semplici sia composti ereditati dalla protolingua. La priorità dei simplicia sulle forme composte è inoltre sostenuta da Amman 1956, che si occupa nello specifico delle forme non composte in Omero ed esamina in modo dettagliato i

simplicia omerici che indicano attività manuali attinenti a vari ambiti (artigianato, tessitura, cucina, allevamento, etc.,

gruppo C nella sua ripartizione) o appartenenti alla sfera del diritto e della vita comunitaria (gruppo D).

Sul rapporto tra forme in -τος e participi in -µένος vd. anche i capitoli dedicati al confronto con il participio (10, 12 e 14), mentre sul perdurare di tale contrapposizione in neogreco vd. cap.15, parr.2.1-3.

34 Vd. Benveniste 1975, p.164: “On constate que les adj. simples en *-to- existent et que nombre d’entre eux remontent

indubitablement à la période commune”.

35 Ma Chantraine 1979, p.302 afferma che “le suffixe ne s’employait pas si librement” (per poi riconoscere che alcune

forme semplici devono essere antiche). Vd. anche Schwyzer 1939, p.445: “In der ältesten Zeit und noch später herrscht das komponierte Verbaladjektiv vor (kennzeichnend ἀκίνητα καὶ κεκινηµένα). Doch sind auch manche Simplizia alt (bes. adjektivische und substantivierte), wenn auch vielleicht erst zu den Komposita hinzugebildet”.

36 Questo processo per Chantraine 1979, p.304 è illustrato per esempio da Hes.Op.3 ἄφατοί τε φατοί τε.

37 Morpurgo Davies 1999, p.391 osserva che “a compound adjective of the εὐγενής type” e “thematic adjectives ending

in -τος such as ἄκλαυτος, πολύκλητος tend not to use special feminine morphemes”.

38 Secondo Puhvel 1953, p.17 il fatto che i composti in -τος siano aggettivi a due uscite (come i bahuvrihi, nei quali ciò

è dovuto all’origine nominale) è segno della connessione delle forme in -τος con i bahuvrihi, nonché della priorità delle forme composte su quelle semplici. Vd. anche Kastner 1967, p.42 sulla differenza tra AV composti (privi di mozione) e semplici (femminile distinto), anche se “Bei Homer gibt es allerdings auch Komposita und Zusammenrückungen, die wider Erwarten Motion aufweisen”.

39 Vd. infra i capitoli dedicati a -τος (capp.3 e 5), e in particolare il cap.8 sui PM.

40 Vd. Stefanelli 1997, pp. 244-5. La studiosa nota come i composti negativi “contenenti un aggettivo primario, senza

alcuna connessione verbale […] rappresentano un tipo più recente rispetto ai composti possessivi e a quelli che mostrano come testa un aggettivo verbale”; inoltre “gli aggettivi compaiono in seconda sede di composto solo se affini a participi come θεοείκελος e ἄιδρις”, che risultavano dunque affini per significato a composti a reggenza verbale. Vd. anche Frisk 1966, pp.186-7: “Es dürfte als anerkannt gelten, dass das Privativpräfix *n- ursprünglich besonders den Verbaladjektiven und den Bahuvrihi’s eignete. Diese beiden Gattungen liegen auch im ältesten Griechisch, bei Homer, ebenso wie im ältesten Indisch, im Rigveda, in zahlreichen Beispielen vor”.

41 Un’apparente eccezione è rappresentata da θνητός, γνωτός e δωτός, che costituiscono il risultato di ṚH (grado zero

delle radici in sonante).

42 Nelle grammatiche solitamente la differenza dell’accento per le forme con PM preposizionale è legata a una

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particolare sulle basi verbali da cui essi vengono ricavati; infatti, come evidenziato da M. Napoli, un “esame dettagliato a livello di struttura formale del campione omerico di questi aggettivi mostra come la distribuzione di -το- non sia stata verosimilmente condizionata da alcuna restrizione fonologica, a differenza di quanto accade ad esempio in indoiranico”43.

In seguito, come conseguenza della sempre maggior diffusione di queste forme e del consolidamento della loro associazione con il sistema verbale (sebbene non con lo stesso livello di integrazione paradigmatica del participio), gli AV in -τος hanno sovente assunto il vocalismo del presente, anche in presenza di aggettivi più antichi con grado zero (p.es. -φυκτος, -φευκτος)44. L’influenza della coniugazione si è poi manifestata in fenomeni come la presenza di s non etimologiche ma presenti nell’aoristo passivo e nel perfetto medio (p.es. -γνωστος, -καυστος)45 e la creazione di aggettivi paralleli tratti da allomorfi della stessa base verbale (µαχε-, µαχη- > ἀµάχετος, ἀµάχητος)46.

Tuttavia, gli AV in -τος non sono stati soltanto soggetto passivo di rimodellamento analogico, ma hanno svolto un ruolo importante in vari processi morfologici, prima di tutto la creazione di verbi composti in -τέω (p.es. ἀπαίδευτος > ἀπαιδευτέω); in alcuni casi, inoltre, è proprio in un aggettivo in -τος che può essere individuato il punto di partenza su cui è stata costruita un’intera coniugazione (p.es. i verbi in -όω derivati da aggettivi in -ωτός, p.es. ἀπύργωτος > πυργόω)47 e, secondo alcuni studiosi, la presenza di un AV in -τος avrebbe agevolato la “nascita di un paradigma passivo con aor. in -θην e perf. in -µαι”48.

Gli AV in -τος si configurano dunque in greco come una classe di forme particolarmente significativa non solo per la produttività raggiunta in termini numerici, ma anche per le funzioni da essi assolte nel sistema linguistico, sulle quali ci si soffermerà dettagliatamente nei capitoli dedicati agli impieghi degli AV. Il significato di *-to- in IE e i suoi sviluppi in greco, che finora non è stato descritto in dettaglio, sarà invece esaminato nel paragrafo successivo.