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ETÀ ARCAICA (VIII-VI a.C.)

Capitolo 4 Composti sigmatici deverbali e tematici con SM verbale (-ος, ον) in età arcaica 1 Composti sigmatici deverbal

2. Composti tematici con SM verbale (-ος, ον) 0 Introduzione

2.3. Verba dicendi e di emissione di suono

Tutti attivi sono invece i composti che rientrano all’interno di questa classe; solo per ἀγάστονος ‘che mugghia fortemente’ (detto del mare in Od.12.97, Hymn.Ap.94) si registra l’acquisizione del significato passivo ‘lamentevole’ in epoca più tarda (Naum.ap.Stob.4.22.32)114. Possono tuttavia essere riportati a titolo di esempio βριήπυος ‘urlante’ (Il.13.521, < ἠπύω), µαψίλογος ‘che parla a caso o falsamente’ (Hymn.Herm.546) e ἀλλόθροος ‘che parla una lingua diversa’ (Od.1.183, 3.302)115.

Τutti attivi sono anche i composti in -κτυπος e -δουπος, il cui SM ‒ benché di origine nominale (< κτύπος ‘rumore, fragore’, δοῦπος ‘suono cupo, rumore’) ‒ può ricevere un’interpretazione verbale (κτυπέω, δουπέω), per esempio βαρύκτυπος ‘dal cupo fragore, rimbombante’ (Ηes.Op.79) e ἐρίγδουπος ‘altisonanate’ (Il.7.411).

2.4 Verbi che assegnano al soggetto un ruolo inattivo

2.4.1 Verbi indicanti uno stato inerente

A questa categoria possono essere ricondotte due sole forme, entrambe intransitive: θεοπρόπος ‘che vaticina, profetico’ (Il.13.70, < πρέπω, come sostantivo ‘vate, indovino’, da cui il verbo θεοπροπέω ‘vaticinare’)116 e ὀρεσκῴος ‘che sta o vive sulle montagne’ (Il.1.268; Hes.fr.79.5, < κεῖµαι)117. In questi casi il significato stesso del verbo di partenza esclude la possibilità di composti passivi.

2.4.2 Verbi che indicano delle attività connesse al corpo (mangiare, nutrirsi, bere, saziarsi, svegliarsi, dormire, ridere, respirare) e physiological processes involving organic entities (morire, nascere, crescere, diventare)

Rientrano in questa classe vari composti ricavati da basi verbali che significano ‘mangiare’, ‘divorare’ o ‘nutrire/nutrirsi’.

Il gruppo principale è costituito dalle forme in -τροφος da τρέφω, verbo che può significare, oltre a ‘nutrire, allevare’ anche ‘nascere’ e ‘far crescere’; sarebbe proprio quest’ultimo valore che, secondo J. Jouanna e V. Boudon Millot, permette di render conto dell’alternanza tra senso attivo e intransitivo-passivo che caratterizza tali composti, accompagnata dallo spostamento nell’accento118. Secondo i due studiosi, infatti, la traduzione tradizionale di ‘nutrire’ nei composti attivi ed ‘essere nutrito’ in quelli passivi elimina l’idea di nascita presente negli impieghi più antichi di tali forme, che in genere hanno come referente una forza della natura o una divinità responsabile della nascita/crescita dell’entità espressa al PM, sia essa una pianta o un animale119.

I composti attestati nell’epica arcaica sono in maggioranza parossitoni e hanno significato attivo: ἱππο- ‘che alleva cavalli’ (Hes.Op.507, da cui nel V a.C. ἱπποτροφέω ‘allevare cavalli’), κουρο-

un’interpretazione AT anche in tale contesto (anche se detto metaforicamente di un colle). A partire da Omero è attestato anche il sostantivo σκοπός, ὁ ‘chi osserva o sorveglia’.

Le rimanenti forme sono tutte attive (p.es. i composti in -ωρος, -ουρος < ὁράω, ἐπίληθος ‘che fa dimenticare’, ἄτροµος ‘che non trema, intrepido’). Possono essere considerati possessivi (< βουλή, così GI) ποικιλόβουλος ‘dai molteplici pensieri, versatile’ e πολύβουλος ‘molto prudente, molto saggio’. Non sono state incluse le forme in -φιλος (Ἀρηίφιλος ‘caro ad Ares’ e διίφιλος ‘caro a Zeus’, presenti nell’Iliade come epiteti eroici), in quanto non sono in origine verbali come invece gli aggettivi in -φιλής (il significato è ‘amico di Zeus’).

114 Da στένω (verbo per cui è attestato solo il tema del presente) non vengono ricavati né composti in -ης né in -τος. 115 Per ἄθροος ‘in massa, tutto insieme, riunito, compatto’ vd. Beekes s.v.; l’autore non accetta la derivazione dalla

radice *dher- ‘tenere’ e riporta un’ipotesi di Risch 1974, p.179, che accosta ἄθροος ad ἀλλόθροος (significherebbe

dunque ‘calling together’).

116 Vd. anche DELG s.v. θεοπρόπος “celui qui fait connaître la pensée divine, prophète” (stessa struttura del tipo

κουροτρόφος). Il verbo denominativo θεοπροπέω in Omero è attestato solo al participio θεοπροπέων (“rendant un oracle”); il significato è invece quello di ‘essere θεοπρόπος’ in IG VII, 3207 (III a.C.). Per il significato di questa forma vd. anche Runes 1932, p.272: “in θεοπρόπος den sehen, der unter dem Einflusse des Gottes und vom Gotte beseelt ἐνθεάζει, lehrt, klar macht”.

117 Dal V a.C. il SM compare nella forma -κοος. 118 Vd. Jouanna-Boudon Millot 2008, n.4 pp.772-3.

119 Vd. Jouanna-Boudon Millot 2008, n.4 p.773. Gli autori osservano che a tali composti, in genere attivi, si oppongono

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‘nutrice o allevatrice di giovani’ (Od.9.27, Hes.Th.450) e πορτιτρόφος ‘che nutre vitelle’ (Hymn.Ap.21). Per ὁµότροφος, invece (Hymn.Ap.199), LSJ e GI riportano una traduzione passiva (rispettivamente ‘reared with’ e ‘allevato insieme’), mentre Jouanna e Boudon Millot sostengono che il significato originario di questo composto sia ‘che ha la stessa nascita’ (ovvero fratello/sorella, come nel passo citato Ἄρτεµις ἰοχέαιρα ὁµότροφος Ἀπόλλωνι, quindi, come intransitivo, ‘nato insieme’)120. Problematica è anche l’interpretazione di ὀρεσίτροφος, epiteto omerico del leone

(Il.12.299, Od.6.130), che può essere inteso come passivo ‘nutrito dalle montagne’ o intransitivo ‘che vive o cresce sulle montagne’: sempre Jouanna e Boudon Millot, che pure pongono in evidenza la difficoltà nel separare nettamente in questi composti l’idea di ‘far nascere’ e ‘far crescere’, sostengono che il significato più antico sia ‘fatto crescere dalle montagne’, con un PM in funzione strumentale-agentiva (idea che le montagne siano responsabili della nascita e crescita dell’animale) che solo in un secondo momento evolve in determinazione locativa (‘che vive sulle montagne’)121. Le forme in -τροφος sopra riportate costituiscono i primi esempi di una classe che conoscerà nelle epoche successive una produttività considerevole, ma che continuerà a porre − come si è già avuto modo di vedere − dei problemi interpretativi relativamente all’accento e alla diatesi delle singole forme122.

Nei composti derivati da altre basi verbali prevale in modo quasi esclusivo il significato transitivo, e il PM è costituito da un sostantivo (o aggettivo sostantivato) in funzione di oggetto, come per esempio θυµοβόρος ‘che divora l’animo’ (Il.19.58, < βιβρώσκω, da cui il verbo esiodeo θυµοβορέω ‘divorare l’animo’), πολύφορβος ‘che nutre molti’ (Il.9.568, Hes.Th.912, < φέρβω)123 o ἀνδροφάγος ‘che mangia gli uomini’ (Od.10.200, < φαγεῖν). All’interno dei composti in -φαγος vanno però segnalate una forma che acquista nel V a.C. anche valore passivo, ovvero ὠµοφάγος ‘che mangia carne cruda’ (Il.5.782), ma ‘mangiato crudo, che si può mangiare crudo’ in E.fr.472.12, e una interpretabile come intransitiva, γλακτοφάγος ‘che vive di latte’ (Il.13.6). Intransitivo è anche ὀρεσσινόµος ‘che si nutre/pascola/abita sulle montagne’, che dopo la prima occorrenza nello pseudo-Esiodo (Sc.407, detto delle capre)124, è attestato nuovamente soltanto in Nonno di Panopoli

(p.es. D.28.25)125.

All’interno dei physiological processes involving organic entities rientrano invece da un lato due forme riconducibili a τίκτω ‘generare, partorire’ (ma cfr. anche τόκος ‘parto’), µογοστόκος ‘dei dolori del parto’ (Il.11.270, epiteto di Ilizia)126 e πρωτοτόκος ‘che partorisce o ha partorito per la prima volta’ (Il.17.5, ‘generato per primo’ solo a partire dall’età ellenistica), dall’altro vari composti in -γονος (< γίγνοµαι, γένος). Tra questi, l’unica forma che presenta SM transitivo e PM in funzione di oggetto è ἀνδρογόνος ‘che genera maschi’ (Hes.Op.783)127, mentre le rimanenti hanno tutte valore intransitivo (inaccusativo) ‘nato, generato’: ἔκγονος ‘figlio, nato, discendente’ (Il.5.813,

120 In ogni caso questo composto dal V a.C. sviluppa il valore di ‘che vive abitualmente insieme’ e ‘che dà lo stesso

nutrimento’ (Ar.Av.329).

121 Vd. Jouanna-Boudon Millot 2008, n.4 p.773. Per la contiguità tra strumentale e locativo vd. cap.8.

122 Vd. Jouanna-Boudon Millot 2008 per un tentativo di ‘correzione’ di quanto riportato usualmente nei dizionari a

proposito di ἀσπιδοτρόφος, θηριοτρόφος, χιονότροφος, κτλ.

123 Cfr. anche il sostantivo (σ)υφορβός, ὁ ‘guardiano di maiali’. Chantraine in DELG s.v. φέρβοµαι parla di composti

con un nome d’agente *φορβός (non attestato).

124 Il valore di ‘abitare’ è preferibile per ἀγρονόµος in Od.6.106, dove qualifica le ninfe ‘che abitano/frequentano luoghi

selvatici’ (GI ‘agreste, selvatico’). Dal V a.C. è attestato anche ἀγρόνοµος ‘che dà pascolo’. Dal punto di vista del significato, sarebbe preferibile adottare una diversa accentazione rispetto a quella presente nei dizionari (-νοµος l’intransitivo, -νόµος l’AT).

125 Per altri composti in -νοµος vd. infra. Si possono ricordare anche λιγύπνοιος ‘dal soffio stridente’ (Hymn.Ap.28) e

καλλίπνοος ‘che soffia gradevolmente, dal dolce suono,’ (Cypr. fr.4.6 B), da intendere probabilmente come possessivi.

126 Nell’epica di età tardo-imperiale anche ‘che partorisce dolorosamente’ e ‘che apporta le doglie del parto’. Cassola,

p.494 interpreta µογοστόκος come “che procura il travaglio del parto”; W. Beck (vd. in LfgrE s.v.) riporta la tesi di Risch, secondo cui il PM sarebbe un accusativo plurale (µογοσ-< *µογ-ονς): il significato letterale sarebbe allora ‘who gives birth to labor (of childbirth)’.

127 Anche questa forma, dopo Esiodo, è attestata nuovamente solo a partire da Nonno, con l’eccezione della citazione

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Od.11.236, spesso come sostantivo), ὀψίγονος ‘nato tardi’ (Il.3.353, Od.1.302)128, πρόγονος ‘nato prima’ (Od.9.221, ma dal V a.C. anche ‘progenitore’, quindi ‘che genera’) e πρωτόγονος ‘nato per primo, primogenito’ (Il.4.102, Hes.Op.543); ἄγονος ‘non nato’ (Il.3.40) dal V a.C. è attestato anche come attivo ‘sterile, improduttivo’ (Hp.Aph.5.59, Pl.Tht.150c)129. I composti in -γονος costituiscono dunque l’unico gruppo tra quelli finora esaminati in cui il SM esprime in prevalenza un significato intransitivo (‘nato’)130, che solo dal V a.C. eventualmente assume un valore corrispondente all’uso

transitivo del verbo (‘generare’). Accanto a essi si può citare anche ὁµοσπόρος (< σπείρω ‘seminare’), che, pur avendo il significato letterale di ‘seminato assieme’, assume quello di ‘nato dal medesimo seme, dello stesso sangue’ (Hymn.Dem.85)131.