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ETÀ CLASSICA (V-IV a.C.)

Capitolo 5 Composti in τος attestati in età classica 0 Introduzione

2. Verbi di percezione e di attività mentale

2.2 Percezione mentale

2.2.1 Mental processes, mental activties, verba docend

Gli aggettivi ricavati da verbi che indicano processi [- volitional] e attività [+ volitional]137 mentali diventano molto frequenti a partire dall’età classica; da un lato vengono infatti ampliate famiglie attestate già inetà arcaica, dall’altro aumenta il numero di verbi da cui gli aggettivi in -τος vengono ricavati. Come si è più volte ricordato, il soggetto dei verbi che indicano attività e processi mentali è

130 Sono attestati anche simplicia (βλεπτός, θεωρητός). 131 Anche ‘attraente, bello’ (a partire da ‘bello a vedersi’).

132 Le attestazioni di questa forma non molto numerose, ma continuano fino all’età bizantina, con Niceta Coniata.

Eventualmente è da aggiungere l’avverbio παλιν- in παλινόρατα (Hp.ap.Gal.19.127).

133 Per un’analoga evoluzione semantica cfr. l’omerico περίσκεπτος. 134 In GI anche ‘pericoloso’ (Onas.1.22).

135 Che tale forma avesse valore attivo è indicato anche da lessici e scolii (vd. Appendice 1).

136 Eccezione costituita da ἄδερκτος, ma in questo caso è il verbo base (δέρκοµαι) a essere connotato come poetico. 137 Vd. cap.3 per una definizione, con rimando ad Allan 2002. Si ricorda che uno stesso verbo può indicare sia un

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profondamente coinvolto nell’azione espressa dalla base verbale, e, più che Agente, si configura quale Esperiente o Beneficiario. A partire da queste premesse, si può ipotizzare che i nuovi aggettivi in -τος appartenenti a questa categoria abbiano un duplice orientamento, attivi se riferiti al soggetto, passivi se riferiti all’oggetto della conoscenza.

2.2.1.1 Aggettivi attestati in età arcaica

A partire dall’epoca considerata si aggiungono nuovi derivati da γιγνώσκω, con SM -γνωστος e - γνωτος, da νοέω, da δοκέω e da φράζω138. Tutti questi composti, come le forme attestate in età arcaica, presentano in larga parte significato passivo (p.es. γνωστός ‘conosciuto’, ἀπρονόητος ‘non premeditato’) o potenziale (p.es. νοητός ‘conoscibile, intellegibile’, frequente con PM δυσ- ed εὐ-, p.es. δύσγνωστος ‘difficile da comprendere’), per cui il loro referente è costituito da ciò che è oggetto dell’attività e del processo mentale. La possibilità di una doppia diatesi si ha nel caso di γνωστός ‘che conosce’ e ἀδιανόητος ‘che non comprende, che non riflette’/‘inconcepibile’, oltre a ἀπρονόητος ‘che non considera prima, imprevidente’ (dove è il significato più antico) e in ἀπροσδόκητος ‘che non si aspetta’ (Th.2.33, dove coesiste con il passivo ‘inaspettato’)139. Anche ἄγνωστος, attestato in Omero con valore potenziale, viene impiegato in un passo di Pindaro (O.6.67)140 come attivo ‘che non sa’. Mancano invece forme solo attive. Come si può notare dagli esempi, il fenomeno della doppia diatesi coinvolge primariamente i composti con PM ἀ- (possibile influsso bahuvrihi in -νοος), PM molto frequente con gli aggettivi derivati da νοέω, che, come si è visto, sono quelli che più spesso sviluppano un valore attivo. Il prevalere del passivo nelle forme in -γνω(σ)τος può invece essere messo in relazione alla presenza dei composti in -γνωµων, deputati all’espressione dell’attivo.

Passivi e/o potenziali sono tre dei composti ricavati da φράζοµαι: εὔφραστος ‘facile da esprimere o da spiegare’ (Arist.Rh.1407b12, in seguito ‘ben distinto, chiaro’) e δύσφραστος ‘difficile da spiegare’ (Pl.Ti.50c; solo in età ellenistica attivo ‘che parla con difficoltà’ in Ezek.Exag.114) e θεόφραστος ‘stabilito dal dio’ (Pi.fr.165 e in Jordan-Kotansky 2011, col.i r.16)141. L’unico attivo è

πολύφραστος ‘molto saggio, avveduto’ (Parm.1.4). Anche in tal caso il carattere maggioritario del passivo può esser dovuto alla presenza di altre tipologie di composti dalla stessa base verbale caratterizzati da significato attivo (-φραδής, -φραδµων).

Nel complesso, tali forme prediligono una lettura in senso passivo, in continuità con quanto riscontrato in epoca arcaica. Tuttavia, l’elevato grado di affectedness del soggetto rende possibile anche lo sviluppo di un significato attivo, fenomeno che si verifica a partire dal V a.C. anche per le forme epiche e in età ellenistico-imperiale per alcuni AV di V a.C.

Piuttosto omogenee sono le tipologie di PM attestate, ovvero i prefissi ἀ-, δυσ-, εὐ- (spesso combinati con preposizioni, cfr. i verbi composti in -νοέω) e preposizioni. Solo due aggettivi in - γνωτος si discostano, πολύγνωτος ‘molto conosciuto’ (v.l. in Pi.N.10.37; attestato poi come PN) e αὐτόγνωτος ‘deciso da sé’ (S.Ant.875)142, dove il tema pronominale rende ambigua l’interpretazione del SM verbale.

Anche il verbo µετρέω ‘misurare’ può essere incluso tra le attività mentali143: da esso derivano µετρητός ‘misurabile, commensurabile’ (Pl.Lg.820c, E.Ba.1244, in Plutarco ‘misurato’), δυσµέτρητος ‘difficile da misurare’ (Antipho Soph.106) e ἰσοµέτρητος ‘di uguale misura’ (Pl.Phdr.235d, lett. ‘misurato in modo uguale’), mentre dal denominativo γεωµετρέω ‘misurare’ la forma ἀγεωµέτρητος, che, mantenendo valore intransitivo e orientamento al soggetto, può

138 Mentre ἄφραστος, attestato in età arcaica, presuppone un significato più ‘concreto’ del verbo (‘vedere, percepire’), i

composti attestati a prtire dall’età classica rispecchiano il valore di ‘pensare, riflettere’, etc.

139 GI riporta per νοητός anche il significato attivo ‘intelligente’ in un passo di Giovanni Lido. 140 v.l. di ἄγνωστον.

141 L’assunzione del significato attivo ‘che parla per ispirazione divina’ è tarda.

142 Unico passo in cui questa forma ricorre, con l’eccezione di lessici e scolii. Dal VI d.C. è attestato αὐτόγνωστος. 143 Lehmann 1991, p.232 definisce verbi come measure e count terminative mental operation.

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significare ‘estraneo alla geometria’ (Arist.APo.77b17) e ‘ignorante di geometria’ (Arist.Apo.77b13)144.

A queste forme si possono accostare i derivati dal verbum docendi διδάσκω (διδακτός, ἀ-, δυσ-), comparabili sia per le caratteristiche del PM sia per il significato passivo o potenziale del SM (‘insegnato’, ‘insegnabile’)145 e, infine, ἐπιστητός (< ἐφίσταµαι) ‘che può essere conosciuto’, che, contrariamente all’omerico στατός, seleziona il valore traslato del verbo di partenza.

2.2.1.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi

A causa dell’elevato numero di forme in -τος, è preferibile suddividere i verbi base a seconda del significato espresso:

a. Mental process: a quest’ambito sono riconducibili ἀγνώριστος ‘sconosciuto, non riconosciuto’ (< γνωρίζω, Thphr.HP1.2.3) e varie forme da αἰσθάνοµαι ‘percepire’, verbo che può indicare la percezione sia sensibile sia intellettuale, attive come εὐεπαίσθητος ‘che sente facilmente, molto sensibile’ (Hp.Mul.1.38) o con doppio significato, come ἀναίσθητος146 ‘che non sente, insensibile’ e ‘non percepibile ai sensi’ (entrambi gli usi in Tucidide).

Dal punto di vista dell’intenzionalità del soggetto, si collocano ai confini tra processo e attività mentale i verba recordandi et obliviscendi147; da un lato continuano in età classica le attestazioni dell’omerico ἄλαστος (< λανθάνω/λήθω), dall’altro si aggiungono varie forme da µιµνήσκω e µνηµονεύω ‘ricordare’, che in molti casi esibiscono doppia diatesi. Solo passivi o potenziali sono ἀείµνηστος ‘indimenticabile, memorabile’ (A.Pers. 760, S.Aj.1166, E.IA1531, ma anche Tucidide e Isocrate)148, ἀνάµνηστος ‘che si può ricordare’ (Pl.Men.87b), µνηµονευτός ‘che è o può essere ricordato’ (Arist.Rh.1367a24) ed εὐµνηµόνευτος ‘facile da ricordare’ (Pl.Ti.18c). Attivo è εὔµνηστος ‘che ricorda bene, memore’149, attestato in un passo di Sofocle (Tr.108 come εὔµναστος) e in un frammento epico databile al IV a.C. (Boeo Epic.fr.1.1 Powell), per ricomparire in Pausania (10.5.8.2) e negli Acta Thomae (108.18). Documentato sia come attivo ‘che ricorda molto; riconoscente’ (Emp.4.3, A.Ag.821) sia come passivo ‘molto ricordato’ (A.Ag.1459) è πολύµνηστος (-µναστος)150̀; entrambi i valori sono presenti anche in ἀµνηµόνευτος, ‘non ricordato, trascurato; che non si può ricordare’ (E.IT1419), per il quale il valore attivo ‘dimentico, che non ricorda’ si configura come uno sviluppo successivo (DL1.86). La doppia diatesi, frequente in queste forme, è coerente con il carattere affected del soggetto dei verbi da cui sono ricavati151.

b. Verba docendi Presentano significato passivo sia ἀπαιδαγώγητος ‘privo di precettore, non istruito’ (Arist.EN1121b11, Pol.1338b33) sia le forme in -παιδευτος (< παιδεύω) ‘istruito’. Mentre però ἀπαίδευτος ‘non istruito’ (‘rude’ con attenuazione del valore verbale) ed εὐπαίδευτος ‘ben educato’ hanno come referente la persona/ente animato che viene istruito, παιδευτός ‘che può essere imparato, insegnabile’ (Pl.Prt.324b) si riferisce invece a ciò che viene insegnato: dei tre argomenti di παιδεύω, Subject Matter (o Area) e Beneficiario possono dunque divenire referenti dell’aggettivo in -τος.

Sul piano semantico, la controparte di queste forme è constituita dai derivati di µανθάνω ‘apprendere’152, tutti passivi o potenziali e con PM costituito da prefisso e/o preposizione (oltre al

simplex µαθητός ‘appreso, che può essere appreso’), p.es. ἀκαταµάθητος ‘non appreso o

conosciuto’ ed εὐκαταµάθητος ‘facile da comprendere’. Il referente di questi aggettivi è costituito

144 LSJ riporta anche ‘not measured or surveyed’, prob. in PTeb.87.84 (II a.C.).

145 L’avverbio ἀδιδάκτως ha valore attivo ‘senza insegnare’ (dal I a.C.). Alcuni di questi gruppi avranno notevole

successo in età imperiale (p.es. -διδακτος, -νοητος).

146 Cfr. il denominativo ἀναισθητέω ‘essere stupido’, ‘essere insensibili’.

147 ‘Dimenticare, ricordare’ sono definiti in Lehmann 1991, p.232 “inactive cognitive event predicates”. 148 Si tratta di una forma caratterizzata da una notevole continuità di attestazioni.

149 In unione con un SM attivo εὐ- non esprime il valore ‘facile da’. 150 Attestato anche come PN.

151 Forme attive sono i composti con SM -µνηµων.

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dall’oggetto dell’insegnamento, fatta eccezione per ἀµάθητος (Phryn.Com.8.1 K.-A.), che significa ‘non istruito, ignorante’, il cui senso attivo presuppone un referente animato153.

c. Il gruppo interessato dall’aumento più significativo del numero delle forme è costituito dai verbi indicanti mental activities, ovvero quei verbi in cui “the subject conceives an idea by reasoning”154 e si configura pertanto come Initiator e al contempo Endpoint dell’azione stessa, oltre a rivestire il doppio ruolo di Agente ed Esperiente155.

Alcuni verbi danno luogo soltanto a poche forme; a titolo di esempio si possono citare da εἰκάζω ‘confrontare’ εἰκαστός ‘comparabile’ (S.Tr.699; poi anche ‘appreso tramite un’immagine’); da δοξάζω ‘pensare, supporre’ δοξαστός ‘opinabile, presunto’ (Pl.R.534a) e ἀδόξαστος ‘inatteso; inopinabile’ (S.fr.223, Pl.Phd.84a, ma ‘che sa per certo’ in Aristo Stoic.1.78); infine, da φαντάζοµαι ‘immaginarsi, figurarsi’ la forma attiva φανταστός ‘che opera sull’immaginazione, immaginabile’ (Arist.Mem.450a24)156.

Alcune forme derivano invece da verbi che significano ‘contare’ (ἀριθµέω) o ‘misurare’ (σταθµάω), per esempio ἀριθµητός ‘che si può contare, numerabile’ (Cratin.161 K.-A., Arist.Ph.223a24), e ἀστάθµητος (X.Mem.4.7.5, D.19.136, Ar.Av.169), il cui significato ‘instabile, incostante, mobile’ è però differente rispetto a quello espresso dal verbo base (possibile sviluppo ‘che non può essere misurato’ > ‘instabile’).

Anche ὀρίζω ‘segnare con un confine’, ‘delimitare, definire’ può essere annoverato tra i verbi indicanti mental activities, sebbene il valore primario − riflesso in vari composti − sia di natura più concreta. Tra gli AV ricavati da questo verbo si possono ricordare ὀριστός ‘definibile, determinato’ (Arist.Metaph.998b6), ἀόριστος ‘non definito; indeterminato, indefinito’ (Th.1.139; Pl.Lg.643d), da cui ἀοριστέω ‘essere indeterminato’, mentre ἐξόριστος ‘espulso, esiliato’ (D.21.105, Din.1.77) da ‘mandare fuori dai confini, esiliare’ va incluso per il significato tra i verbi di movimento.

I due verbi da cui è ricavata la maggior parte delle forme in -τος sono però i due media tantum λογίζοµαι ‘calcolare, ragionare, considerare’ e βουλεύοµαι ‘consultarsi, decidere, meditare’ (in senso tecnico ‘deliberare’). I derivati dell’uno come dell’altro sono accomunati dalla tipologia del PM, costituito da prefisso e/ preposizione, nonché dal significato, poiché accanto alle forme solo passive o potenziali (p.es. εὐσυλλόγιστος ‘ben concluso, adatto a sillogismo; facile da calcolare’, δυσεπιβούλευτος ‘difficile da attaccare in segreto’157), ve ne sono infatti molte al contempo attive e passive, come ἀλόγιστος ‘sconsiderato, irrazionale, che non riflette’158 e ‘incalcolabile’; ἀσυλλόγιστος ‘inconcludente, non sillogistico’ (in Plb. ‘che ragiona male’) e ‘inconcepibile’; ἀπροβούλευτος ‘che non pensa, imprevidente’ e ‘non pensato, non premeditato’; ἀνεπιβούλευτος ‘che non trama’ e ‘non soggetto a trame’.

Un sottogruppo è costituito dai verbi che significano ‘dar prova, dimostrare, testimoniare’: da ἐπιχειρέω δυσεπιχείρητος159 ‘difficile da dimostare o attaccare’ ed εὐεπιχείρητος ‘facile da provare o da attaccare’ (i significati attivi ‘che tenta prontamente’ e ‘insidioso’ sono posteriori), mentre dal denominativo µαρτυρέω soltanto ἀµαρτύρητος ‘che non ha bisogno di testimonianza’ (E.HF290 οὑµὸς δ᾿ἀµαρτύρητος εὐκλεὴς πόσις “il mio glorioso marito, che non ha bisogno di testimoni” Musso; in seguito anche passivo ‘non provato, senza testimonianza’).

c. Esercitarsi, sperimentare Relative a quest’ambito sono soltanto le forme ἀγύµναστος < γυµνάζω ‘non esercitato, non allenato, indisciplinato’ (X.Cyr.8.1.38, E.Ba.491, ma anche Sofocle, Platone e Aristotele) e ἀνάσκητος ‘non esercitato, impreparato’ (X.Cyr.8.8.24)160.

153 Per le forme in -µαθής vd. il cap.6, par.2.2. ἀµαθής è molto più comune di ἀµάθητος. 154 Allan 2002, p.74.

155 Vd. Allan 2002, p.75.

156 A queste forme si può aggiungere ἀµήχάνητος ‘impossibile, irrimediabile’ (accezione passiva di ἀµήχανος), citato da

Frinico e dalla Suda come forma adoperata da Senofonte. Su µηχανάοµαι vd. Allan 2002, p.75.

157 In realtà questa forma, come ἀνεπιβούλευτος ed εὐεπιβούλευτος, deriva da ἐπιβουλεύω ‘tramare, fare un agguato’. 158 Cfr. ἀλογιστέω ‘agire sconsideratamente’ (Plu.).

159 Cfr. infra παρεγχείρητος.

160 Il significato di ἀσκέω selezionato da queso composto è dunque differente rispetto a quello dell’omerico ἀσκετός

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d. Verba inveniendi (da intendere sia in senso concreto sia come ricerca e scoperta intellettuale). Dai verbi ζητέω (SM -ζητητος), ἐρευνάω (SM -ερεύνητος), εὐρίσκω (SM -έρευτος) e da µεταλλάω (da cui solo il simplex µετάλλατος) derivano varie forme passive (p.es. ζητητός ‘cercato’, ἀνέυρετος ‘non scoperto’), ma più di frequente potenziali (p.es. δυσεξέρευτος ‘difficile da trovare’, anche con idea di necessità, come µεταλλατος ‘che si deve ricercare’ in Pi.P.4.164); i due valori possono inoltre convivere, come in ἀδιερεύνητος ‘inscrutabile/non investigato, non cercato’. In questo caso mancano forme attive: tutti gli aggettivi prendono come referente l’oggetto della ricerca, forse perché i verbi base non solo presentano un grado di transitività maggiore rispetto ai gruppi precedenti, ma indicano un’azione che, pur implicando un forte coinvolgimento da parte del soggetto, si compie al di fuori di esso161.I PM sono costituiti soltanto da prefissi e/o preposizioni.

2.2.2 Verba putandi, existimandi, eligendi

Dal verbo κρίνω ‘scegliere, distinguere, giudicare’ derivano nuove forme, accomunate dal significato prevalentemente passivo (p.es. ἔκκριτος ‘scelto, selezionato’) o potenziale (δυσανάκριτος ‘difficile da determinare’), nonché dalla tipologia del PM (preposizione, p.es. πρόκριτος e/o prefisso, p.es. ἀδιάκριτος, εὐέκκριτος162). L’unica forma con PM aggettivale è

νεόκριτος ‘distinto’ in un frammento di Bacchilide (7.17). Non mancano tuttavia casi di composti con doppia diatesi, fenomeno che si verifica nelle forme con PM costituito da prefisso163, in genere come sviluppo posteriore: si possono ricordare ἀδιάκριτος ‘che non distingue’ in Ph.2.664, ἀναπόκριτος ‘che non risponde’164 in Plb.8.23.6 − ma passivo in Plb.4.34.1 − e infine εὔκριτος ‘che ha una buona crisi’ in Hp.Aph.1.12.

Per quanto riguarda invece gli AV ricavati da nuovi verbi, si segnalano i derivati di κυαµεύω e κληρόω, verbi caratterizzati da un significato tecnico (‘scegliere, nominare a sorte’), in quanto appartenenti al lessico politico165. Si tratta di poche forme passive, semplici (κυαµευτός, κληρωτός ‘nominato, assegnato a sorte’) o con PM costituito da ἀ- (ἀκλήρωτος ‘privo della propria parte, senza attribuzione per sorteggio’ e ‘non ripartito in lotti’), anche seguito da preposizione (ἀνεπικλήρωτος ‘non assegnato dalla sorte’)166. Oltre che passiva (Pi.O.7.59), sicuramente attiva è la forma dorica di questo aggettivo, ἀκλάρωτος ‘che non ruba’ in S.fr.690 (GI).