ETÀ ARCAICA (VIII-VI a.C.)
Capitolo 3 Composti in τος attestati in età arcaica 0 Introduzione
1. Verbi di movimento
1.1 Manner of motion, translational motion, non translational motion
Nell’epica arcaica sono attestati numerosi aggettivi in -τος, semplici e composti, ricavati da verbi di movimento, che possono essere sia transitivi sia intransitivi, telici o atelici. Va fin d’ora evidenziato che la diatesi dell’AV non sempre corrisponde all’uso più frequente del verbo, fenomeno che si avrà modo di osservare anche per le fasi linguistiche successive (vd. infra ῥέω).
I verbi di movimento che verranno ora esaminati appartengono a varie categorie (manner of
motion, come ἕρπω e ποτάοµαι; translational motion come βαίνω, φεύγω, e non translational motion, quali στρέφοµαι, γνάµπτοµαι)11, ma sono accomunati dal fatto che il soggetto (sintattico) è l’entità che compie lo spostamento.
a. Da βαίνω sono attestate tre sole forme: ἠλίβατος, di difficile interpretazione12, e in cui il significato verbale appare in qualche modo neutralizzato (‘elevato, alto’), e le due forme con PM preposizionale ἄµβατος (ἀνα-, in Il.6.434, Od.11.316) e καταίβατος (Od.13.110), con significato
9 In particolare in Napoli 2000 (vd. anche capp.1 e 2). 10 Non si considerano qui i casi di passivo impersonale.
11 Vd. Allan 2002, n.115 p.55 “Translational motion is motion along one dimension in space; non-translational motion
is motion that is neither translational, nor change in body posture”. Per ragioni di praticità, tuttavia, in questa trattazione anche i verbi indicanti change in body posture sono stati classificati tra i verbi di non-translational motion.
12 Cfr. Beekes s.v. ‘meaning unknown’, per Buttmann 1825:2:176ff. (citato da Beekes) è da *ἠλιτό-βατος con il
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rispettivamente passivo-potenziale (‘che può essere scalato’) e intransitivo ‘che scende verso il basso’13.
b. La sola forma riconducibile a πελάζω ‘avvicinarsi’, ἄπλατος, pone qualche problema dal punto di vista della derivazione (spesso ha come v.l. ἄπλαστος); il significato è quello potenziale di ‘che non può essere avvicinato’ (Hes.Op.148).
c. A εἶµι ‘andare’ sono da ricondurre due forme: la prima, ἁµάξιτος, è un composto utilizzato in genere come sostantivo e presenta una struttura complesssa, che vede a PM un sostantivo in funzione di Causa efficiente14 ‘che è attraversato da carri’, in modo congruente al significato passivo; nella seconda, ovvero ἐξιτός ‘da cui si può uscire’ (Hes.Th.732 τοῖς οὐκ ἐξιτόν ἐστι), il PM è una preposizione e il SM è passivo-potenziale.
d. Da πλάζοµαι ‘vagare’ derivano due AV: in Od.21.363 ricorre la forma semplice πλαγκτός ‘vagante’, adoperato nell’accezione metaforica ‘che vaga nella mente > che sbaglia’15, mentre in entrambi i poemi (Il.11.308, Od.17.425) è presente il composto con PM aggettivale πολύπλαγκτος ‘che vaga molto’. Tutti e due gli aggettivi hanno un significato attivo (anche metaforico)16 che corrisponde al medio-passivo πλάζοµαι: il referente è in entrambi i casi colui che compie l’azione di ‘vagare’.
e. Da δύω, δύνω ‘entrare’ deriva solo il composto con alpha privativum ἄδυτος, adoperato in
Il.5.448, 512 e negli Inni Omerici (p.es. Hymn.Ap.443) come sostantivo, maschile o neutro;
quest’uso presuppone il significato passivo-potenziale di ‘(luogo) nel quale non si può entrare’. ἄδυτος è usato come aggettivo in un passo di Pindaro (P.11.4) e, più tardi, in Str.14.1.44, ma quest’impiego è sicuramente più limitato rispetto al precedente. In ogni caso, il referente è la ‘meta’ del movimento. Il significato intransitivo di ‘che non tramonta’ è invece di molto posteriore (Sch.Arat.632), anche se già in Omero δύω può assumere il valore di ‘tramontare’.
f. L’unico derivato di φεύγω attestato in Omero (Il.16.128, Od.8.299, 14.489) è la forma semplice a grado zero φυκτός, con significato passivo-potenziale (‘da cui si può fuggire’, usato nella formula οὐκέτι ϕυκτὰ πέλωνται “quando non c’era più scampo”); da φεύγω verranno in seguito ricavate anche forme con grado pieno (-φευκτος).
g. Verbi che indicano ‘volare’, ‘strisciare’ (manner of motion verbs)17:
- ἕρπω ‘strisciare’ > ἑρπετός, ἕρπετον: questa forma, attestata a partire dall’Odissea (4.418), ha in genere un uso sostantivato (‘animale che striscia’), che implica l’interpretazione attiva dell’aggettivo18: il referente è l’entità che compie l’azione di ‘strisciare’. Si tratta dell’unica forma in -τος ricavata da ἕρπω19;
- ποτητός (< ποτάοµαι ‘volare’); come per la forma precedente, anche in questo caso l’aggettivo semplice ha un uso sostantivato (‘che vola, i.e. uccello’, p.es. Od.12.62) che implica un’interpretazione attiva20; è presente anche il composto ἀερσιπότητος ‘che vola in alto’ con PM
13 In alternativa passivo-potenziale (‘per dove si scende/da cui si scende verso il basso’).
14 Viene adottata una definizione non prototipica di Agente secondo l’approccio di Luraghi 1996.
15 Πλαγκταί ricorre inoltre fin dall’Od. con πέτραι per indicare le ‘rocce erranti’ da taluni identificate con le Simplegadi. 16 Per πολυ- LSJ registra anche il significato causativo ‘che fa deviare dal proprio percorso’ in S.Ant.615 e forse in Il.
loc.cit. Se si eccettua tale assunzione di un valore causativo, non si registrano ulteriori mutamenti semantici per queste
forme.
17 Vd. Allan 2002, p.183: “verbs denoting manner of motion inherently involve a lower degree of subject affectdness
than the other verbs of body motion. Since these verbs focus on the manner in which the change of location takes place, the element of change (of location) undergone by the subject is backgrounded. Therefore, most manner of motion verbs are atelic (durative) as their inherent lexical meaning. They denote an event that is viewed as unchanging through time, without an inherent endpoint”.
18 LSJ riporta un impiego come aggettivo ‘strisciante’ solo in POxy.1060.7 (VI d.C.). Secondo Probert 2006, p.176 per
ἕρπετον è facile ricostruire uno sviluppo semantico da ‘creeping thing’ a ‘reptile’; è attestata in Eust., in una citazione di Aristotele, anche la forma ἑρπτόν (per i problemi connessi vd. Probert 2016, p.348).
19 Dalla stessa base verbale deriva anche il sigmatico χαµερπής. Su ὄρπετον vd. Vine 1998.
20 Evoluzione semantica analoga a quella di ἕρπετον (vd. supra). Da ‘volare’ e ‘strisciare’ nel loro uso atelico vengono
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sostantivale in funzione di locativo in Hes.Op.777. Anche in questo caso il referente è l’entità che compie l’azione ‘volare’ e l’aggettivo in -τος corrisponde a un verbo medio in partenza;
h. Verbi che indicano ‘piegare, volgere’ e ‘inclinare’ (non traslational motion)21:
- da λιάζοµαι22 deriva la forma ἀλίαστος, attestata nell’Iliade (14.57, 12.471, 24.760) e in Esiodo (Th.611). Sebbene il significato primario sia ‘da cui non si può stare lontano’ (LSJ ‘not to be turned aside’), questo AV ricorre in genere in quello traslato di ‘incessante’ (come epiteto di πόλεµος, γόος, ἀνία); in un passo di Euripide invece (Or.1479) assume il valore di ‘irriducibile’: il significato base e quello traslato dell’aggettivo comportano però due interpretazioni differenti del SM, passiva e intransitiva. Si tratta di una forma poetica non inserita in una famiglia produttiva23;
- γνάµπτω ‘flettere, piegare’ > -γναµπτος24 La forma semplice γναµπτός ha sia valore di part.perf. ‘piegato’ (in riferimento a oggetti, p.es. Il.18.401 πόρπας τε γναµπτάς), così come la composta εὔγναµπτος (‘ben piegato’, Od.18.294), ma indica anche possibilità (‘che può essere piegato’, detto sovente delle membra umane, p.es. Il.11.669 ἐνί γναµπτοῖσι µέλεσσιν, e, metaforicamente, in
Il.24.42 νόηµα/γναµπτόν) e capacità (‘che è in grado di piegarsi, flessibile’); in Hymn.Aphr.87 è
presente un’ulteriore forma composta con preposizione, ἐπίγναµπτος ‘curvato’25;
- στρέφω ‘volgere, girare’ > -στρεπτος: come per il verbo precedente, sono presenti la forma semplice στρεπτός, con valore di part.perf. (‘piegato, curvato’, p.es. in Il.5.113) e potenziale (‘che può essere piegato’, anche in senso metaforico), e il composto εὔστρεπτος ‘ben piegato’ (Od.2.426, 15.291); il significato intransitivo di quest’ultimo (‘che si gira da una parte e dall’altra’) è uno sviluppo successivo, presente in Nonn.D.3.180.
Sia per i derivati di γνάµπτω sia per quelli di στρέφω il referente è l’oggetto dell’azione ‘piegare’ quando il significato è passivo o potenziale, mentre è il soggetto quando l’aggettivo indica una capacità26.
- da ἑλίσσω ‘volgere, avvolgere’ in Hymn.Herm.192 è presente la forma semplice passiva ἑλικτός (‘arrotolato, attorcigliato’)27.
i. Verbi che indicano il movimento dell’acqua28:
- κλύζω ‘inondare, lavare’ > -κλυστος Di questo gruppo, in seguito piuttosto produttivo, si trovano nell’epica arcaica due soli rappresentanti, il composto passivo περίκλυστος in Hymn.Ap.181 (‘lavato tutto attorno’) e πολύκλυστος nell’Odissea e in Esiodo, sia con significato passivo ‘battuto dalle onde’ (Th.199, poi anche in AR1.597) sia AI ‘che si agita molto, in tempesta’ (detto del mare
21 Oppure verbi di ‘movimento posizionale’ (vd. Romagno 2002, p.164).
22 Vd. Stefanelli 2004; la studiosa nota come questo verbo indichi “un cambiamento di posizione, di assetto” e possa
essere consideratto un “verbo incoativo indicante l’assunzione di uno stato, di una postura del corpo” e propone un significato analogo all’italiano ‘appiattirsi’, ‘farsi piatto’ (p.183), e non, come generalmente proposto, ‘piegarsi’ o ‘sfuggire’. Per quanto riguarda l’aggettivo ἀλίαστος, Stefanelli osserva che il senso nei diversi contesti di occorrenza “appare nel complesso incoerente” (p.186); sulla base dell’interpretazione proposta per λιάζοµαι, ἀλίαστος dovrebbe significare ‘che non si appiattisce, che non si assottiglia’: da questo valore primario si sarebbero in seguito sviluppate le interpretazioni non letterali, a causa dell’applicazione a referenti come πόλεµος, ὅµαδος, µάχη, γόος.
23 Sul significato di questa forma vd. Erbse 1953; lo studioso sostiene che il valore originario non sia passivo
(interpretazione posteriore di Erodiano) ma intransitivo, e che questo aggettivo “bezeichnet das Ereignis, dem man nicht ausweichen kann, und bedeutet unentrinnbar” (p.236); l’interpretazione nel valore di ‘incessante’ sarebbe sorta attraverso una reinterpretazione (scorretta) di passi come Il.14.57 µάχην ἀλίαστον ἔχουσι.
24 Ho inserito qui i derivati di γνάµπτω e στρέφω, anche se potrebbero essere classificati altrimenti: infatti nei derivati di
questi due verbi non è agevole distinguere tra ‘piegarsi’, ‘volgersi’ come azione compiuta dal soggetto (o come sua facoltà) e ‘essere piegato’ come conseguenza di un atto compiuto da un Agente esterno.
25 Amman 1956, pp.16-7 effettua una distinzione tra γναµπτός con valore potenziale (‘flessibile’) e i passi come in cui è
una “Eigenschaftswort” senza riferimento alcuno all’azione umana (p.es. M 416).
26 Anche se spesso l’interpretazione può risultare ambigua tra passivo e intransitivo. 27 In Aristotele PA 682b24 valore intransitivo: τὰ ἑλικτά ‘insetti che si piegano su se stessi’.
Alla stessa radice è riconducibile l’epiteto omerico della nave ἀµφιέλισσα (‘curva da entrambi i lati’, nell’epica tarda ‘che si avvolge, doppio’, ‘incerto’ in Tryph.667), attestato con significato attivo (‘ruotante, che gira intorno’) in Arato (v.378) e Dionigi il Periegeta (466). Si tratta però di una formazione differente; ἀµφιελικτός è attestato per la prima volta in Arato.
28 Vd. Lehmann 1991, p.227: “Although motion is typical of animate beings, there are some relevant predicates whose
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in espressioni formulari, p.es. in Od.4.354, 6.204 πολυκλύστῳ ἐνὶ πόντῳ). Sia nell’uso transitivo sia in quello inaccusativo il referente corrisponde all’oggetto;
- ῥέω ‘scorrere’ > -ρυτος; in questo caso sono attestate tre forme composte, tutte con PM preposizionale (ἀµφι-, ἀπο- , περι-), due di significato passivo (ἀµφι-, περι- ‘circondato dall’acqua’) e una attiva (ἀπόρρυτος ‘defluente’). ἀµφι- e περίρρυτος ricorrono nell’Odissea (p.es. 1.50, 19.173) e in Esiodo (Th.193, 290), ἀπόρρυτος invece solo in un passo di Esiodo (Op.593). L’uso attivo di περίρρυτος ‘che scorre intorno’ è posteriore (E.Ph.209; LSJ riporta come l’uso transitivo di ῥέω sia raro e attestato proprio in Euripide), mentre ἀπόρρυτος acquisisce dal V a.C. anche il significato di ‘che è soggetto a scorrere’.
Il valore passivo di ἀµφι- e περίρρυτος è tanto più significativo se si considera che ῥέω è impiegato quasi esclusivamente come intransitivo29, anche in Omero, dove è costruito con il dativo30. Solo l’esiodeo ἀπόρρυτος mantiene la diatesi intransitiva del verbo di partenza.
- Da πλώω ‘navigare’ (cfr. πλέω) si ha solo la forma semplice con significato attivo πλωτός (‘galleggiante’, Od.10.3, detto dell’isola di Eolo); l’acquisizione del significato passivo-potenziale (‘che può essere navigato’) è invece successiva (Hdt.2.102.8 ἐς θάλασσαν οὐκέτι πλωτήν).
l. Come derivato da κινέοµαι (‘essere messo in moto’) è attestata nell’epica arcaica solo la forma con alpha privativum ἀκίνητος; in Esiodo (Op.750) esso ha valore AI (‘che non si muove’, ma traslato ‘pigro’), mentre in seguito tale aggettivo, assai frequente, sarà impiegato sia nel significato di ‘privo di movimento’ sia come passivo o passivo-potenziale (‘non mosso’, ‘che non può essere mosso’). Da ἐλαύνω ‘guidare, mettere in moto (intr. spingersi)’31 deriva invece il composto con PM sostantivale ἱππήλατος ‘adatto per il carro, percorribile da un cavallo’32, attestato in due passi dell’Odissea (4.607, 13.242 riferito a νῆσος); come nel caso di ἀµαξιτός, il PM indica l’entità da cui un certo luogo è percorribile.
m. Da ὀρέγοµαι ‘tendersi, protendersi; raggiungere, tendere a’ (attivo ‘tendere, distendere’) in
Il.2.543 (ὀρεκτῇσιν µελίῃσι) è presente la forma semplice ὀρεκτός, con significato di PPP (‘teso,
proteso’); in seguito ὀρεκτός è utilizzato nell’accezione metaforica del verbo (‘tendere a, desiderare’ > ‘desiderato’, p.es. Arist.de An.433a18, EN1113a10). Il referente è l’oggetto dell’azione.
Gli aggettivi in -τος ricavati da questo primo gruppo di verbi di movimento sono caratterizzati da una notevole diversificazione sul piano semantico (attivi33, passivi, potenziali) e per quanto riguarda la facoltà di essere riferiti al soggetto o all’oggetto (nel caso dei verbi transitivi) dell’azione espressa dalla base verbale. Questa doppia possibilità trova però piena giustificazione se si considera il fatto che nei verbi di movimento, come evidenziato da D. Romagno, il soggetto ricopre un doppio ruolo semantico, attivo e inattivo, di Agente e Tema allo stesso tempo, in quanto “l’autore dell’evento (i.e. lo spostamento) è anche l’entità che ne subisce gli effetti (i.e. il mutamento di luogo)”34. In particolare, nei verbi di movimento traslazionale, telici e agentivi,
29 LSJ nota s.v. ῥέω ‘very rarely trans.’.
30 Vd. Napoli 2000, p.250 (“i derivati da ῥέω sono passivi, mentre in Omero questo verbo è sempre intransitivo e
costruito col dativo”) e p.252 a proposito di ἀµφίρυτη, epiteto di νῆσος: “l’azione è quella dello «scorrere», in un certo senso sempre attiva (e atemporale): il fatto che di questa azione l’isola sia non il soggetto ma l’oggetto fa sì che ‒ dal punto di vista dell’aggettivo ‒ la diatesi risulti passiva”.
περιρρέω è invece attestato nel valore di ‘essere circondato dalle acque’ dal V a.C.
31 Sebbene ἐλαύνω possa essere considerato un transport verb (vd. infra), si è scelto di includerlo qui sulla base del
significato del composto.
32 Da non confondere con ἱππηλάτης ‘che conduce i cavalli’, in cui il SM ha valore attivo (transitivo); il significato AT
di questo composto trova riscontro in diversi sintagmi in cui ἵππος è oggetto di ἐλαύνω (“spingere, incitare i cavalli”), mentre ἱππήλατος indica un “luogo in cui possono essere spinti i cavalli” e dunque “percorribile da cavalli”. Per ἱππήλατος J.N. O’Sullivan in LfrgE s.v. respinge un’interpretazione strettamente passiva (‘driven over by horses’) in quanto esclusa dall’impiego di ἐάλυνω; lo studioso rende questa forma come ‘such that horses and chariots may be driven, fit for driving horses and chariots’ (in questo caso il PM non avrebbe propriamente una funzione agentiva).
33 Attiva è anche la forma Ἄδραστος, attestata in Omero soltanto come nome proprio ‘che non fugge’ (< διδράσκω). 34 Romagno 2005, p.89.
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l’unico argomento presente, costituito dal soggetto, dovrà manifestare anche l’argomento del predicato di attività35: in poche parole, “argomento del predicato di attività (agente) e di stato (tema) sono coreferenziali”36. Nel caso dei verbi di movimento, dunque, il referente può essere costituito dal luogo (codificato come oggetto) o dal soggetto inaccusativo (semanticamente Tema).
Si è inoltre notato in diversi casi che una forma in -τος attiva corrisponde a un verbo medio (p.es. πλαγκτός-πλάζοµαι), dato che, alla luce di quanto si vedrà in seguito, va considerato un indizio del contatto esistente tra il suffisso -το- e la diatesi media.
1.2 Transport verbs
Quale sottoclasse dei verbi di movimento possono essere considerati i cossiddetti transport verbs, ovvero i verbi che significano ‘spingere, gettare, portare’, in quanto implicano lo spostamento di un oggetto (Tema) a opera di un soggetto agentivo37: contrariamente alle forme esaminate in precedenza, dunque, il Tema non compare come soggetto bensì come oggetto del verbo. All’interno di questa categoria sono quindi comprese forme derivate da verbi agentivi che indicano transitive 2-
participant events in cui viene messa in atto una “agentive action upon a (mostly inanimate) patient
that is outside the sphere of the subject/agent”, da cui consegue che l’“affectednes is not inherent in the event”38. In tutti i casi il valore della forma in -τος è passivo (in quanto si riferisce all’oggetto), talvolta indistinguibile da quello di un semplice aggettivo: questo gruppo di forme dunque fornisce un primo esempio della correlazione esistente tra transitività del verbo di partenza e significato passivo degli AV.
a. Da βάλλω ‘gettare’ (> -βλητος) derivano due soli composti, il primo con ἀ- (ἄβλητος ‘non colpito’, Il.4.540), il secondo con preverbio ἀπο- (ἀπόβλητος ‘che deve essere respinto, spregevole’,
Il.3.65); ἀπόβλητος sviluppa poi ulteriormente il significato potenziale ‘che si può gettare via’
(DL7.127, Iamb.Myst.1.19).
b. Ai verbi φέρω ‘portare’ e φορέω ‘trasportare, portare’ sono riconducibili rispettivamente due soli composti in -τος39, σύµφερτος, che presenta grado normale e ha valore passivo (quasi
aggettivale ‘unito, in unione’, p.es. in Il.13.237), e κηρεσσιφόρητος ‘spinto dalle Chere’ (hapax in
Il.8.527), sempre passivo, ma con PM sostantivale con desinenza di dativo, per cui esso può essere
considerato un esempio di univerbazione40.
c. Da ἐρύω ‘trascinare’ è attestato un solo composto, la forma semplice ῥυτός, usata come aggettivo (‘tirato via, estratto’, con valore di PPP) nell’Odissea (6.267, 14.10 detto delle pietre) mentre come neutro sostantivato nello pseudo-Esiodo (Sc.308). Da un verbo di significato analogo, σπάω ‘trascinare’, deriva invece ἐπίσπαστος ‘attirato su di sé’, adoperato come epiteto di κακόν (quindi con valore metaforico) in due passi dell’Odissea (18.73, 24.462). Dal V a.C. questa forma è documentata con il valore di ‘stretto’ (p.es. E.Hipp.783 ἐξ ἐπισπαστῶν βρόχων).
d. Da ἀρύω‘attingere’ derivano due soli composti: εὐήρυτος ‘facile da attingere’, con PM prefisso e significato passivo-potenziale in Hymn.Dem.106, mentre più complesso sia per struttura sia per significato è l’omerico κοτυλήρυτος ‘that can be drawn in cups, i.e. flowing copiously’ (epiteto di αἷµα in Il.23.34): il significato di base è potenziale (‘che può essere raccolto, attinto con coppe’, per
35 Vd. Romagno 2005, p. 20, p.30 e p.38. 36 Romagno 2005, p.38.
37 Si è pertanto sempre nell’ambito della translational motion.
38 Vd. Bakker 1994, p.36; questa descrizione si adatta anche naturalmente a numerosi verbi delle categorie (semantiche)
che verranno trattate in seguito (dove essa verrà pertanto ripetuta). Sui transport verbs vd. anche Lehmann 1991, p.221: “it should be noted that transport verbs generally take the moved entity in the direct object/absolutive relation. The unclassifiable quality of the affectedness here is outweighed by maximal controlledness and total affectedness. This is undoubtedly related to the fact that many transport verbs are analyzable as causative versions of motion verbs”.
39 φόρτος ‘carico’ (< ‘ciò che viene trasportato’) è considerato da Probert 2006, p.177 un esempio di AV sostantivato,
ricavato dal grado forte della radice.
40 Cfr. anche il verso successivo, che ‘glossa’ il composto (κηρεσσιϕορήτους,/οὓς κῆρες ϕορέουσι µελαινάων ἐπὶ
νηῶν), ma viene respinto da Aristonico, riprendendo Zenodoto (ἀθετεῖται, ὅτι περισσός).
Negli scolii che riportano l’opinione di Erodiano κηρεσσιφόρητος viene definito σύνθετον (termine che dovrebbe indicare la ‘vera’ composizione) e non παρασύνθετον.
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cui il referente è l’oggetto) ma è usato con accezione traslata (‘abbondante’). κοτυλήρυτος indica in seguito anche un’unità di misura (Nic.Th.539, dove equivale eκοτύλη)41.
Alle forme prese in considerazione finora possono essere accostati gli aggettivi ricavati da verbi indicanti ‘mettere, collocare’ (manipulating verbs42), che comportano sempre uno spostamento di un oggetto. Pochi sono gli aggettivi in -τος omerici ricavati da ἵστηµι e τίθηµι, due classi che dall’età classica conosceranno invece un’espansione notevole. Dal primo infatti si ha solo la forma semplice στατός ‘fermo, stabile’43 (Il.6.506, 15.263, detto di un cavallo), con significato intransitivo44, mentre dal secondo il sostantivo ἀκµόθετον ‘incudine’ e ἀµφίθετος ‘che può essere usato in due modi’ (‘preso dai due manici’, di coppe), con valore passivo-potenziale.
Rispetto alle forme appartenenti al primo gruppo di verbi di movimento, gli AV esaminati in questa sezione si caratterizzano per la presenza esclusiva del significato passivo (o passivo- potenziale), che si correla all’aumento di transitività del verbo base, mentre l’intransitivo è quasi del tutto assente. Il referente non è mai costituito dal luogo attraverso cui avviene o verso cui si dirige lo spostamento, ma sempre dall’entità soggetta al movimento, la quale presenta, rispetto a quanto osservato per il primo gruppo, un carattere più ‘pazientivo’ (movimento causato esternamente)45.