Raccontò al-Nāṣir b. Fattāḥ:
Desiderai un limone. Lo richiesi ma mi dissero che non lo si trovava eccetto che nel paese di al-Ṣaranj. Vi viaggiai allora con un gruppo di letterati, ʿulamāʾ e predicatori.
Quando arrivammo nel suo spiazzo, chidemmo dei sui ʿulamāʾ . Ci risposero che lì non vi erano che tagliatori di pietre preziose, tintori, fabbri e orafi. Vi era stato un gruppo di saggi e ʿulamāʾ ma però si erano corrotti in compagnia dei governanti. Si erano diffuse tra di loro azioni proibite e ingiuste e non disponevano per il regnante alcuna sentenza. Dissi allora ai miei compagni: «Ritengo che nel viaggio sia
107“ Idhā anta akramta al-li’īm tamrada”, quando onori il vile disubbidisci, è il secondo emistichio di
un verso di al-Mutanabbī (al-Mutānabbī, 1986, vol. 2, pag. 11).
108 Afʿāl ma talid al-karām karīma / afʿāl man talidu al-aʿājam aʿjam, le azioni di chi è di nobili natali
sono nobili / L’operato di chi è di vili natali è misero, è, secondo quanto riferisce al-Ḥabashī, un verso di Ibn Abī al-Ḥaṣīna (388/998-457/1065) (al-Ḥabashī, 1999, pag. 162).
la salvezza mentre nella permanenza sia il danno e la rovina. Temo che Dio li faccia soccombere e che moriamo a causa loro». Viaggiarono allora e trassero vantaggio. Evitarono in tal modo i posti dei quali fiutarono il fetore così da non sentirlo. Quando udirono le mie parole dissero: «Non possiamo che ubbidirti e ascoltarti». Quando poi uscimmo di lì – dal posto dove eravamo passati – dissero: «È giunto al paese un certo predicatore che supera in loquacità il sermonista di ʿUkāẓ109. Terrà un sermone alla gente il giorno di venerdì. Beato chi lo vede e lo ascolta!»
Me ne tornai allora senza i miei compagni, prendendo con me quanto mi bastava per le mie spese.
Dopo aver compiuto la preghiera obbligatoria e quella spontanea, sedetti per ascoltare il sermone. Venne il predicatore incedendo tronfio, con un manto il quale aveva un’estremità pendente. Salì sul pulpito e disse:
«Lode a Dio grande ed eccelso, che è solito dare una proroga senza negligenza. Che ha innalzato la scienza al punto che è impossibile ogni suo riassunto e che ha rivelato il suo libro esatto: “quando Dio si accordò con coloro cui aveva dato il libro perché lo mostrassero alla gente e non lo nascondessero110”. Testimonio che non vi è dio che Dio solo e che non ha soci – professione di fede di un servo che prodiga ai suoi servi consigli, che li mette in guardia dal peccato e dalla disubbidienza. Riconosco che Muḥammad è suo servo e inviato, colui che ha detto: “Dio non si aspetta che gli ignoranti imparino fino a quando non ci saranno sapienti a insegnare111”. Colui che ha proferito: “se qualcuno vede un’azione riprovevole, la cambi con la sua mano...” fino alla fine dell’ḥadīth112. Colui che ha ordinato di prendere il bene e di lasciare il male. Dio preghi per lui e lo salvi con una preghiera che si estenda al giorno del giudizio, come alla sua famiglia e ai suoi compagni tutti. Oh gente, vi esorto al timor di Dio, all’ubbidienza e a prendere precauzioni da Iblīs e dai suoi seguaci. Guardatevi da una condotta disattenta e non fatevi sedurre dalla quiete giacchè il disegno della fede è già stato cancellato nel vostro paese. I segni
109
‘Ukāẓ è il nome di una località presso Mecca.
110 Corano, 3:167.
111 Mā akhadha Allah ʿalā jihāl an yataʿalimū alimūn ḥattā akhadha ʿalā al-ʿulamā’ an yataʿalimū, si
riferisce al ḥadīth: “Mā akhadha Allah ʿalā al-Jāhiliyn an yataʿalimūn ḥattā akhadha ʿalā al-ʿulamā’ an yataʿalimū” (al-Qurṭubī, 1975, vol. 4, pag. 243).
112 L’intero ḥadīth (al-Hamadhānī, 2003, ḥadīth 20, pag. 18) è: “man minkum ra’ā mankiran
faliyughayyarhu biyadihi fa’in lam yastaṭiʿ fabilisānihi fa’in lam yastaṭiʿ fabiqalbihi wa dhalika aḍʿaf al-’iymān”, “chiunque di voi vede qualcosa di sbagliato lo sani con la sua mano, se non può con la sua
lingua, se anche così non gli è possibile allora nel suo cuore e questo è il gradino più basso della fede”.
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della via sono stati cancellati. I principi della sharīʿa sono decaduti. I doveri sono stati rifiutati. I luoghi sacri sono stati profanati. Gli orfani e i deboli sono trattati con ingiustizia. Il sangue è versato. Le malvagità abbondano. La discordia è imponente. Ciò al punto che all’Islam, in questo tempo, è stata indossata al contrario la pelliccia. È divenuto come aveva detto – che lui abbia sollievo – “è iniziato l’Islam straniero e tornerà straniero113”. Il più vile è stato reso il più alto e il più alto è stato reso il più vile. Si è avvicinato il rivale. Si è allontanato il migliore. È stato soddisfatto il dissoluto. È stato svilito il puro. Si è dato del bugiardo al veritiero. Si è creduto il millantatore. Si è data fiducia al traditore. Si è diffidato da colui che è fedele. Si sono sconvolte le masse. Si è diffusa la stortura e il traviamento. Non resta dell’Islam che il suo nome e della religione non resta che il suo disegno. Voi, servi di Dio, non siete innocenti per la negligenza nel cambiare ciò. Non siete assolti del biasimo per ciò che vi è là. Pentitevi dunque e rendete retto il vostro pentimento prima della chiusura delle porte e prima che il sole sorga da occidente».
Piagevano le persone al punto che uno di loro non riusciva più a muoversi, se non che venne uno e lo mosse. Vidi uno nuotare nelle sue lacrime, potevo contare nei suoi sospiri il numero delle sue costole.
Quando guardai il predicatore della gente – che era come un tronco di palma sradicato – scappò come un torrente che scorre. Io lo seguii nella sua strada, per conoscere la sua realtà.
Si volse dunque a me e disse: «Oh ben guidato, tornatene! Sono Abū al-Ẓafar l’indiano».
Tornai dai miei compagni precedenti e le mie membra tremavano per il tanto pianto e paura.