• Non ci sono risultati.

coordinatore

l’amore asimmetrico Bad Little Girls C. Maggini

Università Parma

Un personaggio, in stile little girl appare sempre più spesso nella pubblicità e nelle riviste patinate, affiora dai palinsesti televisivi e nei megastores, ma vive ormai nelle strade di molte città: ha la voce di bambina, lo sguardo attonito e sospeso, un viso imbron- ciato, un’espressione di vago tedio forse di attesa, un sorriso ambiguo e indecifrabile, gli atteggiamenti sapientemente scom- posti, invitanti, seduce con il suo sguardo sospeso e sfuggente. La moda e i mass media guardano disinvoltamente al primo, au- rorale, apparire dell’eros e hanno assunto un ruolo significativo nella precoce erotizzazione delle adolescenti. In “The Lolita Ef-

fect” (1980) Gigi Durham, docente di psicologia all’Università

di Iowa, ha fornito esempi di questa precoce sessualizzazione delle young girls a opera dei mass media per trasformare le fan- ciulle in “esca sessuale” e sfruttare il loro erotismo e la loro sessualità a fini di mercato.

Una lettura sociologica delle bad little girls è comunque ridut- tiva. Le bad little girls (Calasso) vengono da lontano, sono dee pagane, Ninfe; inquietanti ed erotiche hanno attraversato tut- ta la cultura del mondo occidentale, capaci di affascinare e di sconvolgere l’anima con il loro potere di seduzione che, come ricorda Baudrillard (1980), altro non è che sedizione, sovversio- ne dell’ordine, messa in questione di consolidati punti di vista, sradicamento, trascinamento in un altrove, rapimento mentale. L’ultima delle molte celebrazioni letterarie della Ninfa è la Lo- lita di Nabokov, storia di un ninfolettico, il professor Humbert Humbert, “cacciatore incantato” che entra nel regno delle Nin- fe seguendo un paio di calzini bianchi e di occhiali a forma di cuore.

Ma anche il mondo culturale occidentale del XIX e XX secolo è popolata di illustri nimpholeptoi. Solo qualche esempio: Aby Warburg, Martin Heidegger, Carl Gustav Jung, Enrik Ibsen, Emil Cioran, Johann Wolfgang Goethe, Auguste Rodin.

In loro diverse e ibride furono le configurazioni della posses- sione ninfolettica, ma pur sempre consonanti al mito: fervo- re intellettuale in tutti, follia in Warburg, rapace egotismo in Heidegger, Jung, Rodin e metamorfosi della Weltanchaung in Goethe, Ibsen e Cioran. Tutti comunque nel loro incontro con la ninfa lasciarono dietro di loro brandelli di una multiforme identità e disgelarono i limacciosi fondali e il “cuore di tenebra” della loro anima.

una nuova normalità fatta di rapporti effimeri, occasionali, privi di reciprocità, escludenti la dipendenza e l’impegno, addirittura a un pregiudiziale rifiuto del concetto di relazione continuativa in quanto minaccia della propria identità personale. Non vi è più niente di “solido” in questo campo, tutto è vissuto all’in- segna della soddisfazione istantanea e dell’inseguimento delle situazioni ipoteticamente più appaganti (un tempo associate esclusivamente alla temporalità intra-festum – Bin Kimura – dei “borderline”), tanto che si ipotizza un rovesciamento del tra- dizionale ruolo inibitorio del Super Io in quello di imperativo di Godimento (Slavoj Žižek), e mostra in trasparenza profonde angosce nichilistiche e di morte.

Le descrizioni sociologiche di questi mutamenti del costume non prendono in considerazione i correlati psicologici e psi- copatologici di questi “nuovi” comportamenti, quali il predo- minio degli aspetti fantasmatici su quelli reali, cui conseguo- no reiterate disillusioni e delusioni, l’esclusione dei tempi del corteggiamento, la svalorizzazione dei sentimenti e in generale degli affetti di legame, la negazione delle ansie di separazione, del lavoro del lutto, l’intolleranza della presenza del partner, l’ego-sintonica accettazione dell’assenza di affidabilità, proget- tualità e di infuturazione interpersonali.

Molti pazienti sono al contempo assidui utilizzatori dei social

networks e dei siti di incontri e più in generale la pratica clinica

mostra in varie forme le intense sofferenze correlate all’”amore liquido”. Il carattere effimero e illusionale dei legami affettivi e sentimentali crea crescenti conflittualità rispetto ai figli e al- le famiglie di origine e dà origine a svariate tipologie psico- patologiche: dai tentativi di suicidio (che dal data base del ns reparto sono nella grande maggioranza legati alle separazioni improvvise e impreviste e ai tentativi di ricongiunzione), alle re- azioni ansiose e depressive, ai comportamenti abnormi legati ai tentativi di ricongiunzione o di rivendicazione (stalking, com- portamenti para-persecutori e vendicativi), alle organizzazioni personologiche chiuse in un narcisismo estremo e inaccessibile a ogni intervento terapeutico o mutativo.

La psicopatologia dell’affettività richiede quindi una re-visione dei suoi organizzatori in considerazione dell’immensa “speri- mentazione sociale”in atto, dal cambiamento dei riferimenti normativi, e impone un’analisi di quali strutture affettive garan- tiscano il maggior benessere (o il minor malessere) soggettivo. La domande di fondo sono: 1) può la comunicazione virtuale sostituire quella reale? 2) può l’uomo fare a meno del ricono-

scimento affettivo dell’altro, della reciprocità, dell’affidabilità,

Front-line recovery work after hurricane katrina: health effects of race, class, and gender power relations*

L. Weber

Department of Psychology and Women’s and Gender Studies, Barnwell College, University of South Carolina, Columbia, USA

By disrupting the routine practices and social structures that support social hierarchy, disasters provide a unique opportu- nity to observe how gender, race, and class power relations are enacted and reconstituted to shape health inequities. Using a feminist intersectional framework, we examine the dynamic re- lationships among a government/corporate alliance, front-line disaster recovery workers, and disadvantaged residents in Mis- sissippi Gulf Coast communities in the aftermath of Hurricane Katrina, which struck in August 2005. As a part of a larger study of recovery processes after Hurricane Katrina, data for this pres- entation were collected between January 2007 and October 2008 through field observations, public document analysis, and in-depth interviews with 32 front-line workers representing 27 non-governmental, nonprofit community-based organizations,. Our analysis reveals how power relationships among these groups operated at the macro-level of the political economy as well as in individual lives, increasing health risks among both the disadvantaged and the front-line workers serving and ad- vocating on their behalf. Socially situated as outsiders-within, front-line recovery workers operated in the middle ground be- tween the disadvantaged populations they served and the pow- erful alliance that controlled access to essential resources. From this location, they both observed and were subject to the proc- esses guiding the allocation of resources and their unequal out- comes. Following a brief period of hope for progressive change, recovery workers became increasingly stressed and fatigued, particularly from lack of communication and coordination, limited resources, insufficient capacity to meet overwhelming demands, and gendered and racialized mechanisms of mar- ginalization and exclusion. The personal and collective health burdens borne by these front-line recovery workers – predom- inantly women and people of color – exemplify the ways in which the social relations of power and control contribute to health and social inequities.

* This research was supported by the National Science Founda-

tion under Grant CMMI-0623991. Any opinions, findings, and conclusions or recommendations expressed in this material are those of the authors and do not necessarily reflect the views of the National Science Foundation.

Connettività funzionale nell’elaborazione delle emozioni in soggetti con disturbo post-traumatico da stress

M. Mazza

Dipartimento di Scienze della Salute, Università de L’Aquila introduzione: il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) è una

sindrome che include diversi sintomi d’ansia, quali eccessivo aumento di attivazione, appiattimento affettivo, flashback. Le conoscenze sul substrato neurale di questo disturbo attual- mente considerano alcune strutture del circuito cortico-limbico note come siti critici per la risposta a stimoli emozionali, in particolare l’amigdala, l’ippocampo, l’insula, il putamen e la corteccia prefrontale.

Diversi studi con risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno evidenziato una iperattivazione delle aree frontali e limbiche in risposta a stimoli (immagini, suoni, video ecc) a contenuto emozionale negativo e neutro in pazienti con DPTS.

Il presente studio ha lo scopo di verificare l’ipotesi che, in pa- zienti con DPTS, si verifichi una esagerata attivazione delle aree limbiche in presenza di stimoli a elevato contenuto emo- zionale negativo e neutro.

Materiali e metodi: dieci soggetti con DPTS, sopravvissuti al

terremoto del 6 aprile 2009 a L’Aquila fisicamente sani, e 10 volontari sani selezionati per età e istruzione, sono stati sotto- posti a fMRI durante la visione di stimoli a contenuto emozio- nale neutro e negativo (IAPS).

Il DPTS è stato diagnosticato in base ai criteri del DSM-IV-R (APA 2000).

Le immagini funzionali sono state acquisite utilizzando un ap- parecchio da 1.5T (GE, Signa Horizon); il contrasto BOLD è stato ottenuto con sequenze EPI.

Il paradigma sperimentale è stato somministrato utilizzando Su- perLab.

L’analisi delle immagini è stata eseguita utilizzando BrainVoya- ger QX, Versione 1.10.1.

risultati: il gruppo di controllo mostra una maggiore attivazio-

ne dell’amigdala in risposta a stimoli a contenuto negativo. Al contrario, abbiamo osservato un’attivazione bilaterale dell’in- sula nel gruppo dei soggetti con DPTS in risposta a stimoli emo- zionali negativi. Inoltre nel gruppo dei pazienti si osserva una correlazione statistica tra la severità dei sintomi di DPTS e l’at- tivazione delle aree limbiche durante l’elaborazione di stimoli a contenuto emozionale negativo e neutro.

Conclusioni: dai risultati del presente studio, in linea con studi

precedenti, è possibile suggerire che nei pazienti con PTSD si os- serva una alterazione della connettività funzionale nell’attivazio- ne di aree cerebrali responsabili del processamento delle emo- zioni. La comprensione dei correlati neurali in risposta allo stress acuto e cronico è di fondamentale importanza per la diagnosi e la pianificazione di un corretto intervento terapeutico e riabilitativo.

venerdì 17 FeBBraio 2012 - ore 11.40-13.40

Sala Pinturicchio

Outline

Documenti correlati