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Per quanto siano circoscritte alla tematica degli aiuti di Stato, in partico-

Pluralismo definitorio dell’attività e dell’impresa agricola tra diritto

9. Per quanto siano circoscritte alla tematica degli aiuti di Stato, in partico-

lare alle procedure per semplificare il rispetto delle disposizioni di cui all’art. 88 del Trattato, le determinazioni che emergono sia dai recenti regolamenti comu- nitari sopra richiamati, sia dagli orientamenti complessivi contenuti nella comu- nicazione della Commissione evidenziano il profilarsi in questa fase storica di un mutamento di non poco momento circa l’approccio della Comunità al governo dei problemi socio-economici legati alla agricoltura. È sotto gli occhi di tutti che, se da un lato, esigenze strategiche di politica generale hanno favorito il significativo ampliamento del numero dei Paesi ammessi alla Comunità, dall’al- tro, questo importante avvenimento politico si è accompagnato ad una più che prevedibile maggiore contrazione della politica di sostegno all’agricoltura, da sempre al centro della PAC, in connessione tanto con i vincoli legati agli accordi assunti in sede di WTO quanto con le crescenti difficoltà di bilancio derivanti dall’ingresso nella Comunità di Paesi fortemente in ritardo nello sviluppo e non in grado di fornire adeguati apporti finanziari. In questa prospettiva, del resto, ben possono leggersi gli indirizzi già avviati e in corso di maturazione legati al regime del premio unico, alla semplificazione anche della legislazione destinata al settore agricolo e alla contrazione delle organizzazioni di mercato e, più in generale, al sempre più evidente disaccoppiamento del sistema di sostegno dal riferimento a specifiche produzioni in quanto tali a vantaggio di altre iniziative indirizzate, in termini di sostegno al reddito, a valorizzare il territorio rurale, l’ambiente e a permettere agli agricoltori stanziali una pluralità di fonti di red- dito.

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Antonio Jannarelli

È del tutto verosimile, d’altro canto, che la sensibile contrazione dei conte- nuti finanziari della politica agricola comunitaria è potenzialmente destinata ad innescare inevitabilmente processi di tendenziale rinazionalizzazione delle poli- tiche agricole34. Ed è proprio in considerazione di questo prevedibile processo

che la Comunità ha inteso consapevolmente decongestionare il proprio sistema di controllo degli aiuti di Stato di cui agli articoli 87 e 88 del Trattato, introdu- cendo i regolamenti sopra richiamati. Questi, in definitiva, mirano appunto ad individuare percorsi preferenziali entro cui incanalare preventivamente le linee di intervento di fonte statuale.

Ebbene, il precipitato più significativo della linea ora indicata ed in cui si inscrivono i provvedimenti normativi sinteticamente richiamati nei precedenti paragrafi è che la Comunità, al fine di orientare il complesso degli aiuti statuali e di semplificarne il controllo35, non ha esitato ad introdurre, per quanto inconsa-

pevolmente, nel proprio sistema giuridico una pluralità di nozioni di agricoltura, l’una destinata a guidare ancora i propri diretti interventi e, dunque, espressiva della PAC in senso stretto, l’altra destinata a segnare, se non la competenza, certamente l’area degli autonomi interventi di sostegno da parte dei singoli Stati.

Sotto questo profilo la novità è duplice. Innanzitutto, si innova il modello con il quale si è realizzata nel corso dei passati decenni l’integrazione tra il diritto di fonte comunitaria e quello di fonte nazionale. Infatti, sino a qualche tempo fa il quadro dell’agricoltura delineato a livello comunitario era compatto ed unitario. In particolare, pur sempre nella prospettiva del primato del diritto di fonte comunitaria, esso coinvolgeva al tempo stesso Comunità e singoli Stati. Con questo nuovo indirizzo, la Comunità al fine sia della gestione da parte dei singoli Stati della loro eventuale politica di aiuti, sia del rispetto delle norme fondamentali del Trattato, assegna ai singoli Stati una nozione specifica di agri- coltura (e implicitamente degli altri settori produttivi) da utilizzare in sede di politica economica promozionale interna: nozione che, pur riprendendo di fatto una configurazione adottata dallo stesso diritto comunitario per specifiche e puntuali esigenze36, risulta obiettivamente diversa da quella più ampia sulla cui

base la Comunità ha per molti anni costruito e perseguito la propria politica agricola comune.

34 Un esempio eloquente delle tensioni che emergono e che coinvolgono appunto il tema di una possibile rinazionalizzazione della PAC è offerto dall’atteggiamento assunto dal Parlamento europeo nel novembre 2006 contrario alla proposta di regolamento del Consiglio 2006/0083 mi- rante all’introduzione della modulazione volontaria dei pagamenti diretti da parte degli Stati con la possibilità di spostare risorse dal primo al secondo pilastro della PAC, sulla base dell’accordo intervenuto nel Consiglio europeo del dicembre 2005.

35 V. supra (nota 3).

36 V., infatti, la definizione di attività agricola contenuta nell’art. 2 del regolamento 1782/2003 secondo la quale per attività agricola si deve intendere la produzione, l’allevamento o la coltiva- zione di prodotti agricoli, comprese la raccolta, la mungitura, l’allevamento e la custodia degli animali per fini agricoli, nonché il mantenimento della terra in buone condizioni.

Pluralismo definitorio dell’attività e dell’impresa agricola

In secondo luogo, è proprio sul piano dei contenuti di queste distinte nozioni di agricoltura chiamate ad operare a livelli diversi, dal centro alla periferia, che si registra l’altro aspetto originale. Infatti, come si è potuto constatare nell’ana- lizzare alcune indicazioni contenute nei regolamenti sopra richiamati, la nozione di agricoltura sulla base della quale gli Stati sono chiamati a erogare aiuti, peral- tro entro massimali ben precisi, è oltremodo restrittiva. Da una parte essa risulta ritagliata sulla sola tradizionale funzione produttiva in senso stretto spettante al settore primario; dall’altra si presenta appiattita su una configurazione in termini di filiera della attività produttiva per effetto della quale la concreta possibilità per gli agricoltori di acquisire un valore aggiunto in termini di commercializzazione della produzione agricola di base ottenuta ovvero di trasformazione di tale pro- duzione è totalmente esclusa, in quanto considerata aprioristicamente come dato individualizzante altre distinte fasce sociali e produttive.

In tal modo, a tacer d’altro, alla multifunzionalità delle strutture agricole di base, posta al centro della recentissima politica agricola comunitaria e che con- nota il trascolorare della nozione comunitaria di agricoltura verso la ruralità, si contrappone una nozione ristretta di agricoltura, consegnata agli Stati, che vice- versa mortifica le stesse potenzialità intrinseche alla funzione originaria delle aziende agricole e che nella realtà periferica da un lato ha caratterizzato il mondo agricolo, dall’altro ha alimentato un diverso circuito di mercati, parallelo a quello, che è pur dominante, legato al sistema agro-alimentare più avanzato.

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