• Non ci sono risultati.

Soggetto I soggetti sono dei conferitori di senso, dotati di capacità e competenze riflessive in grado di apprendere

TRA PRAGMATICA E CONVENZIONI SOCIALI: L'EPISTEMOLOGIA DELLA RICERCA

3. Il concetto di mondo comune della redistribuzione della ricchezza

Abbiamo detto che il nostro oggetto di studio è il senso morale e che il campo di indagine riguarda l'universo di oggetti e significati della redistribuzione della ricchezza nelle attuali società post-fordiste. Titmuss spese gran parte del suo lavoro di ricerca per dimostrare che i valori umani, la nostra morale, non possono essere ignorai nello studio delle politiche sociali in quanto fatti sociali, o mezzi per la loro produzione. «Noi tutti abbiamo valori e pregiudizi; […] come minimo abbiamo

una responsabilità nel rendere i nostri valori chiari. Abbiamo un dovere speciale di farlo quando discutiamo di politiche sociali le quali, piuttosto ovviamente, non hanno alcun significato se le si considera neutrali dal punto di vista dei valori che perseguono. Le politiche sociali trovano la loro origine nei valori di una particolare società. Non possono essere immagine o realizzate in un vuoto sociale. Così, i sistemi di welfare tendono a rifletter le caratteristiche dominanti della cultura e della politica delle loro società» (Titmuss, 1974, pp.22-27). In questo senso, con il nostro lavoro

intendiamo prendere in considerazione la relazione redistributiva istituzionalizzata dotata di valore. Ci troviamo davanti ad una sfera dell'agire sociale estremamente eterogenea, i cui confini sono labili, contingenti e soggettivi. La nostra ricerca parte dal punto di vista dell'individuo attore sociale e, perciò, non assumendo l'angolatura del pensiero oggettivante delle istituzioni pubbliche, la percezione del nostro campo di ricerca non può che essere ampia, generale e relativa. Tuttavia, è importante per il bene dell'analisi tentare di delimitare i confini semantici di questo campo, affinché possa essere immediatamente intelligibile al lettore a quali sfere dell'azione ci si riferisca. A questo proposito, ci serviremo del lessico dell'EC sopra esposto. A nostro avviso, quello che abbiamo chiamato campo di indagine della redistribuzione della ricchezza rappresenta uno spazio teorico che si richiama direttamente agli oggetti odierni della redistribuzione (denaro, servizi, prestazioni, ecc.), ai soggetti che ne sono i protagonisti (istituzioni, beneficiari, tecnici, ecc.) ed al contenuto delle azioni che mettono in pratica (diritti, doveri, obbiettivi, finalità, motivazioni, principi e convenzioni). Questo campo, tuttavia, nelle società complesse ed altamente differenziate come quelle post-industriali è profondamente intrecciato con tutta un'altra serie di campi e sfere d'azione, sia dal punto di vista pratico (sistemi economici, amministrativi, politici, sistemi e vincoli giuridici, ecc.), sia da quello teorico (filosofie, giustificazioni, finalità, ecc.). come la letteratura sociologica ed antropologica ci insegnano, nello studio dei sistemi d'azione umani e dei loro fenomeni caratteristici, come l'integrazione o la reciprocità solidale, prendere a riferimento le società arcaiche e proto-moderne è molto più semplici e funzionale. Rintracciare ed analizzare le questioni sociologiche nelle nostre società post-moderne richiede invece uno sforzo analitico ed una complessità concettuale maggiori. I fenomeni tendono a celarsi dietro la complessità degli eventi, le dinamiche e le funzioni paiono evaporare sotto i colpi della contingenza, dell'individualismo e della razionalizzazione. Tuttavia, ad uno sguardo più attento, si potrà osservare come l'identità, il riconoscimento, l'integrazione, lo scambio, la ritualità, ecc., rimangano ancora oggi gli elementi essenziali attorno a cui ruota il nostro vivere sociale. Come abbiamo visto nella prima parte di questo lavoro, i mezzi di comunicazione di massa, le nuove tecnologie comunicative e produttive, l'abbondante disponibilità di beni materiali del consumismo e l'organizzazione sempre più differenziata e specializzata del mondo del lavoro hanno semplicemente modificato le modalità e le forme con cui le nostre esigenze innate ed ancestrali si manifestano. Tutto ritorna, ma mai nella stessa forma.

Il fenomeno della reciprocazione umana non fa eccezione. Anche le forme con cui gli attori sociali cooperano reciprocamente per garantirsi la sopravvivenza e salvaguardare la persistenza

della specie si sono profondamente modificate. Nel corso della storia, il lavoro con cui l'uomo ha da sempre dovuto affrontare la natura per sconfiggere la necessità ha attraversato impressionanti cambiamenti. Dalle società di raccoglitori, a quelle di agricoltori autosufficienti, fino alla parcellizzazione dell'organizzazione scientifica del lavoro, la distribuzione delle risorse naturali, del lavoro e dei suoi frutti ha determinato nel corso dell'evoluzione umana la nascita di forme di reciprocità profondamente differenti. Ogni forma, poi, ha avuto i suoi oggetti ed i suoi soggetti, ma soprattutto i suoi significati. Basti pensare a quanta lontananza vi sia tra forme organizzative e distributive come quelle della schiavitù, del feudalesimo o dei sistemi produttivi industriali dell'Europa del XX° secolo con i loro sistemi di welfare state. Dal linguaggio religioso a quello del diritto, dal discorso naturale a quello scientifico, nelle società umane l'organizzazione e la distribuzione del lavoro necessario e della ricchezza prodotta ha attraversato innumerevoli universi di significato ed una moltitudine di ordini di grandezze, principi di giustizia e convenzioni. È questo che intendiamo quando ci riferiamo al campo della redistribuzione della ricchezza. Ci rivolgiamo cioè a tutta quella complessa ed intrecciata sfera di azione e pensiero che riguarda la reciprocità materiale nelle società umane, cioè alla fatica, all'organizzazione, alla distribuzione, al senso ed al coordinamento necessari a svolgere il lavoro produttivo e ad assicurarne la ripartizione dei suoi frutti in modo da poter consentire la riproduzione della collettività. Nella terminologia dell'EC dovremmo chiamare questo campo regime d'azione. Tuttavia, come accennavamo, nelle nostre società altamente differenziate e complesse la divisione del lavoro sociale e la progressiva sacralizzazione della vita umana hanno separato i diversi ambiti di vita.73 Perciò, riferirsi al mondo

del lavoro, piuttosto che a quello della sopravvivenza o a quello della solidarietà ha agli occhi dell'uomo comune un significato spesso molto diverso o, comunque, difficilmente riconducibile ad una visione unitaria dei rapporti e dei significati. Tuttavia, vi è un campo della realtà sociale che per sua natura è più facile che rimandi inevitabilmente alla necessità di ricomprendere, seppure in forme molto semplici, la percezione della molteplicità dell'universo di significati riguardante il regime d'azione della reciprocità materiale. Questo campo è, appunto, quello della redistribuzione della ricchezza.

Infatti, nelle nostre società contemporanee questo è ancora uno di quei pochi concetti in grado di destare nel dibattito collettivo e nella riflessione individuale una moltitudine di istanze, di problematiche e di principi di giustizia afferenti ad una pluralità di dimensioni sociali (quella del lavoro, della solidarietà, del diritto, del riconoscimento, dell'identità, dell'organizzazione, del consumo, ecc.). Dunque, anche per la sociologia la questione della redistribuzione della ricchezza non può che giocare un ruolo fondamentale dal punto di vista analitico, dato che l'intensione di questo concetto racchiude una simile eterogeneità di fenomeni e significati sociali. Nel nostro contesto culturale odierno, pensare alla redistribuzione della ricchezza ed alle forme che essa assume comporta inevitabilmente la necessità (più o meno elaborata) di pensare alla divisione del lavoro sociale come ad un intreccio tra: carichi ed organizzazione del lavoro, genesi del denaro e significato collettivo di ricchezza, diritti e tutele che portano con sé, sviluppo tecnologico con sfide e vantaggi, problemi sociali come la povertà, l'immigrazione e la devianza, o questioni politiche ed amministrative che spaziano dal microcosmo cittadino della disponibilità di servizi ed alloggi, per giungere fino ai complessi fenomeni della globalizzazione. Nel lessico dell'EC l'universo di significati della redistribuzione della ricchezza sarebbe considerato un mondo comune. Un mondo 73 Per sacralizzazione della vita umana intendiamo quel lungo processo storico-culturale che ha visto variare ampiamente l'importanza ed il valore attribuiti alla vita umana in generale. Dalla mera materialità del rapporto vita/morta, alla sacralità del corpo del monarca e del signore, fino alla dichiarazione universale dei diritti umani, la concezione della vita umana è fortemente dipendente dai contesti socio-culturali che si sono succeduti nello spazio e nel tempo. Essa ha attraversato diverse forme di rispetto e denigrazione che mantengono tuttavia costante un elemento sacrale, nel senso durkheimiano del termine. Infatti, nel corso della storia religione e diritto si alternano nel conferire un valore via via crescente alla preservazione della vita umana in sé, almeno dal punto di vista formale. A questo proposito, si vedano i lavori seminali di M. Foucault, E. Durkheim, M. Bloch e l'interessante compendio di R. Marra, La religione dei diritti (2006).

di significati, oggetti, soggetti e situazioni a cui l'immaginario collettivo degli attori sociali può attingere per coordinare e regolare l'agire sociale riguardante il regime d'azione della reciprocità materiale. In altre parole, riteniamo che oggi il mondo comune della redistribuzione esemplifichi nell'accezione convenzionale degli attori sociali dell'Europa occidentale il rapporto materiale tra dare e avere, tra diritti e doveri, tra responsabilità e solidarietà, tra oneri e onori, tra compiti e prerogative, che contraddistingue la divisione del lavoro sociale e dei suoi prodotti, così come si è affermata in epoca post-fordista. Per questo motivo, da una prospettiva meramente analitica, ci serviremo del concetto di mondo comune della redistribuzione della ricchezza proprio per indicare quel complesso intreccio di significati che riveste oggi nell'immaginario collettivo la sfera della reciprocità materiale. Una sfera che coinvolge contemporaneamente l'organizzazione e la distribuzione del lavoro e dei suoi frutti, nelle diverse modalità istituzionalizzate con cui questa si manifesta (dalla contrattazione collettiva, alle politiche per il lavoro, all'assistenza ed alla protezione sociale, ecc.). Dunque, preferiamo lasciare da parte per il momento il concetto di regime d'azione, la cui importanza ha per Boltanski e Thévenot una portata cognitiva ben più ampia di quella che qui richiamiamo con l'accezione di redistribuzione della ricchezza. Tuttavia, nel corso della dissertazione faremo indifferentemente riferimento al concetto di mondo comune della redistribuzione come a quello di sfera della reciprocità materiale. Affrontiamo ora il modo con cui caliamo nella realtà di questo mondo comune il senso morale soggettivo oggetto della nostra ricerca.

Outline

Documenti correlati