Raccolta ed Analisi dei dat
IL PROFILO GENERALE DEL CAMPIONE INTERVISTATO
4. Lavoro, ricchezza e capitale economico
Altri importanti informazioni giungono dall'esame della dimensione lavorativa e della ricchezza economica. Per quello che riguarda l'universo lavoro, ci siamo avvalsi di due semplici indicatori dimensionali: lo stato occupazionale e la sicurezza del rapporto di lavoro (tab.8). Dopo aver ricodificato l'indicatore occupazione, che raccoglieva la distribuzione del nostro campione in diversi tipi (studente, studente/lavoratore, dipendente privato, pubblico, imprenditore, ecc), abbiamo
scremato le modalità di nostro interesse. L'intento era di osservare chi si trovasse in una situazione di netta separazione dal mercato del lavoro (o perché non ancora entratoci, studente, o perché fuoriuscito definitivamente, pensionato), chi invece fosse in (o come dipendente o come autonomo), oppure chi, pur essendo ufficialmente parte di esso, si trovasse in una condizione di sofferenza occupazionale (cassaintegrato/mobilità/disoccupato/inoccupato). Prendendo in considerazione il tipo di rapporto lavorativo, si è voluto indagare l'effetto di fattori importanti come il tempo ed i vincoli contrattuali sul rapporto di lavoro, per avere così uno sguardo sul grado di sicurezza occupazionale in cui i nostri rispondenti versavano. Anche in questo caso, abbiamo operato una ricodifica delle modalità della variabile originale che ricomprendeva i diversi inquadramenti contrattuali dei lavoratori dipendenti (tempo indet. full/part time; tempo det. full/part time; apprendistato; collaboratore/progetto; occasionale/stagionale/voucher; stage/tirocinio), ottenendo l'indicatore bimodale sicurezza del rapporto lavorativo (sicuro/non sicuro). Il nostro campione, è apparso pertanto caratterizzato da una tipica situazione lavorativa fordista, in cui la stragrande maggioranza di lavoratori è dipendente (68,5%), e di questi ben l'80% può affermare di godere di un contratto che gli assicuri l'esistenza di una forma di garanzia lavorativa in termini spazio-temporali (tempo indeterminato full/part time).
Tab.8 – Stato occupazionale e sicurezza del rapporto di lavoro
Dal punto di vista del lavoro, abbiamo voluto approfondire meglio la conoscenza del
carattere dei nostri rispondenti, indagandone altre due dimensioni della loro vita lavorativa. Con il
termine carattere, intendiamo il tentativo di rilevare una parte di quell'irripetibile miscela tra la quantità e l'intensità di esperienze lavorative che ha contribuito a forgiare l'approccio al lavoro dei nostri attori. Perciò sono state prese in considerazione anche la storia lavorativa (in termini di stabilità/instabilità) e l'inclinazione professionale (nel senso di aver svolto professioni che hanno richiesto lo sviluppo o di una maggiore autonomia, o di una ferma ubbidienza o di discrete capacità riflessivo-culturali). Entrambi questi indicatori sono stati ottenuti per inferenza logico-semantica (tab.9). Il primo ha classificato come relativamente “stabili” quelle biografie lavorative che non hanno mai svolto più di tre tipi di lavoro differenti, mentre quelle che hanno visto l'alternarsi di più di quattro tipi di lavori marcatamente diversi sono state individuate come “instabili”. Invece, a seconda dello specifico tipo di lavoro svolto in prevalenza (dirigente, operaio, insegnante, artigiano, ecc.), si è provveduto a catalogare le attitudini predominanti richieste nella storia lavorativa del soggetto. Così, per esempio, a chi ha svolto in prevalenza ruoli manageriali o di autogestione del proprio lavoro è stata attribuita un'inclinazione all'autonomia, mentre chi ha occupato posizioni prettamente subordinate si è visto assegnare alla categoria inclinazione gerarchizzata, e chi invece ha svolto maggiormente lavori cognitivi connotati da una discreta autonomia operativo- organizzativa (insegnanti, istruttori, ricercatori, ecc.) è stato collocato nella modalità inclinazione
culturale. Questa tripartizione ha voluto riconoscere l'impatto sui nostri attori della combinazione
tra due fattori fondamentali della qualità lavorativa, come il grado di autonomia e di impegno cognitivo richiesti. Detto ciò, da questa prospettiva è emerso come il nostro campione sia segnato da una discreta stabilità esperienziale (ben il 60% dei rispondenti non ha mai svolto più di tre lavori
diversi), e da una preminenza di lavoratori abituati ad operare in un ambiente gerarchizzato. Dall'incrocio tra gli affiliati Mag6 ed i vari indicatori dimensionali non emergono informazioni di particolare rilievo rispetto al resto del campione. L'unica peculiarità che riteniamo rilevante mettere in evidenza la possiamo cogliere in modo intuitivo facendo ricorso agli odds ratio. Quanto influisce la propria inclinazione professionale sul fatto di essere socio Mag? Il rapporto di associazione tra soci ed inclinazione professionale è 2, il che ci rivela come nel passare da un'attitudine gerarchica ad una autonoma la propensione relativa ad associarsi alla Mag passi da 1,5 a 3, cioè raddoppi. Un dato sicuramente interessante per una cooperativa finanziaria che si nutre dell'intraprendenza dei suoi affiliati. Tuttavia, le informazioni sulla dimensione lavorativa ci saranno molto più utili nel proseguo di questa analisi, quando saremo chiamati a confrontarle con i dati sull'atteggiamento morale.
Tab.9 – Stato occupazionale e sicurezza del rapporto di lavoro
Un altro aspetto molto importante nell'abbozzare un affresco sulle principali caratteristiche del nostro campione riguarda il suo status di ricchezza materiale. Ricchezza che abbiamo ritenuto di cogliere attraverso la costruzione di tre indici diversi: situazione reddituale (redditi personali e familiari), situazione patrimoniale da rendite (risparmi, investimenti a basso rischio ed affitto) e
situazione patrimoniale da immobili (possesso di una casa ereditata, di una casa acquistata e/o di
più abitazioni). La situazione reddituale è stata costruita ordinando il nostro campione in quattro fasce di redditi medi annuali (sia per il singolo che per il complesso familiare): fino a 15mila euro; da 15milauno a 30mila; da 30milauno a 50mila; oltre 50milauno. I vari casi, poi, sono stati aggregati per ottenere un unico valore che esprimesse la situazione reddituale complessiva (tra redditi personali e familiari). Così, abbiamo definito “umile” una situazione reddituale dichiarata che, ad un reddito personale di non più di 15mila euro, associ al massimo un reddito familiare afferente alle prime tre fasce di reddito (quindi collocandosi al massimo tra 30milauno e 50mila euro annui). All'opposto, abbiamo indicato come “benestanti” quei casi in cui ad un reddito annuo personale che stia almeno tra i 30milauno ed i 50mila euro, si ricolleghi un reddito familiare che va da minimo 30milauno euro annui, ad oltre 50mila. In una fascia intermedia, che abbiamo chiamato “modesta”, si sono collocate invece tutte quelle combinazioni che aggregano sia i redditi personali compresi tra i 15milauno euro ed i 30mila con quei redditi familiari che non superano i 50mila, sia quei pochi casi che, a dei redditi personali tra i 30milauno ed i 50mila euro, vedono corrispondere redditi familiari per meno di 15mila euro. Il nostro campione è apparso così caratterizzato da una situazione reddituale complessiva tutto sommato relativamente umile (tab.9), con ben il 58% dei casi che si è collocato nella categoria più bassa dell'indice. È molto interessante anche l'indice di differenza percentuale tra il livello di ricchezza dei soci e quello dei non soci (tab.10). Questo indice mostra come l'incidenza dei soci decresca al crescere del livello di ricchezza, assumendo la forma di una relazione monotonica negativa. Questa indica come, rispetto al non essere soci, più la disponibilità di ricchezza aumenta più la propensione ad associarsi alla Mag6 diminuisce, eguagliando quasi il peso del numero dei non soci nella fascia benestante.
Tab.10 – Incidenza del livello di ricchezza sulla propensione ad essere soci
In ultimo, abbiamo ritenuto importante valutare complessivamente lo stato di ricchezza materiale del nostro campione con un indice più complesso, che fosse in grado di sintetizzare la multidimensionalità di questo concetto in un'unica tipologia. Questo indice lo abbiamo definito
capitale economico; ricalcando la classica distinzione marxiana tra capitale fisso (beni posseduti e
relative rendite) e capitale variabile (profitti e salari). In questo senso, il capitale economico è stato ottenuto dalla progressiva aggregazione logico-semantica degli indici precedenti della situazione reddituale e di quelle patrimoniali. L'indice presenta tre modalità (basso; medio; elevato), che corrispondono a loro volta a tre livelli di ricchezza crescenti. Un capitale economico “basso” indica la combinazione tra una situazione reddituale umile ed una situazione patrimoniale umile e/o modesta. Un capitale “elevato”, invece, è la sintesi di una situazione reddituale benestante intrecciata a tutte e tre le altre modalità di situazione patrimoniale (dall'umile alla benestante). Infatti, si sono considerati benestanti anche tutti quegli attori che, seppur versanti in uno stato patrimoniale umile (ad esempio, privi di rendite o di abitazioni di proprietà), beneficiano comunque di redditi annui superiori ai 50mila euro. Tutti gli altri casi, seguendo l'approccio esplicativo residuale adottato sinora, cadono nel mezzo di questi due estremi e, quindi, sono stati categorizzati con l'etichetta capitale economico “medio”. Dunque, abbiamo potuto constatare come il nostro campione sia principalmente dotato di un capitale economico umile (quasi la metà dei casi), mentre per un terzo di un capitale modesto e, per un rimanente 18%, elevato. Inoltre, ponendo in una tabella a doppia entrata come variabile indipendente l'indice di capitale economico, notiamo che anche in questo caso la distribuzione assume una forma lineare negativa. Questo significa che, come per il sotto-indice di situazione patrimoniale, anche la presenza di soci Mag6 diminuisce al crescere della fascia di capitale (tab.11). Insomma, aggregando la componente del capitale fisso, pare confermarsi il trend per cui l'incidenza dei soci Mag sembri essere inversamente proporzionale al crescere del livello di ricchezza materiale. Tuttavia, questo dato non sorprende affatto, anzi, rispecchia la principale caratteristica dell'ambiente culturale Mag, per cui il denaro è considerato un mezzo al servizio delle persone e non un fine in sé dell'agire economico. Anche se la disamina del chi-quadrato non lascia spazio a particolari deduzioni sulla presenza di un rapporto significativo tra fattori economici e tendenza ad associarsi in Mag6, possiamo comunque dire che, semanticamente, i
nostri dati riflettono la realtà valoriale da cui provengono.
Tab.11 – Influenza della disponibilità economica sull'appartenenza alla Mag6