• Non ci sono risultati.

Raccolta ed Analisi dei dat

IL PROFILO GENERALE DEL CAMPIONE INTERVISTATO

3. Stato civile e capitale culturale

Guardando ad altre caratteristiche personali (tab.5a) notiamo che quasi la metà del campione è coniugato, appartenendo ad un nucleo familiare formalizzato. Inoltre, se operiamo un'aggregazione dei dati dividendo in due gruppi i nostri soggetti (accompagnati, single), possiamo accorgerci di come quasi il 60% dei casi sia implicato in una relazione di coppia stabilizzata (sposato o comunque convivente). Prendendo in considerazione anche gli indicatori che ci descrivono lo stato familiare dei rispondenti (presenza di figli e/o fratelli e sorelle), possiamo costruire un indicatore dimensionale del capitale familiare (tab.5a).116 Ci accorgiamo così che la distribuzione dei nostri

intervistati per quantità di familiari è piuttosto omogenea, dividendosi in tre gruppi quasi percentualmente equivalenti. Dove è presente l'esistenza di un solo tipo di risorsa familiare (o fratelli/sorelle, o figli/e, o coppia), il capitale a disposizione del soggetto è stato definito “basso”. All'opposto, abbiamo ritenuto che la presenza di tutte e tre queste figure parentali mettesse a disposizione un capitale familiare “elevato”, in termini di possibili risorse relazionali. Da questo punto di vista, dunque, quasi il 70% del nostro campione gode di un capitale familiare medio- elevato che, unitamente al fatto che ben il 60% dichiara di avere in corso una relazione di coppia, ci permette di osservare come siamo in presenza di un gruppo sociale in cui la famiglia gioca un ruolo ancora molto importante come istituzione sociale. Entrando nel dettaglio, dall'intreccio tra la base sociale ed il capitale familiare, ci accorgiamo che a parità numerica il capitale familiare dei soci Mag6 è mediamente più elevato di quello dei non soci, quali invece decrescono all'aumentare del capitale familiare (tab.5b)

Tab.5a – Condizione e capitale familiare degli intervistati

116Per capitale familiare, si è inteso qui, in senso piuttosto restrittivo ed esemplificativo, la presenza o l'assenza di alcuni soggetti appartenenti direttamente al nucleo familiare di primo grado dell'attore; sui quali egli può contare direttamente in caso di bisogno economico o di sostegno materiale. Siamo pertanto consci dell'assenza di un solido riferimento alla letteratura competente, avendo piegato la definizione operativa di questo concetto alle nostre peculiari esigenze analitiche.

Tab.5b – Capitale familiare e soci Mag6

Per ciò che concerne il grado d'istruzione dei nostri attori, abbiamo preso in considerazione le classiche dichiarazioni afferenti ai titoli di studio (tab.6). Qui è possibile osservare come il livello scolastico sia piuttosto elevato, data una moda che vede il 52,1% degli intervistati in possesso di almeno un titolo di laurea, ed il 38,1% di un diploma quinquennale. Nonostante l'indice di eterogeneità relativa sia piuttosto alto117, l'osservazione delle frequenze ci consente di notare una

sostanziale distribuzione dei casi principalmente fra le due modalità apicali, possesso di un diploma e di titoli post-diploma (90,2%).

Tab.6 – Titoli di studio

Tuttavia, abbiamo ritenuto utile ricercare una modalità di rilevazione della preparazione e 117L'indice di eterogeneità relativa è una classica misura della variabilità nella descrizione di variabili categoriali. Questo indice descrive quanto le nostre unità si disperdano più o meno omogeneamente sulle modalità che la variabile può assumere, tenendo presente il loro numero. La formula dell'indice è la seguente: Er= 1- (k*Ʃp12/k-1). Dove k sono le modalità della variabile e p1 ciascuna percentuale ponderata sul totale (Corbetta, 2003, Niero, 2005). L'indice varia tra una variabilità minima in 0, ed una massima in 1. Nel nostro caso Er= 0,6905616.

della conoscenza culturale dei nostri attori, che non fosse solamente quella codificata dagli

entitlement ufficiali. Infatti, siamo profondamente convinti che il titolo di studio istituisca una

posizione sociale sul mercato formativo e su quello del lavoro, ma non sia assolutamente esaustiva delle conoscenze e della vivacità intellettuale di una persona. Per questo motivo, seppur con tutti i limiti del nostro sondaggio esplorativo, sulla scorta dell'accezione che ne dà Pierre Bourdieu (Bourdieu, 1983, Paolucci, 2011), abbiamo preso in considerazione anche altri indicatori di quello che abbiamo chiamato capitale culturale. Il grande sociologo francese operò una lettura strutturalista e neo-marxista del concetto di cultura, assimilandone la multidimensionalità all'idea marxiana di capitale. Egli distinse infatti l'accumulazione del capitale culturale in capitale culturale

oggettivato (i titoli di studio per l'appunto) e capitale culturale incorporato (saperi e schemi

mentali) (Bourdieu, 1990). Ed è proprio a quest'ultima concezione che ci siamo rifatti per individuare alcuni indicatori che ci fossero utili a tratteggiare il nostro indice di capitale culturale. Tuttavia, abbiamo volutamente tralasciato la dimensione più critica e complessa da tradurre operativamente del concetto bourdieusiano di capitale culturale incorporato: quella afferente all'eredità strutturale e statica dell'habitus, e dei suoi schemi mentali acquisiti. Per questo motivo, per capitale culturale intendiamo qui tutto quel bagaglio variabile di saperi, conoscenze ed esperienze che, insieme agli studi scolastici, fotografa una prima istantanea dello stato cognitivo di un soggetto.

Abbiamo così cercato di catturare questa immagine attraverso l'impiego di altri quattro indicatori: la frequenza di corsi o laboratori formativi di varia natura, la partecipazione ad

occasioni di formazione e/o di scambio culturale saltuarie (convegni, workshop, seminari, ecc.), la presenza di un'esperienza minima di vita all'estero (almeno sei mesi continuativi) ed, infine, la ricognizione di alcune abitudini legate al consumo culturale contemporaneo (frequenza di lettura di

libri, giornali, riviste, documentazione on-line, frequentazione di musei, cinema, teatri e viaggi per interessi personali). Incontri, conoscenze, esperienze, frequentazioni, contaminazioni e suggestioni, tutto questo ha per noi integrato la dimensione istituzionalizzata dei titoli scolastici in un idea tridimensionale un poco più complessa di capitale culturale (tra dichiarato e percepito). Questa idea è stata poi concretizzata attraverso la costruzione di un indice tripartito (tab.7a), grazie alla progressiva aggregazione semantica dei valori dei diversi indicatori ricodificati (Di Franco, 2005). Qui forniamo la descrizione del contenuto dell'indice nelle sue modalità estreme. In questo senso, si è considerato “basso” un capitale culturale costituito dal possesso di nessun titolo di studio o di titoli non particolarmente elevati (fino al diploma compreso), dall'assenza di partecipazione a corsi, da una bassa partecipazione ad occasioni formative (meno di 5 volte all'anno), dalla mancanza di un'esperienza significativa di vita all'estero, da una bassa fruizione di materiale culturale (libri, riviste e giornali di informazione, documentazione on-line) e da una scarsa cadenza in termini di frequentazione di luoghi culturali (teatri, cinema, viaggi, musei).118 Allo stesso modo, sempre per

nostra costruzione a somma-semantica, si è ottenuta la condizione di capitale culturale “elevato”, 118Per la rilevazione degli atteggiamenti culturali, ci siamo avvalsi dell'uso del metodo delle scale a somma di punteggio o scale Likert (Corbetta, 2003, Niero, 2005). In questo caso, la scala era composta da quattro modalità di frequenza [mai, poco, abbastanza, spesso], successivamente ricodificate nella dicotomia poco e frequentemente, e da 5 items. L'intenzione, infatti, è stata quella di spaccare il campione in due gruppi di risposte, lasciando meno margine all'incertezza tipica delle autovalutazioni sul livello culturale (la cosiddetta, attrazione del medio). Avendo operato sostanzialmente una classificazione delle risposte, e non una loro quantificazione, abbiamo ottenuto delle variabili ordinali (e categoriali dopo la ricodifica). In questo senso, la presenza di più dimensioni non quantificate, non ci ha reso possibile effettuare la classica item analysis attraverso la correlazione reciproca degli elementi (correlazione elemento-scala, Corbetta, 2003). Tuttavia, si è ritenuto importante controllare lo stesso il tipo di dimensionalità della scala, cioè la presenza di items e concetti diversi. A questo scopo, abbiamo operato un'analisi delle componenti principali con rotazione varimax, che ci ha confermato la natura tridimensionale della nostra scala, individuando sostanzialmente tre fattori concettuali latenti (la lettura, la frequenza ed il viaggio). Abbiamo così ottenuto un modello di scaling multidimensionale. Questa multidimensionalità era nelle nostre intenzioni fin dall'inizio e, data la natura esplorativa e classificatoria della nostra indagine, non ha rappresentato un ostacolo nell'aggregazione con le altre variabili, in quanto essa è avvenuta per induzione semantica e non per forza statistica.

caratterizzata dal possesso di titoli di studio pari o superiori alla laurea, dall'attuale frequentazione di corsi formativi, da un'alta partecipazione ad occasioni istruttivo-informative (più di 10 all'anno), da un'esperienza di più di sei mesi di vita all'estero e, da un consumo di materiali e luoghi culturali sostenuto (legge, si documenta, va al cinema, teatro, ecc., e viaggia con frequenza). Tutte le risposte che sono cadute nel mezzo di questi due estremi sono state classificate con la modalità capitale culturale “medio”. Alla luce di quanto detto, possiamo constatare di trovarci davanti ad un campione caratterizzato da un capitale culturale “mediamente elevato” (vd. Moda); come d'altronde mostra anche il confronto tra le percentuali cumulate dei valori “medio” e “basso” (54,9%) e quella del valore “elevato” (45%). In questo caso, inoltre, non sussistono particolari differenze tra il capitale culturale posseduto da chi è socio Mag e chi non lo è, né il fatto di essere associati o meno incide sul tipo di capitale in dotazione (tab.7b).

Tab.7a – Indice di capitale culturale

Tab.7b – Confronto tra le variabili capitale culturale e socio Mag6

Outline

Documenti correlati