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cosa: spazio di incubazione leggera rivolto ad imprese ad alto

2.4 VALUTAZIONI CONCLUSIVE SULLE BUONE PRATICHE

2.4.7 Considerazioni final

Lo studio effettuato su alcune esperienze e pratiche particolarmente significative ci ha permesso, come è già stato illustrato nelle parti precedenti, di effettuare valutazioni comparative volte ad approfondire gli esiti e le dimensioni operative maggiormente rilevanti e critiche di queste esperienze. Il percorso d’interpretazione e valutazione così strutturato ha permesso di guardare alle esperienze pratiche con un duplice occhio d’interesse. Se da un lato valutare le pratiche ha infatti significato approfondirne gli esiti e gli impatti generati (innovazione sociale nei contenuti), dall’altro il percorso di valutazione ha rappresentato anche il mezzo attraverso cui indagare e approfondire alcune dimensioni particolarmente significative, in grado di incidere operativamente sul successo delle diverse pratiche (innovazione sociale nei percorsi). In particolare lungo questa seconda linea d’interesse sono emersi molteplici elementi e dimensioni significative, in relazione agli indicatori di valutazione selezionati, e la cui utilità è stata strumentale alla strutturazione dei successivi ragionamenti. In questo senso aspetti come la necessità di predisporre adeguate infrastrutture fisiche, il ruolo svolto da amministrazioni e istituzioni pubbliche, l’importanza di relazioni dirette con i territori rappresentano solo alcuni degli elementi emersi nel percorso di valutazione e che hanno ricoperto un ruolo decisivo nello sviluppo delle esperienze e dei processi considerati.

Nonostante il carattere fortemente integrato delle diverse dimensioni approfondite nel processo di valutazione, e la difficoltà di considerarle in autonomia, emergono in questa direzione di ricerca alcune dimensioni particolarmente significative, in grado di incidere in maniera evidente sullo sviluppo di diversi percorsi progettuali. Si nota, infatti, come le dimensioni di sostenibilità economica e gestionale, di miglioramento sociale nel contesto territoriale e di innovazione processuale, ricoprano un ruolo particolarmente cruciale all’interno delle diverse esperienze considerate. In questo senso rappresentano tre nodi particolarmente critici e che portano a riconoscere come dimensioni economiche, sociali e relazionali/istituzionali Fig.30 Le dimensioni di scalabilità fanno riferimento alle

capacità, da parte delle diverse esperienze e pratiche, di espandere e allargare le proprie attività, accrescendo il proprio ruolo all’interno del contesto di riferimento, o in diversi contesti territoriali (dimensioni di replicabilità); le dimensioni di scalabilità si legano perciò strettamente alle capacità dimostrate nella predisposizione di efficaci modelli di sostenibilità economica e gestionale, e nella generazione di efficaci ricadute sui contesti d’intervento. Esperienze come Social Impact Lab (nella foto) sono state in grado di accrescere la propria rilevanza all’in- terno del contesto originario e di espandere le proprie attività in contesti territoriali differenti.

risultino estremamente integrate, nel campo delle pratiche, e siano in grado di indicare possibili direzione di sviluppo della tematica.

Le diverse dimensioni significative (economiche, sociali, processuali) evidenziano inoltre come, all’interno delle pratiche ed esperienze socialmente innovative siano emerse, e stiano ancora emergendo dinamiche inedite. In particolare si può notare come le diverse esperienze presentino caratteri di originalità sia negli esiti (funzioni e attività promosse), che nei percorsi di sviluppo adottati. Se infatti le funzioni dei diversi spazi si sono andate evolvendo negli anni (da incubatori d’impresa e centri di comunità, verso modelli maggiormente ibridi), principalmente attraverso percorsi d’innovazione interni alle specifiche esperienze (bandi, finanziamenti, impatti sociali), i processi di sviluppo ed espansione delle pratiche sono stati fortemente condizionati dalle relazioni con soggetti diversi (economici, sociali, istituzionali).

In particolare lungo le dimensioni di sostenibilità economica e di miglioramento sociale le diverse esperienze considerate hanno mostrato tendenze fortemente innovative, in relazione anche ai rapporti costruiti con soggetti diversi (si pensi ad esempio al ruolo delle fondazioni), che hanno portato alla costruzione e strutturazione di modelli ibridi, capaci di integrare necessità/opportunità economiche e finalità sociali. Dall’altro lato in quasi tutte le esperienze considerate i maggiori aspetti di innovazione, in grado di esercitare una notevole influenza sui percorsi di sviluppo, sono emersi tuttavia nei percorsi di interazione e scambio intrapresi con soggetti istituzionali e di diversa natura. In questo senso si può comprendere come inediti percorsi processuali e istituzionali rappresentino un nodo critico significativo, che non può essere efficacemente ricompreso unicamente dal lato delle esperienze.

Le innovazioni di carattere processuale infatti portano ad emergere il ruolo decisivo svolto, all’interno di questi percorsi socialmente innovativi, in particolare dalle istituzioni pubbliche; la capacità infatti di considerare e riconoscere il valore generato da queste esperienze, e la strutturazione di nuovi strumenti e forme d’intervento da parte di soggetti di natura pubblica, ha rappresentato in molte esperienze il principale elemento d’innovazione. Questa dimensione significativa (innovazione processuale) risulta tuttavia solo in parte affrontabile efficacemente dal lato delle esperienze, necessitando piuttosto di capacità strategiche e di orientamento da parte delle amministrazioni pubbliche, che siano in grado di riconoscere il valore dei percorsi di produzione pubblica informali, promossi dal lato delle pratiche.

In questa direzione interpretativa emergono interessanti e potenziali relazioni tra pratiche socialmente innovative, e politiche formali elaborate da soggetti pubblici; in particolare alla scala urbana si nota un progressivo allontanamento, da parte di soggetti pubblici (all’interno di diversi contesti nazionali), da modalità consolidate di produzione ed erogazione diretta di servizi e interventi d’interesse collettivo. Risulta perciò interessante, nel momento in cui si intende approfondire il campo di azione e possibilità nel contesto milanese, provare a indagare i potenziali spazi di sovrapposizione e scambio tra esperienze e pratiche socialmente innovative, e il campo delle politiche urbane e pubbliche. In particolare percorsi d’innovazione istituzionale, relazionale e processuale tra soggetti pubblici e pratiche locali, possono condurre a un’efficace valorizzazione degli effetti e impatti pubblici generati da queste esperienze, in grado di indicare potenziali direzioni per l’elaborazione di inedite politiche urbane socialmente innovative.

Gli spazi e le esperienze pratiche di innovazione sociale, in questo senso, si configurano quindi come elementi puntuali d’aggregazione di necessità e opportunità emergenti alla scala locale e urbana, in grado di rendere evidente il potenziale campo d’azione e di far interagire operativamente soggetti eterogenei per natura, interessi e finalità perseguite. In questa direzione interpretativa si può osservare come siano particolarmente rilevanti le tendenze d’innovazione emerse nel campo delle esperienze, tendenze queste che hanno radicalmente trasformato la questione, e i potenziali rapporti tra pratiche e politiche urbane. Se infatti esperienze tradizionali socialmente finalizzate (centri di comunità, spazi di aggregazione giovanile) oppure economicamente orientate (incubatori d’impresa) hanno rappresentato, dal lato pubblico, voci di spesa in termini di risorse economiche necessarie, le esperienze inedite e ibride di innovazione sociale rappresentano al contrario, anche per i soggetti pubblici, opportunità pratiche di sviluppo locale e urbano stante il forte valore collettivo generato. Risulta quindi interessante provare a indagare le relazioni possibili tra politiche urbane formali, promosse da soggetti pubblici, e politiche di produzione pubblica di fatto, elaborate da soggetti, pratiche ed esperienze di innovazione sociale. Riconosciute le capacità e le tendenze all’innovazione emergenti, e in parte già emerse, dal lato delle esperienze pare

quindi interessante concentrarsi, nei successivi capitoli di questo documento, sulle dimensioni processuali e istituzionali di questi possibili percorsi di innovazione sociale, alla scala urbana e locale.

Nei capitoli successivi si proverà quindi a riflettere, a partire dalle considerazioni emerse in questo capitolo, sugli aspetti e le dimensioni di sviluppo delle tematiche di innovazione sociale, in particolare nella loro traduzione e declinazione all’interno del contesto amministrativo, istituzionale, sociale e territoriale milanese.

Nello specifico si tenterà di approfondire il campo delle politiche urbane e di produzione pubblica, tentando di riconoscere il ruolo ricoperto, o potenzialmente ricopribile, da istanze e approcci innovativi emergenti dalla società. In questa direzione interpretativa sarà quindi interessante osservare e approfondire gli strumenti e le modalità di interazione e intervento elaborati da soggetti di natura pubblica e non pubblica, tentando di comprendere come possano integrarsi interessi e attori diversi, per la predisposizione di soluzioni e percorsi di sviluppo a supporto dell’innovazione, e in risposta a necessità e opportunità emergenti nella società.

Parte III. Policy urbane e pratiche socialmente innovative:

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