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2.4 VALUTAZIONI CONCLUSIVE SULLE BUONE PRATICHE

2.4.3 Sostenibilità economica

Come è già emerso nei paragrafi precedenti, gli aspetti e i meccanismi di sostenibilità economica e gestionale impostati dalle diverse esperienze risultano determinanti nello sviluppo e nella promozione di prodotti, servizi e processi socialmente innovativi. Il successo o l’insuccesso delle diverse pratiche e i risultati perseguibili, soprattutto nel medio-lungo periodo, sono infatti largamente dipendenti dai meccanismi economici e gestionali impostati.

La natura dei soggetti promotori di pratiche ed esperienze fisiche socialmente innovativi e la provenienza delle risorse economiche sono in stretta correlazione. In particolare, le esperienze considerate si differenziano in modo netto nella predisposizione di meccanismi di sostenibilità economica a seconda del ruolo svolto dai soggetti pubblici e istituzionali all’interno delle diverse pratiche, e dalla prevalenza o meno della dimensione privata nel perseguimento delle finalità sociali da parte dei diversi spazi. A partire da queste considerazioni, all’interno delle molteplici esperienze approfondite sono stati individuati tre diversi modelli economici e gestionali. Queste diverse modalità di sostentamento economico, attuate dalle diverse esperienze, risultano determinanti per le possibilità di sviluppo, e quindi di successo, di ciascuna pratica presa in considerazione.

Entrando nel merito della questione, alcune delle esperienze approfondite (Cerc, Mcae, San Salvario) si caratterizzano per la strutturazione di deboli meccanismi di sostenibilità economica, in quanto larga parte delle loro attività e funzioni sono finanziate attraverso capitali e investimenti di natura pubblica. Quindi queste esperienze, in grado di generare notevoli risultati e impatti in termini di valore sociale creato nei territori, risultano estremamente carenti nell’impostazione di efficienti meccanismi di sostentamento economico per le loro attività, in grado di garantirne il funzionamento nel medio-lungo periodo.

configurano perciò come voci di spesa per le istituzioni e le amministrazioni pubbliche che le sostengono economicamente. Inoltre questi investimenti da parte dei soggetti pubblici non sono effettuati in un’ottica di ritorno economico diretto e si caratterizzano piuttosto come investimenti a fondo perduto, il cui ritorno non è valutabile in termini economici, quanto piuttosto a partire dagli impatti generati e dal miglioramento sociale prodotto per la collettività e i territori interessati. Le iniziative promosse o sostenute economicamente da soggetti pubblici possono comunque essere estremamente efficaci, in grado di generare ottimi esiti (si vedano, a titolo esemplificativo, i risultati ottenuti dall’esperienza Mcae), ma le cui condizioni di funzionamento e perseguimento degli obiettivi ricercati risultano assolutamente dipendenti dalle possibilità economiche, attuali e future, dei soggetti pubblici.

In questo quadro di riferimento non si può quindi non considerare la congiuntura economica attuale, che ha comportato grosse riduzioni delle possibilità di spesa da parte di soggetti e istituzioni pubbliche e maggiori difficoltà nel sostentamento dei sistemi di welfare attuali e nella fornitura di servizi alla cittadinanza. Appare quindi difficile, allo stato attuale, immaginare che queste esperienze possano continuare a sostenersi principalmente attraverso investimenti di natura pubblica, considerevoli e duraturi, non riuscendo in questo modo a garantire un funzionamento e una prosecuzione efficaci delle attività svolte, in particolare nel medio-lungo periodo.

Queste difficoltà comportano la necessità, per le esperienze considerate, di innovarsi nelle modalità e nei meccanismi di sostentamento economico adottati per riuscire a proseguire le proprie attività anche in assenza delle risorse pubbliche destinate al loro sostentamento o in presenza di una notevole riduzione di esse. Le difficoltà emerse rappresentano anche alcune delle cause che rendono le esperienze considerate difficilmente replicabili e scalabili all’interno di contesti territoriali diversi da quelli originari, stante la necessità di ingenti investimenti pubblici e l’importanza riconosciuta ai framework normativi e politici di riferimento.

All’interno della casistica presa in esame emergono alcune esperienze (Next Hamburg, Fab) caratterizzate dall’impostazione di meccanismi e modalità di sostentamento economico ibridi. Queste pratiche infatti risultano, allo stato attuale, sostenute da efficaci modelli economici e gestionali, in grado di garantirne il funzionamento anche nel medio-lungo periodo, seppure in modo non del tutto autosufficiente, in particolare nelle fasi di innesco e di start-up. Diverse sono infatti le esperienze promosse e sostenute inizialmente con investimenti erogati da soggetti pubblici, in grado di garantire, nelle fasi di avvio, le risorse economiche necessarie per il pieno sviluppo delle iniziative e degli approcci promossi.

Queste esperienze e queste pratiche risultano particolarmente interessanti per la logica di investimento perseguita dai soggetti pubblici, che si discosta in modo evidente da modelli di sovvenzionamento e sostentamento pubblico puro rivolti verso quei soggetti ed esperienze in grado di generare effetti positivi per la società (modello tipico del settore no-profit classico). I meccanismi impostati si muovono piuttosto verso una logica di investimento pubblico nel breve termine, finalizzato al supporto iniziale a quelle pratiche e attività in grado di generare risultati e impatti considerevoli nel medio- lungo periodo, esiti della predisposizione di forme di auto-sostenibilità economica in grado di permettere il funzionamento autonomo delle attività promosse (modello tipico dei bandi promossi da fondazioni bancarie come Fondazione Cariplo, ad esempio).

Queste modalità di investimento da parte dei soggetti pubblici risultano particolarmente interessanti, efficaci e innovative, in quanto in grado di discostarsi da modelli di finanziamento di natura esclusivamente pubblica, che stanno attualmente evidenziando tutti i loro limiti. L’efficacia dei modelli basati su logiche di investimento da parte dei soggetti pubblici risulta evidente solamente se considerata in una dimensione temporale ridotta costringendo, in questo modo, le diverse esperienze a sviluppare meccanismi di sostenibilità propria per le attività promosse, che si muovano sempre di più verso l’indipendenza da fonti di finanziamento pubbliche.

Infine è possibile osservare e individuare, all’interno della casistica presa in esame, alcune esperienze e pratiche (Social Impact Lab, The Accelerator, Eutokia, Hub, Make a Cube3) caratterizzate dalla predisposizione

e dall’impostazione di efficaci meccanismi di sostenibilità economica, in grado di permettere il sostentamento autonomo delle attività promosse. Tuttavia tali modelli di funzionamento economico e gestionale, seppur accomunati

dal perseguimento di obiettivi di autosostentamento, appaiono diversi per impostazione e meccanismi adottati.

Alcune delle esperienze approfondite riescono a finanziare le proprie attività attraverso l’attrazione di capitali e investimenti di natura privata, altre sono state avviate con capitali pubblici ma hanno subito impostato solidi modelli gestionali per permettere la sostenibilità autonoma delle proprie attività, altre ancora risultano avviate e sostenute da capitali privati propri dei soggetti promotori o del network di riferimento, infine altre si sostengono attraverso i canoni e gli affitti richiesti ai fruitori. Questa categoria di molteplici esperienze caratterizzate dalla predisposizione di efficaci meccanismi di sostenibilità economica risulta essere quella dove emergono maggiori possibilità di replicare e scalare le esperienze in contesti differenti rispetto a quelli originari. La capacità, dimostrata da alcune delle esperienze studiate, di riuscire a coniugare la generazione di impatti socialmente positivi ed efficaci meccanismi di sostentamento economico risulta infatti in grado di favorire processi di scalabilità e replicabilità delle esperienze, oltre a permetterne il funzionamento anche nel medio-lungo periodo.

Alcune delle esperienze prese in considerazione (Social Impact Lab, Enviu, Hub) fanno infatti riferimento a network nazionali/internazionali di soggetti, strutture e spazi di innovazione sociale e risultano perciò fortemente replicabili avendo impostato il proprio modello gestionale ed economico, oltre che i propri obiettivi, tenendo conto delle dimensioni di replicabilità e scalabilità delle esperienze promosse, a partire dalla condivisione di informazioni e risorse conoscitive all’interno delle reti di cui fanno parte.

È proprio all’interno di questa terza categoria di modelli gestionali ed economici promossi dalle esperienze considerate, che si possono individuare e osservare le reali possibilità e opportunità generabili attraverso la promozione e lo sviluppo di istanze di innovazione sociale all’interno dei contesti urbani. Queste pratiche ed esperienze dimostrano infatti come l’innovazione sociale possa ritagliarsi il proprio ruolo e spazio all’interno di dinamiche di mercato che, ignorando o non considerando adeguatamente alcune questioni di interesse collettivo (quali problematiche sociali, culturali e ambientali), non risultano in grado di predisporre soluzioni efficaci. Il ruolo che queste pratiche di innovazione sociale possono ricoprire è quindi strettamente rapportato alla competitività, da un punto di vista gestionale ed economico, delle soluzioni e dei meccanismi di funzionamento predisposti. Essendo infatti maggiormente inserite all’interno dei meccanismi di mercato, queste esperienze risultano in grado di generare impatti ed esiti socialmente innovativi nel lungo periodo. La sostenibilità delle azioni e delle attività promosse da queste pratiche deriva infatti dalla capacità di riuscire a coniugare e integrare contemporaneamente questioni e obiettivi di natura sociale, ambientale ed economica all’interno di uno stesso framework di riferimento e dalla predisposizione di soluzioni efficaci a domande sottostimate (o non soddisfatte) né da soggetti pubblici né da soggetti privati.

Infine appare utile sottolineare come l’analisi dei meccanismi di sostenibilità economica impostati dalle esperienze considerate ci induca a riflettere e a sottolineare, ancora una volta, l’importanza delle dimensioni processuali di queste iniziative e delle relative modalità di funzionamento per il perseguimento di obiettivi di

natura sociale e miglioramento collettivo.

Fig.27 La sostenibilità economica rappresenta una

dimensione assolutamente cruciale, e fa riferimento alle capacità dimostrate, dalle diverse pratiche, nell’impo- stazione di meccanismi economici e gestionali in grado di garantirne il funzionamento autonomo nel medio-lun- go periodo; esperienze come The Accelerator (nella foto) riescono a sostenersi, ad esempio, attraverso la strutturazione di partnership con soggetti privati, e grazie alle commissioni che il soggetto promotore (The

Young Foundation) riceve da soggetti privati e istituzioni

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