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dove: Luton (Londra), Inghilterra cosa: centro di comunità per la

riorganizzazione e lo sviluppo di

servizi di quartiere, finalizzati alla

promozione di coesione sociale

quando: dal 1999 (dal 2011

nuova sede)

risultati:

creazione valore sociale diretto

creazione valore sociale indiretto

sostenibilità economica

miglioramento sociale nel

contesto territoriale

innovazioni processuali

scalabilità

33 Marsh Farm Futures, working for all the community - annual report 2009/2010 (content.yudu.com/Li-

brary/A1nvkk/MarshfarmAnnualRepor/resources/19.htm).

da insediare all’interno dello spazio: sono state individuate cinque tematiche principali (occupazione, educazione, criminalità, salute, housing e ambiente) in relazione agli obiettivi del programma nazionale di rigenerazione urbana, a cui si sono aggiunti altri due temi (servizi di quartiere e minoranze etniche) collegati alle specificità del contesto. Il lavoro svolto è stato continuativo e ha impegnato personale stipendiato e abitanti del quartiere, sia come volontari che come rappresentanti degli interessi della comunità. Attualmente il CERC di Marsh Farm ospita al suo interno diverse attività, quali un asilo, un centro informativo, una biblioteca, un centro per l’impiego, sportelli per i servizi sociali, sedi di associazioni etniche e comunitarie. Oltre alle attività insediate in modo permanente, sono state promosse alcune iniziative di carattere provvisorio (mercato coperto, corsi di danza, teatro e musica), oltre ad attività promosse attraverso l’inseri- mento lavorativo dei residenti disoccupati (uno studio musicale, un caffè-ristorante, un’officina). Alcuni degli spazi disponibili sono inoltre affittati per eventi esterni (riunioni, assemblee e workshop) mentre sono presenti ancora alcuni spazi “grezzi” per i quali non è ancora stata prevista una destinazione. Il progetto rappresenta un interessante caso studio per la prospettiva community-based adottata, volta a integrare un approccio capacity building (valorizzazione e integrazione delle risorse disponibili) con una visione della partecipazione che si discosta dal modello tradizionale (consensus

building) e viene intesa invece come veicolo per il riconoscimento, la promozione e il

rafforzamento delle condizioni esistenti, verso lo sviluppo di potenzialità locali già presenti. A tal fine è risultata strategica e determinate, per un adeguato sviluppo del processo, la disponibilità di uno spazio interno al quartiere, a cui ricondurre l’immagina- rio della comunità locale e sul quale fare alcune sperimentazioni. All'interno di questo spazio vengono promossi risultati ed esiti visibili e immediati del processo di coinvolgi- mento e partecipazione della comunità. In particolare, per permettere l’immediata attivazione del processo e dello spazio, MFCDT si è dedicata a sviluppare due strutture organizzative incaricate di sviluppare progetti per i nuovi servizi del quartiere:

- Da una parte, un consiglio di quartiere composto ed eletto dagli abitanti, incaricato di nominare un consiglio di amministrazione e otto community manager. A partire dalle proposte formulate da questi ultimi è stato organizzato un lavoro di consultazione e confronto con i residenti, che ha portato a definire nel dettaglio alcune proposte proget- tuali condivise per nuovi servizi da insediare presso l’hub;

- Dall’altra, è stata organizzata una prima impresa pilota, composta dagli attivisti locali più dinamici, incaricata di lavorare e di creare le condizioni per agevolare la nascita di nuove imprese comunitarie presso l’hub. Questo processo ha visto il coinvolgimento di residenti disoccupati attraverso l'esame delle competenze attualmente disponibili nel quartiere, identificando possibili temi d’impresa e organizzando percorsi progettuali e formativi specifici.

Fonti: Cottino P., Lanza M., “La creatività giovanile per il territorio - una nuova sfida per

l’impresa sociale”, urban-reuse.eu

Il CERC (Community Enterprises and Resources Center) è un incubatore di imprese autogestite, finalizzato alla riorganizzazione dei servizi locali di

Marsh Farm, quartiere periferico di Luton in Gran Bretagna. La storia dello

spazio è strettamente legata ai successivi sviluppi progettuali e processuali che hanno interessato il sito. Il CERC è localizzato presso un’ex fabbrica di materiale elettrico, che a suo tempo aveva portato alla nascita e allo svilup- po del quartiere Marsh Farm, da essa strettamente dipendente. In seguito alla crisi industriale, la zona è diventata particolarmente degradata, caratte- rizzata da una popolazione povera e multietnica, giovane e disoccupata. Nel 1998 ha inizio la dismissione della fabbrica (12.000 m2) e vengono avanzate le prime proposte di riutilizzo della struttura da parte di associa- zioni e gruppi di abitanti attivi nel quartiere, tra cui un’associazione di giova- ni residenti che propone la destinazione dell’edificio a centro per la comu-

nità, destinato a ospitare “progetti di auto-inclusione autogestiti dagli abitanti”.

Nel 1999 le diverse organizzazioni di quartiere, insieme alle principali istituzioni locali (Municipalità di Luton, Università, Polizia Locale) formano un’Agenzia per lo Sviluppo Locale denominata Marsh Farm Community

Development Trust (MFCDT) e si aggiudicano i finanziamenti legati a un

programma di rigenerazione urbana di rilevanza nazionale. Con questi fondi (48 milioni di sterline) acquistano la fabbrica e iniziano a trasformarla in un centro con l'obiettivo di coinvolgere la popolazione e attivare imprese di quartiere, il CERC appunto.

Nel 2009 l’Amministrazione Locale di Luton delibera la demolizione della vecchia fabbrica e lo spostamento del CERC in una nuova struttura, appo- sitamente costruita per ospitare i servizi e le attività del community hub. La demolizione della vecchia struttura e lo spostamento nel nuovo fabbricato avvengono nel 2010-2011 cercando di limitare al minimo il periodo di sospensione delle attività del CERC[33].

Questa esperienza pioneristica di community hub si pone come ambito innovativo per lo sviluppo di politiche rigenerative di carattere urbano. Il coinvolgimento diretto degli abitanti e delle organizzazioni locali nell’utilizzo quotidiano dello spazio è finalizzato al perseguimento di una riorganizza-

zione del sistema locale dei servizi al quartiere. La volontà è quella di

creare un luogo di riferimento per lo sviluppo di forme di democrazia parte- cipata a cui affidare alcune decisioni chiave rispetto ai servizi da importare dall’esterno e l'utilizzo degli spazi per l’attivazione di imprese erogatrici di servizi, autogestite e che valorizzino le competenze degli abitanti e di alcune popolazioni svantaggiate, quali i disoccupati e i giovani, integrando- le con specifici percorsi formativi. Il processo si pone l'obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e garantire un'occasione di emanci- pazione dei residenti superando la dipendenza dai sussidi di disoccupazio- ne.

CERC, Luton

community hub per lo sviluppo di servizi di quartiere

CERC

dove: Luton (Londra), Inghilterra

cosa: centro di comunità per la

riorganizzazione e lo sviluppo di

servizi di quartiere, finalizzati alla

promozione di coesione sociale

quando: dal 1999 (dal 2011

nuova sede)

risultati:

creazione valore sociale diretto

creazione valore sociale indiretto

sostenibilità economica

miglioramento sociale nel

contesto territoriale

innovazioni processuali

scalabilità

33 Marsh Farm Futures, working for all the community - annual report 2009/2010 (content.yudu.com/Li-

brary/A1nvkk/MarshfarmAnnualRepor/resources/19.htm).

da insediare all’interno dello spazio: sono state individuate cinque tematiche principali (occupazione, educazione, criminalità, salute, housing e ambiente) in relazione agli obiettivi del programma nazionale di rigenerazione urbana, a cui si sono aggiunti altri due temi (servizi di quartiere e minoranze etniche) collegati alle specificità del contesto. Il lavoro svolto è stato continuativo e ha impegnato personale stipendiato e abitanti del quartiere, sia come volontari che come rappresentanti degli interessi della comunità. Attualmente il CERC di Marsh Farm ospita al suo interno diverse attività, quali un asilo, un centro informativo, una biblioteca, un centro per l’impiego, sportelli per i servizi sociali, sedi di associazioni etniche e comunitarie. Oltre alle attività insediate in modo permanente, sono state promosse alcune iniziative di carattere provvisorio (mercato coperto, corsi di danza, teatro e musica), oltre ad attività promosse attraverso l’inseri- mento lavorativo dei residenti disoccupati (uno studio musicale, un caffè-ristorante, un’officina). Alcuni degli spazi disponibili sono inoltre affittati per eventi esterni (riunioni, assemblee e workshop) mentre sono presenti ancora alcuni spazi “grezzi” per i quali non è ancora stata prevista una destinazione. Il progetto rappresenta un interessante caso studio per la prospettiva community-based adottata, volta a integrare un approccio capacity building (valorizzazione e integrazione delle risorse disponibili) con una visione della partecipazione che si discosta dal modello tradizionale (consensus

building) e viene intesa invece come veicolo per il riconoscimento, la promozione e il

rafforzamento delle condizioni esistenti, verso lo sviluppo di potenzialità locali già presenti. A tal fine è risultata strategica e determinate, per un adeguato sviluppo del processo, la disponibilità di uno spazio interno al quartiere, a cui ricondurre l’immagina- rio della comunità locale e sul quale fare alcune sperimentazioni. All'interno di questo spazio vengono promossi risultati ed esiti visibili e immediati del processo di coinvolgi- mento e partecipazione della comunità. In particolare, per permettere l’immediata attivazione del processo e dello spazio, MFCDT si è dedicata a sviluppare due strutture organizzative incaricate di sviluppare progetti per i nuovi servizi del quartiere:

- Da una parte, un consiglio di quartiere composto ed eletto dagli abitanti, incaricato di nominare un consiglio di amministrazione e otto community manager. A partire dalle proposte formulate da questi ultimi è stato organizzato un lavoro di consultazione e confronto con i residenti, che ha portato a definire nel dettaglio alcune proposte proget- tuali condivise per nuovi servizi da insediare presso l’hub;

- Dall’altra, è stata organizzata una prima impresa pilota, composta dagli attivisti locali più dinamici, incaricata di lavorare e di creare le condizioni per agevolare la nascita di nuove imprese comunitarie presso l’hub. Questo processo ha visto il coinvolgimento di residenti disoccupati attraverso l'esame delle competenze attualmente disponibili nel quartiere, identificando possibili temi d’impresa e organizzando percorsi progettuali e formativi specifici.

Fonti: Cottino P., Lanza M., “La creatività giovanile per il territorio - una nuova sfida per

l’impresa sociale”, urban-reuse.eu

Il CERC (Community Enterprises and Resources Center) è un incubatore di imprese autogestite, finalizzato alla riorganizzazione dei servizi locali di

Marsh Farm, quartiere periferico di Luton in Gran Bretagna. La storia dello

spazio è strettamente legata ai successivi sviluppi progettuali e processuali che hanno interessato il sito. Il CERC è localizzato presso un’ex fabbrica di materiale elettrico, che a suo tempo aveva portato alla nascita e allo svilup- po del quartiere Marsh Farm, da essa strettamente dipendente. In seguito alla crisi industriale, la zona è diventata particolarmente degradata, caratte- rizzata da una popolazione povera e multietnica, giovane e disoccupata. Nel 1998 ha inizio la dismissione della fabbrica (12.000 m2) e vengono avanzate le prime proposte di riutilizzo della struttura da parte di associa- zioni e gruppi di abitanti attivi nel quartiere, tra cui un’associazione di giova- ni residenti che propone la destinazione dell’edificio a centro per la comu-

nità, destinato a ospitare “progetti di auto-inclusione autogestiti dagli abitanti”.

Nel 1999 le diverse organizzazioni di quartiere, insieme alle principali istituzioni locali (Municipalità di Luton, Università, Polizia Locale) formano un’Agenzia per lo Sviluppo Locale denominata Marsh Farm Community

Development Trust (MFCDT) e si aggiudicano i finanziamenti legati a un

programma di rigenerazione urbana di rilevanza nazionale. Con questi fondi (48 milioni di sterline) acquistano la fabbrica e iniziano a trasformarla in un centro con l'obiettivo di coinvolgere la popolazione e attivare imprese di quartiere, il CERC appunto.

Nel 2009 l’Amministrazione Locale di Luton delibera la demolizione della vecchia fabbrica e lo spostamento del CERC in una nuova struttura, appo- sitamente costruita per ospitare i servizi e le attività del community hub. La demolizione della vecchia struttura e lo spostamento nel nuovo fabbricato avvengono nel 2010-2011 cercando di limitare al minimo il periodo di sospensione delle attività del CERC[33].

Questa esperienza pioneristica di community hub si pone come ambito innovativo per lo sviluppo di politiche rigenerative di carattere urbano. Il coinvolgimento diretto degli abitanti e delle organizzazioni locali nell’utilizzo quotidiano dello spazio è finalizzato al perseguimento di una riorganizza-

zione del sistema locale dei servizi al quartiere. La volontà è quella di

creare un luogo di riferimento per lo sviluppo di forme di democrazia parte- cipata a cui affidare alcune decisioni chiave rispetto ai servizi da importare dall’esterno e l'utilizzo degli spazi per l’attivazione di imprese erogatrici di servizi, autogestite e che valorizzino le competenze degli abitanti e di alcune popolazioni svantaggiate, quali i disoccupati e i giovani, integrando- le con specifici percorsi formativi. Il processo si pone l'obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e garantire un'occasione di emanci- pazione dei residenti superando la dipendenza dai sussidi di disoccupazio- ne.

Il percorso di progettazione svolto si è incentrato sulla scelta delle funzioni

da insediare all’interno dello spazio: sono state individuate cinque tematiche principali (occupazione, educazione, criminalità, salute, housing e ambiente) in relazione agli obiettivi del programma nazionale di rigenerazione urbana, a cui si sono aggiunti altri due temi (servizi di quartiere e minoranze etniche) collegati alle specificità del contesto. Il lavoro svolto è stato continuativo e ha impegnato personale stipendiato e abitanti del quartiere, sia come volontari che come rappresentanti degli interessi della comunità. Attualmente il CERC di Marsh Farm ospita al suo interno diverse attività, quali un asilo, un centro informativo, una biblioteca, un centro per l’impiego, sportelli per i servizi sociali, sedi di associazioni etniche e comunitarie. Oltre alle attività insediate in modo permanente, sono state promosse alcune iniziative di carattere provvisorio (mercato coperto, corsi di danza, teatro e musica), oltre ad attività promosse attraverso l’inseri- mento lavorativo dei residenti disoccupati (uno studio musicale, un caffè-ristorante, un’officina). Alcuni degli spazi disponibili sono inoltre affittati per eventi esterni (riunioni, assemblee e workshop) mentre sono presenti ancora alcuni spazi “grezzi” per i quali non è ancora stata prevista una destinazione. Il progetto rappresenta un interessante caso studio per la prospettiva community-based adottata, volta a integrare un approccio capacity building (valorizzazione e integrazione delle risorse disponibili) con una visione della partecipazione che si discosta dal modello tradizionale (consensus

building) e viene intesa invece come veicolo per il riconoscimento, la promozione e il

rafforzamento delle condizioni esistenti, verso lo sviluppo di potenzialità locali già presenti. A tal fine è risultata strategica e determinate, per un adeguato sviluppo del processo, la disponibilità di uno spazio interno al quartiere, a cui ricondurre l’immagina- rio della comunità locale e sul quale fare alcune sperimentazioni. All'interno di questo spazio vengono promossi risultati ed esiti visibili e immediati del processo di coinvolgi- mento e partecipazione della comunità. In particolare, per permettere l’immediata attivazione del processo e dello spazio, MFCDT si è dedicata a sviluppare due strutture organizzative incaricate di sviluppare progetti per i nuovi servizi del quartiere:

- Da una parte, un consiglio di quartiere composto ed eletto dagli abitanti, incaricato di nominare un consiglio di amministrazione e otto community manager. A partire dalle proposte formulate da questi ultimi è stato organizzato un lavoro di consultazione e confronto con i residenti, che ha portato a definire nel dettaglio alcune proposte proget- tuali condivise per nuovi servizi da insediare presso l’hub;

- Dall’altra, è stata organizzata una prima impresa pilota, composta dagli attivisti locali più dinamici, incaricata di lavorare e di creare le condizioni per agevolare la nascita di nuove imprese comunitarie presso l’hub. Questo processo ha visto il coinvolgimento di residenti disoccupati attraverso l'esame delle competenze attualmente disponibili nel quartiere, identificando possibili temi d’impresa e organizzando percorsi progettuali e formativi specifici.

Fonti: Cottino P., Lanza M., “La creatività giovanile per il territorio - una nuova sfida per

l’impresa sociale”, urban-reuse.eu

Il CERC (Community Enterprises and Resources Center) è un incubatore di imprese autogestite, finalizzato alla riorganizzazione dei servizi locali di

Marsh Farm, quartiere periferico di Luton in Gran Bretagna. La storia dello

spazio è strettamente legata ai successivi sviluppi progettuali e processuali che hanno interessato il sito. Il CERC è localizzato presso un’ex fabbrica di materiale elettrico, che a suo tempo aveva portato alla nascita e allo svilup- po del quartiere Marsh Farm, da essa strettamente dipendente. In seguito alla crisi industriale, la zona è diventata particolarmente degradata, caratte- rizzata da una popolazione povera e multietnica, giovane e disoccupata. Nel 1998 ha inizio la dismissione della fabbrica (12.000 m2) e vengono avanzate le prime proposte di riutilizzo della struttura da parte di associa- zioni e gruppi di abitanti attivi nel quartiere, tra cui un’associazione di giova- ni residenti che propone la destinazione dell’edificio a centro per la comu-

nità, destinato a ospitare “progetti di auto-inclusione autogestiti dagli abitanti”.

Nel 1999 le diverse organizzazioni di quartiere, insieme alle principali istituzioni locali (Municipalità di Luton, Università, Polizia Locale) formano un’Agenzia per lo Sviluppo Locale denominata Marsh Farm Community

Development Trust (MFCDT) e si aggiudicano i finanziamenti legati a un

programma di rigenerazione urbana di rilevanza nazionale. Con questi fondi (48 milioni di sterline) acquistano la fabbrica e iniziano a trasformarla in un centro con l'obiettivo di coinvolgere la popolazione e attivare imprese di quartiere, il CERC appunto.

Nel 2009 l’Amministrazione Locale di Luton delibera la demolizione della vecchia fabbrica e lo spostamento del CERC in una nuova struttura, appo- sitamente costruita per ospitare i servizi e le attività del community hub. La demolizione della vecchia struttura e lo spostamento nel nuovo fabbricato avvengono nel 2010-2011 cercando di limitare al minimo il periodo di sospensione delle attività del CERC[33].

Questa esperienza pioneristica di community hub si pone come ambito innovativo per lo sviluppo di politiche rigenerative di carattere urbano. Il coinvolgimento diretto degli abitanti e delle organizzazioni locali nell’utilizzo quotidiano dello spazio è finalizzato al perseguimento di una riorganizza-

zione del sistema locale dei servizi al quartiere. La volontà è quella di

creare un luogo di riferimento per lo sviluppo di forme di democrazia parte- cipata a cui affidare alcune decisioni chiave rispetto ai servizi da importare dall’esterno e l'utilizzo degli spazi per l’attivazione di imprese erogatrici di servizi, autogestite e che valorizzino le competenze degli abitanti e di alcune popolazioni svantaggiate, quali i disoccupati e i giovani, integrando- le con specifici percorsi formativi. Il processo si pone l'obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e garantire un'occasione di emanci- pazione dei residenti superando la dipendenza dai sussidi di disoccupazio- ne.

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