• Non ci sono risultati.

Capitolo 2. YouTube: partecipazione, fama e relazioni nella video cultura digitale

5. Generi di UGC e generi della fama su YouTube

6.4 La community

YouTube si presenta come un sistema mediale eterogeneo, difficilmente catalogabile sotto un‘unica categoria fra quelle usualmente utilizzate per ordinare i social media (Bennato 2011). Spesso ci si riferisce a esso tramite una pluralità di metafore: YouTube è una libreria, un archivio, un laboratorio, una nuova televisione e una comunità (Snickars, Vonderau 2009), metafore che invitano rispettivamente a porre l‘attenzione su un diverso aspetto o linea di sviluppo del sito. Cercando di discernere la sua intrinseca multifunzionalità, possiamo rilevare tre macro-tipologie di servizio. Esso è insieme:

un sito di video hosting, come Vimeo, Dailymotion o Liveleak, in quanto permette agli utenti di caricare online i propri video, per renderli pubblici o per mantenerli disponibili soltanto a una cerchia selezionata di persone, scegliendo di non farli comparire fra i risultati delle ricerche;

un video streaming service, come Hulu, Netflix o Rai.tv, laddove permette a media

producer di vario tipo di distribuire i propri contenuti, siano essi esclusivi o già andati in

onda in televisione;

un social network site, come Facebook, Google+ o LinkedIn.

Soffermandoci su quest‘ultimo punto, YouTube rientra nell‘influente definizione data degli SNS da boyd e Ellison (2007), quali siti che rendono visibili e utilizzabili le proprie e le altrui reti sociali. Per qualificarsi come tali essi devono avere tre caratteristiche: 1) la possibilità per l‘utente di creare un profilo in uno spazio online, in cui gli altri utenti dello stesso spazio possono accedere direttamente o in maniera vincolata; 2) la possibilità di creare una rete di utenti con cui si è in contatto, ossia un proprio social network; 3) la possibilità di osservare, anche parzialmente, le reti sociali degli altri utenti.

In confronto a Facebook, che rispecchia questi criteri in maniera cristallina, YouTube li rispetta in modo spurio, in quanto la visione dei video e le funzioni di social networking sono compresenti ma separate. Per accedere alla visione non è richiesto infatti il possesso di un profilo, necessario invece per le operazioni più prettamente sociali quali i commenti, il tagging e il rating. Da novembre 2011, inoltre, la piattaforma non distingue più fra friending e following. Il primo rappresentava un tipo di contatto reciproco fra profili, come nei più canonici SNS. Il

following è ora diventato l‘operazione base della piattaforma, ed è un tipo di contatto non

reciproco, alla maniera di Twitter, che permette di essere aggiornati sull‘attività degli altri canali. Tuttavia è ancora possibile qualificare YouTube come SNS poiché esso permette di osservare i canali seguiti dagli altri, i video piaciuti e i commenti lasciati. Tale possibilità ha anzi una valenza molto sentita dai frequentatori più assidui della piattaforma, in quanto è vista come lo strumento più efficace per far scoprire e far crescere canali minori meritevoli di visite.

Cercando quindi di discernere la componente social del sito, ossia in che modo YouTube crea e amplifica relazioni e conversazioni, è possibile distinguere tre livelli su cui essa è distribuita:

comunicazione intra-video, che concerne gli scambi comunicativi che avvengono per

mezzo video, per cui all‘interno di questo ci si può rivolgere a un altro utente, a un gruppo di persone o a una particolare controversia, in modo da stimolare la risposta di un audience specifica o immaginata;

comunicazione extra-video, che comprende i commenti ai video e ai canali, nonché la

fondamentale attività di social bookmarking142 relativa a YouTube, ossia il modo in cui i video vengono raccolti, taggati, segnalati e messi in playlist;

comunicazione extra-piattaforma, ossia le conversazioni incentrate sui contenuti di

YouTube che avvengono però su servizi attigui, come Google+, di fatto integrato con la piattaforma da dicembre 2011, ma anche Facebook, su cui sono presenti numerose pagine fan dei principali youtuber, nonché gruppi di discussione dedicati al sito.

Nell‘incrocio fra queste opportunità di socialità, YouTube esiste non solo come SNS, ma anche come community. Ciò non significa che YouTube sia di per sé una comunità, ma che esso contiene una tipologia di utenza che associa all‘utilizzo della piattaforma valori di stampo comunitario. Attualmente la retorica della ―comunità‖ è largamente impiegata a livello aziendale dai principali SNS, in modo da costruire in senso strategico l‘immagine di un‘utenza fedele e affettivamente coinvolta nel servizio fornito, nonché per far passare le norme di regolamentazione dei siti come strumenti utili al mantenimento di una socialità ideale. Tale retorica assume in alcuni casi toni paradossali, nel momento in cui il significato della comunità viene esteso indifferentemente a milioni di utenti. Sulla pagina di Facebook dedicata alle regole del sito si legge ad esempio:

La nostra missione è fare in modo che ciascuno possa condividere la propria vita e che il mondo sia più aperto e connesso. Ogni giorno, le persone usano Facebook per condividere le loro storie, vedere il mondo attraverso gli occhi degli altri e connettersi agli amici e alle iniziative. Le conversazioni che si tengono su Facebook riflettono la diversità di una comunità di oltre un miliardo di persone143.

Ciò che però interessa qui mettere in evidenza non è il livello dell‘auto-narrazione aziendale, ma gli usi relazionali a cui approdano gli utenti. Utilizzando la classificazione di Lange (2007a), si possono distinguere su Youtube cinque principali tipi di utenza:

gli ex-partecipanti, che non postano più contenuti, ma mantentono un account, continuando a guardare video e commentare occasionalmente;

gli utenti casuali, i quali tipicamente non hanno un account, tendono a vedere video legati ai loro interessi specifici o quando qualcuno lo indirizza alla visione di un video;

i partecipanti attivi, che hanno un account, postano occasionalmente video, mettono commenti e voti;

142

Con tale termine si intende una modalità partecipativa di segnalazione dei contenuti preferiti. Il sito Digg.com è uno degli esempi più famosi di tale categoria, in quanto permette agli utenti di votare e taggare notizie, le quali compariranno poi in home page sulla base di tale azione di selezione partecipata.

143

gli youtuber, ossia coloro che hanno un coinvolgimento attivo con YouTube, caricano video con costanza, frequentano il sito giornalmente anche per più ore a sessione, promuovono il loro lavoro di creatori dentro e fuori il sito e partecipano attentamente ai dibattiti e alle discussioni attorno a YouTube:

le celebrità di YouTube, che condividono le principali caratteristiche degli youtuber, ma sono conosciuti anche al di fuori del sito; queste hanno il potere di influenzare con video e commenti la direzione dei discorsi intrattenuti sulla piattaforma.

La stragrande maggioranza dell‘utenza di YouTube appartiene alla categoria degli utenti casuali, i quali fruiscono del sito mono-direzionalmente nel senso della sola visione. Malgrado ciò, e malgrado come evidenziato da Burgess e Green (2009) l‘architettura del sito non favorisca un tipo di partecipazione collettiva o collaborativa, sussiste una community di YouTube. Oltre a estendere comunità di fan e appassionati che esistono anche offline, il sito presenta esso stesso una comunità di pratiche interna composta dagli youtuber. Osserviamo i connotati di quest‘ultima a partire dai criteri minimi avanzati da Kozinets (2010) per definire una comunità online quali 1) l‘auto-identificazione come membri, 2) il sostenere un contatto ripetuto con gli altri coltivando la reciproca familiarità, 3) la condivisione di conoscenze, rituali e abitudini, e 4) il mantenimento di qualche senso di obbligazione e partecipazione al gruppo.

Il primo punto da mettere in evidenza è infatti la dimensione riflessiva con cui la

community viene in essere. Come riporta Wesch (2009), sin dai primi tempi i vloggger presenti

sulla piattaforma hanno fronteggiato l‘audience invisibile del sito riferendosi ad essa come ―community di YouTube‖. Se in un primo momento tale riferimento è servito a sostanziare un contesto per i messaggi lanciati verso un pubblico ancora vago, esso è progressivamente passato da strategia per delineare lo spettatore modello ad argomento di discussione fra i più frequentati. Secondo lo studio di Burgess e Green (2009), nel 2007 il 10% dei contenuti più popolari sul sito riguardavano esplicitamente YouTube stesso. Numerose sono le occasioni che attirano tale tipo di riflessività, le quali possono andare dal combattere l‘ingiustizia di una nuova norma sul copyright al dibattere lo scopo generale di YouTube, dalla popolarità immeritata di certi video alla perdita dei valori originari della community, dalla lotta ai comportamenti anti-sociali di troll e hater a l‘avversione verso lo sfruttamento della piattaforma operato dai grandi conglomerati mediali. Come riporta una ricerca condotta da Rotman e Preece (2010), dalla penetrazione delle imprese commerciali sul sito numerosi youtuber hanno cominciato riferirsi a queste come ―loro‖ in contrapposizione a ―noi‖:

Gli utenti fanno distinzioni molto chiare fra ―noi‖ e ―loro‖. Con ―loro‖ si riferiscono ai canali commerciali, quelli cioè posseduti dalle media corporation per promuovere i propri artisti; con il ―noi‖ si vuole invece intentere l‘originale nocciolo duro degli utenti di YouTube, i quali pubblicano i propri pensieri e sforzi creativi su canali personali. Gli utenti sentono i secondi come la parte più essenziale della community (Rotman, Preece 2010, p. 325, traduzione mia).

identificazione come membri passa anche dalla distinzione rispetto agli utenti casuali, per cui i ―residenti‖ vengono distinti da quelli che sono semplici ―turisti‖ del sito:

Gli utenti fanno anche differenze fra i ―residenti‖, ossia gli utenti prolifici che sono diventati una componente fissa di YouTube, e i ―turisti‖, le persone che incidentalemtne visitano YouTube soltanto per guardare video d‘intrattenimento e quasi mai per interagire. Sebbene entrambi siano i benvenuti nella community, i residenti sono visti con maggiore considerazione come i veri contributori alla community (Rotman, Preece 2010, p. 325, traduzione mia).

Da ultimo va sollevato come la localizzazione di YouTube nei contesti territoriali abbia inevitabilmente contribuito alla definizione riflessiva dei confini della community. Al momento attuale è difatti più corretto parlare di ―sub-comunità nazionali‖ di YouTube, le quali esistono in maniera separata, ma sono spesso collegate dal confronto reciproco. Frequentemente la

community italiana viene comparata in senso dispregiativo ad altre community nazionali come

quella statunitense. Come esemplifica la seguente immagine postata sulla sua pagina Facebook dallo youtuber Pio3D, mentre quella italiana viene spesso connotata come gruppo litigioso dove i più grandi pensano soltanto al guadagno economico, quella statunitense è rappresentata come un terreno fertile per la collaborazione e la cooperazione, dove gli youtuber già affermati aiutano quelli emergenti.

Il secondo tratto attraverso il quale si concretizza la community di YouTube è il contatto frequente e intensivo fra i suoi membri più attivi. Se il primo fattore legante della comunità è la condivisione della pratica del creare video in un contesto produttivo e distributivo alternativo a

quello dei media tradizionali, esso è anche accompagnato da un movente relazionale puro (Lange 2007b, Rotman, Preece 2010), teso ad instaurare legami sia deboli che forti (Granovetter 1973, Guidicini, Mazzoli 1986). Esiste innanzitutto una correlazione positiva fra l‘attività di caricare video e l‘interazione con gli altri youtuber. Come riportano Ding et alii (2011) fra gli utenti del sito che interagiscono fra loro è quattro volte più probabile trovare caricatori di contenuti rispetto a quelli che non interagiscono; inoltre, sempre secondo lo stesso studio, gli uploader più sociali sono quelli che pubblicano più video e che ricevono più visualizzazioni e like. Inoltre, da quella che è stata qui chiamata ―era delle video star‖, l‘integrazione fra social media ha largamente amplificato le conversazioni su YouTube. Facebook presenta ad esempio numerose pagine e gruppi dedicati alla community italiana di YouTube144.

Il terzo tratto, ossia la condivisione di conoscenze, rituali e abitudini, è quello che caratterizza YouTube anche al di fuori delle community nazionali. A differenza degli altri SNS, infatti, YouTube si è mostrato sin dall‘inizio come terreno di costruzione di una cultura connessa globale, capace di produrre un folklore comune interno alla piattaforma. Esso ha ospitato una serie di fenomeni culturali con cui è stato progressivamente identificato, attraverso i quali si è distinta un‘estetica trans-nazionale propria del sito. YouTube ha ad esempio fornito un humus fertile per numerosi trend globali basati sul contagio imitativo, in cui a partire da un singolo video si propagano innumerevoli micro-variazioni prodotte dagli utenti. Molti di questi sono basati sulla riproposizione virale di un ballo, come la Numa Numa Dance145, il Crank That146 e

l‘Harlem Shake147, il quale ha prodotto dal febbraio 2013 la cifra esorbitante di 1,5 milioni di

versioni create dagli utenti148. Altri, come l‘Ice Bucket Challenge149, invitano alla riproduzione di azioni via video con la finalità di manifestare un fronte comune su cause sociali e umanitarie. Ulteriori forme di condivisione culturale proprie di YouTube riguardano la celebrazione dei suoi video di maggior successo. Laddove Facebook alla fine di ogni anno rende disponibile riassunti che ripercorrono la storia sul sito dei singoli utenti, YouTube correda la fine dell‘anno con video-rewind che riassumono momenti popolari per l‘intera piattaforma150. Tali video dimostrano la presenza di un territorio culturale comune e circoscritto riconducibile a YouTube e, quindi, la distanza sempre maggiore dalla sua prima concezione di neutro deposito indirizzato all‘uso personale. In altri termini, esso è sia un spazio che ospita plurimi immaginari, che un luogo che produce un proprio immaginario collettivo; tale immaginario è il precipitato della relazionalità fra utenti, ma anche il terreno comune da cui nuove occasioni di socialità si sviluppano. Come infatti sostiene Gemini (2015), la condivisione di sentimenti estetici sui

144

Come ad esempio il gruppo ParliamodiYT (7000 membri) e la pagina Il meglio e il peggio della community

italiana di YouTube (29 mila seguaci), dalle quali si originano anche numerosi meeting e iniziative offline.

145 <http://knowyourmeme.com/memes/numa-numa> 146 <http://knowyourmeme.com/memes/crank-that-soulja-boy> 147 <http://knowyourmeme.com/memes/harlem-shake> 148 <http://www.newsweek.com/there-are-15-million-harlem-shake-videos-and-other-youtube-birthday-facts-252820> 149 <http://knowyourmeme.com/memes/ice-bucket-challenge> 150 <https://www.youtube.com/user/YouTube/videos>

media sociali fa di questi dei costruttori sempre più autonomi di un apparato simbolico proprio. Le forme dell‘immaginario che vi si trovano non sono cioè subordinate alla logica rappresentazionista della riproposizione di un reale a loro esterno, ma consistono in concretizzazioni dei legami fra utenti. YouTube costituisce un esempio privilegiato di tale condizione, in quanto assorbe i propri connotati estetici dal modo in cui pubblici globalmente dispersi si concentrano attorno certi artefatti audiovisivi.

Il dato però più interessante è il modo in cui da tale estetica bottom-up si creino alcune ricorrenze formali e contenutistiche. In una ricerca che ha preso in esame i video più memetici della piattaforma, quelli cioè che hanno prodotto più rielaborazioni degli utenti, Shifman (2012) ha riscontrato fra questi sei comuni denominatori: essi tendono innanzitutto a presentare

persone ordinarie anziché celebrità, espongono forme di mascolinità difettosa, ossia maschi

esterni al canone egemonico, che falliscono nello svolgere compiti basilari, sono di stampo

umoristico, presentano messe in scena semplici, con pochi elementi all‘interno del riquadro

video, sono spesso ripetitivi e propongono contenuti estrosi o bizzarri, che non toccano alcuna questione controversa o dibattibile. Esiste perciò una ―sembianza‖ della cultura popolare di YouTube, un modo in cui essa appare e instaura un sentire comune fra i suoi membri più attivi.

Il quarto e ultimo tratto che determina l‘esistenza della community è il mantenimento di un senso di obbligazione e partecipazione al gruppo. Sebbene le comunità online siano per loro natura scarsamente normative, quando in esse emergono elementi devianti si manifesta con forza la cogenza dei valori condivisi. Nel caso della community di YouTube, le principali aspettative che strutturano il senso di partecipazione al gruppo sorgono in opposizione a quelle che sono le routine produttive dei media tradizionali e particolare della televisione. Quando ad esempio la star televisiva Oprah Winfrey lancia il suo canale YouTube nel novembre 2007, numerosi youtuber dell‘area anglosassone protestano ―la fine dell‘età d‘oro di YouTube‖ (Burgess, Green 2009). L‘ingresso di Oprah sulla piattaforma è infatti percepito come l‘importazione sul social media di un modello di celebrità in totale contrasto con le norme culturali sviluppatesi sul sito: laddove qui vige l‘apertura alla discussione e alla condivisione, il canale della Winfrey proibisce sia i commenti che l‘incorporazione dei video fuori dal sito; laddove lo youtuber coltiva gradualmente e con fatica il proprio seguito, l‘Oprah Channel manda in corto circuito l‘economia dell‘attenzione di YouTube capitalizzando sulla sua fama televisiva; mentre lo youtuber lavora alla creazione di contenuti nuovi e di qualità, il nuovo canale punta al sensazionalismo e al minimo comune denominatore.

Tuttavia la disputa fra Oprah e gli youtuber ha funzionato nell‘offrire un‘occasione di riflessività a un‘etica in formazione come quella della community. Negli Stati Uniti come in Italia, tale etica si è ora assestata attorno a sei valori principali definibili come: 1) anti-

commercialità, lo youtuber deve innanzitutto mostrare di essere mosso preminentemente dalla

passione e dal divertimento rispetto che dallo stimolo al guadagno; questo non è sanzionato di per sé, ma solo quando la sua ricerca va a discapito dei contenuti o della coerenza della persona; 2) sincerità, vloggger e altri intrattenitori devono essere sinceri e non manipolare il proprio

pubblico, come mostra esemplarmente il caso di LonelyGirl15; 3) collaborazione, ci si aspetta che lo youtuber sia aperto a collaborare con gli altri e soprattutto con youtuber meno noti che si giudicano meritevoli, in modo da donare a questi maggiore visibilità; 4) apertura, lo youtuber deve essere aperto al dialogo e alle valutazioni del suo pubblico; 5) innovazione, lo youtuber deve cercare di non ripetersi, di creare contenuti innovativi e di non assecondare troppo le mode del momento; 6) responsabilità, lo youtuber è responsabile verso il proprio pubblico; soprattutto se seguito da minori, egli deve essere al corrente della sua posizione di influencer e della possibilità di essere emulato.

Il mancato rispetto di tali norme non scritte definisce i comportamenti devianti della

community, nonché i gruppi di soggetti a cui è imputato il perenne senso di ―crisi‖, ―degrado‖ e

―fine dell‘età dell‘oro‖ della comunità di YouTube. Se infatti già nel 2007, ad appena due anni di vita della piattaforma, si inizia a decretare la morte di quello che fu la sua idilliaca condizione iniziale (Burgess, Green 2009), tale annuncio ha continuato ad essere proclamato ininterrottamente fino a oggi. Nello specifico della community italiana, video come ―il problema della community italiana di YouTube‖, ―bambini sul web, cancri di youtube‖, ―FAVIJ ROVINA DI YOUTUBE ITALIA‖, sono all‘ordine del giorno. La colpa di aver rovinato la community è di volta in volta attribuita a numerose categorie di utenti e youtuber, come riassunto nella seguente tabella.

Categoria/etichettamento Infrazione

Gamer Contenuti fra loro identici che sfruttano la moda del momento e un pubblico fatto solo da bambini

Bimbiminkia (youtuber di età molto bassa)

Non hanno ancora la capacità di creare contenuti innovativi, si limitano a emulare gli youtuber più noti

Trash Star Si mettono in ridicolo per le visualizzazioni, non hanno meriti effettivi, sono volgari e influenzano negativamente il pubblico dei più piccoli Facebook Star Non fanno altro che riprendere la propria quotidianità, non producendo

contenuti di fatto

Prankster Fanno scherzi che attirano pericolosi atti di emulazione Moneygrabber Fanno video soltanto per la monetizzazione

Big di YouTube Non utilizzano la loro fama per dare visibilità ai canali più piccoli, sono isolati e disinteressati alla community

Hater Attaccano in maniera non costruttiva, seminano zizzania nella community Spammer Sono solo interessati a ottenere iscritti e a pubblicizzare il proprio canale

senza curarne i contenuti

Tabella 3, le critiche della community alle categorie devianti

esplicitamente, il sorgere di una comunità di creatori di video che si riconoscono in pratiche, estetiche e valori comuni è a tutti gli effetti una realtà. Quotidianamente migliaia di utenti che si

Outline

Documenti correlati