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Performance musicali: il talent show connesso

Capitolo 2. YouTube: partecipazione, fama e relazioni nella video cultura digitale

5. Generi di UGC e generi della fama su YouTube

5.3 Performance musicali: il talent show connesso

In tale categoria rientrano quei video in cui il protagonista mostra se stesso attraverso la messa in mostra del proprio talento musicale83. La diffusione di performance musicali postate su YouTube si conforma molto spesso alle dinamiche del provino del talent show: l‘esibizione può attirare la sorpresa delle audience connesse, che dal momento della scoperta del talento nascosto partecipano emotivamente alla sua crescita; essa però può anche essere fonte di pubblico ludibrio, come precedentemente mostrato nel caso del ritorno del buffone (Rojek 2012). L‘esempio più emblematico della prima evenienza è sicuramente quello del giovane canadese Justin Bieber; Bieber, che ora è una delle popstar più celebri e pagate al mondo, è stato scoperto nel 2007 proprio a partire da YouTube, dove la madre postava i video dell‘allora dodicenne mentre si esibiva nelle cover di famosi brani pop; tali video hanno prima attirato l‘attenzione del pubblico online e poi quella del suo futuro agente84, da cui si sono originate le premesse per la creazione del primo teen idol proveniente da YouTube.

Contigui all‘ascesa al successo di Bieber sono gli esempi del secondo caso, cioè di clip musicali divenute virali perché dileggiate per la loro scarsa qualità. I casi abbondano sia a livello nazionale che internazionale, ma il più noto rimane quello del videoclip Friday dell‘adolescente statunitense Rebecca Black. L‘antefatto è il seguente: nel 2011, la madre della ragazza regala alla figlia per il tredicesimo compleanno un videoclip personalizzato, creato per 4.000 dollari dalla Ark Music Factory, casa di produzione specializzata nella creazione di questo tipo di video; la canzone racconta la giornata tipo di una preadolescente che non vede l‘ora che arrivi il weekend; malgrado lo stile stucchevole e non particolarmente talentuoso, essa non si discosta molto dal canone teen-pop; ciononostante essa ha rapidamente acquistato la reputazione di ―worst song ever‖, ricevendo parodie di tutti i tipi, sia amatoriali che di comici famosi come Michael J. Nelson e Jimmy Fallon; nel 2011 Friday è diventato sia il video più visto su Youtube che quello con più dislikes (O‘Connell 2013), a significare come la goliardia, la parodia e lo scherno possano dare vita a un tipo di coinvolgimento tale da creare un successo globale.

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Quattro sono le modalità principali, ordinabili dalla più ―immediata‖ alla più preparata: l'esibizione in solitaria via webcam, la ripresa della performance musicale (categoria in cui rientrano anche le riprese amatoriali di concerti), l'upload del brano registrato (che in molti casi non mostra il performer, ma correda la musica con immagini statiche) e il videoclip fatto in casa.

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Tali esempi ci dicono qualcosa di più profondo del tanto ostentato potenziale della rete di creare idoli dal nulla o di abbatterli con altrettanta facilità. Ci parlano di una continuità ideologica presente fra le modalità di giudizio di show popolari come X-Factor, un sistema del lavoro che pone la quantificazione della performance alla base del suo funzionamento e l‘aspettativa naturalizzata fra i pubblici connessi che chi si espone vada pubblicamente valutato in base al possesso o meno di un costrutto nebuloso come il ―talento‖. YouTube, oltre che come archivio, televisore, vetrina e comunità, va anche considerato nel suo ruolo di spazio di valutazione, che connette l‘esigenza di essere valutati dei performer al piacere di valutare degli utenti. Attraverso i suoi indicatori – like, visualizzazioni, numero di iscritti, numero di commenti, classifiche – esso offre l‘ebrezza di un contatto diretto con un giudizio oggettivato del pubblico. YouTube produce quindi un tipo di informazioni sull‘individuo che si sa essere viziate da numerosi bias riguardanti le asimmetrie di visibilità e la propensione al commento ostile – in particolare rispetto al sesso femminile (Jane 2014) –, ma che ciononostante appaiono tornite, tangibili, pubbliche e quantificate, atte ad essere valorizzate in curriculum, portfolio e

business plan.

In tale veste di produttore di sapere sull‘individuo, YouTube emerge in maniera esplicita come dispositivo funzionale alla soggettivazione, definibile con Foucault come forma di potere «rivolta all‘immediata vita quotidiana che categorizza l‘individuo, lo segna della sua individualità, lo fissa alla sua identità, gli impone una legge di verità che egli deve riconoscere e che altri devono riconoscere in lui» (Foucault 1994, p. 103). Tale processo di soggettivazione si alimenta sia a partire dalle affordance proprie della piattaforma – le metriche, la facilità di commento –, che, a livello delle pratiche, dall‘orientamento degli utenti a ricercare e valutare il talento o la sua mancanza. In una ricerca sulla correlazione fra generi di video e tipi di risposte degli utenti, Landry e Guzdial (2008) hanno ad esempio rilevato come i video con individui

intenti ad esibire le proprie doti artistiche attirassero in proporzione molte più votazioni delle altre tipologie, concludendo l‘esistenza di ―fasci di risposte preferenziali‖ connesse a certi tipi di contenuti. In una indagine sui video ―home dance‖, cioè riprese di balletti domestici che riproducono in senso ironico e spensierato famose coreografie di film e videoclip, Peters e Seier (2009) riportano anch‘essi una diffusa tendenza alla valutazione anche dove questa sembra implicitamente rifuggita. L‘intento primario dei video home dance non è infatti quello di esporre le proprie doti di danzatori, ma al contrario quello di fornire una performance che parodizzi i movimenti precisi e canonici del ballo tradizionale, tramite la festosa messa in risalto della propria goffaggine. Ciononostante, anche se essi presentano in sottotraccia una critica casalinga al sistema competitivo del talento, tali video vengono comunque assimilati tramite la pubblica valutazione delle doti del performer:

Le pratiche di competizione e valutazione su cui si fonda l‘intera drammaturgia di show televisivi come Pop Stars e Pop Idols, giocano una ruolo centrale anche nei video di ballo casalingo su YouTube. […] Vi sono due aspetti che emergono regolarmente come oggetto del dibattito sotto tali video: su un versante, il valore della canzone originale e del suo cantante, sull‘altro versante, invece, la qualità della performance su YouTube. […] I commenti attorno al secondo punto sono spesso incentrati sul ―talento‖: ―questo è il mio video preferito, sei così talentuosa‖, o ―talento, puro e semplice talento‖. Come nei talent show presenti negli altri media, qui il talento è stabilito come una qualità basilare che una persona ―ha‖ o ―non ha‖. Si tratta di una sorta di spiegazione ultima che incoraggia la fantasia che il più grande talento deve ancora essere trovato nell‘immensa marea dei possibili candidati, fra i quali si nasconde la star del futuro (Peters, Seiers 2009, p. 194 -195, traduzione mia).

La propensione al connettere la valutazione all‘esposizione è quindi alimentata anche dalla comune supposizione che la distribuzione digitale possa fare maggiormente giustizia al talento grezzo rispetto ai palcoscenici offerti dei media mainstream. Il talento risulta pertanto sempre più come il prodotto di un atto di selezione esterno che come approdo del lavoro dell‘individuo su se stesso. Il dispositivo soggettivante qui delineato ha quindi meno a che fare con la cura del sé – la disciplina legata all‘apprendimento artistico, la pratica costante, l‘auto- monitoraggio – e più con la cura della propria valutabilità, orientata alla coltivazione di un‘immagine che si leghi efficacemente al giudizio del pubblico.

YouTube ha sin dall‘inizio integrato fra le sue strategie iniziative e competizioni indirizzate alla messa in luce dei creativi nascosti fra le maglie della piattaforma. Fra queste si contano gli YouTube Video Awards, il Your Film Festival85, nonché l‘apertura degli YouTube

Space, studi di produzioni disponibili per i partner del sito. Il progetto più emblematico è però la

creazione dell‘Orchestra Sinfonica di YouTube86, i cui membri provenienti da 33 paesi sono stati scelti tramite audizioni online, condotte prima da giudici esperti e poi dagli utenti della

community. Nella sua apparente marginalità rispetto alle politiche più centrali per la piattaforma,

tale iniziativa rivela una delle contraddittorietà alla base dell‘attuale discorso sulla democratizzazione della valutazione del talento. Su un versante essa difende un‘immagine anti-

85 <https://www.youtube.com/user/yourfilmfestival> 86

elitaria delle possibilità offerte da YouTube, in quanto questo può fornire ai giovani virtuosi l‘occasione che non hanno avuto dai contesti ordinari di selezione. Dall‘altra parte essa eleva la valutazione della community da rappresentazione dell‘affettività del pubblico a strumento di giudizio oggettivo, capace persino di scegliere i membri di un‘orchestra sinfonica. La stessa tensione caratterizza problematicamente la condizione di YouTube quale ―grande talent show connesso‖: esso estende a chiunque la possibilità di portare in pubblico la propria voce, senza che questa rispetti i canoni tradizionali dell‘esposizione; allo stesso tempo, tuttavia, la valutazione connessa degli utenti tende a farsi un nuovo dispositivo capace di produrre una conoscenza oggettiva, sia questa il talento della prossima popstar mondiale o il fallimento superlativo della ―worst song ever‖.

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