• Non ci sono risultati.

Vlog: lo spazio intermedio

Capitolo 2. YouTube: partecipazione, fama e relazioni nella video cultura digitale

5. Generi di UGC e generi della fama su YouTube

5.1 Vlog: lo spazio intermedio

Il videoblog è la forma principe di YouTube (Molyneauxet et al. 2008, Wesch 2009). Come dice la parola stessa, esso è considerabile come un post di blog realizzato tramite webcam, caratterizzato dal protagonista del video che si rivolge alla spettatore guardando direttamente in camera. I contenuti del vlog possono essere di diverso tipo: personali (quando il protagonista fa principalmente riferimento alla propria vita), d‘attualità (in cui il riferimento è diretto a news, avvenimenti politici, ma anche ai fatti provenienti dalla community di YouTube),

settoriali (come quando si discute di tecnologia, film, videogame o fumetti, principalmente

attraverso la forma della recensione) o interattivi (in cui il contenuto del video è creato in risposta ad altri vloggger o alle domande dei fan). Benché sia venuto a caratterizzare la piattaforma, il vlogging non è forma unica a YouTube. Esso trova le sue radici nella subcultura dei lifecaster (Andrejevic 2004) e delle camgirl (Senft 2008), nei blog personali e in quella che numerosi studiosi hanno definito ―confessional culture‖ (Matthews 2007), la tendenza cioè di numerosi programmi televisivi come talk show e reality show di focalizzare l‘attenzione sulle micro-narrazioni quotidiane degli individui e sulla messa in pubblico di dettagli della vita privata.

Nella maggior parte dei vlog l‘autore si presenta come sé stesso, per cui esso è caratterizzato da una doppia valenza di comunicazione di contenuti e gestione delle impressioni (Goffman 1969). Il vloggger deve perciò in ogni momento negoziare il margine fra ribalta e

retroscena, cioè fra le strategie di rappresentazione del proprio ruolo verso il pubblico e i

momenti in cui dismette tale ruolo per mostrare una versione di sé più in linea con la sua personalità quotidiana. Avere il controllo completo su questo confine, mantenendo al contempo

la credibilità presso gli spettatori, si dimostra però come un esercizio arduo, laddove una delle aspettative principali che il vloggger si trova a dover soddisfare è quella della continuità. Che siano d‘intrattenimento, informativi o educativi, i vlog che riescono a perpetuare un legame con il pubblico sono quelli che tracciano una traiettoria di coerenza da cui si sviluppa un senso di confidenza, familiarità e, perciò, di affidabilità. Come consigliato su numerosi siti e manuali dedicati al marketing su YouTube, per avere successo il vloggger deve guardare alla frequenza, all‘immediatezza e all‘attualità delle produzioni, più che alla cura formale dei contenuti67.

L‘aspettativa di naturalezza, la continuità delle produzioni e la necessità di interagire con il pubblico, impongono che il management delle impressioni attinga dalla personalità ordinaria del vloggger. La sua esposizione lavora pertanto su quello che Meyrowitz (1993) teorizza come uno ―spazio intermedio‖ fra front stage e back stage, ossia «un comportamento privo dell‘estremo formalismo del comportamento da primo piano (palcoscenico) e, nel contempo, dell‘estrema informalità del comportamento tradizionale da retroscena» (Meyrowitz 1993, p. 448). Tale integrazione fra compostezza e disinvoltura, afferma lo studioso statunitense, si rende necessaria nel momento in cui i media elettronici moltiplicano gli ambiti di esposizione, mettendo in crisi i tradizionali margini fra luoghi deputati alla messa in scena e luoghi adatti alla preparazione della performance. Meyrowitz, che scrive No Sense of Place nel 1985, delinea il concetto di spazio intermedio facendo riferimento a figure pubbliche come star e politici, le quali venivano osservate sempre più spesso nei loro passaggio dal ruolo pubblico al retroscena. Lo stato di performatività always on in cui ci introducono i social media ha invece reso tale modalità della gestione delle impressioni un fenomeno culturale consueto: la rottura del formalismo della presentazione tramite l‘innesto di elementi della vita privata, si connota come uno degli stili di esistenza online fra i più comuni. Ciò comporta una differenza fra la gestione dello spazio intermedio dei politici e quella dei vloggger: se i primi reagiscono all‘onnipresenza dei media contravvenendo all‘aspettativa di formalità tramite l‘immissione di comportamenti quotidiani, l‘aspettativa rivolta ai vloggger è proprio quella della disinvoltura, del mostrarsi come dei pari che allo stesso tempo forniscono informazioni e intrattenimento. Contemporaneamente, a differenza dei lifecaster (Andrejevic 2004) che trasmettono dal vivo via web ogni momento della propria quotidianità, essi sono in completo controllo di ciò che decidono di mostrare: fra i produttori più popolari di questi contenuti è praticamente assente la modalità di parlare in webcam in maniera improvvisata e in un unico flusso; essi utilizzano invece scalette, sceneggiature, tagli di montaggio per fluidificare il discorso e l‘integrazione di plurimi registri visivi, come l‘inserimento di frame interni, animazioni e tagli con altri video.

67

In Fare business con YouTube (Miller 2009) ad esempio leggiamo:Non è necessario che il post di un videoblog sia sofisticato; nella maggior parte dei casi si tratta di una sola persona che sta seduta e parla di fronte a una videocamera o una webcam. Ciò non significa che non si possono creare post più elaborati […] Tuttavia, dato che l'obiettivo di un videoblog è quello di offrire contenuti attuali, si ottengono più punti con la pubblicazione di post frequenti che di post costosi e raffinati […] Gli spettatori dei videoblog si aspettano di trovare regolarmente contenuti nuovi, perciò dovete pubblicarne almeno uno alla settimana, o comunque il più spesso possibile, per trattenere gli spettatori finalizzati .[...] Fallo sembrare come se stessi parlando a braccio, anche se stai seguendo una scaletta. Il tuo video deve dare la sensazione di una chiacchierata intorno al tavolo. Solo tu che parli direttamente al pubblico. Niente di troppo elaborato, niente di troppo forbito. Solo tu e la webcam, uno a uno (Miller 2009, p. 218-219).

Essendo ―i media di se stessi‖, i vloggger sono responsabili della costruzione del proprio spazio intermedio. Il patteggiamento fra controllo e aspettative di disinvoltura avviene quindi tramite la naturalizzazione nella performance di componenti altrimenti tipiche del retroscena: si va dagli elementi visivi come lo scenario domestico, la camera da letto o la scrivania da lavoro, all‘ibridare i contenuti con narrazioni provenienti dalla vita privata, al presentare al pubblico membri della propria famiglia, fino alla rottura del contegno della performance, mostrandosi in preda alle proprie passioni ed emozioni. In tal modo il vloggger edifica una presentazione di sé basata sull‘integrazione fra persona e contenuti, in cui anche la quotidianità passa al vaglio della sceneggiatura e del montaggio, senza che essa diventi per tale motivo una finzione.

Mettendo in scena la propria ordinarietà e interagendo grazie ai social media con il proprio pubblico, gli youtuber-vloggger sviluppano con questo un tipo di amicizia asimmetrica

mediata, che supera la relazione para-sociale (Horton, Wohl 1956) o l‘intimità non reciproca a distanza (Thompson 1998) con cui solitamente si descrive il rapporto con le star. Il fatto cioè

che il prodotto principale del vloggger sia la personalità più che il singolo video, fa in modo che il suo successo sia deciso dalla capacità di costruire un tipo di rapporto con i suoi seguaci che venga percepito come ―amicale in potenza‖, del tipo ―non lo conosco di persona, ma so che se lo facessi ci intenderemmo come amici‖. Molto spesso tale impressione non è una pura supposizione, ma è alimentata da plurime possibilità di reciprocazione disponibili al vloggger. Egli può interagire nei commenti, rispondere all‘interno del video alle domande poste dagli utenti, entrare in conversazioni via video con altri vloggger e soprattutto utilizzare le altre piattaforme social per estendere il dialogo e la propria accessibilità. In tal senso il rapporto affettivo con questo tipo di youtuber non è del tutto univoco, ma asimmetrico a vari gradi: instaurare con esso una relazione personale è una possibilità, a volte fortemente improbabile, ma comunque presentata come attualizzabile dal moltiplicarsi delle occasioni di scambio comunicativo. Si può anzi osservare come per molti dei vloggger più giovani, amplificare le occasioni di connessione costituisca il vero core business, in confronto al quale i video svolgono una funzione di corredo. La ventenne Greta Menchi68, ad esempio, che si è fatta conoscere su YouTube raccontando con piglio comico dettagli delle sue giornate e i quotidiani problemi di una ragazza della sua età, deve il suo successo alla molteplicità di scorci che offre sulla sua quotidianità, integrando YouTube (in cui ha 389 mila iscritti) a Instagram (461 mila seguaci), Facebook (300 mila fan) e Twitter (118 mila follower).

68

L‘essere ―contenuto-persona‖ del vloggger comporta inoltre una sua notevole trasferibilità in situazioni offline, nelle quali è invitato a riportare la propria individualità e le proprie idee. Prendendo in esame alcuni dei vloggger italiani più noti, come Yotobi69, Dario Moccia70 e Dellimellow71, si nota come tutti, a vario titolo, siano riusciti a trasportare dal vivo la loro funzione di oratori online, partecipando a fiere del fumetto, conferenze e spettacoli itineranti. A differenza della semplice ―ospitata‖ in eventi e discoteche che accompagna ogni tipo di fama, la traduzione offline del vloggger si caratterizza come un‘articolazione nello spazio fisico della loro specificità coltivata su YouTube72.

In conclusione, l‘integrazione fra persona e contenuti, l‘amicizia asimmetrica mediata e la trasferibilità, sono tre aspetti che sono venuti progressivamente a caratterizzare i vloggger di maggiore successo. Con l‘incrementale professionalizzazione dei contenuti, la fisionomia formale del vlog come "video con lo sguardo in webcam", sta lasciando sempre più il terreno a una ibridazione fra diverse modalità di ripresa e montaggio. Definire un contenuto come vlog ha ora maggiormente a che fare con il modo in cui il pubblico interagisce con una ―voce unica‖, la cui individualità è trasportabile in una pluralità di contesti, format e piattaforme.

69 <https://www.youtube.com/user/yotobi> 70 <https://www.youtube.com/user/DarioMocciaChannel> 71 <https://www.youtube.com/user/dellimellow> 72

Alcuni esempi: Yotobi, che con 912 mila iscritti è il vloggger italiano più seguito, divenuto famoso grazie a recensioni umoristiche di film ―spazzatura‖, ha da poco portato i suoi monologhi in serate di stand-up comedy. Dario Moccia, appassionato di fumetti e film d'animazione, organizza insieme ai suoi fan un appuntamento annuale chiamato Nerd Cultura Tour, in cui gira per l'Italia incontrando e dialogando informalmente con amici e seguaci. Anche un vloggger come Dellimellow, che nei suoi video commenta sia fatti di attualità che le dinamiche interne alla community italiana di YouTube, è riuscito a portare un argomento come quest'ultimo al di fuori delle recinzioni online, tramite un evento itinerante nominato Feed Tour: «Il FEED TOUR è un‘occasione per far risaltare youtube come strumento non fatto solo di pixel ma di esseri umani e relazioni, non serve una partita a bowling tra youtuber per parlare di youtube ma bisogna creare un luogo e un giorno dove chi ama questo argomento si possa incontrare e dialogare. Ed infine è un buon modo per diffondere cultura digitale anche tra i meno attenti alle problematiche e alle insidie del web e valorizzare la figura del content creator».

<https://www.indiegogo.com/projects/feed-tour-roma#/story>

Figura 4, banner del canale YouTube di Greta Menchi: la grafica esalta un rapporto non gerarchico fra social media

Outline

Documenti correlati