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YouTube moment: la visibilità senza celebrità

Capitolo 2. YouTube: partecipazione, fama e relazioni nella video cultura digitale

5. Generi di UGC e generi della fama su YouTube

5.4 YouTube moment: la visibilità senza celebrità

Con la locuzione ―YouTube moment‖ Simonsen (2011) indica quel tipo di video che riprende momenti singolari di difficile ripetizione, che devono quindi la loro attrattiva alla supposta impossibilità di essere riproposti davanti alla telecamera in forma sceneggiata. Alcuni tipici contenuti di questa categoria comprendono incidenti divertenti e momenti imbarazzanti (i cosiddetti ―fail”), scherzi casalinghi, azioni buffe di bambini e neonati, comportamenti inusuali di animali domestici e quelli che vengono gergalmente definiti ―scleri‖, ossia filmati di persone che perdono il controllo in preda alla rabbia o all‘entusiasmo.

Tali video si collocano pertanto nella genealogia tracciata da popolari clip show televisivi come America’s Funniest Home Videos (ABC, 1989 – in corso) e l‘italiano Paperissima (Italia 1 – Canale 5, 1990 – in corso); a loro volta, essi diventano spesso materiale per una nuova generazione di clip show, come Fuori Frigo (Deejay Tv, 2012-2014) e Torta di Riso (AXN, 2009-in corso) che scandagliano la rete alla maniera in cui i precedenti programmi pescavano

dagli archivi casalinghi.

Gli YouTube moment sono normalmente privi di narrazione, caratterizzati da un contesto della ripresa tipicamente casalingo, una durata breve, la bassa qualità delle immagini provenienti da telecamera a mano e dalla mancanza di editing, sovrascritture, voice over e informazioni contestuali di sorta. Essi sono perciò tra i video meno elaborati di YouTube, ma anche tra quelli più presenti nella lista dei più visualizzati (Simonsen 2011). Il video user-

generated più visto in assoluto su YouTube è infatti Charlie bit my finger – again!87, esempio quantomai emblematico di YouTube moment: della durata di 55 secondi, esso riprende un istante casalingo non sceneggiato, in cui Harry, di tre anni, viene morso al dito dal neonato fratello Charlie, e mentre il primo si lamenta del dolore, il piccolo Charlie sorride guardando la telecamera con quella che appare come divertita consapevolezza.

Il successo degli YouTube moment si pone come l‘ultimo passaggio di un percorso che ha visto trasformarsi il video casalingo da pratica silenziosa, limitata alla spazio famigliare, a oggetto massimamente visibile, rappresentativo della viralità nella cultura digitale. Con YouTube, anzi, è la denominazione stessa di ―video casalingo‖ a dover essere ripensata: nel momento in cui la sua produzione non è più indirizzata soltanto alle quattro mura domestiche, ma alle audience globali connesse, a venire meno è quell‘orientamento all‘intorno relazionale famigliare e amicale che l‘antropologo visuale Richard Chalfen ha chiamato home mode

communication (Chalfen 1987)88. Nel caso degli YouTube moment è infatti osservabile come l‘enfasi della ripresa e del montaggio sia indirizzata nell‘isolare frammenti che possano essere significativi per un pubblico esteso e non soltanto per quello limitato dell‘home mode. Ciò rivela una progressiva introiezione dello sguardo delle audience invisibili nella creazione dei filmati casalinghi, iniziata prima ancora di YouTube con la diffusione dei clip show.

Gli YouTube moment occupano un posto particolare nella caratterizzazione culturale di YouTube: su un versante rappresentano l‘archetipo del video virale, il famigerato ―video di gattini‖, per cui parlano di un tipo di fruizione della piattaforma eventuale, leggera, una tantum, non interessata alla dinamiche relazionali ivi presenti; dall‘altro lato si tratta di un genere di video distante dagli sviluppi odierni del sito, che vanno sempre più verso la centralità degli youtuber, che curano il rapporto con il pubblico e producono video in maniera seriale. Si può

87 <https://www.youtube.com/watch?v=_OBlgSz8sSM> 88

Studiando gli usi di telecamere e macchine fotografiche fra le famiglie statunitensi degli anni Settanta e Ottanta, Chalfen rileva come queste venissero utilizzate in home mode, ossia in una modalità comunicativa che pone al suo centro la casa e un gruppo limitato di affetti intimi, con la funzione principale di supporto mnemonico. Tale tipo di produzione mediale si distingue nettamente dalla distribuzione di massa indirizzata a un audience eterogenea, in quanto sia i protagonisti dei video che i membri del pubblico sono conosciuti uno per uno dal loro creatore. Oggetto dei filmati sono infatti momenti significativi per la vita del gruppo affettivo, come riti di passaggio (comunioni, cresime, matrimonio), eventi che marcano la progressione personale (lauree, premiazioni) o l'acquisizione di nuovi beni di consumo (l'acquisto di una nuova macchina o di una nuova casa). Chalfen riporta poi come i video home

mode si distinguano dai media di massa anche dal punto di vista formale, in quanto utilizzano canoni di ripresa e

montaggio personalizzati, non rinvenibili nelle indicazioni presenti in istruzioni e guide pratiche. Gli YouTube

moment si pongono in continuità con quest'ultima caratteristica, ma non con l'intento primario dell'home mode. Da un

lato, come sottolinea Lange (2014), ci sono video che nascono in modalità home mode per poi cambiare status nel momento in cui sono visti su scala globale, quando essi vengono postati su YouTube per facilitarne la condivisione con amici e parenti ma poi si diffondo a un audience di sconosciuti.

quindi considerare gli YouTube moment come il genere antitetico al vlog, in quanto qui il creatore del video è del tutto irrilevante. Molto spesso l‘uploader non corrisponde a chi ha girato il filmato e anche quando vi corrisponde si tratta di canali con pochissimi iscritti. Essi sono video che girano fra le varie piattaforme senza che se ne conoscano gli autori, per cui molti utenti si sentono legittimati a ricaricarli sui propri canali per attirare views facili.

Non esistono di fatto star del genere YouTube moment, sebbene ci siano youtuber che fanno un largo uso di questi video, commentandoli in senso ironico o utilizzandone dei frammenti per dinamizzare il montaggio. Uno di questi è lo youtuber italiano Daniele Doesn‘t Matter, fra i primi e più popolari intrattenitori di YouTube Italia89. Il format per cui è diventato popolare è assimilabile a un clip show interno a YouTube. Egli cioè costruisce il proprio show comico a partire dal commento – il più delle volte derisorio – di tipici YouTube moment, mettendone in rilievo la stupidità dei protagonisti e la loro voglia di apparire a tutti i costi. Il nome stesso del canale ―doesn‘t matter‖ si rifà a questa attitudine della ricerca di visibilità nonostante tutto. Come spiega lo youtuber stesso in una intervista:

La maggior parte dei video ―tormentoni‖ sono caratterizzati da persone che si devastano fisicamente o che compiono azioni stupide (ballare anche se non si sa ballare, cantare anche se non si sa cantare ecc…). Non ho mai capito cosa spingesse la gente a mettere online questi video! Se io mi stessi filmando mentre sto per saltare una rampa di 20 scalini e la mia impresa terminasse inesorabilmente con una caduta da premio, il mio primo pensiero sarebbe quello di registrare sopra alla mia figura di merda per cancellare il prima possibile le prove della mia demenza. Invece ho scoperto che alla gente ―non importa‖ l‘impressione che farà agli altri! Conta solo il numero delle visualizzazioni e una parvenza di fama che quest‘ultime possono dare. [...] In parole povere: prendo video che non hanno nessun motivo di trovarsi in rete e cerco di dargli un senso creandogli una storia intorno! Che spesso si rivela ancora più stupida… Ma è questo il segreto: it Doesn‘t Matter! (Trepiccione 2012, p. 183).

Visibilità, spensieratezza e idiozia sono quindi i valori comunemente associati agli

89

Dal 2011 ad oggi non ha mai abbandonato la top 20 dei canali con più iscritti

Figura 7, still da video di Daniele doesn't Matter, dove commenta un filmato amatoriale di un uomo che stuzzica un coccodrillo

YouTube moment: sono video che acquistano una rapida fama perché di immediato impatto

emotivo, perché adatti allo spostamento trans-culturale, considerato che non necessitano di particolari traduzioni, perché la loro fruizione è altamente digeribile vista la breve durata, la leggerezza del contenuto e la vasta disponibilità, e, soprattutto, perché si caratterizzano come ―media fatici‖ (Miller 2008). Essi sono cioè oggetti di comunione il cui fine non è quello di informare il prossimo (gli YouTube moment sono praticamente privi di contenuto informativo) ma di stabilire un contatto conviviale basato sulla condivisione di una piccola esperienza di regressione. Tali video si adattano facilmente a tale fine, in quanto forniscono una micro-frattura della quotidianità, sufficientemente anomala da sospendere momentaneamente il flusso dell‘esperienza, ma anche sufficientemente innocua da non scompaginarne la continuità.

Va inoltre notato come la loro viralità sia caratterizzato da un tipo visibilità opposta e complementare a quella delle celebrità della rete. Malgrado il discorso comune voglia che gli autori di tali filmati registrino azioni triviali perché abbagliati dal fantasma della fama – il principio del ―doesn‘t matter‖ – essi rimangono nella sostanza totalmente anonimi. Proprio il fatto che si tratti di video che riprendono eventi incidentali, che perdono tutto il loro fascino nel caso di una ripetizione sceneggiata, fanno sì che i loro creatori siano del tutto detronizzati da una posizione di attenzione pubblica. Nella sostanza questi non sono nemmeno considerati come ―creatori‖, tanto che a differenza dei video degli youtuber, tali video vengono senza tanti scrupoli ricaricati dagli utenti nei propri canali, impiegati in montaggi e video di commento come quelli di Daniele doesn‘t Matter. Sono video in cui a circolare non è un referente- individuo che accumula fama dalla riproduzione, ma una intensità affettiva de-individualizzata (Munster 2013), un breve movimento emotivo – sia esso di comicità, di tenerezza o ribrezzo – che riconduciamo al video stesso e non al suo autore come succede ad esempio nel vlogging.

In definitiva, quella dello YouTube moment è una visibilità senza celebrità, legata al singolo video-evento anziché alla serie, alla funzione fatica sopra quella informativa, alla mancanza di proprietà e perciò alla libera appropriazione di utenti e programmi televisivi.

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