• Non ci sono risultati.

Agopuntura urbana Con il concetto di agopuntura urbana si fa ri-

ferimento a un approccio creativo alla rigene- razione urbana, basato sull’attivazione di pic- coli interventi e di processi localizzati, mirati a infondere rapidamente energia a un singolo punto della città. L’idea è che i buoni effetti di una corretta azione rigeneratrice locale sono in grado di diffondersi anche a un livello più ampio, investendo il contesto di riferimento e le aree limitrofe, che vengono così coinvolti in una catena di cambiamenti positivi. È a Jamie Lerner, architetto e urbanista bra- siliano che dal 1971 al 1992 è stato per ben tre mandati sindaco della sua città d’origine, Curitiba, e poi per due volte governatore del Paranà, che si deve l’applicazione sistematica di questa modalità di approccio alle politiche di gestione di una città. Grazie alle idee e alla capacità operativa di Lerner oggi Curitiba, che conta 1,7 milioni di abitanti, è considerata «un manifesto di creatività urbana e di ecour- banistica» (Landry, 2009).

I principi e la filosofia dell’agopuntura urbana sono così descritti da Lerner: «Ho sempre avu- to l’illusione e la speranza che, con la puntura di uno spillo, fosse possibile curare le malattie. Il principio di recuperare l’energia in un punto malato o stanco attraverso un semplice tocco ha a che vedere con la sua rivitalizzazione e con quella dell’area circostante. Credo che al- cune magie della medicina possano, e debba- gia, che dovrebbe stimolare riflessioni sulla

necessità di coniugare etica ed estetica. In ambito pubblico, l’utenza dovrebbe essere informata e sensibilizzata verso la tutela della risorsa idrica attraverso specifiche iniziative istituzionali. In questo senso, il Quartiere 4 del Comune di Firenze avvierà un progetto pilota che misurerà in continuo il consumo d’acqua del prato nel parco pubblico di Villa Vogel per supportare la gestione dell’irrigazione e infor- mare l’utenza.

La riduzione degli sprechi dovrebbe integrarsi con la ricerca di nuove disponibilità di risorsa. Sulle acque reflue urbane trattate esistono pro- blemi normativi e infrastrutturali che di fatto ne impediscono l’uso. La raccolta di acqua piovana può rappresentare un’importante integrazione della risorsa idrica in ambito urbano (Luneau, 2008). Al momento, in Italia i limiti infrastrut- turali ne limitano l’uso a scala di abitazione, ma strutture di raccolta a servizio di zone più vaste possono essere collocate in aree periferiche o in via di riqualificazione, cosa che accade in un numero crescente di città europee.

Gli orientamenti della ricerca dovranno con- frontarsi con un quadro normativo sempre più definito. Anche per questo la valorizza- zione e l’uso efficiente della risorsa idrica necessitano di figure professionali specifiche, in un contesto supportato da enti pubblici che costruiscano sull’educazione e sull’infor- mazione il supporto alle sfide dell’immediato

futuro. Graziano Ghinassi

Riferimenti bibliografici

Marq de Villiers, Water, Stoddart Publishing Co. Limited, Toronto 2000.

FAO, Agriculture, food and water, a contribution to the World water development report, Rome 2003. Sylvie Luneau, Récuperér l’eau de pluie, pour le

jardin et la maison. Les solutions existantes et leur mise en œuvre, Les Editions Eugen Ulmer, Paris 2008.

31 AGOPUNTURA URBANA nella natura, ad esempio le cave. Con il tem- po, queste ferite hanno creato un altro pae- saggio. Trarre vantaggio da questi paesaggi e dalle modifiche su ciò che l’uomo ha alterato è un’agopuntura che offre eccellenti risultati. Un esempio chiaro, ottimo, è l’Opera di Ara- me, a Curitiba. O anche la riconfigurazione dalla freeway a San Francisco.

Del resto, i sistemi di trasporto hanno gene- rato buone agopunture urbane in giro per il mondo. Come nel caso dei begli ingressi del- le vecchie stazioni del metrò di Parigi, nelle stazioni di Norman Foster a Bilbao e nei “tu- bos” del Sistema Expresso a Curitiba»*. In quello che possiamo definire il suo libro- manifesto, Lerner ci fornisce alcune precise istruzioni per fare agopuntura urbana: «Non dimenticare che la città è uno scenario per gli incontri. Gregaria per definizione, la città è il centro attorno a cui si sono creati i codici della convivenza. Il grande conflitto ideolo- gico del mondo di oggi è quello fra globa- lizzazione e solidarietà. Allora, come dice Mário Soares, è necessario ‘globalizzare la solidarietà’. E la città è anche l’ultimo rifugio della solidarietà. La città non è il problema, è la soluzione. (…) La città è una struttura di vita e lavoro, insieme. La città è un’integra- zione di funzioni. Quanto più si integrano le funzioni urbane, quanto più si mescolano abi- tanti con rendite ed età differenti, tanto più la città diventerà umana. Pensare ad una città sedimentata è come ricercare il suo disegno nascosto. È una strana archeologia quella che stanno rivivendo antichi edifici, strade, punti di incontro, donando nuove funzioni a valori che ci erano cari. È come scoprire in un calei- doscopio quel disegno perduto che renderà possibile le relazioni».

Tra le varie questioni da risolvere per attivare efficaci processi di rigenerazione urbana, Ler- ner individua quella della mobilità e dell’orga- no, essere applicate alle città, visto che molte

di esse stanno male e alcune sono addirittura in stato terminale. Così come la medicina richiede l’interazione tra medico e paziente, allo stesso modo, in urbanistica, è necessario far sì che la città reagisca. Bisogna sollecitare un luogo in modo tale che esso possa rigene- rarsi, migliorare, suscitare reazioni positive a catena. È indispensabile intervenire per ri- vitalizzare e far sì che l’organismo cominci a lavorare in altro modo. Spesso mi domando io stesso il motivo per cui certe città riescono a produrre trasformazioni importanti e posi- tive. Considero svariate e numerose risposte, ma una cosa mi pare comune a tutte le espe- rienze innovative: il fatto che si sia generato un risveglio. È questo che fa sì che una città reagisca. Sappiamo che la pianificazione è un processo. Per quanto ben studiata, non riesce a produrre trasformazioni immediate. Quasi sempre è una scintilla che avvia un’azione e la sua conseguente propagazione. È questo ciò che chiamo una buona agopuntura. Una vera e propria agopuntura urbana. Quali esempi di buona agopuntura urbana si possono elenca- re? Il riuso della Cannery a San Francisco. Il Parco Güell a Barcellona. A volte, è un’opera che favorisce un cambiamento culturale, come fu il caso del Centro Pompidou di Parigi, del Museo di Bilbao di Frank Gehry, o anche la ristrutturazione della Grand Central Station di New York. Altre volte, l’agopuntura urbana si realizza grazie a un tocco di genialità, come la piramide del Louvre, il recupero del Porto Ma- dero a Buenos Aires e il complesso della Pam- pulha, di Oscar Niemeyer, a Belo Horizonte. O attraverso opere puntuali, come l’Istituto del Mondo Arabo di Jean Nouvel a Parigi e il Museo dell’Olocausto di Libeskind a Berlino. In alcuni casi, gli interventi si realizzano più per necessità che per desiderio, per recu- perare ferite che l’uomo stesso ha prodotto

32 AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE

A

Riferimenti bibliografici

Charles Landry, City Making. L’arte di fare la città, Codice Edizioni, Torino 2009.

Jamie Lerner, Acupuntura urbana, Editora Record, Rio de Jainero 2005.

Agricoltura