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La multifunzionalità in agricoltura è oggetto di particolare attenzione da parte del mondo imprenditoriale e istituzionale, nella convin- zione che rappresenti una grande opportunità per l’occupazione e la redditività delle aziende agricole, favorendo la produzione di esternalità positive per la rivitalizzazione delle aree rurali. Il settore primario esprime un ruolo poliva- lente al di là della semplice produzione di derrate alimentari allargandolo a una impo- stazione plurisettoriale e integrata alle atti- vità produttive, nelle quali quelle agricole si collegano alle attività industriali e soprattutto a quelle di servizio, al fine di diversificare le attività, tutelare il patrimonio rurale e creare nuove fonti di reddito e occupazione. Questa evoluzione consente all’impresa agraria di rimanere ancorata al settore agricolo, anche se sconfina in settori industriali e/o terziari, cessando di essere “mono-settoriale” e di di- ventare “multi-settoriale”, generando un evi- dente vantaggio competitivo. Le nuove attivi- tà produttive e di servizi che oggi sono rese accessibili al settore agricolo richiedono un ripensamento delle funzioni imprenditoriali e l’adozione di nuove strategie che non posso- no più essere quelle tradizionali, ma devono essere orientate alla ricerca di nuovi equilibri in condizioni di permanente dinamicità. L’agricoltura occupa vasti spazi, fornisce ali- menti ed entra nella vita di ciascuno di noi molto più di quanto non immaginiamo, infatti nizzazione di un sistema integrato di trasporto

pubblico/privato, capace di limitare il più pos- sibile l’uso dell’automobile: «l’automobile è la nostra ‘suocera meccanica’. Dobbiamo mante- nere buone relazioni con lei, ma non possiamo lasciare che comandi le nostre vite».

E così, poiché «l’agopuntura non consiste sempre in una trasformazione fisica» e «a volte è una buona idea che può cambiare in meglio la vita di una città», Lerner ha pensato ad esempio ai benefici che potrebbero derivare dalla introduzione di un biglietto della mobilità. «Non ho nulla contro l’auto. L’idea è di usarla in maniera responsabile, senza lasciare che intasi la città. Penso che la migliore soluzione possa consistere nella creazione di un biglietto della mobilità. Lo stesso biglietto, prepaga- to, può essere usato per tutti gli spostamenti dentro la città, a partire dal pagamento del parcheggio nella periferia del centro, dove si può lasciare l’auto, e poi per prendere il metrò o il bus, come pure i taxi. La soluzione per una mobilità più razionale è l’integrazione tra tutti i mezzi di trasporto. Il segreto non è permet- tere che automobile privata, taxi, bus, sistemi di trasporto di superficie, metrò, competano sul medesimo itinerario. Il biglietto della mo- bilità, che richiede una integrazione rapida ed efficiente tra i sistemi di trasporto affinché l’al- ternativa sia buona, rende ogni persona pro- prietaria di una BMW: bus, minibus e walking o bus, metrò e walking».

A Curitiba il 75% dei pendolari usa l’auto- bus per i propri spostamenti e un sistema di trasporto pubblico gratuito integrato tra bus ecologici e bicicletta è a disposizione dei cittadini: il risultato è che la città presenta uno dei livelli di inquinamento più bassi del

Brasile. Anna Lambertini

*Le traduzioni dal portoghese dei brani citati sono di Sergio Zorzetto.

33 ALBERATE gie imprenditoriali non saranno più le stesse del passato, ripetitive di quanto è stato sem- pre fatto, ma dovranno trovare altri sboc- chi, altre alternative, altre professionalità, anche non usuali per l’agricoltura. Il nuovo imprenditore agricolo è chiamato anche ad assumere nuove funzioni, nuovi ruoli che presuppongono una diversa strategia d’im- presa con innovazioni non convenzionali, ma estese a nuove opportunità d’impresa e quindi di reddito.

Verso le imprese sono quindi necessari ser- vizi di assistenza per l’orientamento tecnico e di mercato, nonché formazione professionale degli imprenditori agricoli, mentre verso i cit- tadini e le amministrazioni pubbliche occorre intervenire con servizi di informazione, per renderli consapevoli dei benefici che possono derivare all’intero territorio dalla valorizza- zione complessiva del settore e delle imprese

agricole. Gianluca Cristoni

Alberate

In termini tecnici si definiscono alberate i fi- lari di alberi localizzati in piazze, strade e al- tre aree verdi urbane o anche nel cosiddetto “territorio aperto” (Bell et al., 2005). Quando si opera in ambiente urbano, è basilare ave- re chiaro quali sono le qualità spaziali che si desiderano ottenere con la componente ve- getale e scegliere le specie con un habitus di crescita adeguato. Come è noto, infatti, pos- siamo fare riferimento a un’ampia gamma di strutture della chioma, a cui corrisponde una altrettanto ampia varietà di colori e tes- siture, in grado di fornire diversi livelli di luce e ombra.

La scala dello spazio urbano dovrebbe det- tare le dimensioni della specie da scegliere. Piccole aree, strade strette e edifici di altez- tutti i giorni consumiamo i cibi che produce,

usiamo gli spazi aperti e il paesaggio che gli agricoltori costruiscono e mantengono ga- rantendo la difesa del territorio dai dissesti idrogeologici a beneficio degli insediamenti produttivi e delle infrastrutture necessarie. Agricoltura, insomma, non vuol dire solo cibo, ma anche ambiente, biodiversità, paesaggio, sicurezza idrogeologica, servizi alla popola- zione, cultura e tradizioni: in altre parole vuol dire “qualità della vita”. Il riconoscimento della multifunzionalità dell’agricoltura, cioè la capacità del settore primario di dare origine a produzioni congiunte (beni fisici, servizi di- versi ed esternalità ambientali), costituisce un elemento di valore strategico per lo sviluppo del settore e un’importante opportunità eco- nomica per le imprese agricole.

La riforma della Pac (Politica agricola co- mune) ha rimesso in discussione il ruo- lo tradizionale dell’imprenditore agricolo e dello stesso settore produttivo, proponendo nuove prospettive di sviluppo nell’ambito di un’economia dinamica rivolta alla glo- balizzazione. La tradizionale funzione pro- duttiva ricoperta dal settore nell’approv- vigionamento di beni alimentari sarebbe stata limitativa delle possibilità di sviluppo dell’agricoltura. Infatti questa funzione può essere assolta compiutamente da un numero limitato di aziende, quelle più produttive ed efficienti, marginalizzando ulteriormente la parte più numerosa delle aziende precarie e dei relativi addetti. Inoltre le produzioni ali- mentari di massa sono disponibili sul mer- cato globale in grande quantità e a prezzi molto concorrenziali. Per la salvaguardia del settore agricolo, in particolare dell’occupa- zione e del reddito delle famiglie contadine, era necessario trovare delle alternative che potessero attutire gli effetti della transizione verso un mercato globale. Pertanto le strate-

34 ALBERATE

A

sato sull’uso di specie diverse, ma con ca-

ratteristiche visuali ed estetiche molto simili in modo da aumentare la diversità biologica che, come è noto, è uno dei metodi naturali per contrastare il diffondersi di parassiti ed evitare che possano verificarsi perdite di in- tere alberate, come è successo con la grafiosi dell’olmo e per altri parassiti più o meno re- centemente comparsi sia in Europa che nel continente americano. Lo scopo può essere raggiunto sia alternando regolarmente le specie (single interplanting), oppure piantan- do “blocchi” delle diverse specie, omogene- amente distribuiti (group interplanting). Filare singolo

Un filare singolo di alberi può, rispetto a una avenue, trovare più facile inserimento nelle zone centrali della città, poiché necessita di minor spazio. Deve essere posta particolare considerazione all’aspetto e alle caratteristi- che intrinseche delle diverse specie e all’ef- fetto desiderato (ad esempio, quando si è in presenza di una non uniforme distribuzione della radiazione solare, è fondamentale la scelta delle specie, perché alcune sono scar- samente adattabili a condizioni di pieno sole o, all’opposto, di piena ombra).

Così come per le avenues, anche per i filari singoli si dovrebbe privilegiare la scelta di alberi della medesima specie, piantati nel medesimo momento e con le stesse specifi- che tecniche per assicurare una complessiva uniformità di apparenza. La piantagione di un filare singolo con diverse specie potrebbe essere considerata, ma deve essere fatta in modo da evitare di compromettere la forza e la semplicità del disegno di un approccio monospecifico. Spesso, un filare monospe- cifico di alberi, costituisce l’unico elemento di continuità che può essere riconosciuto in un’area urbana caratterizzata da una accen- za limitata possono risultare ulteriormente

rimpiccioliti dall’inserimento di alberi di di- mensioni rilevanti, mentre, al contrario, al- beri di piccole dimensioni possono apparire sproporzionati in spazi di ampia estensione o dove sono presenti costruzioni molto alte. In linea generale è dunque importante adot- tare criteri di scelta delle alberate che ten- gano conto non soltanto delle condizioni pedoclimatiche specifiche del sito, ma anche delle possibili qualità architettoniche che si vogliono ottenere e delle diverse funzioni che le alberature possono svolgere come compo- nenti del paesaggio urbano.

Di seguito sono descritti alcuni esempi di im- piego degli alberi nelle aree urbane.

Avenues (doppio filare)

Le avenues dovrebbero essere utilizzate con attenzione nelle aree urbane e, rispetto agli scenari attuali, non sono probabilmente adatte per le zone centrali delle città dove, in linea di massima, le strade sono troppo strette e la realizzazione di una avenue che conduca da qualcosa o da qualche luogo verso un nodo “equivalente” può essere raggiunta solo raramente. Possono, tuttavia, risultare di grande efficacia per delimita- re importanti arterie di comunicazione sia all’interno che all’esterno dei centri urbani, poiché aggiungono “carattere” a tali aree e favoriscono una organizzazione gerarchica delle strade. Normalmente, una avenue di al- beri dovrebbe essere costituita da individui della medesima specie (e anche della stessa cultivar), piantati nel medesimo momento e con le stesse specifiche tecniche per assicu- rare una complessiva uniformità di apparen- za. Su questo, tuttavia, esistono pareri con- trastanti e negli ultimi tempi si parla sempre più spesso del concetto di “uniformità visiva, diversità biologica”. Questo concetto è ba-

35 ALBERATE Piccoli gruppi

I piccoli gruppi possono essere usati dove è richiesta una piantagione più informale e possono essere associati a un ampio range di operazioni di arredo urbano, inclusi particola- ri disegni di pavimentazioni e sistemazioni di aiuole di piantagione, rialzate e non. L’assetto informale di un piccolo gruppo permette di scegliere anche specie dal portamento morbi- do e, in funzione del sito d’impianto e del suo utilizzo, potrebbe non richiedere una distanza fra la superficie del terreno e la base della chio- ma che permetta il movimento sotto di essa. Alberi formati

Gli alberi formati sono molto sotto-utilizzati nelle aree urbane, nonostante presentino un elevato potenziale per operare in quelle condizioni in cui i metodi di piantagione più tradizionali non risultano appropriati. Esisto- no diverse tipologie di alberi “formati”, ma la soluzione “a spalliera” è quella che pare offri- re le maggiori potenzialità di uso.

Il pollarding (potatura a testa di salice) po- trebbe costituire, in certi particolari siti, una valida tecnica, ma non dovrebbe essere con- fusa con il topping (capitozzatura), che consi- ste nel drastico raccorciamento del tronco o delle branche primarie (sbrancatura) in pros- simità di questo. Questa pratica è da abor- rire perché la rimozione di larghe porzioni di chioma determina una forte situazione di stress, rendendo l’albero più suscettibile ad attacchi di parassiti, inducendo carie del le- gno, creando ferite (monconi) che non cica- trizzano e che costituiscono via preferenziale per l’attacco di funghi del decadimento. Alberi come landmark

Gli alberi possono avere la funzione di impor- tanti landmark visivi nel paesaggio urbano. Possono essere inseriti a complemento di tuata mixité insediativa, con diverse tipologie

architettoniche ed edilizie.

La distanza fra la superficie del terreno e la base della chioma è fondamentale. Non sol- tanto deve essere consentito il movimento dei pedoni, ma occorre anche considerare la visi- bilità di negozi e attività commerciali presenti negli edifici adiacenti.

Le strade adatte ai filari singoli potrebbero essere considerate come strade-chiave: un programma (a lungo termine) di razionalizza- zione dei servizi e delle infrastrutture pubbli- che potrebbe essere attuato in modo da avere gli alberi messi a dimora lungo un lato della strada e i servizi posti sull’altro, per evitare in questo modo i conflitti legati alle necessità gestionali e manutentive nel rapporto alberi/ infrastrutture (Improving relations, 2007). Blocco

Il blocco consiste, normalmente, di quattro alberi o anche di quattro piccoli gruppi di alberi, posizionati per esaltare o evidenziare un punto importante, per esempio una inter- sezione stradale o un nodo significativo della mobilità urbana. In linea generale, dovrebbe- ro essere utilizzati esemplari a “pronto effet- to” per creare un immediato effetto scenico e per facilitare il movimento (pedonale e/o veicolare) sotto le chiome.

Griglia

Una griglia di alberi può avere dimensioni e ritmi diversi in funzione dello spazio a dispo- sizione e della tipologia di fruizione dell’area interessata. La disposizione a griglia può es- sere utilizzata per qualificare e caratterizzare spazi aperti urbani a valenza ricreativa, nelle aree di parcheggio o, più semplicemente, per definire uno spazio urbano flessibile, che possa soddisfare un ampio range di forme di uso in giorni diversi.

36 ANDARE A PIEDI

A

Book, edited by Cecil C. Konijnendijk, Kjell Nils-

son, Thomas B. Randrup, Jasper Schipperijn, Springer-Verlag, Berlin Heidelberg, The Nether- lands 2005, pp. 148-186.

Anthony Bradshaw, Ben Hunt, Tim Walmsley, Trees in the urban landscape, E & FN SPON, London 1995.

M. Dobrilovicˇ, Urban tree avenues – morphologi- cal characteristics as a factor in trees selection, «Agronomski Glasnik», 2, 2009, pp. 111-126. Richard W. Harris, James R. Clark, Nelda P. Ma-

theny, Arboriculture. Integrated management of landscape trees, shrubs, and vines, 4th edition, Prentice Hall Inc., New Jersey 2004.

Improving relations between technical infrastruc- ture and vegetation. Final scientific report del- la Azione Cost C15, 2007. http://www.cost.esf. org/library/publications/06-83-Improving-Re- lations-between-Technical-Infrastructure-and- Vegetation.