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Manutenzione del verde urbano

Il concetto di manutenzione riferisce a tutte le operazioni volte a mantenere e curare uno spazio aperto nel suo complesso. Uno spazio verde, in estrema sintesi, è composto da due elementi principali: una componente inerte (hardscape: manufatti, impianti, arredi, ecc.) e una componente vivente (softscape: suolo, al- beri, arbusti, piante erbacee, ecc.), quindi è per- tinente e necessario distinguere il trattamento per queste due principali categorie, in cura per veicoli …) aumenta l’ampiezza culturale e so-

ciale naturale della specie umana. Le permette di occupare il pianeta in qualunque condizione di vita.

15. L’aumento del numero umano – la copertu- ra planetaria – non coincide con la crescita del numero di comportamenti umani. L’effetto del mescolamento culturale si traduce in una dimi- nuzione delle offerte di comportamento. 16. Per le specie animali e vegetali, il mesco- lamento planetario agisce in modo selettivo – scomparsa per concorrenza – e in modo dinamico: nuovi comportamenti, ibridazione, mutazioni, nuove specie (americanizzazione, colonizzazioni, gangsterismo ufficiale, McDonal- dizzazione).

17. La copertura planetaria del genere umano comporta una diminuzione degli spazi offerti al Terzo paesaggio urbano, e dunque alla di- versità.

18. Le perdite massicce sul piano della diver- sità non derivano soltanto dagli effetti indotti dal mescolamento planetario*, ma anche dalla diminuzione delle superfici in cui la spontaneità culturale è permessa* offerte per la sua realizza- zione e le pratiche esercitate in questi ambienti. *Il mescolamento planetario pone gli esseri in concorrenza in modo improvviso. Il tempo di risposta a questi confronti coincide con una perdita di specie (pressione selettiva). Più il tem- po di risposta è lungo, più grande è la perdita. 19. La diversità – e dunque l’evoluzione del vivente – dipende direttamente dal numero umano, dall’attività e dalle pratiche umane (giochi di potere a tutti i livelli di concorrenza e di colonizzazione).

20. L’aumento del numero umano incide sullo spazio riservato al Terzo paesaggio urbano. 21. Le pratiche di sfruttamento planetarie inqui- nano e rovinano i substrati – acqua, aria, terra. Esse modificano nella maggior parte dei casi le capacità biologiche, modificandole. Esse dimi-

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M

L’area verde manterrà a pieno l’idea progettua-

le nel tempo se la manutenzione è stata corret- tamente inserita nella sintesi del progetto e se questa viene attuata in maniera coerente. Organizzare la manutenzione

La manutenzione è una pratica che per svol- gere la sua azione ottimale ed efficiente deve essere sottoposta a oculata programmazione. La preparazione dei lavori, secondo un pro- gramma, deve costituire una prassi abituale per grandi e piccoli interventi: affidarsi all’im- provvisazione può portare a sprecare ingenti risorse senza ottenere adeguati livelli di risul- tato. Infatti la natura e il clima svolgono un ruolo preminente nel determinare i ritmi e la scelta dei momenti in cui eseguire le singole operazioni che compongono il complesso del processo manutentivo.

Le principali problematiche organizzative sono legate alla variabilità delle necessità lavorati- ve che si concretizzano durante l’anno e alla tempestività richiesta dalle varie tipologie delle pratiche manutentive.

Per programmare e pianificare le operazioni si dovrebbe far ricorso a degli schemi che ripor- tano le singole operazioni/processi ed eviden- ziano i fabbisogni temporali per ogni singola operazione. È possibile così evidenziare i perio- di dell’anno più critici e predisporre al meglio le operazioni necessarie.

La pianificazione delle attività di cura e manu- tenzione del giardino possono essere definite in funzione annuale o poliennale, il livello di dettaglio che deve essere raggiunto è dettato dalla tipologia del bene o dal sistema qualora il piano si riferisca all’intero patrimonio verde di una città.

L’attività di pianificazione, programmazione e organizzazione si può “condensare” all’inter- no di un piano di manutenzione (programma lavori, calendario lavori, modalità esecutive, il softscape e in conservazione per l’hardscape.

Il concetto di cura, che per definizione si rap- porta all’elemento biologico con una elevata sensibilità, si rende necessaria per il softscape, dato che questo sistema componente è più vulnerabile ai trattamenti rispetto a quanto può avvenire per l’hardscape. Ciò è facilmente intuibile se, ad esempio, si pensa alle possibili conseguenze che possono verificarsi a seguito di una potatura sbagliata su una pianta rispetto a quello che, viceversa, può accadere per un’er- ronea pratica manutentiva su un manufatto. La conservazione si pone come obiettivo di preservare nel tempo le caratteristiche del- le componenti inerti. Tali componenti hanno anch’esse un ciclo di vita, sono esposte alla mutevolezza del clima, sono sensibili in diversa misura all’interazione con il tempo e con l’uo- mo, ma differiscono dalla componente vegetale perché non sono vive e necessitano quindi di interventi volti principalmente ad allungarne il ciclo di utilizzo.

Manutenere il progetto e progettare la manutenzione

Lo scopo della manutenzione dovrebbe es- sere quello di tenere uno spazio a verde in una condizione più aderente possibile all’i- dea progettuale originaria: ciò è realizzabile quando il progetto continua a essere attuale e coerente con le necessità del committente/ cittadino, mentre quando questa condizione non si realizza si assiste a dei veri e propri inter- venti di riconversione, dove spesso si confonde per manutenzione una ristrutturazione che nel tempo trasforma l’idea progettuale originaria dell’area verde.

Per questo, al fine di veder realizzata e preser- vata nel tempo l’idea progettuale, il progettista dovrebbe sempre tener conto delle pratiche manutentive e del loro impatto ambientale ed economico.

157 MAPPA SOCIO-SEMIOTICA esperienze fatte non consentono di individuare una “ricetta” unica per la manutenzione ottima- le del sistema del verde urbano.

La nuova frontiera manutentiva in questo set- tore dovrà essere costituita da un sistema più progettato e più curato nel dettaglio, un siste- ma in cui si dovranno scegliere in modo attento il softscape e l’hardscape. Le piante, i materiali, i manufatti e le tecnologie, tutto dovrà concor- rere a creare un sistema integrato nel tessuto urbano in cui si concretizzi la massimizzazione delle funzioni dello spazio verde (paesaggisti- che, ambientali e sociali).

In questo la manutenzione gioca un ruolo determinante e si rende inoltre necessaria una visione sistemica d’insieme con un ap- proccio interdisciplinare al fine di ottimizza- re l’impiego dei fattori produttivi e ridurre l’utilizzo degli input energetici e delle mate-

rie prime. Alessandro Parenti

Riferimenti bibliografici

Franco Agostoni, Carlo Maria Marinoni, Manuale di gestione di spazi verdi, Zanichelli, Bologna 1993. Franco Agostoni, Carlo Maria Marinoni, Manuale

di progettazione di spazi verdi, Zanichelli, Bolo- gna 1987.

Paolo Odone, Verde urbano, La Nuova Italia Scien- tifica, Roma 1992.

Robert E. Sternloff, Roger Warren, Park and Recre- ation Maintenance Management, John Wiley ans Sons, New York 1977.

Il verde in città, la progettazione del verde negli spazi urbani, a cura di Alberto Pirani, Edagricole, Bologna 2004.

Mappa socio-semiotica