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Aspetti organizzativi e gestionali del Servizio di Riabilitazione Funzionale

PARTE TERZA L’ambito socio-sanitario

LA VITA QUOTIDIANA

6.3. Aspetti organizzativi e gestionali del Servizio di Riabilitazione Funzionale

583 Ibidem.

584 Intervista dell’autrice all’insegnante R. De Carlo.

585 Francesco De Poli (Direttore Didattico 3° Circolo di Belluno), Scuola speciale di Cusighe, Prot. N. 946/B23 del 2.10.80.

586 Mario Morales (Provveditore agli Studi), Convenzioni per il funzionamento delle scuole elementari statali speciali annesse ad Istituti per minorati gestiti da Enti. Atto aggiuntivo modificativo dell’art.4., Prot. N. 1704/B43 del 9.3.82.

6.3.1. Apertura del Servizio di Riabilitazione Funzionale

Negli anni ’80 continuò il processo di cambiamento della struttura che da Istituzione chiusa ospitante soggetti insufficienti mentali e disadattati sociali, si aprì progressivamente ed accolse solo minori gravi dal punto di vista neuropsichiatrico, in seminternato.

Il Direttore del servizio di quegli anni ha affermato: “la trasformazione è stata graduale, fatta per prove, tentativi, con grosse discussioni ed assemblee. Si è verificata, in pratica, una ristrutturazione di quello che vi era dentro, che portò successivamente ai cambiamenti istituzionali.”587

Dalla seconda metà degli anni ’70, il numero dei minori assistiti in internato andava gradualmente diminuendo, grazie al progressivo sviluppo dei programmi per il reinserimento di questi nelle proprie famiglie d’origine e nei servizi dei loro Comuni di residenza; mentre prendeva sempre più piede l’assistenza diurna, che prevedeva il rientro dei minori in famiglia tutte le sere.

Al primo gennaio del 1982 erano ancora presenti, infatti, solamente tre soggetti convittori, quando quelli semiconvittori risultavano 11.588

Nell’agosto del ’82, però, anche i convittori furono dimessi dall’Istituto, perché venne giudicato inutile continuare a portare avanti un servizio per un numero d’utenti così basso e con handicap di questa gravità.

Da questo momento la struttura continuò a funzionare solamente come seminternato per quei soggetti, quindi, che date le loro gravi condizioni dal punto di vista neuropsichiatrico, non potevano essere inseriti in alcun’altra struttura normale e non avevano ancora trovato sistemazione in una che fosse adeguata a soddisfare i loro bisogni.

Nell’evoluzione della storia dell’Istituto Medico Psico-Pedagogico il Direttore del Servizio, quindi, riuscì a programmare l’organizzazione in tre sezioni: consultoriale, riabilitativa e diurna.

Con l’approvazione del “Regolamento del Servizio di Riabilitazione Funzionale”, deliberato il 5 giugno del 1982 e divenuto esecutivo il 7 luglio del medesimo anno, fu dato poi ufficialmente avvio al “Servizio di Riabilitazione Funzionale dell’Età Evolutiva”.

6.3.2. Organizzazione del Servizio

Il Servizio di Riabilitazione Funzionale era una struttura operativa tecnico-funzionale che erogava prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura volte a far recuperare in tutto o in parte l’efficienza psico-fisica dei soggetti portatori di minorazioni congenite od acquisite, anche al fine di un eventuale reinserimento sociale.

Era aperto alla partecipazione di tutti gli operatori dell’U.S.L., ai familiari dei soggetti in trattamento ed alle associazioni di volontariato legalmente riconosciute. In particolare era previsto l’interscambio professionale con gli operatori delle Divisioni e dei Servizi di diagnosi e cura del presidio ospedaliero.589

Il Servizio poteva richiedere la collaborazione di personale d’altre strutture dell’U.S.L. che operavano sul territorio e consentire l’opera di volontari. Era possibile, inoltre, il ricorso a consulenti qualificati d’altre U.L.S. o liberi professionisti esterni su assenso del Comitato di Gestione, il quale in caso di rapporto professionale a carattere continuativo deliberava apposite convenzioni.

Nell’ambito del Servizio era attivo un Comitato stabile di partecipazione composto da nove membri, che duravano in carica tre anni. Sei erano designati fra i genitori dei soggetti in trattamento e tre fra il personale, per garantire la rappresentanza d’ogni sezione. Il suo funzionamento e organizzazione erano curati da un genitore che lo presiedeva.

Il Comitato era convocato almeno una volta ogni due mesi ed alle riunioni potevano partecipare, se invitati, il direttore responsabile del S.R.F., un rappresentante del Provveditorato agli Studi, uno del distretto scolastico e rappresentanti d’enti o associazioni interessati al problema.

Fu incluso nell’organizzazione, inoltre, un Comitato di consultazione tecnica composto dai primari delle divisioni di pediatria, neurologia, ortopedia, oculistica e otorinolaringoiatria. Il Comitato era presieduto dal direttore responsabile che lo doveva convocare almeno due volte l’anno, anche assieme al Comitato di partecipazione.

Il Servizio organizzava corsi d’aggiornamento o incontri con gli insegnanti che lavoravano con persone portatrici di handicap inseriti nell’ambiente scolastico, ed inoltre quelli per il personale tecnico del servizio stesso.

587 Intervista dell’autrice al dott. E. Azzalini.

588 U.S.L. n.3 di Belluno, protocollo n.58 del 2 agosto 1983, Rendiconto generale dell’anno finanziario scaduto il 31.12.82.

589 U.S.L. n.3 di Belluno, delibera n.5 del 5.6.82 dell’Assemblea Generale, Proposta approvazione del Regolamento del Servizio di Riabilitazione Funzionale (delib. n.372 del 4.3.82 del Comitato di Gestione).

Il responsabile del Servizio di Riabilitazione Funzionale era un Direttore specialista in neuropsichiatria, il quale era assistito da un aiuto medico, vice direttore. Egli sovrintendeva all’organizzazione ed all’attività delle tre sezioni operative, in particolare: dirigeva e programmava la sezione di consulenza neuropsichiatrica e medico-psico-pedagogica; coordinava l’attività della sezione di riabilitazione neuro-motoria della quale era responsabile un medico esperto nel campo della riabilitazione; stabiliva il trattamento medico-psico-terapico con l’équipe prevista; dirigeva e controllava la sezione diurna e residenziale per soggetti medio-gravi e gravi; curava la stesura e la conservazione degli atti relativi agli interventi terapeutici e riabilitativi; proponeva al Comitato di Gestione dell’U.S.L., il quale deliberava in merito alle ammissioni alla sezione diurna e residenziale. Per le dimissioni dalla sezione residenziale doveva essere avvertito per tempo il Comitato di partecipazione; curava i rapporti di collaborazione con le altre strutture dell’U.S.L., con i distretti di base, con il Comitato di partecipazione, con le associazioni di volontariato legalmente riconosciute e le autorità locali.

La pianta organica del personale del Servizio, che era parte integrante del Regolamento stilato il 5 giugno del 1982, contava globalmente 47 posti.590

Verso la fine degli anni ’80, in vista della creazione a Cusighe, per ragioni logistiche (non c’era sufficiente spazio nel Presidio Ospedaliero591), di una sezione per l’età adulta592, fu necessario rivedere il

testo del regolamento del Servizio di Riabilitazione Funzionale dell’età evolutiva per andare incontro alle nuove esigenze di coordinamento fra la struttura già esistente e quella nuova.

Nel “Nuovo Regolamento del Servizio di Riabilitazione Funzionale”, approvato il 7 febbraio del 1989, infatti si legge che il Servizio esercitava la sua attività in sede e presso i distretti sanitari e che era funzionalmente collegato con il Presidio Ospedaliero, di cui si avvaleva anche per le varie consulenze specialistiche, ed era inoltre collegato con le strutture sanitarie e sociali sul territorio.593

Si riscontrano in esso, quindi, nuovi aspetti organizzativi del Servizio, che lo rendono unitario e funzionale, e che evidenziano, inoltre, a differenza del regolamento precedente, l’importanza del lavoro d’équipe per il funzionamento del Servizio.594

Da questo momento fu affidato al responsabile del Settore Materno Infantile l’incarico di sovrintendere al Servizio e di coordinare le due sezioni operative di neuropsichiatria e riabilitazione, sia nella sede sia nei distretti sanitari. In particolare, controllava il regolare svolgimento delle attività di neuropsichiatria e di riabilitazione programmate dalle équipe e, con le équipe, i rapporti con gli altri servizi dell’U.L.S.S., con il Provveditorato agli Studi, le amministrazioni locali e le associazioni di volontariato; l’ammissione dei minori ed il funzionamento del day-hospital.

Le varie competenze del Servizio che si sono delineate col passare degli anni, si possono sintetizzare come segue:

Diagnosi: visite neuropsichiatriche, psicologiche, applicazioni di test, esami logopedici, audiometrici e psicomotori, osservazione dei bambini.

Cura: trattamenti logopedici, fisiochinesiterapici, psicomotori, educativi, psicoterapie individuali di bambini ed adolescenti fino al 18° anno d’età, trattamento di sostegno alle famiglie, terapia di gruppo rivolta sia ai genitori sia ai bambini, psicoterapia familiare; colloqui con le famiglie e con la scuola su utenti del Servizio; consulenza alle famiglie per problemi educativi ed alla scuola per i casi proposti dalla medesima.

Prevenzione: attività preventiva territoriale, variabile di anno in anno, sia per le figuri professionali implicate sia per la quantità di tempo erogata in base alle richieste ricevute ed alla disponibilità di tempo degli operatori.

Attività nei distretti: prima visita del neuropsichiatria e colloquio clinico della psicologa in sede di distretto; incontri con la scuola; riunioni con operatori di altre strutture; interventi per l’inserimento di bambini disabili nell’ambito territoriale.

Il Servizio promuoveva, inoltre, incontri con operatori di altre strutture su soggetti in trattamento presso questo Servizio di Riabilitazione Funzionale; organizzava incontri fra i vari operatori per la discussione dei casi, per improntare un piano di lavoro su utenti in carico, per verificare l’andamento dei trattamenti, per

590 U.S.L. n.3. di Belluno, delibera n.22 del 29.12.83 dell’Assemblea Generale, Approvazione della pianta organica del Servizio di Riabilitazione Funzionale.

591 U.L.S.S. n.3 di Belluno, riunione del 14 dicembre 1988, Nuovo Regolamento del Servizio di Riabilitazione Funzionale di Cusighe (BL).

592 In pratica era il servizio di medicina ambulatoriale della Divisione di Recupero e Rieducazione Funzionale del Presidio

Ospedaliero di Belluno.

593 U.L.S.S. n.3 di Belluno, delibera n.151 del 7.2.89 del Comitato di Gestione, Nuovo Regolamento del Servizio di Riabilitazione Funzionale.

valutare l’opportunità di eseguire ulteriori accertamenti, per stilare la diagnosi funzionale dei bambini seguiti dall’insegnante di sostegno, per valutare le dimissioni.

6.3.3. Le Sezioni operative: Consulenza Neuropsichiatrica, Riabilitazione neuro-funzionale, “Day- Hospital”

Al suo interno erano attivi le seguenti sezioni: consulenza neuropsichiatrica e medico-psico-pedagogica; riabilitazione neuro-funzionale (fisiochinesiterapia, logopedia, psicomotricità e psicoterapia); il day- hospital.595

I primi due servizi, rivolti ai soggetti da zero a 18 anni d’età, svolgevano la loro attività in forma ambulatoriale presso la sede del Servizio, comprese le sedi dei distretti di base in collegamento con i responsabili dei Distretti.

La sezione di “Day-Hospital”, per i bambini fino a 14 anni, era organizzata in relazione a programmi di assistenza, educazione e riabilitazione, ed i soggetti potevano usufruire delle prestazioni dei servizi precedenti.

Dal febbraio del 1989 fu aggiunta, inoltre, com’era previsto da Regolamento, la sezione ambulatoriale di recupero e rieducazione funzionale per l’età adulta presso l’ospedale civile di Belluno. Qui operava il personale della divisione di recupero e rieducazione funzionale del presidio ospedaliero e l’équipe interdistrettuale di fisiochinesiterapia. Il responsabile di questa sezione era il primario fisiatra del presidio ospedaliero, coadiuvato dagli aiuti, assistenti e dal personale tecnico ed infermieristico previsto nella pianta organica.

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