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I Centri di Accoglienza Straordinaria e i Centros de Acogida a Refugiados

6.3 Gli arrivi e la prima accoglienza alla frontiera

6.4.1 I Centri di Accoglienza Straordinaria e i Centros de Acogida a Refugiados

Tra i centri di grande capienza destinati alla seconda accoglienza rientrano i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e i Centros de Acogida a Refugiados (CAR). A differenza delle strutture di primissima accoglienza, all’interno di queste vengono inserite persone già in possesso dello status di richiedente asilo (o anche titolari di protezione, nel caso specifico dei CAR): per questo motivo, si propone di seguito un grafico riepilogativo dei dati relativi alle presentazioni di

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richieste d’asilo, così da avere un’idea del fenomeno. Si sottolinea che tali dati non corrispondono necessariamente alle presenze in struttura dei richiedenti per due motivazioni: innanzitutto, come già evidenziato nel presente lavoro, solo i richiedenti asilo che non siano in possesso di mezzi sufficienti per il proprio sostentamento possono avere accesso al sistema statale d’accoglienza; inoltre, talvolta si determinano dei malfunzionamenti nel meccanismo del Sistema Dublino, nel senso che l’individuo che ha presentato domanda d’asilo decide di non rimanere nel territorio dello Stato membro di prima entrata, in quanto esso costituisce, per lui, unicamente un Paese di transito. Questo è particolarmente evidente nel caso italiano: “l’Italia, che continua ad essere speranza di effettiva integrazione per entrambe le categorie di rifugiati, si configura invece, ancora alle soglie degli anni Novanta, più come un Paese d’emigrazione, di transito, piuttosto che un Paese di asilo permanente” (Petrovic, 2018: 308).

Elaborazione personale. Fonte: Eurostat125

Nonostante i CAS e i CAR siano entrambi grandi centri dedicati alla seconda accoglienza, molte sono le differenze. Innanzitutto, occorre sottolineare ancora una volta che i Centri di Accoglienza Straordinaria non sono realmente nati in quanto strutture ordinarie di seconda accoglienza: in origine, infatti, hanno costituito la risposta rapida, di logica emergenziale, ad afflussi ingenti di persone che le strutture preesistenti non potevano assorbire.

125 Per consultare i dati nella loro interezza, fare riferimento al seguente link:

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Nonostante ciò, come abbiamo visto nella sezione ad essi dedicata, i dati delle presenze nei CAS hanno regolarmente smentito tali previsioni, rendendoli di fatto la tipologia di strutture in cui si è maggiormente concentrata la presenza di richiedenti asilo in attesa di ricevere il responso della Commissione territoriale. In conseguenza di ciò, sono entrati ormai a far parte dell’accoglienza ordinaria, motivo per cui si è determinato una sorta di sdoppiamento delle strutture di seconda accoglienza, dove i Centri di Accoglienza Straordinaria si occupano dei richiedenti asilo e il SIPROIMI solo a quanti già in possesso dello status di beneficiario di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.

Infatti, una schiacciante maggioranza dei migranti che si trovano in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato rimangono nei CAS, che in realtà dovrebbero limitarsi alla prima accoglienza. Questa situazione insoddisfacente è la conseguenza del numero limitato di Comuni membri dello SPRAR, dato che esistono grandi differenze tra il nord e il sud Italia, con una sorprendente relazione inversa rispetto alle loro condizioni economiche126 (traduzione della scrivente, Militello, 2018: 51).

In Spagna, al contrario, non si è mai creata una situazione simile, nel senso che i richiedenti asilo, dunque coloro la cui domanda è già stata considerata ammissibile, vengono trasferiti direttamente ad un Centro de Acogida a Refugiados (CAR) o ad uno dei piccoli centri o appartamenti gestiti dalle associazioni e sparsi per tutto il territorio. Da una parte, è vero che il Decreto Reale 816/2015, dell’undici di settembre, “con il quale si regola la concessione diretta di una sovvenzione alla Croce Rossa Spagnola, alla Commissione Spagnola di Aiuto al Rifugiato e alla Associazione Commissione Cattolica Spagnola di Migrazioni per l’ampliazione straordinaria delle risorse del sistema di accoglienza ed integrazione di richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale”127 ha introdotto la possibilità di alloggiare i richiedenti asilo in hotel

ed altre strutture affini per un periodo massimo di trenta giorni; tuttavia, non è stato possibile rintracciare dati numerici attendibili al riguardo, dunque non è dato conoscere con certezza quanto tale previsione sia stata effettivamente realizzata, né quante strutture siano state impiegate a tal scopo e per quanti posti in totale.

126 Testo originale: De hecho, la abrumadora mayoría de los migrantes que se encuentran a la espera de

reconocimiento del estatuto de refugiado permanecen en los CAS, que en realidad deberían limitarse a la primera acogida. Esta insatisfactoria situación es consecuencia del número limitado de municipios miembros del SPRAR, existiendo grandes diferencias entre el norte y el sur de Italia, con una sorprendente relación inversa respecto a sus condiciones económicas.

127 Real Decreto 816/2015, de 11 de septiembre, por el que se regula la concesión directa de una

subvención a Cruz Roja Española, Comisión Española de Ayuda al Refugiado y Asociación Comisión Católica Española de Migración para la ampliación extraordinaria de los recursos del sistema de acogida e integración de solicitantes y beneficiarios de protección internacional.

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In ogni caso, risulta evidente che tale ipotesi non ha implicato tanto la creazione di una nuova tipologia di centri, quanto il semplice usufrutto temporaneo di strutture originariamente adibite ad altre finalità: di conseguenza, per il momento si può affermare che in Spagna, amministrativamente parlando, non è stato strutturato un modello di seconda accoglienza per richiedenti asilo parallelo alle tipologie di centri già esistenti.

Considerando i recenti cambiamenti nelle tendenze della pressione migratoria in Spagna, sarà interessante vedere come le autorità agiranno di conseguenza in un futuro prossimo e se i posti previsti all’interno dei CAR e delle piccole strutture delle associazioni saranno sufficienti per alloggiare quanti facciano richiesta d’asilo e non siano in possesso di sufficienti mezzi di sussistenza.

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