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I Centros de Acogida a Refugiados (CAR)

4.5 Il sistema di seconda accoglienza e integrazione

4.5.2 I Centros de Acogida a Refugiados (CAR)

I Centri di Accoglienza per Rifugiati sono strutture pubbliche dipendenti dal Ministero del Lavoro, Migrazioni e Sicurezza Sociale: come già anticipato, vi possono essere inseriti richiedenti asilo o individui che siano già in possesso dello status di beneficiario di protezione, a condizione che abbiano dimostrato di non possedere sufficienti mezzi economici e che rispettino gli ulteriori requisiti già elencati. Qualora, durante la permanenza nel centro, il richiedente ricevesse comunicazione circa una decisione negativa in merito alla sua domanda d’asilo, ha a disposizione quindici giorni per abbandonare il centro (Secretaría de Estado de Migraciones, 2018).

I Centri di Accoglienza per Rifugiati sono stati creati con l’Ordine del 13 di gennaio del 1989 riguardo i Centri di Accoglienza per Rifugiati96, redatto dall’allora Ministero degli Affari Sociali

(Ministerio de Asuntos Sociales) e che ne stabilisce le caratteristiche; oltre a questo, vi è la Risoluzione del 6 di luglio del 1998, della Direzione Generale dell’Istituto di Migrazioni e dei Servizi Sociali (IMSERSO), con la quale si approva lo Statuto Basico dei Centri di Accoglienza per Rifugiati dell’IMSERSO e si sviluppa l’Ordine del 13 di gennaio del 1989 riguardo i Centri di Accoglienza per Rifugiati97: questo documento, redatto dall’allora Ministero del Lavoro e degli

Affari Sociali, contiene previsioni più specifiche riguardo il funzionamento dei CAR. Trattandosi di documenti datati, certe nomenclature presenti al loro interno sono ormai obsolete o riguardano enti statali non più esistenti: nonostante questo, le caratteristiche dei CAR in essi elencate permangono uguali anche in epoca attuale e, in ogni caso, costituiscono una documentazione tuttora in vigore.

A questi documenti, è da sommarsi la normativa contenuta nella già citata Legge Organica 4/2000, la quale inserisce questa tipologia di struttura tra quelle che concorrono a comporre il mosaico dei centri per le migrazioni in Spagna.

Nella Risoluzione redatta dal Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, si legge che i CAR siano:

stabilimenti pubblici destinati a fornire alloggio, mantenimento ed assistenza psicosociale urgente e primaria, così come ulteriori servizi sociali diretti a facilitare la convivenza e l’integrazione socio comunitaria alle persone che richiedano asilo o ottengano lo status di rifugiato o sfollato in Spagna e

96 Orden de 13 de enero de 1989 sobre centros de acogida a refugiados.

97 Resolución de 6 de julio de 1998, de la Dirección General del Instituto de Migraciones y Servicios Sociales

(IMSERSO), por la que se aprueba el Estatuto Básico de los Centros de Acogida a Refugiados del IMSERSO y se desarrolla la Orden de 13 de enero de 1989, sobre Centros de Acogida a Refugiados.

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che non posseggano lavoro, né mezzi economici per rispondere alle necessità proprie e a quelle delle proprie famiglie98 (traduzione della scrivente, Resolución de 6 de julio de 1998, art. 2).

Al momento attuale, esistono in Spagna quattro CAR e si trovano nelle città di Siviglia, Mislata (València), Alcobendas e Vallecas (che si trovano entrambe nella zona di Madrid), per un totale di circa 420 posti (AIDA, 2018b: 55).

In relazione con l’organizzazione interna dei CAR e le previsioni circa i servizi offerti, questi sono descritti al dettaglio in un documento redatto dall’ex Ministero del Lavoro e della Sicurezza Sociale, titolato “Carta de Servizi dei Centri di Accoglienza per Rifugiati”, nel quali si afferma anche che l’entità responsabile del loro funzionamento, della gestione delle sovvenzioni e di ulteriori progetti e iniziative sarà la già citata Direzione Generale di Migrazioni, con l’ausilio della Sottodirezione Generale di Integrazione degli Immigrati (Ministerio de Empleo y Seguridad Social, 2018).

I servizi offerti ai residenti nei CAR sono quelli previsti per questa fase di accoglienza, elencati nella precedente sezione: comprendono, dunque, la fornitura di beni di prima necessità, compreso il vitto (che, tuttavia, viene cucinato da apposito personale, e non dai residenti stessi), assistenza psicologica e sanitaria, attività di integrazione culturale, corsi di lingua spagnola, sessioni di orientamento alla formazione professionale e all’inserimento nel mercato del lavoro e, infine, attività per il tempo libero (Ministerio de Empleo y Seguridad Social, 2018).

A questi, è da sommarsi l’erogazione di un pocket money con il fine di provvedere a determinate necessità personali ed iniziare ad acquisire un certo livello di autonomia economica: l’ammontare della cifra viene deciso annualmente in una Risoluzione elaborata dalla Secretaría

General de Inmigración y Emigración (Ministerio de Empleo y Seguridad Social, 2018: 7 - 8).

Nonostante tale previsione, non è stato possibile ritrovare la Risoluzione del Segretariato Generale di Immigrazione ed Emigrazione relativamente all’anno 2018: all’interno, invece, di quella pubblicata nel 2017, si afferma che le quantità massime e minime di aiuti economici destinati ai beneficiari del sistema dei CAR saranno le stesse previste all’interno della precedente Risoluzione, datata 2015 (Resolución de 23 de febrero de 2017).

Dunque, all’interno della Risoluzione del 27 di febbraio del 2015, si legge che gli aiuti economici ammontano ad una cifra fissa di 51.60€ mensili individuali, a cui andranno sommate altre cifre

98 Testo originale: establecimientos públicos destinados a prestar alojamiento, manutención y asistencia

psicosocial urgente y primaria, así como otros servicios sociales encaminados a facilitar la convivencia e integración sociocomunitaria a las personas que soliciten asilo u obtengan la condición de refugiado o desplazado en España y que carezcan de trabajo o de medios económicos para atender sus necesidades y las de su familia.

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nel caso di minori a carico; un’altra cifra fissa è quella relativa all’acquisto di vestiario e calzature, che ammonta a 181.70€ per stagione (per un massimo di due occasioni l’anno).

Oltre a questi, si prevede che i responsabili dei CAR provvedano all’acquisto di abbonamenti e biglietti per i mezzi di trasporto e di medicinali (previa presentazione della relativa ricetta), nonché al pagamento di corsi di formazione e/o iscrizioni al sistema scolastico (ivi compresa la matricola universitaria), di tasse relative alla gestione della documentazione e, infine, di servizi di interpretariato e traduzione (Resolución de 27 de febrero de 2015).

Complessivamente, non risulta che siano mai state riportate denunce di malfunzionamento riguardo i CAR, né sembrano essersi mai verificate situazioni di sovraffollamento: questo è dovuto, sicuramente, anche al fatto che i Centri di Accoglienza per Rifugiati non hanno subito le conseguenze dell’incremento della pressione migratoria degli ultimi due anni, e il conseguente aumento di quanti presentassero richiesta d’asilo. Infatti, la reazione delle autorità a fronte di tale cambiamento nei flussi non è stata quella di un incremento del numero di CAR presenti sul territorio, né ad un ampliamento delle strutture preesistenti: esse hanno optato, invece, per rinforzare il sistema di accoglienza aumentando il numero di posti disponibili nei dispostivi gestiti da associazioni, prevalentemente ONG; di conseguenza, hanno anche incrementato il numero di associazioni autorizzate a gestire tali tipologie di strutture (CEAR, 2018; Defensor del Pueblo, 2016).

Per questi motivi, attualmente la maggior parte del sistema di seconda accoglienza spagnolo è costituito da strutture di piccola entità (generalmente appartamenti), gestite da associazioni mediante sovvenzioni statali: nel prossimo paragrafo si tratterà nel dettaglio di questo meccanismo.

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