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L’eccezione che conferma la regola? Il successo degli asiatic

Come si è visto, al contrario di altri studenti immigrati, gli asiatici sono spesso portati come esempio positivo di riuscita scolastica. La letteratura, infatti, considera le minoranze volontarie, come gli asiatici, in grado di raggiungere il successo grazie alle strategie che utilizza: l’identità non oppositiva alla maggioranza, la convinzione che la scuola permetta la mobilità sociale, la fiducia nelle istituzioni325, l’approccio strumentale alla studio, che porta a rinviare, davanti alle discriminazioni, l’idea di un’equità nel futuro, quando abilità e conoscenze326 saranno comparabili a quelle degli autoctoni.

Gibson327 già alla fine degli anni ’80 affermava che i sikh avevano successo in California, perché si impegnavano e ritenevano che gli sforzi, e non l’intelligenza, fossero la chiave della loro buona riuscita. Questo accadeva nonostante avessero una bassa condizione sociale e poca conoscenza dell’inglese, fossero discriminati e criticati per la loro dieta, gli abiti, i capelli lunghi e la modalità di contrarre le nozze.

Sebbene i figli incorrano in numerosi ostacoli -quali l’incapacità dei genitori di capire i nuovi meccanismi educativi e di aiutarli a orientarsi e riuscire a scuola; la tensione tra pressioni e aspettative di famiglia, scuola e amici; il ruolo di adulti a cui la famiglia li

324 Si pensi all’effetto Pigmalione che da Rosenthal e Jacobson ad oggi non cessa di far discutere (ad esempio, Gobbo F., 2007a Classi multiculturali e relazione insegnante-studenti in CEM Mondialità, gennaio, n.1, p.11; 2007b Il lavoro di gruppo nelle classi eterogenee e il rischio esclusione in CEM Mondialità, febbraio, n.2, p.11; Fucecchi A., 2007 Le emozioni in cattedra. Da Pigmalione all’attimo

fuggente in CEM mondialità, gennaio, n.1, pp.18-22; Fele G. et al, 2003 L’interazione in classe Il

Mulino, Bologna). 325

Emihovich, 1996 op. cit.

326 Foster K.M, 2004 Coming to terms: a discussion of John Ogbu’s cultural-ecological theory of

minority academic achievement in “Intercultural education” v.15, n° 4, pp. 369-384.

327 Gibson M.A, 1987 The school performance of immigrant minorities: a comparative view in “Antropology & Education Quarterly”, vol. 18, pp. 262-275

richiama328 - tuttavia credono nel sogno americano e pospongono altre scelte, come il fidanzamento, al raggiungimento del diploma.

L’esperienza dei sikh in Inghilterra e California, infatti, insegna che:

“una strategia di accomodamento insieme ad un forte sostegno familiare all’educazione e una visione additiva dell’acculturazione aiuta gli studenti di minoranze immigrate a trascendere certe barriere per aver successo a scuola”329.

Gibson, quindi, ricorda le peculiarità delle minoranze volontarie e, soprattutto, la risorsa data dal credere che non si debbano fare scelte antitetiche tra educazione formale e informale: ogni apprendimento conseguito a scuola serve per esser sempre più accettati, per risolvere problemi e realizzare al meglio il proprio progetto migratorio nella nuova società. L’investimento familiare in educazione, riconosciuto da molti autori330, risponde alla logica per cui gli sforzi scolastici saranno ripagati in futuro, tanto che Ballard331 inserisce il successo dei figli nelle dimensioni a lungo termine che spingono a migrare. Se questo, da una parte, spiega le grandi aspirazioni che i genitori sikh hanno per i figli332, dall’altra, sembra contraddire le sensazioni degli insegnanti. Questi, infatti, ritengono spesso che i genitori non siano particolarmente interessati alla carriera scolastica e non sostengano i minori, caricandoli al contrario di impegni familiari333. Le ricerche mostrano, invece, che i familiari sono poco consapevoli del sistema organizzativo e delle richieste della scuola334, ma sono vicini ai figli e questi ultimi si sentono sostenuti dai genitori335. Anzi, per molte famiglie il successo scolastico è motivo d’orgoglio e se ci sono parenti che riescono, questi diventano modelli di ruolo per gli altri336. Gli adolescenti punjabi, d’altra parte, avendo avuto esperienza diretta dei

328 Ngo, 2006 op. cit.

329 Gibson M.A, 1991 Minorities and schooling: some implications in Gibson M.A., et al., op. cit: 372 330

Bhatti, 1999 op. cit; 2003 op. cit.; Gibson, 1987 op. cit; 1997 op. cit.; Gibson M.A, Bhachu P.K, 1991

The dynamics of educational decision making: a comparative study of Sikhs in Britain and United States

in Gibson M.A, Ogbu J.U Minority status and schooling Garland Publishing, New York, pp.63-95; Erickson, 1987 op. cit

331

Ballard R., 2005 Migration, Remittances, Economic Growth and Poverty Reduction: reflections on

some South Asian developments in Siddiqui Tasneem (ed.), op. cit., pp. 333-358

332 Barrier, 1989 op. cit; Rassool N., 1999 Flexible identities: exploring race and gender issues among a

group of immigrant pupils in an inner-city comprehensive school in “British Journal of sociology of

education”, vol. 20, n. 1, pp. 23-36.

In realtà, per qualche ricercatore (Bhatti, 1999) vi sarebbe addirittura ansia per il futuro dei minori e ciò si scontrerebbe con le aspettative dei docenti.

333 Tra i primi autori a riportare questo giudizio vi è Gibson (1987). Si rimanda al cap. 7 per approfondimenti.

334 Bhatti, 1999 op. cit.; Dale A. et al., 2002 Routes into education and employment for young Pakistani

and Bangladeshi women in the UK in “Ethnic and Racial Studies” V.25, N. 6, pp. 942-968.

335 Rassool, 1999 op. cit. 336

lavori manuali, aspirano a una diversa situazione lavorativa e sociale, perciò sono spinti all’impegno e pure al sacrificio, grazie alla loro motivazione e al desiderio di raggiungere una mobilità verso l’alto337. È interessante confrontare questo dato con i risultati di una ricerca italiana sugli immigrati. In essa, infatti, emerge che le aspettative di lavoro qualificato spingono alla frequenza scolastica, anche perché oltre l’80% dei giovani interpellati non intende fare il lavoro del padre338.

Tuttavia bisogna chiedersi cosa succede quando il contesto sociale339 non risponde adeguatamente a tali aspettative. Infatti, anche nel Regno Unito è stata riconosciuta una penalizzazione/discriminazione etnica, tale da far ipotizzare che l’imprenditorialità “asiatica”340 sia una strategia di ripiego dovuta alla deindustrializzazione e all’esclusione dai lavori manuali, in cui tale collettività trova occupazione341: nonostante questa situazione, le famiglie giocano un ruolo decisivo nella scelta educativa e spesso esortano a studiare per migliorare il proprio futuro.

Una certa consapevolezza sul difetto di equità della società italiana inizia a essere registrata anche dai miei giovani intervistati, perché, come un ragazzo indiano nel cremonese spiega chiaramente, sorgono delle perplessità:

“Società però non accetta stranieri, scuola è diversa, i prof. ti aiutano.”

Un’altra variabile che concorre ad interpretare il successo educativo dei sikh, nonostante tutto, è la presenza delle reti transnazionali342, che danno informazioni, fanno cogliere occasioni di mobilità, ma soprattutto forniscono gli strumenti per comparare le possibilità educative nelle diverse società e tenere aperte tutte le opzioni. Sebbene da più parti si discuta sulla nuova “emergenza terminologica”343 e sull’assenza di definizioni chiare di “transnazionalismo” (e c’è chi preferisca parlare di “occasioni di

337 Gibson, 1987 op. cit. 338 Bessozzi, 2007 op. cit: 34

339 Nei percorsi di inserimento lavorativo si riscontrano vari problemi, non solo di accesso, ma anche quelli legati al lavoro nero e grigio (Altamura et al., 2006). Sulle difficoltà del mercato occupazionale si rimanda a Zanfrini, 2007; 2004; 2003; Allasino et al., 2005; Levroni et al., 2006.

340 Negli anni ’90 parallelamente alla maggiore istruzione e alla riduzione del tasso di disoccupazione si è visto un calo di tale imprenditorialità (Ambrosini, 2005b).

341

Dale et al., 2002 op. cit. ; Ballard R., 1990 Migration and Kinship: the differential effect of marriage

rules on the process of Punjabi migration to Britain in Clarke C. et al. (eds.), South Asians Overseas: Contexts and Communities Cambridge University Press, Cambridge, pp. 219–249

342 Fürstenau, 2005 op. cit; Moldenhawer B., 2005 Transnational migrant communities and education

strategies among pakistan youngster in Denmark in “Journal of Ethnic and Migration Studies” Vol. 31,

n.1, pp. 51-78. Del resto in una recente indagine si è visto che i goani a Milano sperano di beneficiare dei rapporti transnazionali meglio di quanto hanno potuto fare i loro genitori (Cologna, 2007).

343 Ceschi S., Riccio B., 2007 “Trasnazionalismo” e “diaspora”. Dalla ricerca sociali alle politiche

transnazionalismo”344), qui mi avvalgo del significato antropologico che si riferisce a esso come a un collegamento a più livelli creato dagli immigrati attraverso i confini nazionali (“a web of cultural, social, economic and politic relationship, pratices and identities”345). Esso, quindi, è il processo per cui i migranti mantengono relazioni e formano reti346, a “carattere strumentale”347, che permettono un collegamento tra patria ancestrale e realtà attuale. Tale rapporto consente di tenere saldi “legami, interessi e attività348”, trascendendo i confini degli stati-nazione.

Il vantaggio di tale approccio nell’ambito della ricerca è dato dalla possibilità di inserire l’esperienza migratoria in uno “scenario di interdipendenza”349 e complessità, invitando i ricercatori a confrontare il locale con il globale350. La prospettiva transnazionale indaga da tempo su come tali reti favoriscano il successo economico degli immigrati e su come strutturino la loro azione politica e culturale; inoltre, recentemente, ha iniziato a studiare anche la loro influenza a livello scolastico e professionale, aspetto che interessa ai fini del mio lavoro e merita di essere approfondito351.

Se alcuni autori352 notano che, grazie alla prospettiva transnazionalista, un migrante può sentirsi parte di due società e guardare ai legami che vanno oltre i confini nazionali, il significato che gli indiani sembrano dare a tale dimensione è piuttosto una comparazione estesa, che non si limita a due realtà geografiche, ma accoglie ed elabora informazioni da ogni parte della diaspora sikh, così come riscontrato in una recente analisi sulle reti migratorie353.

344 Ambrosini M., Queirolo Palmas L., 2005 Fenomeni locali e prospettive globali: lezioni

dall’immigrazione latina in Ambrosini M. et al. (a cura di) I latinos alla scoperta dell’Europa. Nuove migrazioni e spazi della cittadinanza Franco Angeli, Milano: 27

345 Moldenhawer, 2005 op. cit.: 58

346 Si veda Riccio B., 2006 Transnazionalità e interazioni urbane in Colombo A., Genovese A., Canevaro A. (a cura di) Immigrazione e nuove identità urbane Erickson, Trento, pp. 35-45; Callari Galli M., 2006a

Processi migratori: ambiguità e prospettive in Colombo A. et al. (a cura di), op. cit., pp. 27-34.

347 Bosisio R. et al. 2005 Stranieri & italiani. Una ricerca tra adolescenti figli di immigrati nelle scuole

superiori Working papers del Dipartimento di Studi sociali e politici, Università degli Studi di Milano:

15; Fürstenau, 2005 op. cit; Zanfrini et al., 2006 op. cit; Andall, 2003 op. cit. 348

Moldenhawer, 2005 op. cit.: 58 349

Colombo E., 2005a Una generazione in movimento in AAVV Stranieri e italiani Donzelli editore, Roma: 60

350 Glick Schiller N. et al., 1999 From immigrant to trasmigrant: theorizing transnational migration in Pries L. Migration and transnational social spaces Ashgate, Alderhot, pp. 73-106 cit. in Moldenhawer, 2005 op. cit

351 Come del resto è espressamente detto da Ambrosini et al., 2007 352 Zanfrini, 2006b op. cit: 195; Bosisio et al., 2005 op. cit. 353

7.1 Genere e scolarizzazione

La letteratura sembra problematizzare il successo scolastico delle ragazze: infatti, mentre negli anni ’80 Gibson354 afferma che i genitori lasciano studiare le figlie, ma istruzione e carriera devono esser discussi con la famiglia del marito, negli anni ’90 la ricerca precisa che la frequenza scolastica delle giovani sikh è strettamente legata al contesto di vita. Gibson e Bhachu355, in realtà, sostengono che in Punjab quanto in California l’istruzione sia poco incentivata, poiché renderebbe le ragazze troppo “indipendenti” e quindi poco richieste per le nozze, mentre in Gran Bretagna essa è una buona credenziale, anche perché consente un adeguato inserimento lavorativo, necessario alla famiglia. Sempre in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, del resto, l’educazione delle future spose è una carta di negoziazione importante nel determinare la dote: Angelo356 addirittura nota che un uomo istruito può richiedere una dote molto alta se la moglie non è istruita, motivo per cui le giovani sono incoraggiate a proseguire il percorso scolastico.

Nel decennio successivo le ricerche, poi, mettono in luce una maggiore propensione agli studi357: le ragazze, infatti, parlano dell’importanza delle qualifiche e della carriera per avere una certa indipendenza economica. I genitori incoraggiano le giovani asiatiche musulmane e sikh a studiare e trovare lavoro, terminati gli studi, pur volendo preservarle dall’influenza della cultura maggioritaria. Così le ragazze credono nell’educazione e sulla base di essa superano le tradizionali divisioni di classe e casta. Infine, una recente indagine358 conferma che le donne asiatiche ottengono diplomi e lavorano fuori casa.

Se il tema del proseguimento degli studi per le donne ha visto posizioni alterne, invece, il successo scolastico delle giovani asiatiche è sempre stato riconosciuto dalla letteratura, anche perché diversi studi affermano che le femmine a scuola riescono

354

Gibson, 1987 op. cit.

355 Gibson, Bhachu, 1991 op. cit: 73

356 Angelo M., 1997 The sikh diaspora, tradition and change in immigrant community Garland Publishing New York e London

357 Dale et al., 2002 op. cit; Abbas T., 2003 The Impact of Religio-cultural Norms and Values on the

Education of Young South Asian Women in “British Journal of Sociology of Education”, Vol. 24, N. 4,

pp. 411-428 358

meglio dei maschi359. Il dato è spiegato con le minori occasioni di svago delle giovani e con l’importanza dell’izzat360, ma si può prendere in considerazione un altro fattore: la tendenza diffusa delle ragazze, non solo asiatiche, a proseguire gli studi, contro quella dei maschi di entrare al più presto nel mondo del lavoro361.

Shain362 ipotizza che le giovani di origine asiatica, in Gran Bretagna, abbiano stili di vita e risultati accademici diversi, tanto che le suddivide in quattro tipologie (sintetizzate nel capitolo 2): Gang Girls, Survivors, Rebels, Faith Girls. Per la sua teoria, infatti, esse sono spinte o meno a studiare da famiglia e scuola a seconda di diverse variabili. Shain individua varie sfumature, ma sostanzialmente crede che le gang

girls siano quelle che abbassano i propri sogni perché la famiglia, confrontandosi con la

scuola, non le ritiene abbastanza motivate allo studio e quindi non investe in percorsi lunghi e complessi. Per le altre ragazze, invece, ambizioni personali e familiari sono per lo più sostenute dai docenti.

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