L’annuario Caritas, pur dichiarando la persistente difficoltà nel quantificare i minori stranieri in Italia, parla di loro come di “una realtà silenziosamente in crescita”172, infatti (concordemente ai dati Istat) nota che essi superano le 585.000 unità (pari al 19,3% della popolazione straniera) e quindi in quattro anni hanno quadruplicato la loro presenza.
Un ulteriore tassello di questo mosaico è l’analisi della situazione scolastica. Se gli alunni stranieri a livello nazionale nell’a.s. 2003/2004 erano poco più di 282.000 (il 3,5% del totale della popolazione scolastica) e di questi gli indiani erano 6.509173, nell’a.s. 2005/2006 gli alunni stranieri sono circa 430.000 (ossia il 4,8% della popolazione scolastica complessiva)174 e gli indiani raggiungono le 10.000 unità. Inoltre, guardando in prospettiva, si può notare che gli indiani dal 1995-‘96 ad oggi, ossia in uno spazio di 10 anni, si sono più che decuplicati175 e i minori di tale collettività, sebbene siano per la maggior parte nelle scuole primarie, ora diventano più visibili anche alle medie e alle superiori.
Gli studenti con cittadinanza non italiana da un punto di vista quantitativo caratterizzano soprattutto le regioni del nord (la Lombardia con 104.371 stranieri
169 Gardani, 2006, op. cit.
170 Caritas/Migrantes, 2006 Immigrazione. Dossier Statistico 2006 Nuova Anterem, Roma 171
Gardani, 2006, op. cit. 172
Ricucci R., 2006, op. cit.: 167
173 MIUR, 2004 Alunni con cittadinanza non italiana Roma: 3-17
174 È interessante confrontare il dato odierno con quello di dieci anni fa, dove gli stranieri era poco più di 50.000, ma anche con quello di un anno fa in cui si avevano 361.576 presenze (con un incremento pari al 17%). Aggiungo che i bambini stranieri iscritti nelle scuole dell’infanzia (il 19,2% dell’intera popolazione scolastica straniera) e le dinamiche migratorie fanno presagire un ulteriore aumento degli alunni stranieri nel corso degli anni.
175
accoglie quasi un quarto degli alunni stranieri in Italia) e proprio in Lombardia gli alunni stranieri nell’ultimo anno sono aumentati di oltre 16.000 unità, ossia del 18%176. Nello specifico poi, rispetto alla media regionale Cremona primeggia per la più alta percentuale di minori (28,4%)177, per il maggior numero di ricongiungimenti familiari e per la maggiore crescita dell’incidenza percentuale della componente straniera sul totale degli alunni (+2,6)178.
2. 1 Le secondarie di II grado: quando i dati segnalano criticità
Osservando l’incidenza media nazionale degli stranieri, al primo posto si vede la scuola primaria (il 6%), seguita dalla secondaria di I grado (5,5%) e dalla scuola dell’infanzia (5%) mentre la secondaria di II grado resta al 3,1%. Tuttavia proprio quest’ultimo ordine registra un forte incremento sia in termini assoluti (quasi 23 mila studenti in più) sia in percentuale, oltre il 38%, e dà il polso della situazione attuale, ossia conferma una tendenza migratoria che si diffonde “in forma strutturale all’interno dell’intero sistema di istruzione”179. Anche considerando, nello specifico, la presenza in Lombardia degli indiani nelle superiori, si nota un incremento superiore al 100% in due anni180.
L’iscrizione alle superiori resta, però, un aspetto problematico della scolarizzazione degli immigrati per quanto riguarda, prima, l’orientamento e la scelta e, poi, il successo scolastico.
Per dare un quadro statistico al discorso sull’orientamento si nota che, secondo il Ministero della Pubblica Istruzione181, la maggior parte degli studenti stranieri si iscrive ad istituti professionali (il 40,6% contro il 19,9% degli italiani) e tecnici (37,9%). La presenza nei licei, già esigua, cala rispetto all’anno precedente (dal 19% al 18,6%). Da un’indagine lombarda emerge che l’inserimento in età avanzata nella scuola italiana risulta un “fattore di debolezza in termini di integrazione e di riuscita” e condiziona anche l’orientamento scolastico, tanto che chi arriva in Italia in adolescenza si indirizza
176
Besozzi E., 2007 La nuova generazione di stranieri e il suo progetto di vita: aspettative, bisogni,
risorse per l’integrazione in Besozzi E., Colombo M., op. cit.: 21 177 Caritas, 2006 op. cit.: 337
178 Papavero G., 2007 La presenza di giovani stranieri nei percorsi di istruzione e formazione
professionale in Lombardia in Besozzi E., Colombo M., op. cit., pp. 37-47
179 MPI, 2006a Alunni con Cittadinanza Non Italiana. Scuole statali e non statali. Anticipazione dei
principali dati. Anno scolastico 2005-2006 Roma: 3
180 Papavero, 2007 op. cit. 181
per lo più verso i canali della formazione professionale. Determinante in questa scelta vi sarebbero la conoscenza della lingua italiana e la carenza di informazioni182.
Il Ministero della Pubblica Istruzione afferma, poi, che nelle secondarie di II grado oltre il 25% degli allievi stranieri subisce una “battuta di arresto” (contro il 15% degli allievi italiani, quindi con un divario del 13% tra i due gruppi). Negli altri ordini di scuola, il divario è più contenuto (3,2% nella scuola primaria e 7,9% nella secondaria di I grado), ma esso viene ad incidere sul ritardo con cui gli stranieri arrivano alle superiori, tanto che nelle classi terze delle medie esso raggiunge del 60,5%183.
Gli allievi stranieri, che nella scuola primaria hanno un tasso di promozione del 96,7%, arrivano all’89,8% nella secondaria di I grado (mentre gli italiani raggiungono rispettivamente il 99,9% e il 97,7%) e raggiungono il 72,3% alle superiori184. Proprio in questo ordine il livello di successo degli immigrati è nettamente inferiore a quello degli italiani (pari all’85,1%).
Tali valori sono simili nelle varie tipologie di scuola, ad eccezione degli istituti professionali, dove la distanza è del –8,2%; così si può asserire che i professionali accolgano il maggior numero di allievi con cittadinanza non-italiana, ma anche di italiani che probabilmente hanno già disinvestito riguardo alla loro istruzione.
Inoltre, bisogna aggiungere un altro dato: benché la regione con il più alto numero di diplomati stranieri sia la Lombardia, tuttavia essa ha uno dei maggiori divari nel successo di tali studenti alle superiori (ossia, –14,5) insieme a Liguria, Veneto, Campania e Piemonte185, confermando l’andamento dell’anno precedente186.