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L’Europa e il mondo turco-islamico

L’identità culturale europea: il rapporto problematico tra unità e differenze

2. L’identità attraverso le differenze

2.1 L’Europa e il mondo turco-islamico

Decisivo per la costruzione dell’identità europea, tra i vari fattori che hanno contribuito a definirla, è il conflitto plurisecolare con il mondo islamico: la nascente civiltà europea si è definita come tale proprio per la differenza dall’Islam, se non per l’aperta contrapposizione con esso. Il nome stesso di «Europa» si trova registrato per la prima volta nelle cronache, ma anche nei racconti popolari, delle battaglie dei franchi contro gli arabi che penetravano dalla penisola iberica, oltre che in elaborati successivi120. In effetti per lungo tempo, oltre un secolo, cioè dalla conquista di Costantinopoli del 1453 alla battaglia di Lepanto del 1571, la contrapposizione all’Islam è stata un elemento decisivo per la formazione dell’idea di Europa, ovvero di un’Europa che occorre difendere dal pericolo di essere sommersa da una nuova ondata conquistatrice.

Tra Cristianesimo e Islam, in realtà, esistevano, e continuano ad esistere, analogie molto profonde, tutt’altro che superficiali, dato che entrambe si presentano come religioni universali, come un complesso di dottrine e di regole che devono valere per l’intero genere umano e fuori dalle quali non c’è possibilità di salvezza. Accanto a queste analogie vi sono però anche differenze non meno significative. Agli occhi della religione cristiana, e quindi di buona parte dell’Europa, l’Islam è una fede falsa, promulgata da un falso profeta, mentre agli occhi dell’Islam, invece, il Cristianesimo si fonda su di una rivelazione «incompleta», e questo la renderebbe una religione superata e quindi da sostituire con la rivelazione definitiva consegnata a Maometto, l’ultimo di una serie di profeti che comprende anche Gesù. Ancora più importante, tuttavia, è la

120 Basti pensare alla famosa Tesi di Pirenne: il celebre storico belga poneva l’accento proprio sull’espansione araba avvenuta nel corso del VII secolo e sull’avvento dell’Islam, definendoli come il punto di svolta della storia europea verso l’epoca medievale, oltre al momento in cui si può cominciare effettivamente a parlare di Europa in termini culturali, politici ed economici. Per un approfondimento circa la Tesi di Pirenne si veda H. Pirenne, Maometto e Carlomagno, Laterza, Bari 1969.

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differenza nella struttura istituzionale dei due credi: l’Islam possiede un clero ma non una chiesa, e meno che mai una chiesa organizzata gerarchicamente, tant’è che già nella generazione immediatamente posteriore a Maometto esso venne a scindersi al suo interno a causa del problema della successione al profeta, dando luogo a una serie conflitti che però non ne hanno messo a repentaglio l’unità dottrinale di fondo. Il suo vertice è il califfo, autorità insieme religiosa e politica, al quale fa riferimento tutta la comunità dei fedeli. Ad esso è estranea quell’esigenza di separazione, potremmo dire, tra «Dio e Cesare», cioè tra potere ecclesiastico e potere politico, che il Cristianesimo delle origini ereditò dal mondo antico e che è stato alla base della divisione nata in epoca medievale tra papato e impero121.

Nel corso dell’età Moderna queste analogie e queste diversità vengono a trasformarsi e ad evolversi, ma restano irriducibili e contribuiscono costantemente a determinare un’identità sempre più chiara, perlomeno in virtù di questa contrapposizione. Nel mondo islamico non c’è alcuna traccia di un processo di secolarizzazione del potere, né della nascita di un diritto autonomo sulla base del diritto romano, che incontriamo al contrario in Europa fin dal Medioevo. Il diritto, nel mondo islamico, non viene ad essere considerato come un insieme di norme emanate o riconosciute dallo Stato e dai suoi organi, che devono essere rispettate da tutti i sudditi o, successivamente, dai cittadini indipendentemente dalla propria confessione religiosa, ma è un diritto che trae la propria legittimazione dalla fede e che ne traduce il contenuto in precetti vincolanti. E, come abbiamo visto prima, dal momento che gli esponenti dell’autorità politica sono al tempo stesso capi della comunità dei fedeli, essi devono necessariamente conformarsi alla legge sacra, la quale definisce i limiti e le finalità dell’esercizio del potere. Solo all’indomani della prima guerra mondiale, con la rivoluzione messa in atto da Atatürk122, si è aperta la possibilità (per quanto ai giorni nostri, in tal senso, siano stati compiuti ben pochi passi in avanti e, anzi, si sta assistendo ad un ritorno in

121 Cfr. G. Galasso, Storicismo e identità europea, Milano 2009.

122 Cfr. A.M. Banti, L’età contemporanea, vol. II, Dalla grande guerra a oggi, Laterza, Roma-Bari 2009. Mustafa Kemal Atatürk (Salonicco, 19 maggio 1881 – Istanbul, 10 novembre 1938) fu un generale e politico turco, fondatore e primo presidente della Turchia, dal 1923 fino alla sua morte. È considerato l'eroe nazionale turco e padre della Turchia moderna (Atatürk significa «Padre dei Turchi» e fu il cognome che gli venne assegnato nel 1934 dal Parlamento).

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auge del fondamentalismo) di un potere civile indipendente, che non pretende di imporre un’uniformità religiosa.

La differenza tra Europa e mondo islamico si è così mantenuta nel corso dei secoli, ma in forma nuova rispetto al passato. Anche il Cristianesimo, nel corso del Medioevo, aveva preteso dai sovrani e dai principi l’osservanza e la protezione della fede religiosa. L’Europa, abbandonando in seguito la pretesa di uniformità religiosa e consentendo la competizione, se non la lotta, tra fedi diverse, si è avviata invece verso l’autonomia delle singole sfere della vita dalla religione e in questo modo ha spesso abbandonato o respinto credenze e norme di comportamento che appartenevano al nucleo della religione cristiana. Dall’espansione dell’Islam nel Mediterraneo alla controffensiva cristiana risalente al periodo delle Crociate, e poi dopo ancora con il tentativo non riuscito di riprendere possesso dei luoghi santi, i rapporti con il mondo islamico furono non di convivenza ma di conflitto esplicito. Per molti secoli l’impero bizantino aveva assunto il ruolo, affacciandosi verso l’Oriente, di vero e proprio cuscinetto tra i due mondi, proteggendo l’Europa dallo scontro diretto con le armate arabe. Più tardi, però, la conquista turca dell’Asia minore e la presa di Costantinopoli avevano condotto la minaccia islamica nel cuore stesso dell’Europa, fino alle porte di Vienna: gran parte della penisola balcanica era già caduta nelle mani della potenza ottomana e la vittoriosa battaglia navale di Lepanto non era stata in grado, da sola, di capovolgere la situazione. Soltanto alla fine del Seicento il fallimento del secondo assalto alla capitale asburgica, in seguito alla battaglia di Vienna123 e alla vittoria delle forze europee, bloccherà definitivamente l’avanzata delle forze dell’impero Ottomano. Ciò non impedì comunque che gli scambi commerciali tra l’Europa e i paesi islamici proseguissero: già da tempo il Vicino Oriente era stato la testa di ponte dei mercanti veneziani e genovesi che importavano seta e spezie dalle più remote contrade dell’Asia. A partire dal Settecento, con il declino della potenza ottomana a causa della sua stagnazione tecnologica e del bisogno di

123 La Battaglia di Vienna, che va distinta dal primo assedio alla città da parte degli ottomani nel 1529, fu combattuta tra l’11 e il 12 settembre del 1683 tra le forze ottomane e la cavalleria degli Ussari alati di Polonia guidata dal sovrano polacco Giovanni III Sobienski, in appoggio alle forze austriache che difendevano la città. Per approfondimenti circa gli elementi di storia Moderna si veda G. Gullino, G. Muto, E. Stumpo, Il Mondo moderno. Manuale di storia per l’università, Monduzzi, Bologna 2007.

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procurarsi armamenti, la direzione del traffico si invertì completamente e da importatrice l’Europa divenne esportatrice. Potremmo dire che, sotto questo punto di vista, la civiltà europea aveva raggiunto un nuovo, importante traguardo: la differenza di fede aveva cessato di essere di ostacolo allo sviluppo dell’economia.