Il purismo romano all’Accademia di Belle Arti di San Carlo.
134 GIOVANNA CAPITELL
fi no al 1871, operando anche come fotografo, registra l’invenzione gra- fi ca delle Tre Grazie (ill. 2), eseguita ad aff resco dal maestro siciliano sulla volta della terza stanza (la sala da pranzo) del casino di villa Torlonia a via Nomentana e documentata da un dipinto dello stesso soggetto ora al Museo Regionale di Messina (ill. 3)11.
Se nel caso del primo pezzo la composizione di partenza è restituita con mano sicura, e la cultura purista di Carta emerge pienamente compresa, il tratto più debole del secondo denuncia un artista ancora in formazione, che si sta impadronendo, attraverso l’esercizio della copia, del metodo del disegno.
Anche Nicola Consoni, negli anni cinquanta condotto alla fama europea dalla fortuna del cantiere reale di Buckingham Palace, conobbe l’onore di una copia da spedire in Messico, questa volta tradotta in pittura di grande formato. Santiago Rebull (1829-1902), pensionato a Roma dal 1852 al 1858 (esattamente negli anni in cui Consoni è attivo per la corte britan- nica), riporta verosimilmente con sé a casa modelli per la decorazione d’interni romani12.
La serie delle quattro Baccanti dipinte sul muro, ora nel cortile del Castello di Chapultepec a Città del Messico per l’imperatore del Messico, Massimiliano d’Asburgo, e nell’Alcázar sostituita da una modesta riprodu- zione novecentesca13, restituisce – seppure sbiaditamente – l’impressione
generale dei dipinti realizzati da Consoni per decorare, in omaggio a un malinteso Raff aello, la nuova sala da ballo voluta dal principe Alberto e dalla regina Vittoria nel palazzo di Londra (ill. 4, tav. 24)14. Di questa stra-
ordinaria decorazione concepita a Roma dal “Raff aello del XIX secolo” sotto la direzione di Ludwig Grüner, smantellata e distrutta nel 1910 a Londra, un’eco postuma, o meglio una riedizione d’autore, aggiornata al gusto di fi ne secolo, giunse dunque anche in Messico. Per il linguaggio
2. Salvador Ferrando da Natale Carta,
Le tre Grazie (dal
cartone per il casino di villa Torlonia a via Nomentana), 1849 circa, carboncino, acquerellature nere e bianche su cartone, 2570 × 1940 mm. Città del Messico, Museo Nacional de la Academia di San Carlos, inv. SIGROA 06761 3. Natale Carta,
Le tre Grazie, ante 1839,
olio su tela. Messina, Museo Regionale
LETTERE DAL MESSICO. IL PURISMO ROMANO ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI SAN CARLO 135
pittorico che la contraddistingue, aderente alla magniloquenza asciutta della pittura pubblica praticata a Roma alla metà del XIX secolo, per il rapporto di continuità che intrattiene con la cultura classicista, la serie delle Baccanti messicane di Santiago Rebull (da Nicola Consoni) appar- tiene di diritto all’arcipelago varissimo delle esperienze artistiche che da tempo abbiamo preso a rubricare come una “Roma fuori di Roma”15.
1 Sull’argomento si veda (anche per la bibliografi a e la documentazione d’archivio): M. Sartor, L’Academia
de Bellas Artes di Messico e la cultura artistica italiana, in “Il
Veltro”, 1997, 40, 5-6, pp. 523-560, cui si deve il primo approfondito scavo sui materiali e sulle personalità in ambito italiano. Su Pelegrín Clavé resta fondamentale S. Moreno, El pintor Pelegrín Clavé, Universidad Nacional Autónoma de México, Ciudad de México 1966. È in corso di preparazione, a cura di Stefano Cracolici e mia, una mostra dal titolo Roma en México/México en Roma. Las
Academia de Bellas Artes entre Europa y Nuevo Mundo (1843- 1867), presso il Museo Nacional de San Carlos di Città del
Messico, con catalogo edito da Campisano Editore. Questo breve testo va inteso come una mia “lettera pittorica” dal Messico destinata all’amico e maestro carissimo Fernando Mazzocca (da cui il titolo al plurale del contributo Lettere
dal Messico: la prima missiva è quella di Clavé per Minardi,
la seconda è questa mia per Fernando). È stato redatto mentre è in corso la ricerca che sta accompagnando la pre- parazione della mostra messicana, in una piccola avventura intellettuale condivisa con Stefano Cracolici, interlocutore raffi natissimo e infaticabile compagno di scavo.
2 Lettera di Pelegrín Clavé a Tommaso Minardi da Città del Messico, 30 maggio 1846, Roma, Archivio di Stato, Fondo Ovidi, Carte Minardi, busta 3, int. 31.
3 Come enunciato dagli estremi cronologici qui nel titolo, i rapporti tra Roma e Città del Messico furono
istituzionalizzati con la riforma dell’Academia de San Carlos nel 1843, e rimasero saldi almeno fi no al 1866. La mostra Roma en México rappresenterà, lo speriamo, una tappa di rifl essione storiografi ca su questa congiuntura della mobilità artistica transnazionale.
4 Sebbene i messicani desiderassero selezionare a Roma anche gli insegnanti di incisione e di glittica, nessun can- didato fece domanda. Dovettero rivolgersi all’Inghilterra e ingaggiare George Periam e James Bagally, cfr. M. Sartor,
Le relazioni fruttuose. Arte ed artisti italiani nell’Accademia di San Carlos di Messico, in “Ricerche di storia dell’arte”, 61,
1997, pp. 7-33, p. 11; nonché J. Charlot, Mexican Art and
the Academy of San Carlos, 1785-1945, University of Texas
Press, Austin 1962, p. 108, e E. Báez Macías, Contratos
suscritos por la Academia Nacional de San Carlos con los pro- fesores Javier Cavallari, Eugenio Landesio, Santiago Baggally y Jorge A. Periam, in “Anales del Instituto de Investigaciones
Estéticas”, 13, 50, 2, 6 agosto 1982, pp. 315-328.
5 Le fonti primarie relative al trasferimento di opere sono tutte conservate presso l’Archivio storico della Antigua Academia de San Carlos di Città del Messico, Biblioteca “Lino Picaseño” nella Facoltà di Architettura della Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM). Un regesto molto utile della documentazione relativa agli anni che qui più ci interessano è in E. Báez Macías, Guía
del Archivo de la Antigua Academia de Artes (1844-1867),
Universidad Nacional Autó noma de Mé xico, Ciudad de
4. Louis Haghe,
La nuova sala da ballo a Buckingham Palace (con le Ore di Nicola Consoni),
particolare, 1856, acquerello, colore a corpo e matita su carta. Royal Collection, RCIN 919910 (courtesy of Her Majesty the Queen Elizabeth II)