L’Ovidio “troncato” di Luigi Ademollo
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1790, sia tratto esso stesso dalle Metamorfosi ovidiane. Nella defi nizione degli ambienti, poi, fanno capo- lino un certo gusto alla Percier – un gusto diverso tuttavia dal purismo neorinascimentale del monu- mento della contessa d’Albany in Santa Croce di alcuni anni dopo19 – come nel talamo di Semele
(libro III) (ill. 5) che con il suo padiglione di legno (dorato?) e tendaggi richiama la camera dell’impera- trice Giuseppina alla Malmaison.
Lo sforzo complessivo di trovare un linguaggio coe- rente e visivamente convincente per questo impe- gnativo progetto ovidiano si misura confrontando i disegni con quelli, sempre a illustrazione delle
Metamorfosi, già presso la galleria di Paolo Antonacci
a Roma20. Il formato di questi ultimi acquarelli,
ancora a monocromo ma questa volta a fi ngere un bassorilievo in marmo o in legno dorato, è sempre orizzontale e le storie si srotolano attentamente pau- sate su di un fondo appena connotato da isolati ele-
menti di ambientazione, evitando di evocare illusionisticamente una profondità spaziale. L’archivio elettronico della medesima galleria con- serva otto fi gurazioni minori del medesimo insieme con le Muse che non furono comprese nella mostra ma che permettono di comprendere la reale destinazione dei progetti grafi ci, quasi certamente pensati per la decorazione di un teatro, in particolare per le balaustre dei palchi. Se i bei disegni appaiono troppo maturi per la prima decorazione della Pergola circa il 179021, potrebbero invece essere stati concepiti per il
rifacimento del medesimo teatro nel 1814 dove erano state raffi gurate favole ovidiane22 o forse, per il San Marco di Livorno – sciaguratamente
distrutto dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale – ma che nel 1803-1804 era stato completamente decorato di temi omerici e, ancora una volta, ovidiani23.
1 Cenni Biografi ci del pittore Luigi Ademollo scritti da lui
stesso (Continuazione e fi ne), in “L’arte, Giornale lettera-
rio, artistico, teatrale di Firenze”, nn. 96 (8 novembre), 98 (15 novembre), 101 (26 novembre), 1851, n. 101, pp. 100-102, 102, già parzialmente pubblicato in G. Mellini,
Apertura per Luigi Ademollo, in “Arte illustrata”, 7, 1974,
pp. 53-71, 69.
2 La Divina Commedia di Dante Alighieri con tavole in
rame, 4 voll., All’Insegna dell’Ancora, Firenze 1817-1819;
sulla recezione della quale: F. Mazzocca, L’illustrazione
romantica, in Storia dell’Arte Italiana, parte III, vol. II ,2 Illustrazione e fotografi a, Einaudi, Torino 1981, pp. 323-419,
356-357. Si vedano anche le osservazioni di F. Leone,
Drammaturgia pittorica e cultura visiva di Luigi Ademollo,
in Luigi Ademollo L’enfasi narrativa di un pittore neoclassico.
Olii, disegni e tempere, a cura di F. Leone, catalogo della
mostra (Roma, Galleria Carlo Virgilio, 27 febbraio-12 aprile 2008), Edizioni del Borghetto, Roma 2008, pp. 5-20: p. 10. Ora: R. Lokaj, L’edizione vaticana della Divina Commedia allestita sug aegida Marini (1817-1819), in M. Buonocore (a cura di), Gaetano Marini (1742-1815) pro-
tagonista della cultura europea. Scritti per il bicentenario della morte, 2 voll., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del
Vaticano 2015, I, pp. 882-913.
3 L. Cicognara, Catalogo ragionato dei libri d’arte e d’anti- chità, 2 voll., presso Niccolò Capurro, Pisa 1821, I, p. 193;
cit. in Lokaj, L’edizione vaticana cit., p. 886.
4 U. Foscolo, Serie delle Edizioni, in Studi su Dante, Parte
5. Luigi Ademollo,
Giunone appare a Semele nelle spoglie della nutrice Beroe, Metamorfosi d’Ovidio,
libro III, 1818-1820 circa. Firenze, collezione privata
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seconda Commedia di Dante Alighieri (Edizione nazionale delle opere di Ugo Foscolo, vol. IX), a cura di G. Petrocchi,
Firenze, Le Monnier, 1981, pp. 256-305, 296.
5 A. Canova, Epistolario (1816-1817), a cura di H. Honour e P. Mariuz, 2 voll., Salerno Editrice, Roma 2002-2003, II, 2003, pp. 720-721, lettera 650.
6 Lettera del Lasinio a Canova del 2 giugno 1817, ivi, pp. 845-846, lettera 747.
7 C. Sisi, Correnti artistiche europee e arte nazionale ita- liana nell’“Antologia”, in Giovanni Pietro Vieusseux, pen- sare l’Italia guardando l’Europa, atti del convegno di studi,
Firenze, 27-29 giugno 2011, a cura di M. Bossi, L.S. Olschki, Firenze 2013, pp. 227-235, 228-229. Gli indici di “Antologia” sono in P. Barocchi (a cura di), Gli scritti
d’arte della Antologia di G.P. Vieusseux, 1821-1833, 6 voll.,
Edizioni SPES, Firenze 1975-1979, VI, Appendice, inediti,
carteggi, indici, nota critica, 1979.
8 Basti: G. Hubert-Rebenich, S. Lütkemeyer, H. Walter,
Ikonographisches Repertorium zu den Metamorphosen des Ovid. Die textbegleitende Druckgraphik, 2 voll. in 3 tomi,
Mann Verlag, Berlin 2014.
9 L. Brogioni, ad vocem, in A. Gigli Marchetti, M. Infelise, L. Mascilli Migliorini, M.I. Palazzolo, G. Turi (a cura di), Editori Italiani dell’Ottocento. Repertorio, coordi- namento P. Landi, 2 voll., Franco Angeli, Milano 2004, I, p.40 dove tuttavia il Marini è erroneamente chiamato Giuseppe. Ma ora S. Rolfi Ozvald, L’editoria artistica di
fi ne settecento nel carteggio di Gaetano Marini e i nuovi generi di consumo culturale, in Buonocore, Gaetano Marini cit. I.
pp. 827-881.
10 Devo le informazioni sulla consistenza originale della serie e sulla sua origine nonché sulla provenienza dal mercato antiquario di Arezzo, alla cortesissima dispo- nibilità dell’attuale proprietario.
11 194 × 127 mm, inchiostro (a penna e acquerellato) e lumeggiature a biacca su carta grigia, al retro segnato “1°”. Tutti e trenta i disegni sono eseguiti con la stessa tecnica.
12 OYHIΔIO∑ NA∑ΩN, mentre non è chiaro che cosa sia il piccolo triangolo postogli dietro il collo.
13 La vita et metamorfoseo d’Ovidio fi gurato et abbreviato
in forma d’Epigrammi di M. Gabriello Symeoni, per Jean de
Tournes, Lione 1559.
14 Di seguito si elencano i rimanenti disegni con la numerazione originale, le misure e il riferimento ai passi ovidiani con libro e versi: “2°”, 145 × 229 mm (orizzon- tale), I, 89-150; “7°”, 230 × 147 mm, I, 151-162; “8°”, 230 × 147 mm, I, 163-200; “9°”, 227 × 149 mm, I, 196- 239; “14”, 200 × 144 mm, I, 416-451; “15”, 228 × 150 mm, I, 452-567; “16”, 225 × 146 mm, I, 452-567; “18”, 227 × 148 mm, I, 728-737; “21”, 149 × 229 mm (oriz.), II, 1-105; “25”, 227 × 148 mm, II, 340-366, 372; “26”, 145 × 226 mm (oriz.), II, 460-465; “27”, 230 × 147 mm, II, 553 -563; “29”, 222 × 151 mm, II, 600-609; “30”, 239 × 1148 mm, II, 531-532, 627-632; sul recto “Mercurio s’innamora d’Ersilia vedendola andare al tempio di Minerva, coll’altre Fanciulle Ateniesi” sul verso “31”, 160 × 229 mm (oriz.), II, 708-736; “L’Invidia eseguisce l’or- dine di Minerva, e mette la mano sul cuore d’Aglaura per ingelosirla d’Ersilia sua sorella”, sul verso “33”, 247 × 149 mm, II, 797 × 801; sul recto “Aglaura impedisce a Mercurio l’ingresso di sua Casa e questo la trasformò in una statua di Pietra”, sul verso “34”, 255 × 153 mm, II, 812-835; “36”, 125 × 197 mm, III, 1-5; “39”, 129 × 189 mm (oriz.), II, 184-199 (sul retro studio a matita per lo stesso soggetto in versione verticale); “40”, 230 × 131 mm, III, 273-286; “42”, 199 × 130 mm, III, 339-346; “43”, 195 × 125 mm, III, 375-393; “44”, 199 × 128 mm; III, 402-501; [senza numero], 197 × 127 mm, III, 511- 527 (?); “47”, 126 × 192 mm (oriz.), III, 701-731; “49”, 188 × 130 mm, IV, 21 –233; “52”, 138 × 190 mm (oriz.), IV, 563-597; “53”, 194 × 132 mm, IV, 772-786; “56”, 260 × 136 mm, V, 1-235.
15 P. Barocchi, G. Gaeta Bertelà, Lanzi, Pelli e la
Galleria fi orentina (1778-1797) in “Prospettiva”, 1991, 62,
pp. 29-52, 35, lettera VII.
16 Rolfi Ozvald, L’editoria artistica cit., pp. 840, 851- 852 per l’apprezzamento di Volpato; anche pp. 871-872 per le conversazioni con Philipp Heinrich Hetsch pittore intento a copiare i capi d’arte del Vaticano.
17 Simeoni, La vita et metamorfoseo d’Ovidio cit., p. 35.
Si veda M. Marongiu, “Currus auriga paterni” Il mito di
Fetonte nel rinascimento, Modelli antichi e fortuna del mito nell’arte dei secoli XVII-XVIII”, Agorà Publishing, Lugano
2008.
18 Mazzocca, L’illustrazione romantica cit., pp.353 -355.
19 E. Spalletti, La scultura dell’Ottocento in Santa Croce, in Santa Croce nell’800, Alinari, Firenze 1986, pp. 99-105, 101.
20 Le Metamorfosi di Ovidio illustrate da Luigi Ademollo, a cura di P. Antonacci, catalogo della mostra (Roma, Galleria Antonacci, dicembre 2006), Ok Print Srl, Roma 2006.
21 Mellini, Apertura per Luigi Ademollo cit., pp. 68, 70
nota 27.
22 L. Ademollo, Descrizione della Nuova pittura del r. Teatro della Pergola di proprietà della n. Accademia degl’Immo- bili riaperto la sera del 26 dicembre 1814, Presso Giuseppe
Fantosini e fi gli, Firenze 1814; U. Morini, La R. Accademia
degli Immobili ed il suo Teatro “La Pergola” (1649-1925),
Tipografi a Ferdinando Simoncini, Pisa1926, pp.102-103. 23 F. Guerri, Il teatro S. Marco di Livorno, in “Liburni
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