• Non ci sono risultati.

Per Canova e di Canova Il ritratto Lavy e il gesso per

52 GIULIANA ERICAN

2. Lettera di ringraziamento di Antonio Canova ad Amedeo Lavy. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Autografi Ferrajoli, Raccolta

Ferrajoli, n. 1455, ff . 2446 r-v 19

Roma, 23 marzo 1811 Pregiatissimo Signore.

Io sono infi nitamente obbligato alla Sua graziosa benevolenza d’aver voluto mandarmi con tanta cura il ritratto mio, ch’Ella per eff etto di parzialità ebbe la compiacenza di eseguire così bene, e così somigliante. Questo atto di gentile amorevolezza verso di me lusinga sommamente il mio amor proprio, e vorrei che il sentimento di gratitudine, onde sono penetrato, fosse a Lei così evidente e certo, come io lo sono della Sua stima, e aff etto, di cui tanto palesemente Ella vuole onorarmi. Bramo, che mi si presenti, quando che sia, qualche occasione di testifi carle col fatto, che la mia gratitudine è superiormente ad ogni espressione, sincera e cordiale.

Frattanto mi conceda che ora io più giustamente, se altra volta mai, le protesti i sensi di quella con dovuta osservanza e riconoscenza con quale mi pregierò sempre di comprovarmi di Lei obbedientissimo, aff ezionatis- simo, obbligatissimo servitore

Antonio Canova

1 G. Assandria, Una famiglia torinese di artisti. I L., in Atti della Società piemontese di archeologia e belle arti, VII (1916),

pp. 209-274; A.S. Fava, Monete e medaglie, in Mostra del

barocco piemontese, a cura di V. Viale, catalogo della mostra

(Torino, Palazzo Madama, Palazzo Reale, palazzina di caccia di Stupinigi, 1963), 3 voll., Arti grafi che Pozzo- Salvati-Monti, Torino 1963: II, pp. 7, 36-38; A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L’arte piemontese dal XVI al XVIII

secolo, II, Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti,

Torino 1966, pp. 610-623; L. Mallé, Le arti fi gurative in

Piemonte dalle origini al periodo romantico, Casanova, Torino

1962, pp. 403, 423; L. Mallé, Le arti fi gurative in Piemonte

dal secolo XVII al secolo XIX, RIV-SKF, Torino 1973,

pp. 127, 197-198; D. Pescarmona, Giacomo Spalla: i due

monumenti equestri a Vittorio Emanuele I e i suoi rapporti con Ferdinando Bonsignore ed Amedeo Lavy, in “Bollettino

d’arte”, LXI (1976), pp. 45-52; Cultura fi gurativa e archi-

tettonica negli Stati del re di Sardegna 1773-1861, a cura di

E. Castelnuovo, M. Rosci, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Reale, Museo Civico d’Arte Antica, Società Promotrice delle Belle Arti, 1980), 3 voll., Scuola Grafi ca Salesiana, Torino 1980: I, pp. 154-157, 210-211, 214- 217; II, pp. 563-565, 580; III, pp. 944-974, 1013, 1455 sgg.; V. Natale, in Galleria civica di arte moderna e contempo-

ranea. Torino. L’Ottocento. Catalogo delle opere esposte, a cura

di R. Maggio Serra, Fabbri Editori, Torino 1993, pp. 41, 70, 412; Uomini libri medaglieri. Dalla Storia metallica di casa

Savoia alle raccolte numismatiche torinesi, in “Bollettino di

numismatica”, XII (1995), 24, pp. 20-21, 33-34, 36-41,

45-51; S. Pennestrì, Il medagliere di casa Giulio e la storia

di Torino tra Ancien Régime e Regno d’Italia, in “Studi pie-

montesi”, XXVII (1998), 2, pp. 395, 398-400, 406-407; L. Forrer, Biographical Dictionary of medaillists…, 8 voll., Spink & Son LTD, London 1902-1930: III (1907), pp. 347-350; VII (1923), pp. 538-539.

2 Revelli Filippo Antonio, uditore della Regia Camera dei conti; si veda Almanacco reale o sia guida per la città di

Torino…, dal Libraio Onorato Derossi, Torino 1780, p.

190.

3 H. Honour, A list of artists who portraited Canova, in Studi in onore di Elena Bassi, Arsenale Editrice, Venezia

1998, pp. 155-172: p. 170; Il ritratto è ricordato da Gio. Batt.a Roberti fu Tiberio in Copia tratta da una nota

dell’abate Missirini. Nomi di Pittori e Scultori che hanno fatto il ritratto del sig. Canova, in Raccolta di Documenti Canoviani 1781-1826, copie di sua mano (Articoli di Giornali, Brani di Lettere di Canova e a Canova, ecc. ecc.), MBAB, Manoscritti Canoviani, D 14 6029, s.p. La corrispondenza relativa è

trascritta in Appendice.

4 Il medaglione non è nel lascito canoviano né a Bassano né a Possagno; con ogni probabilità fa parte di quel patrimonio donato dall’artista o dagli eredi. 5 Il medaglione (Ø 11,5 cm) (inv.1931C) è fi rmato, nel giro del collo, “a. lavy ad vivum”, è datato “1806” e lungo il bordo compare la scritta “antonius canova sculptor”. Si veda la scheda di D. Pescarmona, in Cultura

fi gurativa cit., I, p. 216. Una replica venne presentata nello

PER CANOVA E DI CANOVA. IL RITRATTO LAVY E IL GESSO PER LA DANZATRICE CLARKE DI OTTAWA 53

promossa dall’Accademia di Torino: Exposition d’Ouvra-

ges des Beaux Arts et Manifactures XV août MDCCCXI, p.

2, n. 23; G. Grassi, Exposition d’objects d’arts et manifactures, in “Le courier de Turin”, 1811, n. 115, p. 484.

6 Assandria, Una famiglia torinese cit., pp. 44, 68; Baudi

di Vesme, Schede Vesme cit., p. 611. Per la presentazione del Lavy a Canova si veda, sempre nell’Epistolario cano-

viano (IX.999.5099) la lettera di Vincenzo Tarini, diret-

tore del museo di Torino e presidente dell’Accademia di Scienze e Lettere, a Canova del 17 marzo 1805 con inci- pit “Amedeo Lavy Piemontese, giovane di garbo [...]”. 7 Pescarmona, in Cultura fi gurativa e architettonica cit.,

pp. 214-217.

8 In morte del marchese Antonio Canova sommo scultore

in marmo tributo di Luigi Richeri, dalla tipografi a Bianco,

Torino 1823; La morte di Marat. Poesie di Luigi Richeri, presso Ignazio Giuseppe Genova, librajo accanto alla chiesa di S. Tommaso, Torino 1793, Carmagnola: presso Pietro Barbiè; La linea della bellezza poemetto di Luigi

Richeri, co’ tipi bodoniani, Parma 1809; La pace tra la Francia e l’Inghilterra segnata a Londra li 9 vendemmiajo an. 10. sonetto di Luigi Richeri, dalla stamperia fi lantropica,

Torino an. X. [1801-1802]; La sala delle bell’arti e manifat-

ture in Torino nella festa di S. Napoleone 1812 poeticamente descritta da Luigi Richeri, dalla stamperia di Vincenzo

Bianco, Torino 1813; [Luigi Richeri ], La pace del con-

tinente malgrado gli sforzi dell’Inghilterra, dalla Stamperia

fi lantropica, Eridania, s.d., [4] c.; L. Richieri, Le moderne

gare tra i classici ed i romantici sermone di Luigi Richeri,

Tipografi a Chirio e Mina, Torino 1826; L. Richieri,

Il ritratto poemetto dell’abate Luigi Richeri, dalla Società

letteraria di Torino e presso Michel’Angelo Morano, [Torino]: 9, [3]; su di lui si vedano T. Vallauri, Storia della

poesia in Piemonte, Tipografi a Chirio e Mina, Torino 1841

(rist. Forni 1876), II, pp. 435-437; L. Ferrari, Onomasticon.

Repertorio bibliografco desgli scrittori italiani dal 1501 al

1850, Hoepli, Milano 1947. Ringrazio Arnaldo Bruni

per l’aiuto nella ricerca bibliografi ca.

9 Honour, A list cit., p.161; L’opera completa del Canova,

apparati critici e fi lologici di G. Pavanello, Classici dell’arte Rizzoli, Milano 1976, p. 84.

10 Per le opere citate e i tempi della loro esecuzione si vedano le relative schede in L’opera completa cit., pp. 106-113.

11 Si vedano nell’Epistolario le lettere di Lavy a Canova del 27 agosto 1814 (V 553.3616), 31 marzo 1815 (V 553.3617) e del 26 ottobre 1816 (V 553. 3618): A. Canova, Epistolario (1816-1817), a cura di H. Honour e P. Mariuz, I, Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova, Salerno Editore, Roma 2012, pp. 480-481. 12 Per le vicende relative al gesso si veda ora G. Ericani,

Le vicende della non conservazione dei modelli in gesso di Antonio Canova, in “Studi neoclassici”, 5, 2017, pp. 21-31.

13 H. Honour, Canova’s studio practice, I: the early years, in

“The Burlington Magazine”, n. 114, 1972, pp. 147-159. 14 H. Honour, Canova’s Statue of a Dancer, in “The

National Gallery of Canada Bulletin”, VI, 1, 1968; L’opera

completa cit., 1976, S311, p. 129.

15 Si veda ora S. Androsov, in Canova, a cura di S. Androsov, M. Guderzo, G. Pavanello, catalogo della mostra (Bassano del Grappa, Museo Civico; Possagno, Gipsoteca), Skira, Milano 2003, p. 368, con bibliografi a precedente; ma si veda anche Honour, Canova’s Statue cit. 16 Epistolario canoviano, LXXXIV. 1. 1082 del 30 agosto 1814.

17 Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, pp. 834-835.

18 Verso: Al Chiarissimo Signore/ Il Signor Cavaliere/

Antonio Canova/ Roma; Lavy 1811 (annotazione

archivistica).

19 Verso: A Monsieur Monsieur A. Lavis sculpteur celébre à Turin. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Autografi Ferrajoli, Raccolta Ferrajoli, n. 1455, ff . 2446r-v.

5 4

D

opo anni di studio su Giuseppe Appiani (1751-1812), il primo restauratore della Pinacoteca di Brera, sono capitata a Caglio (Como) per esaminare e fotografare un suo dipinto raffi gurante I santi Carlo e Filippo, (o meglio, La liberazione delle

anime purganti con l’intercessione dei santi Carlo Borromeo e Filippo Neri), che

gli era stato commissionato dai Fabbricieri del santuario della Madonna di Campoè giustappunto nel territorio di Caglio. Giuseppe Appiani aveva fi rmato la ricevuta di 90 lire nel suo studio a Monza il 30 giu- gno 1793. Ma il documento fu pubblicato in una biografi a di Andrea Appiani (1754-1817), come se riguardasse Andrea e non Giuseppe1.

I due Appiani avevano intrecciato le loro vite in un singolare nodo. Erano quasi coetanei e avevano lo stesso cognome, peraltro assai diff uso in Brianza. Furono entrambi pittori e allievi degli stessi maestri negli stessi anni, nelle stesse accademie: Carlo Maria Giudici nella sua privata acca- demia, Antonio De Giorgi all’Ambrosiana, Domenico Aspari e Giuliano Traballesi a Brera. I loro impegni professionali si sono svolti sempre a Brera, e molto assiduamente lavorarono insieme negli anni di forma- zione della Pinacoteca. Infi ne scomparvero quasi contemporaneamente: Giuseppe morì il 18 luglio e

pochi mesi dopo, Andrea fu colpito da un ictus devastante. Gli errori di identifi cazione delle due personalità inizia- rono sulla metà dell’Otto- cento, giungendo a cancellare la memoria di Giuseppe fi no alla fi ne del secolo scorso2.

Recuperarne ora l’attività esige continui riscontri con gli studi su Andrea3.

Dopo avere rintracciato a Caglio l’opera di Giuseppe, non ho potuto fare a meno