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L E ALTRE CHIESE CITTADINE

L' ARTICOLAZIONE DELLA PROPRIETÀ NEL P IACENTINO

L A GRANDE PATRIMONIALITÀ LAICA ED ECCLESIASTICA

II) L E ALTRE CHIESE CITTADINE

Dai documenti si ricavano poche informazioni circa la condizione patrimoniale delle altre chiese cittadine. I casi meglio conosciuti sono quelli della basilica di San Savino, di Sant'Eufemia e di San Tommaso, mentre le proprietà degli altri enti ecclesiastici cittadini sono individuabili solo a partire dalle liste delle confinazioni di beni in contratti che non li riguardano direttamente.

La chiesa di San Savino compare nelle fonti scritte a partire dalla fine dell’VIII secolo. Da un livello dell’anno 788 si apprende che possedeva dei terreni con delle vigne nella zona di pianura a Sud della città, presso il casale Rudiliano833 e in Felegario834. Un livello dell’845 riguardante beni situati in località Casteniola ci mostra che questo ente ecclesiastico aveva cominciato ad organizzare i suoi possessi835: in tale contratto venne richiesto che i canoni venissero portati in Piacenza stessa836 e che le opere fossero prestate nella campanea vel prata Placentina. Infine nell’890, il rettore della chiesa di San Savino diede a livello un molino e un orto localizzato fuori dalle mura della città di Piacenza837. Nonostante si siano conservati solo pochi documenti che ne attestano l'attività, è abbastanza verosimile che questa chiesa fin dall’VIII secolo fosse stata dotata di vari possedimenti nella pianura meridionale e che nel corso del secolo seguente dovette mantenere una certa agiatezza, come dimostra l'attestazione di un suo mulino concesso a livello nel'890.

La chiesa di Sant'Eufemia, di antica origine838, compare nella documentazione solo a partire da un contratto dell'861, in cui il suo rettore diede a livello a Gaiderisio, locoposito del conte della città di Piacenza, le proprietà di cui questo ente ecclesiastico disponeva in località Maurenasco839 e nella campanea Placentina840. La chiesa possedeva anche dei beni in Casteniola, al pari della basilica di San Savino, come ci testimonia una vendita dell'893841. Anche se i dati a disposizione sono pochi, non può sfuggire il legame che si era instaurato tra la basilica di Sant'Eufemia e un funzionario pubblico cittadino.

Anche la chiesa di San Tommaso compare tardi nella documentazione piacentina, a partire da una permuta dell’865 che la coinvolse assieme ad un certo Peredeo, cui diede alcuni terreni in Grasiolo842, ottenendone in cambio degli altri posti nella medesima località e che erano stati lavorati un tempo da Adreverto, già famulus della chiesa di San Tommaso843.

832 Per una disanima delle chiese sorte tra VIII e IX secolo nella città di Piacenza cfr. supra, Capitolo 1, Paragrafo 3.II.

833 Rodiano di San Giorgio Piacentino.

834 Fellegara di Cadeo (ChLa_XXVII_829, anno 788). Ancora nell’834 e nell’843 nelle confinazioni di alcuni beni localizzati in Rudiliano si registra la presenza della chiesa di San Savino (ChLa2_LXIV_14, anno 834; ChLa2_LXIV_25, anno 843).

835 ChLa2_LXVIII_31, anno 845: a proposito delle prestazioni d'opera, si dice che “operas per annos dies duodecim quatuor cum boves arandum ic in campanea Placentina quatuor vites faciendum in Corneto et illis relicos quatuor pratum segandum ic in prata Placentina cum anona domnica”. Ancora nell’893 sono attestati beni di San Savino in Casteniola (ChLa2_LXXI_01, anno 893).

836 Si richiede di portare i canoni “omni grano promiscuo modio tercio batutum et evectum ic civitatem [...Sancti] Savini”: il documento è piuttosto danneggiato, ma è verosimile ipotizzare che i canoni dovessero essere consegnati ad casa Sancti Savini.

837 BENASSI, ARCHIVIO DI STATO, n. XXXVIII, anno 890. 838 BIGGI 2001; BRAGHIERI 2003.

839 Moronasco di Fiorenzuola d'Arda. 840 ChLa2_LXIX_14, anno 861. 841 ChLa2_LXXI_01, anno 893. 842 Graffiolo di Bettola in val Riglio. 843 ChLa2_LXIX_17, anno 865.

Questo ente ecclesiastico cittadino disponeva, inoltre, di proprietà in val Luretta, presso i territori di Seliano844, in val Nure, presso Cassiano845 e nella campanea Placentina846. Tuttavia, queste ultime indicazioni si ricavano dalle liste delle confinazioni presenti in contratti che non riguardavano i beni della chiesa di San Tommaso; pertanto non si hanno dati circa le modalità di gestione, né sul canale di acquisizione di queste proprietà.

I restanti enti ecclesiastici cittadini non sono attestati come attori giuridici in nessun altro documento, ma solo all'interno di alcune liste di confinazioni, dalle quali emerge che la maggior parte delle chiese, tra cui quelle di Sant’Alessandro847, San Faustino848, San Germano849, disponevano di proprietà soprattutto nella zona dei cosiddetti campanea vel prata Placetina.

Pochi enti cittadini possedevano beni nella pianura meridionale a ridosso delle colline e nelle valli piacentine, quali la chiesa di San Fedele attestata in Faduglaria850 e in Rudiliano851; la chiesa Sancti Martini con beni in Rustegassi e in Veclano852; la chiesa di San Giuliano, con possedimenti in Veclano853. Infine, la chiesa Sancti Marii disponeva di beni inOctabello tra la fine del IX e gli inzi del X secolo854 e nell’884 nelle località di Godi e Centoera855.

844 ChLa2_LXVII_08 , anno 897; ChLa2_LXVII_16 , anno 898; ChLa2_LXVII_35, fine IX-inizi X secolo. 845 Cassano di Ponte dell’Olio (ChLa2_LXVII_35, anno 860).

846 ChLa2_LXV_39, anno 883.

847 ChLa2_LXX_33, anno 892 (i beni sono localizzati in Plectole/ Pittolo).

848 La chiesa di San Faustino aveva beni nelle località di in Goselingo/ Gossolengo (ChLa2_LXIV_05, anno 824), in Tagoni (ChLa2_LXIV_27, anno 843) e in Plectole/ Pittolo (ChLa2_LXX_33, anno 892).

849 La chiesa di San Germano possedeva dei beni in Cornido (ChLa2_LXIV_05, anno 824) e e in Zoroni (ChLa2_LXIV_08, anno 827).

850 Fellegara di Alseno.

851 Rispettivamente ChLa2_LXVIII_38, anno 853 e ChLa2_LXV_40, anno 883.

852 Rispettivamente Rustigazzo di Lugagnano Val d'Arda (attestato in ChLa2_LXVIII_21, anno 835) e Cascina Vezzano in comune di Carpaneto Piacentino ( ChLa2_LXVII_38, fine IX-inizi X secolo).

853 ChLa2_LXVII_38, fine IX-inizi X secolo.

854 Attuale Ottavello di Rivergaro (ChLa2_LXVII_34, fine IX-inizi X secolo). 855 ChLa2_LXVI_06, anno 884.

4.LE PIEVI RURALI

Il discorso relativo ai possedimenti delle chiese rurali beneficia della cospicua documentazione superstite riguardante San Pietro di Varsi. Per le altre pievi i dati ricavabili dalle fonti scritte sono scarsi, anche se permettono ugualmente una prima analisi dell'organizzazione dei loro patrimoni.

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