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G LI INSEDIAMENTI DELLA VALLE DEL FIUME N URE

L' ARTICOLAZIONE DELLA PROPRIETÀ NEL P IACENTINO

L' ASSETTO PATRIMONIALE DEGLI INSEDIAMENTI DEL P IACENTINO

II) G LI INSEDIAMENTI DELLA VALLE DEL FIUME N URE

L'assetto fondiario degli insediamenti localizzati nella porzione piacentina della val Nure sembra fosse piuttosto diverso da quello visto per le vicine val Tidone, Trebbia e Luretta, perché più simile a quello riscontrato per i territori dei villaggi posti in pianura1237 (Tavole 1- 2).

Si segnala la presenza quasi esclusiva di piccoli e medi possessori locali perlopiù prima della metà del IX secolo, mentre a partire dai decenni centrali del secolo si diffusero nella documentazione le informazioni relative a beni di pertinenza della cattedrale piacentina, perlopiù organizzati in forme curtensi, accanto alle proprietà di signori fondiari laici di origine locale o provenienti dalla pianura, del monastero di Bobbio e del fisco regio. In particolare, tra i signori attivi in questa zona si segnala la presenza di Peredeo presbiter di Cassiano, che agì nel suo territorio di appartenenza, e di diversi vassalli, tra cui Raginelmo e Gailone, che possedettero dei beni in beneficio rispettivamente su concessione della cattedrale e del monastero di Bobbio.

A partire dagli ultimi anni del IX secolo si moltiplicarono, inoltre, i terreni appartenenti alla chiesa di Sant’Antonino e al suo clero, similmente a quanto visto per le valli Luretta, Tidone e Trebbia.

Il villaggio di Cassiano è uno dei meglio documentati per il IX secolo, dato che è citato in una ventina di documenti1238 e la sua comparsa nelle fonti risale all’anno 834, quando un certo Leone de Cassiano fece da testimone in una donazione1239.

A partire dalla metà del secolo due illustri personaggi si contesero la scena in questa zona del Piacentino, l'avvocato Pietro1240, che era figlio di Leone de Cassiano, e Peredeo presbiter de

Cassiano, le cui vicende si intrecciarono in più occasioni.

Peredeo nell’854 acquistò per dieci soldi diversi terreni e vigne in Cassiano, confinanti con proprietà della chiesa cittadina di San Gervaso, della pieve locale di San Lorenzo e del fisco regio1241; poco dopo comprò un mulino sul Nure da una coppia di coniugi, che a loro volta lo avevano avuto dall'avvocato Pietro per una somma di nove soldi d’argento1242. Pietro, infine, lasciò a Peredeo in eredità un appezzamento di terra posta in loco Cassiano per le cure che questo gli aveva apprestato1243. Grazie alla lista dei beni confinanti con questo campo si apprende che tra i proprietari della zona vi erano la cattedrale di Piacenza e la chiesa urbana di San Tommaso.

1237 Bisogna ricordare che solo la parte bassa della val Nure rientrava nel Piacentino, dato che la zona appenninica di questa valle ricadeva nel IX secolo sotto l'influenza del monastero di Bobbio (a tal proposito cfr. supra, Capitolo 2, in particolare Paragrafo 4).

1238 I beni localizzati in Cassiano di proprietà del cenobio di San Colombano comparvero nel terzo inventario del monastero come beneficio de Vulfaldi (ChLa2_LVII_24) e in diversi diplomi regi di conferma dei possedimenti del monastero di San Colombano (CDSCB, I,n. LXIX, anno 888; ChLa2_LVII_23).

1239 ChLa2_LXIV_17, anno 834.

1240 Pietro da Cassiano è attestato in un placito tenuto a Piacenza nell'859 nella veste di avvocato dello senodochio di Lartiano (ChLa2_LXIX_07, anno 859).

1241 ChLa2_LXIX_01, anno 854.

1242 Apprendiamo questa notizia da un successivo contratto di vendita in cui due coniugi diedero all'arciprete Peredeo di Cassiano nove soldi d'argento per un mulino, dotato di sua isola e aquario, che “nobis obvenit de Petrone de Cassiano” (ChLa2_LXIX_13, anno 861). Il rapporto privilegiato tra Peredeus e l’avvocato Petrus è testimoniato anche dal fatto che il presbiter era padrino del figlio di Petrus, come si ricava da un documento dell’878 (ChLa2_LXX_03, anno 878).

In seguito, il figlio di Pietro,Gumperto1244, donò a Peredeo, che era suo conpater, la metà di un mulino in casale Romani, nella valle del Nure, che gli era stato donato dallo stesso presbiter in precedenza1245.

Da quanto si può dedurre dalla documentazione, Peredeo fece parte di una famiglia molto ricca che era fortemente radicata in questa zona del Piacentino. Egli, infatti, acquistò dalla cugina Rageverga nell'896 diversi terreni messi a vite posti in Cassiano, per la cospicua cifra di cento soldi1246. Nell’895, infine, i figli e i nipoti di Ageprando de Foro, nipote di Peredeo, cedettero al signore fondiario Liutefredo da Tebularia, il cui figlio Radoin fu vassallo del monastero di Bobbio, la terza parte della loro proprietà in Cassano per il prezzo di dieci libbre d’oro1247. Tali beni confinavano con terreni di piccoli proprietari della zona1248, della cattedrale di Piacenza, del monastero di Bobbio e della pieve locale di San Lorenzo.

Altro insediamento della val Nure fu Carmiano, il cui territorio compare per la prima volta in un livello dell'844 in cui un certo Stefano masario ottenne di coltivare per venti anni da un certo Garibaldo dei terreni in questa località, confinanti con beni della chiesa di Sant'Antonino di Piacenza1249.

Il successivo documento che menziona questo insediamento è una permuta dell’876, da cui si apprende che la cattedrale di Piacenza vi possedeva una curtis, che aveva dato in beneficio al vassallo Raginelmo1250.

Diversi negozi giuridici attestano la presenza in Carmiano di medi proprietari terrieri, tra cui un certo Pietro presbiter che nell’887 acquistò sette vigneti e tre terreni arativi del valore di cinque soldi1251 e che nell’897 comprò per venti soldi d’argento terreni e case posti nel territorio di Carmiano1252 appartenenti ad una famiglia di medi possessori di Quaquarario1253. In una vendita dell’897 una certa Rodeverga, moglie di Adelberto di Carmiano, vendette ad un abitante di Fosate una vigna nei pressi della riva del Nure, per cinque soldi e otto denari1254. Il marito Adelberto di Carmiano nella seconda metà del IX secolo donò una vigna in Sapoliano, ancora in val Nure, alla chiesa di Sant’Antonino di Piacenza1255.

Infine, un’ultima notazione relativa a Carmiano riguarda la pieve locale di San Giovanni, i cui possedimenti sono attestati in Carmiano stessa, presso la località di Baniolo1256 e nel territorio di Pomario in val Luretta1257.

1244 Gumpertus compare come extimator in una permuta che riguardava Peredeus per alcuni beni posti in località Grasiolo, posta a cavallo tra la val Nure e la valle del Riglio (ChLa2_LXIX_17, anno 865). 1245 ChLa2_LXX_03, anno 878.

1246 ChLa2_LXXI_17, anno 896.

1247 ChLa2_LXXI_05 e ChLa2_LXXI_06, anno 895.

1248 Tra cui un certo Petrus de Cassiano, le cui proprietà sono attestate nell'anno 883 nella lista delle confinazioni relativa a dei beni posti in Rudiliano, nella pianura piacentina (ChLa2_LXV_40, anno 883). 1249 Si tratta probabilmente di piccoli o medi proprietari della zona, che non si rintracciano più nei documenti successivi (ChLa2_LXVIII_30, anno 844).

1250 Paolo vescovo di Piacenza diede ai fratelli Pietro e Ratcauso di Muratelle un appezzamento di terra in Fabricas, di pertinenza della corte di Carmiano, che il vassallo Raginelmo aveva in beneficio; in cambio i due fratelli diedero al vescovo un appezzamento di terra arativa e un prato posti nella medesima zona (ChLa2_LXIX_36, anno 876).

1251 ChLa2_LXVI_13, anno 887.

1252 ChLa2_LXVII_03, anno 897: i beni sono localizzati “in casale Carmiano vel ad ipso casale pertinentem, nominative Manciano, Luciano, Fabricio, Spitine, Logorciano”.

1253 Quaquarario non esiste più, ma si trovava nei pressi dell'attuale Pontenure. 1254 ChLa2_LXVII_05, anno 897.

1255 ChLa2_LXVII_24, seconda metà del IX secolo. 1256 Attuale Bagnolo di Vigolzone.

Infine, l’insediamento di Mariano presenta un panorama simile a quello appena visto per Carmiano. La sua prima attestazione risale all’anno 832 ed è un placito che ci testimonia l’esistenza di beni della curtis di Mugianassi di pertinenza della cattedrale di Piacenza1258. Nell'843 venne stipulato un contratto di livello tra un coltivatore della zona e il vescovo di Piacenza Seofredo, riguardante dei beni posti in diverse località che stavano nella pianura antistante la valle del Nure1259.

Con l'eccezione di una vendita di alcuni beni in Mariano stipulata nell’882 tra i medi possessores Gregorio presbiter di Mariano e il franco Giovanni di Piacenza, per il prezzo di due soldi d'argento1260, si registra anche per questo villaggio una scarsa visibilità della piccola e media proprietà. Spicca, invece, la presenza di beni del monastero di Bobbio, tra cui un mulino che il cenobio diede in beneficio al vassallo Gailone1261.

Dal punto di vista della società di villaggio, si potrebbe ipotizzare che la presenza di numerosi ricchi proprietari terrieri provenienti da aree esterne che concentrarono la loro attenzione in determinati villaggi della val Nure abbiano indebolito le comunità locali. In particolare si può notare che la cattedrale piacentina disponeva di diverse curtes proprio in quest'area, che di volta in volta poteva dare in beneficio ai suoi vassalli, come si è visto per la curtis di Carmiano; oltre alla cattedrale, possedeva in questa zona una base patrimoniale il monastero di Bobbio. Proprio per la presenza ingombrante di questi poteri forti, è difficile rintracciare una élite forte in grado di contrastarne l'influenza, con la significativa eccezione dell'insediamento di Cassiano, il cui territorio fu teatro dell'azione del presbiter Peredeo. Ciò sembrerebbe valere soprattutto a partire dalla seconda metà del IX secolo, mentre per i decenni precedenti la documentazione a disposizione non permette speculazioni a riguardo. Tale situazione, tuttavia, dovette mutare verso la fine del secolo, quando si affacciarono sulla scena le plebes locali di San Giovanni di Carmiano e di San Lorenzo di Cassiano, che furono concesse dal vescovo Everardo alla canonica di Santa Giustina1262. Nelle fonti scritte, infatti, comparvero sempre più spesso menzioni relative ai possedimenti di queste chiese rurali.

1258 ChLa2_LXVIII_20, anno 832: si tratta del placito degli uomini di Mugianassi (cfr. supra, Capitolo 4, Paragrafo 1).

1259 ChLa2_LXVIII_28, anno 843. 1260 ChLa2_LXX_08, anno 882. 1261 ChLa2_LVII_24, fine IX secolo.

1262 ChLa2_LXXI_18, anno 897 (circa i possedimenti delle plebes della valle del Nure cfr. supra, Capitolo 5, Paragrafo 4.II.

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