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L A CANONICA DI S ANTA G IUSTINA E IL VESCOVO

L' ARTICOLAZIONE DELLA PROPRIETÀ NEL P IACENTINO

L A GRANDE PATRIMONIALITÀ LAICA ED ECCLESIASTICA

2. L A CANONICA DI S ANTA G IUSTINA E IL VESCOVO

Un discorso a parte merita la Canonica di Santa Giustina, frutto della riorganizzazione del clero della chiesa cattedrale voluta da Ludovico II nell'872792. I sovrani carolingi le accordarono numerosi privilegi. Carlo III, ad esempio, alla fine del IX secolo le concesse il suo mundiburdio793.

Si ha attestazione di proprietà della canonica a partire da una donazione effettuata da Pietro scavino nell'878 di alcuni terreni posti in pianura e in Val Nure, rispettivamente nelle località di Rovereto e Lusterassi794. Anche il vescovo di Piacenza Everardo donò numerosi beni alla canonica di Santa Giustina, come traspare da un’investitura dell’892 relativa ad alcuni possedimenti in territorio lombardo795, ma soprattutto da una donazione dell’897. In questa occasione Everardo dotò la canonica della cattedrale di diverse sue proprietà private, situate nel Piacentino e nel comitato di Lodi796. Inoltre, offrì nell'897 anche il controllo sulle pievi di San Giorgio, di Carmiano, di Cassiano e di Pomario797.

E’ interessante notare come contribuirono alla formazione del patrimonio della canonica diversi funzionari pubblici e grandi proprietari laici tramite donazioni, mettendo in luce così una interessante relazione tra la canonica di Santa Giustina e la parte emergente della società urbana piacentina798. Infine, apprendiamo che i canonici della cattedrale alla fine del IX secolo amministravano una curtis posta in località Quarto, la cui esistenza è testimoniata da un contratto di livello dell’898799 (Figura 8).

Solo con la comparsa nella documentazione di beni appartenenti alla canonica di Santa Giustina800 emergono le prime notizie relative al patrimonio personale della figura del presule di Piacenza801. Su questo aspetto le fonti scritte a nostra disposizione ci forniscono poche informazioni e si hanno dati solo a partire dal vescovo Everardo802, ma è fuor di dubbio che la massima autorità ecclesiastica della diocesi dovesse essere in possesso di un proprio patrimonio personale, frutto di negozi giuridici condotti in prima persona.

Il primo documento che fornisce elementi utili a tale riguardo risale al gennaio dell’892, quando Everardo investì il clero ecclesiae Placentinae di alcuni beni posti nel Milanese e che a sua volta aveva ricevuto da Vuibodo vescovo di Parma803. Seguì di alcuni anni una

792 LUDOVICI DIPLOMATA, n. 56, anno 872. A tal proposito cfr. supra, Capitolo 5, Paragrafo 1. 793 ChLa2_LXX_09, anno 883.

794 Si tratta delle località di Lustiano, in comune di Vigolzone, e di Roveleto Landi, in comune di Rivergaro (ChLa2_LXX_02, anno 878).

795 Si tratta di beni posti in Cogunzoni (attuale frazione di Torrevecchia Pia, in comune di Milano) che vengono ceduti per investitura al clero della Chiesa di Piacenza da Vibodo vescovo di Parma ed Everardo vescovo di Piacenza (ChLa2_LXX_31, anno 892).

796 ChLa2_LXXI_20, anno 897: si tratta di una cospicua donazione che riguarda beni dispersi in varie località, tanto in pianura, quanto in collina e in val Ceno, in particolare poste in “Placencia, Quarto, Nobiliano, Luganiano, Cerriadi, Caput Ursi cum sua pertinencia, Vallolo, Riparia, Fildo, Careniano, Vuiline, casale Leveclo, Zena, Laurasco, in Ganiano, Adilio, Larciano et Septima, vico Ursesini, Casariola, Rigogaroli, Rusticiano; adque in comitato Laudense”.

797 ChLa2_LXXI_18, anno 897.

798 Si tratta delle donazioni ChLa2_LXX_32, anno 892, riguardante dei beni in Gudi (attuale Godi di San Giorgio Piacentino); ChLa2_LXXI_24, anno 898, che ha per oggetto terreni in Fontana (molto probabilmente si tratta di Fontana Fredda di Cadeo); ChLa2_LXXI_28, anno 899, voluta dal conte franco Everardo, che riguarda beni posti nelle località di “Planicias, Giminiano et Faido et Cangelasio” (rispettivamente attuali Piane di Salsomaggiore, Geminiani di Varsi, Faido di Pellegrino Parmense e Cangelasio di Salsomaggiore, tutte in provincia di Parma). Cfr. anche MANCASSOLA c. s.

799 Si tratta dell'attuale Quarto di Gossolengo (ChLa2_LXXI_23, anno 898). 800 Cfr. supra, Capitolo 5, Paragrafo 1.

801 RACINE 1990, pp. 244-245. 802 MANCASSOLA c.s

donazione dello stesso presule di varie sue proprietà nel Piacentino e nel comitato di Lodi, ancora a favore della canonica di Santa Giustina804. Infine, l’ultimo documento del IX secolo che attesti l’attività di Everardo è una compravendita dell’anno 898, con cui il presule acquistò da Andrea la metà della rocca e del castello di Bardi in cambio di cento soldi805.

Nonostante si abbiano a disposizione pochi dati, è innegabile che il vescovo piacentino fosse un ricco proprietario terriero e che potesse contare su una certa disponibilità finanziaria, al pari dei più abbienti esponenti della società piacentina.

Alla fine del IX secolo, quindi, l'economia piacentina era in gran parte sotto il controllo della cattedrale che era divenuta, grazie ai suoi legami coi sovrani del Regnum, molto potente da un punto di vista economico e politico. Per la creazione di questo patrimonio i vescovi non avevano disdegnato di agire ad ogni livello della società: oltre che con re ed imperatori, infatti, i presuli avevano trattato con esponenti delle élites a vari livelli806. Va notato, inoltre, che la tipologia documentaria dimostra una notevole attività gestionale da parte della cattedrale dei propri possedimenti807, mentre un processo di acquisizione tramite donazioni è attestato per la canonica di Santa Giustina e per la chiesa di Sant’Antonino808: questo elemento testimonierebbe che il patrimonio controllato dalla cattedrale si sviluppò nel corso del secolo principalmente grazie ad un’accorta politica patrimoniale.

Il potere della cattedrale non smise di aumentare nel secolo successivo e la sua ascesa culminò nell'anno 997, quando il vescovo della diocesi piacentina venne insignito delle prerogative comitali dall'imperatore Ottone III sulla città di Piacenza e sul territorio circostante, fino ad una distanza di un miglio dalle mura809.

804 ChLa2_LXXI_20, anno 897. 805 ChLa2_LXXI_27, anno 898. 806 MANCASSOLA c. s.

807 Si è conservata una sola donazione a favore della cattedrale di Piacenza, risalente all’anno 895 e stipulata da Amedeo conte di Piacenza ChLa2_LXXI_13, anno 895: tale donazione riguarda dei beni in Vidiliano (attuale Visignano di Travo).

808 Cfr. infra, Capitolo 5, Paragrafo 3.I.

Figura 8. I possedimenti della Canonica di Santa Giustina

3. LE CHIESE CITTADINE

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