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L E CHIESE CITTADINE I) S ANT 'A NTONINO

L' ARTICOLAZIONE DELLA PROPRIETÀ NEL P IACENTINO

L A GRANDE PATRIMONIALITÀ LAICA ED ECCLESIASTICA

3. L E CHIESE CITTADINE I) S ANT 'A NTONINO

La chiesa di Sant’Antonino fu il secondo centro ecclesiastico cittadino per importanza dopo la cattedrale, nonché uno dei più antichi811: le prime menzioni documentarie sono rintracciabili nel diploma del re Ildeprando dell’anno 744 e in quello emanato da re Rachis nel 746812.

Sant’Antonino rappresentò fin dall’origine un polo di attrazione devozionale di grande prestigio grazie al suo ruolo di chiesa cimiteriale e conquistò la devozione di numerosi fedeli che si fecero autori di cospicue donazioni in cambio della sepoltura nell’atrio della basilica813. E' verosimile ipotizzare, inoltre, che l'iniziativa voluta da Ludovico il Pio di istituire un mercato nei pressi della basilica stessa indirettamente favorì le attività economiche di Sant'Antonino814.

L'importanza di questo ente ecclesiastico aumentò nel corso del IX secolo, tanto che nell'853 è attestata la gestione “sub regimine” da parte di Sant'Antonino del monastero di San Michele di Gravaco, posto in val Ceno815.

Circa le modalità di formazione del suo patrimonio, la chiesa di Sant’Antonino sfruttò ampiamente il ruolo di basilica cimiteriale e non stupisce, quindi, che dei trenta contratti superstiti riguardanti questo ente ecclesiastico ben diciassette siano donazioni816. Le informazioni che si possono ricavare da queste elargizioni sono tuttavia limitate, soprattutto circa l'entità dei beni donati. La maggior parte di queste proprietà erano distribuite nella pianura meridionale817, nella campanea vel prata Placentina e in Piacenza stessa818, mentre solo poche erano poste nelle valli appenniniche o in collina819 (Figura 9). Anche le permute820 e le vendite821 stipulate dalla basilica confermano il suo interessamento

810 Per un inquadramento bibliografico cfr. SIBONI 1971; VALENTINI 1977; VALENZANO 1978; BULLA 1997; MIGLIORINO 1998; RIVA 1998.

811 Cfr. supra, Capitolo 1, Paragrafo 3.II.

812 Rispettivamente CDL III, n. 18 e CDL III, n. 19: si tratta di due documenti che secondo gli editori ci sono giunti in una copia autentica, e non falsificata, del X secolo. Inoltre, va menzionato che il precedente diploma con cui Carlo Magno avrebbe concesso nell'808 alla chiesa di Sant'Antonino, Vittore e Giustina di Piacenza il diritto di giurisdizione e il teloneo su Gusiano è un falso e pertanto non viene menzionato tra i documenti imperiali a favore di questa basilica (ChLa2_LXVIII_04, anno 808).

813 Il sentimento di religiosità era molto più legato a tutto ciò che atteneva alla sepoltura ed ai riti funebri, piuttosto che all’amministrazione del battesimo, e i fedeli si preoccupavano specialmente di trovare sepoltura presso la chiesa dedicata ad un santo che ritenevano fosse intermediario particolarmente efficace per il perdono dei loro peccati (VIOLANTE 1989, pp. 430-431).

814 FALCONI, Le carte, n. 5, anno 819. In quell'area si costituì uno dei principali nuclei abitativi della città Gli abitanti della zona nei pressi della chiesa di Sant’Antonino si definivano “de Strada”, prendendo il nome dall’asse viario che costeggiava Piacenza da Sud-Ovest ad Est, diventando poi la via Francigena e il cui percorso si avvicinava ai mercati che si svilupparono a Sud della città (RACINE 1990, p. 229).

815 ChLa2_LXVIII_38, anno 853.

816 Dei trenta contratti, diciassette sono donazioni, sette sono livelli (anche con non coltivatori), tre sono permute, in più ci sono un'investitura, una divisione e una vendita. La più antica delle donazioni risale all’818 (ChLa2_LXIV_02, anno 818).

817 ChLa2_LXIV_02, anno 818; ChLa2_LXIV_17, anno 834; ChLa2_LXVI_08, anno 885; ChLa2_LXVII_11, anno 898.

818 ChLa2_LXIV_17, anno 834; ChLa2_LXIX_08, anno 860; ChLa2_LXV_23, anno 877; ChLa2_LXV_20, anni 875-861; ChLa2_LXVI_31, anno 892; ChLa2_LXVII_06, anno 897; ChLa2_LXVII_22, anno 899; ChLa2_LXVII_28, fine IX secolo-inizi X secolo.

819 ChLa2_LXVII_24, anni 887-879; ChLa2_LXVI_19, anno 888; ChLa2_LXVI_26, anno 890.

820 Le permute sono: ChLa2_LXVIII_38, anno 853; ChLa2_LXX_23, anno 886; ChLa2_LXXI_22, anno 897.

per l'area a ridosso del centro urbano, così come i contratti di livello822, con l'unica eccezione di una proprietà localizzata nella “montanea Placentina”, di incerta localizzazione823. A proposito della gestione curtense dei propri possedimenti, la chiesa di Sant'Antonino, come la cattedrale, aveva nel centro urbano il baricentro del suo patrimonio. Da due contratti di livello dell’862 e dell’886 si apprende, infatti, che questo ente ecclesiastico aveva dislocato in Piacenza la sede di raccolta per i canoni che giungevano dalle sue aziende, attestata come casa Sancti Antonini824.

Il prestigio ed il potere che Sant’Antonino aveva acquistato nel corso del tempo attirò le mire espansionistiche del vescovo della diocesi piacentina, che aveva adottato una politica patrimoniale piuttosto aggressiva a partire dall’872825. Da diversi documenti risalenti all’ultimo quarto del IX secolo apprendiamo, infatti, che il presule aveva tentato di inserirsi nella gestione dei beni della basilica nelle vesti di agente di Sant’Antonino826. Altro chiaro segno di questa situazione di tensione sono le clausole impiegate in diverse transazioni riguardanti beni di Sant'Antonino che sancivano l’annullamento del contratto stesso qualora il presule avesse tentato di appropriarsi di detti beni827

Si potrebbe ipotizzare che proprio la continua minaccia rappresentata dalla persona del vescovo spinse i sovrani del Regnum a promulgare una serie di atti a favore della basilica suburbana, a partire da una donazione di Carlo III dell’881 di alcuni terreni posti nei fines Castellana e fines Placentina828. L’anno successivo lo stesso sovrano emanò un diploma con cui prendeva sotto la sua diretta protezione la chiesa di Sant'Antonino829; con un diploma dell'887 Lotario di Lorena e sua moglie, la regina Teutperga, ribadirono la loro tutela nei confronti della basilica830. Tuttavia, bisogna sottolineare che questi atti ci sono giunti in copie tarde e che pertanto potrebbero essere stati interpolati.

La basilica divenne alla fine del IX secolo sede di un potente capitolo canonicale, in aperta opposizione a quello delle cattedrale831.

In conclusione, dalla cospicua documentazione relativa alla chiesa cimiteriale di Sant’Antonino possiamo dedurre che questo ente ecclesiastico nel corso del IX secolo fu in grado di accumulare cospicue proprietà, soprattutto nella zona dei fines Placentina, approfittando delle donazioni dei fedeli. Questa ricchezza, tuttavia, attirò negli ultimi decenni del secolo l’attenzione del vescovo piacentino, che con strategie talvolta fraudolente tentò di intaccare il suo patrimonio.

822 I livelli sono: ChLa2_LXIV_09, anno 827; ChLa2_LXIV_18, anno 834; ChLa2_LXVI_12, anno 886; ChLa2_LXVII_13 , anno 898; ChLa2_LXVII_40, fine IX-inizi X secolo;

823 ChLa2_LXIV_29, anno 844; ChLa2_LXV_25, anno 878. 824 ChLa2_LXV_05, anno 862; ChLa2_LXVI_12, anno 886. 825 Cfr. supra, Capitolo 5, Paragrafo 1.

826 ChLa2_LXX_23, anno 886; ChLa2_LXXI_02, anno 893; ChLa2_LXVII_39, fine IX-inizi X secolo. 827 ChLa2_LXVI_08 , anno 885; ChLa2_LXVI_31, anno 891; ChLa2_LXVI_31, anno 892; ChLa2_LXVII_11, anno 898; ChLa2_LXVII_28, fine IX-inizi X secolo; ChLa2_LXVII_36, fine IX-inizi X secolo.

828 FALCONI, Le carte, n. 42, anno 880. 829 FALCONI, Le carte, n. 44, anno 881. 830 FALCONI, Le carte, n. 46, anno 887. 831 ChLa2_LXVII_22, anno 899.

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