5.2. La rappresentazione dell’adozione nella coppia Consapevolezza e grado soddisfazione
5.2.1. La diversa rappresentazione dell’adozione prima di intraprendere il percorso adottivo e le motivazioni della scelta
L’adozione non dovrebbe nascere come tentativo di rimargi- nare una ferita ancora aperta, ma essere pensata quando tale criti- cità abbia già trovato una risoluzione che attiene all’elaborazione dell’impossibilità a generare biologicamente; considerando ciò un vero e proprio lutto (gravidanza non portata a termine, bambino nato morto), dovrebbe esitare in una riflessione circa il “forte bisogno di sentirsi generativi e a pieno titolo genitori” e il “pericolo vissuto di non esser riconosciuti come tali” (Cigoli, 2006). L’adozione dovreb- be essere quindi una scelta alternativa, pensata, preparata e non una sostituzione di una mancanza o di un dolore non rielaborato. Le coppie intervistate sono arrivate a scegliere l’adozione par- tendo da una dimensione privata, a volte condizionata dalla rap- presentazione sociale che avevano dell’adozione in quel mo- mento. Diciannove intervistati (70,37%), corrispondenti a dieci nuclei familiari, hanno dichiarato di essere arrivati all’idea dell’a- dozione dopo un percorso di riflessione con il proprio partner. In quattro famiglie (29,62% degli intervistati) la maggior apertura e motivazione di uno dei due partner è stata determinante per l’e- laborazione e la maturazione della scelta personale e di coppia: Famiglia 3
avevo paura - M3 “Avevo paura. Avevo paura per le esperienze che avevo avu-
to prima, di conoscenti, che non erano andate bene e quindi mi terrorizzava l’idea di non essere adeguata ad accogliere un estraneo, a superare la gravi- danza non avuta, fallita più che non avuta, iniziata e finita e quindi ero abba- stanza spaventata. Poi per accontentare il coniuge abbiamo iniziato il percorso quindi un po’ di dubbi si sono schiariti, però la paura un pochino è rimasta”; idea matura “P3 - Un’idea abbastanza matura ma non completamente ma- tura, come è normale. Certe cose si ipotizzano poi la realtà ovviamente te le fa capire, almeno a livello personale, in maniera leggermente diversa. Abba- stanza diversa, non completamente diversa perché una certa idea l’avevo”;
Famiglia 7
percorso difficile - M7 “Sicuramente sapevo che sarebbe stato un percorso difficile, però poi vivendolo ho capito che quello che mi raccontavano le coppie che vivevano questa esperienza erano cose vere. Perché l’ho vissu- te sulla mia pelle. Quindi sicuramente un percorso abbastanza complesso”; mia madre ha preso in affido – P7 “Comunque mia madre, già tanto tem- po fa, ha preso in affido una bambina quando ero anche io piccolo. Quindi questa storia di adozione di persone diverse che vivono insieme in fami- glia a me non ha mai fatto nessun tipo di problema. Quindi, dal momen- to che abbiamo capito che non potevamo, che non veniva non è che non potevamo, non veniva figli, ho detto ad M7 proviamo ad adottare allora. E lei piano piano … Ci è arrivata e oggi è … ha visto frutto, è contenta”;
Famiglia 8
lui aveva proprio una propensione - M8 “Un’idea … cioè non l’avevo presa in considerazione, pensavo di non riuscire a diventare genitore con l’adozione.
E’ stato un percorso, non immediato però improvvisamente mi è scattato dentro qualcosa che mi ha aperto un mondo. Mi è bastata, anzi è stato l’esem- pio di un mio collega che semplicemente sapeva che stavo attraversando un periodo di sofferenza, di aridità interiore eccetera e lui mi ha semplicemente messo sul tavolo le foto della sua adozione, del suo viaggio in Ucraina dove è diventato genitore di una bellissima bambina. Quelle foto francamente, im- provvisamente mi si è aperto un mondo. Da lì è iniziato il mio percorso, per- ché non è stato appunto immediato. La prima domanda che ti poni è “riuscirò a essere genitore?”, cioè non mi ritenevo capace. Hai paura e preoccupazione che il percorso non possa concludersi felicemente, ma soprattutto la paura di dover dire un giorno chi me lo ha fatto fare. Era quello che mi bloccava e anche la paura di non essere in sintonia con questo viaggio con mio marito. Invece, devo dire che vista la sua naturalezza ad affrontare la cosa e anche a superare diversi … quello che io credevo che per lui fossero cose insormon- tabili. Il fatto di doversi relazionare, sottoporsi a esami, sottoporsi al giudizio di psicologici, affrontare questo percorso che non è niente di naturale per una coppia. Invece, che lui aveva proprio una propensione, una spinta a rea- lizzare il nostro progetto di famiglia, allora è diventato tutto semplice e natu- rale. Di coppia, sì sì assolutamente. Un percorso condiviso assolutamente!”; da quando ero piccolo - P8 “Un’idea dell’adozione io già ce l’avevo da quan- do ero piccolo perché amici di famiglia avevano adottato un bambino cile- no, quindi io stavo sempre con questo bambino. Mi piaceva vedere questo bambino tanto diverso, scuro di carnagione che chiamava papà e mam- ma questi amici dei miei genitori. Quindi, io ho sempre pensato che nel- la vita se c’era qualche possibilità io l’adozione l’avrei fatta a prescinde- re dal percorso che poi ci è capitato. Poi invece è diventata una cosa che ho fatto per forza, ma sempre con piacere. Però questo pallino di adottare un bambino che era nato da qualche parte ce l’ho avuta sempre. Si, si da
tanto tanto. Perché io vedevo la felicità di questi signori amici nostri e la felicità di questo bambino che era … figlio e poi mi faceva ridere che era cileno ma parlava in dialetto palermitano in un modo stupendo … fan- tastico! (ride) Ce l’avevo da sempre questa idea di adottare … però …” ; Famiglia 10
desiderio di contribuire - M10 “Allora, forse ce l’avevo un pochettino più roman- zata rispetto a quella che si è verificata. Nel senso che la mia idea era mossa da questo desiderio di contribuire, far del bene, questi valori … Nobili. Si per carità è ancora quella, poi scontrandosi con la realtà l’impatto è stato diverso”; forse a questa età – P10 Era molto vago come idea. Quando ho incominciato a pensare, ormai sarà quattro anni fa, ho pensato …. Quindi all’inizio ero quello che più resisteva all’idea e pensavo “ormai, forse a questa età … forse non ab- biamo più le forze fisicamente”. Facevo questo avvocato del diavolo. Con M10 ci facevamo queste lunghe passeggiate all’Abbadia di Fiastra parlando par- lando. Però piano piano mi sono convinto perché l’importante è che tutte due e l’altro membro della famiglia, nostra figlia, eravamo tutti e tre convinti…” ;
Sei intervistati (22,22%) hanno dichiarato che prima di di- ventare genitore avevano un’idea romantica dell’adozio- ne, utilizzando nel corso dell’intervista anche termini similari: un’aspettativa più fiabesca - M2 “ …a 32 anni si- curamente avevo un’aspettativa più fiabesca” ; un po’ da mulino bianco P4 “Un’idea romantica dell’adozione, per cui mi immaginavo che questi bimbi sarebbero cresciuti in totale armonia con il papà e la mamma, avremmo fatto colazione insieme tutte le mattine, un
po’ da mulino bianco … perché effettivamente un po’così te le immagini”; un’idea francamente anche romantica - M5 “Allora, un’idea francamente anche romantica. Lo ritenevo un incontro tra due bisogni, tra due fatiche, tra le persone che sicuramente avevano le loro difficoltà, probabilmente ne vedevo principalmente gli aspetti di gioia e di leggerezza in termini più romantici …”; visioni molto miracolista - M9 “Io ave- vo sicuramente delle visioni molto miracolista …”; sono più sognatrice - M11 “…Mi piaceva, ci piaceva, probabilmente l’ho … ho at- taccato questa voglia di adottare anche a lui e sono più sognatrice quindi mi im- maginavo questo bambino, bambina … un mio sogno e soprattutto mi piaceva l’idea del bambino ma di poter aiutare qualcuno, di essere utile per qualcuno”; un sogno - M12 “Per me era un sogno. Dal momen- to che questo si poteva realizzare … un sogno”;