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Quali prospettive avete per il futuro di vostro figlio e della vostra famiglia?-

5.5. Bambino, patto adottivo, evoluzione e futuro

5.5.5. Quali prospettive avete per il futuro di vostro figlio e della vostra famiglia?-

In risposta alla domanda 21 i genitori intervistati hanno rispo- sto in maniera generica e con risposte plurime, così come alla succes- siva domanda 22 (che tempi vi date?). Dalle risposte a quest’ultima domanda è emerso che nessuna famiglia si pone tempi prestabiliti, ma dalle risposte è emerso qualche riflessione interessante. Le rispo- ste alle due domande sono state analizzate complessivamente. Quat- tordici intervistati hanno risposto di augurare ai propri figli una vita serena e felice (termini usati: sereno, felice, tranquillo …); tredici genitori (M1-M2-P2-M4-P5-M7-P7-P8-M9-M11-M12-P12-P13) han- no precisato di non avere particolari obiettivi per la vita del figli/i; dodici intervistati (M1-P2-M3-P4-P6-P7-M8-P10-P11-M13-P13-P14) si augurano che la famiglia resti unita (o si unisca) nel tempo; nove intervistati (M3-P4-M5-M6-P6-P9-P10-M12-P1) si augurano che i fi- gli riescano a sviluppare la propria indole, che trovino la “loro stra- da”; in cinque (M3-P3-M7-M8-P8) hanno risposto di avere delle preoccupazioni per il futuro di loro figlio; in tre (P4-M9-P14) han- no precisato che il futuro del figlio potrebbe essere anche all’estero. Tra le interviste emergono alcune risposte utili per

altri aspetti della ricerca. I genitori della famiglia 3, alle prese con il figlio prossimo

alla maggiore età, si preoccupano per il futuro del figlio. En- trambi sono preoccupati che il figlio possa essere penalizza- to per sua “distrazione”. La madre è preoccupata anche dal fat-

to che il figlio non voglia entrare nella dimensione “adulta”: nella dimensione adulta lui non ci vuole entrare – M3 “ Per adesso è contento della scuola che fa, speriamo che si riesca a rendere autonomo. Su questo un po’ di paura ce l’ho, nel senso che lui è distratto, un po’ svagato, si sente ancora pic- colo, nonostante abbia 17 anni, quindi la vedo una cosa a lungo termine questa della sua autonomia, anche psicologica. Lui comunque è fortemente dipen- dente da noi. Lui si sente piccolo nonostante ha 17 anni, dice “perché voi sie- te grandi. In realtà lui tra poco fa 17 anni, rientrerebbe anche lui nella catego- ria dei grandi, no? Invece, per lui è ancora piccolo. Fa fatica a lasciarla questa dimensione. Nella dimensione adulta lui non ci vuole entrare perché comun- que perderebbe quelle poche sicurezze che ha e si sente di non avere i mezzi per destreggiarsi in quest’altra dimensione. Questo un po’ mi preoccupa”; penso lo possa penalizzare – P3 “Sono invece un po’ più preoccupato per il successo scolastico, del successo universitario e soprattutto per il suo suc- cesso personale, con il lavoro che troverà in futuro. Questo fatto di es- sere molto chiuso, molto scordereccio e, in qualche maniera, disattento penso lo possa penalizzare; risposta 22… … io mi davo delle prospettive un po’ più corte, invece ogni anno le rivedo al rialzo, ci vorrà un di più, ci vorrà un po’ di tempo in più, qualche scuola in più, qualche amico in più, qualche anno in più in casa. Insomma in continuo allungamento”.

La risposta e l’osservazione dell’intervistato P10 potrebbe confermare quanto emerso da ricerche scientifiche sull’argomen- to, ovvero che l’ansia che deriva dalla perdita subita nell’infan- zia del legame primario e presente nell’adolescente che e stato adottato. Il compito di separazione, caratteristico di questa età, e anche il raggiungimento della propria autonomia, per i ragaz-

zi che sono stati adottati perché rievocano il drammatico strap- po, la lacerazione originaria (Zouharova e Fava Vizziello, 2004). Le risposte che hanno dato i genitori della famiglia 10, in me- rito alle prospettive del futuro del figlio, si caratterizzano per la prospettiva sociale e di solidarietà familiare, anche per la fi- glia biologica più grande. Un ruolo nella comunità e in famiglia: di essere anche lui utile alla società – M10 “Se trova una passione e di essere anche lui utile alla società. Perciò per il futuro, anche la maestra ha detto “a me interessa il cittadino” ecco uno spera che trovi il modo per realizzarsi perciò di non pren- dere brutte strade. Uno se lo augura per tutti i figli, a maggior ragione per lui che ha avuto questo cammino ancora più complicato di una persona “normale””; mia figlia impara a condividere – P10 “… e poi, se proprio posso fare l’elenco proprio delle cose che mi porta babbo natale, le cose che vorrei, la mia figlia da questa esperienza mia figlia impara a condividere. E’ dura per lei perché essendo figlia unica, improvvisamente c’è questo bambino vivace che invade tutto, apre tutte le porte. Penso e spero che questa è una cosa per lei, quando magari da grande, tra cinque dieci anni, si guarda indietro e dice “era una cosa positiva per me. Ora ho un fratello, un fratellino più piccolo” e quando non ci siamo più neanche noi, staranno insieme come … questo è il sogno di tutti i genitori, penso che avranno un buon rapporto. Poi magari, quello no, come … D - Sarà una risorsa per tua figlia … R - Esatto, come le fami- glie, di vedere e fare tante cose insieme … sarebbe carino, sarebbe bello!!”.

Anche in merito alla questione “tempo” il pa- dre della famiglia 10 offre una riflessione interessante:

è una cosa che succede – P10 “I tempi io non lo so, è difficile. Se imponi un tempo poi se non si realizza entro quel tempo, ma spesso le cose avvengono nel modo naturale, che non ti accorgi, diventa quasi senza sforzo. Questa è la cosa chiave, è una cosa che succede. Non so se esisterà un momento… magari quando sarò anziano e sto seduto a tavola con tutta la famiglia, ci sono i figli di mia figlia e i figli di mio figlio e poi in quel momento sen- tirò… Non lo so, noi ci dobbiamo ricordare che è passato solo un anno”.

Anche le risposte dei genitori della famiglia 14 evidenziano al- tri due aspetti importanti. La madre riferisce due cose che le han- no insegnato l’adozione: l’elasticità e non fare proiezioni. Il pa- dre esprime il senso della famiglia come valore, utile nella vita:

ci vuole tanta elasticità nella vita - non crearti degli immaginari – M14 “… io dico sempre “ci vuole tanta elasticità nella vita, mettervi in discussione, farvi sempre tante domande, provare a modificarvi, questo che poi è quello che abbiamo vissuto noi; … Poi te l’ho detto prima, non vivo così, faccio fatica a fare le proiezioni future. Non ce la faccio proprio, anche nel momento prima dell’abbinamento non mi proiettavo proprio nulla, nessun tipo di idea, nien- te, per cercare di essere più neutra possibile, proprio perché poi accogli me- glio, no? Se ti fai un sogno non si realizzerà mai, ecco questo è una cosa che mi ha insegnato proprio l’adozione, quella di non crearti degli immaginari, di prendere quello che viene e poi ci lavori. Anche nelle difficoltà, delle pro- blematiche che potrebbero venire fuori, quando verranno le affronteremo”; possa rimanere come valore forte il senso della famiglia – P14 “E vorrei che questa famiglia sia per lor un concetto e un principio molto saldo e mol- to radicato, perché credo che questo li possa aiutare in futuro. Immagi- no che sia abbastanza, come dire, abbastanza scontato ma per me non lo

è, ci tengo che possa rimanere come valore forte il senso della famiglia”.

La testimonianza della famiglia 12 è molto importante perché i genitori M12 e P12 sono gli unici che possono riferire in merito al futuro della figlia, ormai adulta. Inoltre, a questi due genitori il futuro gli ha riservato delle gioie ulteriori, diventando nonni tramite l’adozione. La madre rac- conta di stare rivivendo la felicità dell’adozione con il nipotino. Il padre riferisce di aver consigliato alla figlia di diventare genitore adottando: sono nonna super felice, sto rivivendo quello che ho vissuto con lei – M12 “Uno il me- glio si aspetta e alla fine si è avverato, va bene così!! D - Anche il futuro della sua famiglia? Se l’aspettava così? R - Certo, certo, come no. Ha trovato un bra- vo ragazzo, adesso ha un bambino meraviglioso. Sono nonna super felice, sto rivivendo quello che ho vissuto con lei adesso con mio nipote. Un’emozione giorno giorno… Forse non riesco a trasmettere quello che penso però è tanto!!”; ci sono tanti bambini abbandonati, se qualcuno li aiuta è una gran fortuna – P12 “Il suo futuro l’ha scelto da solo e a me va tutto bene … E’ una scelta loro. Lei spesso parlava di questi bambini, ma ce ne sono tanti già belli e fatti, ma che tribolate da tutte le parti! Si trova già fatti e tutto non c’è bisogno di andare tanto fuori di testa. Ci sono tanti bambini abbandonati, se qualcuno li aiuta è una gran fortuna. Dopo uno se lo deve sentire, se non lo senti non lo fai”;

La testimonianza dei genitori/nonni M2 e P2 è utile anche per comprendere l’influenza culturale nell’intraprendere la scelta adottiva. Tra le prospettive sulla famiglia, il genitore P2, che all’epo- ca dell’intervista aveva adottato da circa tre anni, risponde evi- denziando il fatto che la sua famiglia è ancora in formazione:

consolidare questo nucleo che ancora è ancora molto giovane – P2 “… Noi spe- riamo sempre di riuscire sempre più a … diciamo consolidare que- sto nucleo che ancora è ancora molto giovane, perché a distanza di tre anni è praticamente ieri, quindi … l’intenzione è quella che piano pia- no questa famiglia si unisca sempre di più fino a diventare un tutt’uno”.

L’intervistato P6 valorizza il concetto di famiglia come squa- dra e riferisce che durante il primissimo periodo all’estero que- sto approccio è risultato strategico per la costruzione del legame: lavorare per fare questa squadra – P6 “Tutti insieme dobbiamo lavorare per fare questa squadra. Se uno non fa famiglia, non fa squadra e gioca da solo ci perde tutta la famiglia e ci perde tutta la squadra…Non è quindi che c’è una tempisti- ca. Ogni anno, ogni età ha la sua peculiarità, la sua difficoltà, quindi tenere nel tempo, fino a quando non saranno autonomi, di riuscire a valorizzare i loro ta- lenti però rimanendo famiglia. Essendo una squadra, insieme. All’inizio stava- mo insieme in Ungheria cantavamo, giocavamo, pregavamo insieme proprio perché questo faceva squadra e famiglia. Qui ci abbiamo tenuto tantissimo!”;

Le risposte date dai genitori intervistati hanno evidenziato come, in termini concreti, sia nelle famiglie con figli biologici, sia in quelle con figli adottivi sia in quelle miste, l’esposizione continua a modalità di cura ‘calde, coerenti e affidabili’ migliori le aspettative primarie dei bambini relative sia agli adulti sia a se stessi (Schofield, Beek 2006).

5.6. Accoglienza nella famiglia allargata,

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