5.6. Accoglienza nella famiglia allargata, nel contesto sociale e a scuola
5.6.1. Famiglia allargata (analisi domande 23 e 24)
Venticinque intervistati (92,59%), ovvero 13 famiglie, hanno dichiarato che i figli sono stati accolti molto bene dai nonni e da tutti i parenti. Tra questi, entrambi i genitori di sette nuclei fa- miliari (Famiglie 1,4, 6, 7, 9,12,14) hanno dichiarato che si aspet- tavano questa accoglienza (48,14%). Negli altri sei nuclei fami- gliari (12 intervistati) in cui la famiglia allargata ha accolto molto bene il bambino, uno o entrambi genitori non si aspettavano que- sta accoglienza da parte di qualche componenti della famiglia. Nella famiglia 2, M2 riferisce che non si immaginava una tale accoglienza da parte dei suoceri: “da parte della famiglia di P2 no e quindi è stata sorprendente”. Mentre P2 si aspettava la stessa acco- glienza ma non riusciva ad immaginarsela: “cioè si … me l’aspettavo ma non riuscivo a vederla. La davo per scontata ma non me la immaginavo”.
Nella famiglia 3, M3 non si aspettava una buona accoglienza da parte della madre: “Almeno da parte di mia madre avevo qualche resisten- za in più, però … lei è fredda con chiunque …non ci sarebbe stata differenza tra l’accoglienza che ha fatto a lui e quella che avrebbe fatto ad un bambino naturale, insomma”; mentre P3 non se l’aspettava da entrambi i suo- ceri: “Avevo qualche dubbio soprattutto per quanto concerne i suoceri che però sono fugati via, avevo qualche piccolo dubbio, molto piccolo in verità”. Nella famiglia 5, sia M5 che P5 non pensavano che il non- no paterno potesse riservare una calorosa accoglienza al nipo- te, che invece è poi avvenuta. M5: “Da parte dei genitori di P5 non pensavo che ci fosse questa accoglienza …”; P5: “forse mio pa- dre mi dava … invece si è rivelato quello più contento di tutti”. Nella famiglia 8, solo M8 era preoccupata per i suoi genito- ri: “Da parte dei miei no, pensavo che fossero stati … per come ave- vano reagito alla nostra adozione pensavo che avrebbero avuto più distacco, più difficoltà a riconoscerlo come nipote, ad affezionar- si ad accettarlo. Invece poi assolutamente no. E’ andato tutto bene”. Nella famiglia 11, P11 non si aspettava che la figlia venis- se accolta bene da uno zio: “In particolare uno zio, al quale ten- go molto, che non era d’accordo molto sull’adozione, specialmen- te di colori diversi, mio zio .., e invece è una nipote come l’altra”. Nella famiglia 13, M13 non credeva che ci sareb- be stata un’accoglienza così generalizzata: “No, for- se non da tutti, mi hanno stupito, su questo mi hanno stupito”.
L’intervistata M4 riferisce che era certa che la sua famiglia avrebbe accolto bene i bambini perché lei fin da piccola aveva espres- so il suo desiderio di adottare: “Io ho parlato di adozione da quando ero piccola per cui sapevano benissimo, almeno dalla parte della mia famiglia, che indipendentemente dai figli biologici io la scelta adottiva l’avrei fatta. Quindi erano ben preparati, insomma. Avevano almeno 25 anni di prepara- zione”. Il marito P4 era certo che i suoi parenti avrebbero accolto bene i bambini perché nella sua famiglia c’era un’esperienza precedente:
“perché comunque c’era l’esperienza anche pregressa, almeno dalla parte della famiglia mia … di mio nipote e quindi non avevo nessun dubbio”. Il genitore P8 racconta che quando era all’estero per andare a prendere il figlio gli è morto il padre, quindi il bambino era atte- sissimo da tutta la sua famiglia, come fonte di gioia: “Più che bene, perché appena arrivato … c’è stato il problema di papà che è morto quan- do noi stavamo in Ucraina. Io stavo per diventare padre e nel frattem- po moriva papà. Non benissimo, di più. Non vedevano proprio l’ora di avere questo bambino. Mio fratello mi ha fatto ridere perché fa “madon- na se ci facciamo l’esame del Dna questo ha lo stesso sangue mio!!!”. Pro- prio bene, bene. A casa mia con i miei fratelli ma anche a casa di M8, con i miei cugini … davvero aspettavano con ansia questo bambino. Più che bene!!” … “C’era pure mamma che pressava “portatemi questo bambi- no, portatemi questo nipote perché è mio!! …Completamente impazziti!!”
La mamma M12 prima dell’arrivo della figlia aveva con- diviso la sua gioia con amici e parenti e questo aveva permes- so il buon inserimento della bambina: “A casa la sera era tut- to amici e parenti che arrivavano per conoscerla. In negozio “allora
quando arriva questa bambina? Quando ce la fai conoscere?”. Perché io da là dicevo “è bionda, ha lentiggini, è meravigliosa, è una coccolona, è una piccola bambolina per me”, allora tutti curiosi di conoscerla …”. L’intervistata M9 si rammarica che la sua suocera sia morta prima dell’arrivo del nipote, perché ritiene che sarebbe sta- ta un ottimo supporto per il nipote: “Anche se devo dire che so- prattutto la madre sarebbe stata un grande supporto e anche per F1- 9, più di mia madre. Perché era … dal punto di vista della relazione era molto diversa dalla freddezza che ha mia madre e quindi secon- do me sarebbe stata una figura fondamentale! Fondamentale, guarda”.
Il genitore M5 riferisce che i suoi suoceri, inaspettatamente, sono stati fondamentali per il buon inserimento del figlio: “Lo hanno sentito assolutamente loro e fanno completamente i nonni. Questa cosa F1-5, seppu- re ha faticato tanto con P5 e tanto più con me, almeno i primi periodi, con i nonni lui non ha mai avuto un attimo di difficoltà. Tanto che quando c’erano i momenti di grandi crisi io spesso lo prendevo e lo portavo dai nonni per rilassarci un po’ tutti. Lui ha avuto un amore … lo ha sentito … lo adorano”. Questa sintonia con il nipote è risultata benefica anche per i rapporti familiari in generale: “questo mi ha molto riavvicinato a loro. Vedendo che lo adorano hanno conquistato anche a me”. M5 prima che arrivasse il figlio nutriva delle perplessità sulla capacità di accoglienza del suocero: “non pen- savo che ci fosse questa accoglienza perché il padre è una persona anziana e pensavo che culturalmente facesse un po’ fatica e non lo sentisse suo”. Anche il genitore P14, per quanto si aspettasse la buona acco- glienza che i suoi genitori hanno poi riservato ai nipoti, racconta che
“un po’ di scetticismo all’inizio c’è stato”, ma per fortuna si era “super- megasuperato fin dall’arrivo in Italia” dei bambini, tant’è che i nonni “erano tutti all’aeroporto con le bandierine”. E’ da evidenziare che la riflessione di P14 a proposito dell’iniziale scetticismo dei suoi genitori è anch’essa collegata a rigidità culturali e generazionali: “lo scetticismo c’è, c’è anche una generazione diversa, perché i nostri genitori sono più grandi, l’adozio- ne magari era un fenomeno meno sentito, meno vissuto, poi ecco era anche meno regolamentato, sicuramente prima, comunque in ogni caso, non vorrei dire che era un novità per loro, però sicuramente sconosciuta. Quando sei di un’altra generazione e affronti una cosa sconosciuta, una cosa che esce an- che dai canoni tradizionali, quindi un pochettino c’era questo scetticismo”. E’ interessante comparare le dichiarazioni di P14 e M5 con quelle di P7 che, al contrario, riferisce che si aspettava l’ac- coglienza dei suoi genitori per motivi culturali opposti: “Da parte della mia famiglia si, perché essendo brasiliano, una cultu- ra diversa, siamo … non so forse siamo una cultura più aperta”. Soltanto nella famiglia 10, tra quelle intervistate, i nonni ma- terni non sono stati capaci di accogliere il nipote ed M10 riferisce che i motivi vanno ricercati nella “mancanza di conoscenza” dei ge- nitori: “tanta resistenza da parte dei miei genitori che probabilmente lo fanno sono per paura. Ignoranza, mancanza di conoscenza e la doman- da sottesa è “chi te lo ha fatto fare?”, appunto. Ecco la cosa sotto è sicu- ramente questa “questa è scema” oppure “questi sono scemi” e così. Però i miei hanno avuto tanta resistenza anche quando ho incontrato P10 che non si sapeva chi era. Loro di fronte al nuovo non sono le persone più aper- te del mondo, anche se non sono cattive… questo deriva tanto dalla pau-
ra, poi adesso non sono più tanto giovani per cui è accentuata la cosa”. Anche P10 conferma la distanza presa dai suoceri e spiega le difficoltà che ne sono derivate: “Questo è stata forse la cosa più diffi- cile perché, poi M10 racconterà questo, i genitori c’era un po’ di resisten- za, c’è ancora, non erano d’accordo con la decisione di adottare un fi- glio, avevano un po’ paura. Però non ne avevano mai parlato molto, poi negare che c’era un problema non parlandone. Poi un giorno è arriva- to F2-10 quindi … sì sì quella forse è stata la cosa più difficile per M10, posso dire, ma anche per me e anche per F1-10, adesso che ci penso”.
Il genitore M10 racconta che non aveva previsto una chiusura così totale da parte dei nonni: “Così tanto resistenti sincera- mente no, che avessero reagito così male, incapaci di instaurare una rela- zione, questo no. Ero ottimista, ma li ho visti con una difficoltà quasi una incapacità di cose proprio banali. Guarda, non è che devi fare tanto, ma- gari gli puoi chiedere di andare al cinema, cioè … una chiusura così totale no, non me la sarei aspettata, no. Infatti sono un po’ delusa, però ci sta”. Il marito P10, invece, si aspettava questa distanza: “Non saprei dei genitori di M10 perché la loro reazione all’inizio era molto negativa. Anche quando eravamo in Ungheria il mio suocero non ci è venuto af- fatto incontro, magari con messanger, con skype, non voleva partecipa- re. Quindi F2-10 chiamava “nonno, nonno, dove sta nonno?”. Secondo la testimonianza di P10 il nonno materno “adesso nel suo modo sta incominciando ad essere coinvolto nella sua vita”. Inoltre, il padre rac- conta di altri parenti che hanno accolto molto bene il bambino, va- lorizzando l’importanza della famiglia allargata: “Invece il fratello
di M10 contentissimo, perché lui ha un figlio della stessa età di F2-10 ed abbiamo una famiglia molto grande con origini europee. F2-10 ha cugini, belgi, belghe, inglesi e italiani perciò quest’anno abbiamo fatto uno sforzo per farli incontrare tutti questi. Quindi lui si rende conto di far parte di una cosa molto grossa. E mia mamma è contentissima! … l’ha accolto bene”. Il ruolo della famiglia allargata e l’introduzione del figlio alle relazioni con la famiglia estesa ha un ruolo importante nella di- mensione storico-paradigmatica della genitorialità, rendendo pos- sibile la trasmissione di riti, atteggiamenti, modelli, valori, che co- stituiranno la base affettivo-cognitiva da cui prenderà le mosse nel tempo il processo di individuazione del figlio (Muzi, Fermani, 2019)