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5.5. Bambino, patto adottivo, evoluzione e futuro

5.5.4. Mostra ancora questi comportamenti?

Alla domanda 19, dei sedici genitori che avevano riferito che i figli all’attivo in famiglia presentavano comportamenti autole- sionistici e stereotipati, in cinque hanno risposto che sono scom- parsi (P4,M5,P6,P7,M14), in cinque che permangono ancora (M3,P3,M7,M8,P13) e in sei hanno risposto che sono molto dimi- nuiti (M2,M4,M9,P9,M10,P10). Dalle risposte emerge che una cop- pia di genitori, la famiglia 7, ha una diversa percezione sulla scom-

parsa dei comportamenti autolesionistici e stereotipati del primo figlio. Per il padre sono scomparsi, per la madre permangono. Tra gli intervistati che hanno riferito che i comportamenti ste- reotipati dei figli permangono, un padre racconta che, a suo avviso, il figlio trascura molti aspetti importanti della sua esistenza a causa della scarsa attenzione che mette nelle cose: P3 “Questa tendenza ad essere poco attento alle cose, ad essere molto poco concentrato sulle cose, lo porta a dimenticare le cose, a trascurare alcuni aspetti importanti che in- vece alla sua età andrebbero tutelati, da se stesso e lo portano in qualche maniera spesso non soltanto a continuare ad essere molto prudente e chiuso quando sta al di fuori dalla famiglia, lo portano a mantenere questi aspetti si accompagnano a volte, ma questo in famiglia, a dei momenti in cui viene ripreso per le sue dimenticanze, la sua scarsa attenzione, la sua incapacità a rimanere concentrato, a comportamenti, mai violenti, ma ad alzare la voce”.

Una mamma riferisce che il disagio ritorna quando il figlio deve affrontare problemi nel contesto scolastico o sociale: M2 “Ogni tanto, quando lui si sente più a disagio li tira fuori e ogni qual volta che lui ha un problema relativo al contesto sociale o scolastico o una pau- ra che lui magari lui prova ma non dice, allora li ritira fuori. Poi ci sono momenti, anche piuttosto lunghi, dove finiscono nel dimenticato- io, poi momenti in cui li ritira fuori, ma sono episodi sporadici. Diciamo che basta poco per farglieli ricordare, ma veramente, veramente poco”

Due coppie di coniugi dimostrano dalle loro risposte di ave- re la medesima rappresentazione dei disagi del figlio, riferendo le stesse problematiche e gli stessi contesti in cui esse si manifestano:

Famiglia 9:

però nei momenti di stress – M9 “Ci sono ancora in maniera molto minore, però nei momenti di stress … lui non è aggressivo quindi lui l’aggressività la usa su sé stesso. A scuola le maestre mi dicono che tante volte se vede un compagno che si agita e la maestra che urla lui la prima cosa che fa è andare a sbattere la testa contro il muro. Si da la colpa di cose che non esistono. La sregolazione emotiva, quindi tutto relazionale; c’è voluto, c’è voluto forse un paio di anni”; ogni tanto sente molto i problemi – P9 “Sono molto diminuiti, sono molto diminuiti però ogni tanto sente molto i problemi. I problemi non suoi li sente molto suoi, se a scuola si parla a voce alta o viene ripreso un bam- bino lui pensa di essere la causa di quel problema, quando invece era an- che lontano. Però, a differenza di prima, come dicevo, è un altro bimbo”.

Famiglia 10:

un pochettino – M10 “Un pochettino però a volte lo fa anche non giocando, non prendendo parte, che però è la soluzione? Qui un attimino c’è da vedere …”; piano piano… sta cambiando – P10 “Si questa non era neanche molto fre- quente, a dire la verità però questo non l’ho più visto che fa male a se stesso. Lui ascolta quando parliamo. Risponde, come tutti i bambi- ni di 10 anni, risponde un po’ male diciamo, però si vede con il compor- tamento dopo che la maggior parte delle volte quando diciamo delle cose si corregge, cerca di accontentarci, o forse capisce, non lo so, però il comportamento suo piano piano … sta cambiando, si, secondo me si”.

Due risposte alla domanda 20, rivolta ai genitori che hanno risposto che i comportamenti sono scomparsi, me-

ritano di essere evidenziate. La prima risposta fa ben com- prendere quanto l’effetto stabilità sia fondamentale per il benessere e la tranquillità del bambino. La seconda risposta rappre- senta, invece, un comportamento virtuoso messo in atto dalla fa- miglia per fronteggiare le difficoltà del figlio in ambito scolastico:

finché non ha avuto la certezza, anche legale con il cambio del cognome M5 – “Guarda, quando io ti parlo del primo periodo ti parlo dei primi due anni mezzo. Connessa al fatto che lui non aveva nessun tipo di sicurezza. Noi gli ripetevamo che ci saremo stati sempre, ma F1-5 aveva vissuto sia l’esperien- za di comunità, sia l’esperienza di una famiglia affidataria, sia l’esperienza di una seconda famiglia affidataria. Quindi, diciamo che di passaggi ne aveva avuti, perciò probabilmente finché non ha avuto la certezza, anche legale con il cambio del cognome, con quest’adozione che è arrivata, di potersi tran- quillizzare, questi due anni e mezzo per lui sono stati tanto faticosi per lui”; sempre in contatto con le insegnanti P6 – “Sono scomparsi nel giro di un anno. Con la scuola, con una ordinarietà. Inseriti in un circuito or- dinario … questa cosa poi anche con la scuola è stata molto importan- te perché dialogando e stando sempre in contatto con le insegnanti, con cui si è fatto un lavoro sempre congiunto, perché noi le abbiamo investi- te, tenute al corrente, quindi insieme con il corpo docenti abbiamo ca- pito alcuni comportamenti e nel tempo sfumarli, anche parlando con F1-6, siamo riusciti a farglieli togliere. Ogni tanto lui ha ancora questi scatti di ira che sono un po’ i rimasugli di un vecchio comportamento”.

5.5.5. Quali prospettive avete per il futuro di vostro figlio

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