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Una Esperienza di Formazione sul Campo

Paolo Fiammengo

Pediatra di Libera Scelta, Fossano – ASL CN1

Abstract

La Formazione sul Campo è ancora, almeno in Italia, più una teoria che una pratica. A partire dalla seconda metà del 2005 è nato un progetto, sotto la guida del gruppo WEB.ORG di Palermo, per la realizzazione di gruppi di formazione sul campo che ha coinvolto pediatri ospedalieri e di libera scelta. La mancanza di modelli di riferimento ha fatto si che venisse sviluppata una modalità del tutto originale per far si che il lavoro quotidiano si trasformasse in un percorso didattico permanente. Nonostante si faccia un gran parlare di Formazione sul Campo (FsC) esperienze formalizzate all’interno del settore medico, almeno in Italia, sono rarissime.

Nel 2004 venne pubblicata su Ricerca&Pratica[1-2], a firma di Salvo Fedele, una proposta che andava in

questa direzione. È abbastanza interessante notare come non solo l’accoglienza di quello scritto fosse stata piuttosto tiepida se non addirittura indispettita[3], ma che ad essa non ne è seguita nessun altra

mentre sempre allo stesso Fedele è riconducibile anche quanto viene qui di seguito raccontato. È verosimile quindi ritenere che la nostra esperienza rappresenti un unicum nel nostro Paese e come tale vada pertanto letta ed interpretata.

La nascita dei gruppi locali di FsC

Il progetto nasce nella seconda metà del 2005 da un’intesa fra il gruppo WEBM (facente capo a Salvo Fedele) e la società scientifica pediatrica “Associazione Culturale Pediatri” (ACP) interessata a proporre ai suoi iscritti esperienze di formazione che andassero al di là del tradizionale convegno.

Mentre chi fosse interessato a conoscere più nel dettaglio il progetto, le sue tappe, le sue finalità, può fare riferimento ai siti internet di WEBM.ORG[4], qui di seguito ci si limiterà a spiegare come si svolge il

lavoro nei gruppi, quali le difficoltà incontrate e le soluzioni trovate, le tecnologie utilizzate. A questo proposito è bene che chi legge tenga presente:

- il carattere sperimentale dell’iniziativa, che non può fare riferimento, se non in termini generali, ad altre esperienze simili

- il dinamismo intrinseco proprio di questa modalità formativa che porta a rivedere e modificare continuamente gli strumenti operativi che vengono utilizzati

Come si fa a trasformare il proprio lavoro in un progetto didattico permanente?

Partecipano attualmente al progetto di FsC oltre al gruppo promotore WEBM.ORG di Palermo (composto da circa 10 persone) altri 15 medici sparsi per l’Italia (Piemonte, Veneto, Sardegna, Umbria, Lazio, Abruzzo).

Questi incontri, in parte on line e in parte di presenza in piccolo gruppo, ruotano attorno alla soluzione di casi clinici reali che i partecipanti si trovano ad affrontare durante la loro attività quotidiana.

L’avere riportato al centro della formazione il paziente nella sua unicità rappresenta il primo elemento di (paradossale) differenza rispetto a modelli formativi tradizionali che molto spesso ignorano completamente le esigenze, non solo dei pazienti, ma degli stessi discenti per essere centrati quasi esclusivamente sui docenti.

Il caso clinico viene affrontato e discusso in modo “strutturato” seguendo un percorso che va dalla sua stesura per iscritto (il cosiddetto Report Preliminare), passa attraverso una discussione collettiva on line (wiki del caso) e a voce (presentazione sotto forma di power point) per terminare con una scheda (Report Sintetico) che riassume quanto è emerso non solo in termini di conoscenze acquisite ma anche di percorso didattico effettuato.

L’avere elaborato questo percorso e gli strumenti che ne rendono possibile ogni tappa rappresenta sicuramente il lavoro di maggiore originalità che questo progetto sta generando.

Mancando qui lo spazio per una disamina completa di ogni singolo passaggio ci si limiterà a riassumere alcuni punti essenziali.

Il report preliminare

Il racconto del caso, rigorosamente per iscritto, rappresenta il primo momento essenziale di riflessione su ciò che il caso stesso richiede per essere affrontato e risolto.

Durante la sua stesura vengono enucleati quegli aspetti che il medico deve conoscere (i suoi bisogni formativi) e le domande del paziente, spesso inespresse, alle quali è doveroso rispondere. L’insieme di queste domande, del medico e del paziente (i cosiddetti DENs e PUNs secondo la definizione originale del suo ideatore, il GP Richard Eve[5]) forniscono la traccia per gli approfondimenti necessari e la base

per la discussione collettiva.

Il wiki del caso

La discussione orale viene spesso preceduta da un approfondimento collettivo. Il caso viene pubblicato in un “wiki” che permette di raccogliere le indicazioni e i suggerimenti dei colleghi.

La discussione collettiva

Il caso viene presentato sotto forma di power point che serve da guida per il suo racconto e per mettere in comune gli approfondimenti che si sono resi necessari, le problematiche emerse e gli agganci con aspetti metodologici più generali che sono stati affrontati per poterlo interpretare correttamente.

Questa “seconda” discussione ha anche l’obiettivo di permettere il ripensamento dei casi personali simili e il cui bagaglio di conoscenze acquisito permette spesso di riconsiderare sotto una nuova luce.

Il report sintetico

Il caso concluso diventa una scheda sintetica in cui sono riportati gli elementi salienti ad esso connessi: l’argomento trattato, i PUNs e i DENs, i riferimenti bibliografici, gli aspetti didattici che ha messo in luce. I report Sintetici vengono archiviati e periodicamente aggiornati diventando una banca dati a disposizione del gruppo da riprendere quando se ne presenti la necessità: per ripasso qualora si dovessero affrontare casi simili, come materiale didattico da usare per preparare altri momenti formativi.

Alcuni problemi (e qualche soluzione)

Una modalità formativa così articolata e interattiva implica inevitabilmente una serie di problemi e di competenze da acquisire.

L’interazione a distanza

Le attuali tecnologie informatiche permetto di realizzare quel lavoro di gruppo senza il quale la FsC non potrebbe realizzarsi.

Incontrarsi e discutere on-line, compilare un documento in modo collaborativo, consultare banche dati di letterata secondaria sono attività che non richiedono particolari difficoltà operative, quanto piuttosto disponibilità mentale e…un po’ di soldi.

Il problema dei costi

La piattaforma informatica utilizzata per le attività di e-learning, l’hardware adatto al suo funzionamento, la sua manutenzione, i locali dedicati, l’accesso alle banche dati a pagamento sono una parte dei costi da affrontare perché la FsC possa essere praticata. Si pone quindi il problema di trovare i finanziamenti adeguati.

L’abitudine, purtroppo sempre più radicata in Italia, a trovare soldi “facili” presso l’industria del farmaco, rende difficile il rapporto anche con quelli che dovrebbero essere gli sponsor istituzionali (Aziende sanitarie, Società Scientifiche, enti governativi) finora poco interessati ad investire in esperienze formative nuove e sperimentali. È necessario quindi che questi ultimi sentano la responsabilità di farsi carico, almeno in parte, della crescita culturale della classe medica, così come capita in altri paesi europei.

Gli indicatori

Chiunque si occupi di formazione conosce le difficoltà a reperire indicatori di efficacia sufficientemente validi. Il modello qui presentato non solo fornisce un quantità enorme di indicatori di processo (n. di report scritti, PUNs e DENs affrontati, abilità apprese…) ma essendo così centrata sul paziente permette anche valutazioni di risultato. A tale proposito è stato recentemente implementato un modulo per la raccolta dei cosiddetti “outcome health” (risultati in termini di salute conseguiti grazie alla partecipazione al progetto).

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Riferimenti bibliografici

5Eve, R.

2003 PUNs and DENs. Discovering learning needs in general practise. Abingdon, Oxfordshire: Radcliff Medical Press

1Fedele, S.

2004 La formazione permanente in Italia, il possibile ruolo dell’evidence based medicine (parte I). R&P; 20: 157-166 (free full text all’indirizzo:

http://www.ricercaepratica.it/allegati/00059_2004_04/fulltext/5%20for%203B.pdf)

2Fedele, S.

2004 La formazione permanente in Italia, il possibile ruolo dell’evidence based medicine (parte II: una proposta). R&P; 20: 193-199 (free full text all’indirizzo:

http://www.ricercaepratica.it/allegati/00060_2004_05/fulltext/3for119-2B.pdf)

3Moschetti, I., Liberati, A. et al.

2005 La formazione permanente in Italia, il possibile ruolo dell’evidence based medicine: qualcosa si muove. Clinical Evidence ed ECCE. R&P; 21: 188-198 (free full text all’indirizzo:

http://www.ricercaepratica.it/allegati/00066_2005_05/fulltext/3for_R&P_125.pdf)

4http://www.webm.org; http://www.webm.org/morning_report/home

INDIRIZZO COMPLETO DEL PRIMO AUTORE Cognome e Nome Fiammengo Paolo

Ente di appartenenza Pediatra di Libera Scelta presso - ASL CN 1 Fossano

Luogo e CAP Fossano (CN) - 12045

Via/C.so/P.zza Via Marconi, 35

Tel. 0172/634781

Sperimentazione e Valutazione di un modello

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