• Non ci sono risultati.

La valutazione della tutorship pedagogica e clinica: elaborazione degli strumenti valutat

Federica Ilari e Elena Cantone

Dottore in infermieristica tutor pedagogico, Infermiere tutor pedagogico presso ASL di Biella, Corso di Laurea in Infermieristica, Univ. “Amedeo Avogadro” di Novara

Abstract

Nei Corsi di Laurea in Infermieristica il sistema tutoriale, pedagogico e clinico, rappresenta il fulcro formativo professionalizzante dell’intero triennio, è l’aspetto fondamentale della formazione dell’infermiere e rispetta, per riferimenti concettuali e metodi, la centralità dello studente.

Nell’esperienza della nostra realtà, Corso di Laurea sede di Biella, il Coordinatore e i tutor pedagogici vogliono, attraverso un progetto di formulazione di idonei strumenti, raccogliere la valutazione diretta del fruitore dell’operato tutoriale pedagogico e clinico: lo studente.

Introduzione

Il primo riferimento legislativo che in ambito universitario richiama la figura del tutore è il DPR n. 382 del 1980, che recita: “Le attività didattiche comprendono sia lo svolgimento dell’insegnamento nelle varie forme previste, sia lo svolgimento, nell’ambito di appositi servizi predisposti dalle Facoltà, di compiti di orientamento per gli studenti, con particolare riferimento alla predisposizione dei piani di studio, ai fini anche delle opportune modifiche ed integrazioni sulla base dei risultati conseguiti dagli studenti stessi e delle loro meglio individuate e sopravvenute esigenze”.1

Viene, quindi, introdotto un ruolo con specifiche di orientamento indirizzato allo studente, ma per giungere ad indicazioni legislative più precise, delineanti il ruolo del tutorato, bisogna attendere altri dieci anni con la L.n. 341 del 1990 che recita: “Ciascuna Università provvede ad istituire con Regolamento il tutorato, sotto la responsabilità dei consigli delle strutture didattiche. Il tutorato è finalizzato ad orientare ed assistere gli studenti lungo tutto il corso degli studi, a renderli attivamente partecipi del processo formativo, a rimuovere gli ostacoli ad una proficua frequenza dei corsi, anche attraverso iniziative rapportate alle necessità, alle attitudini ed alle esigenze dei singoli. I servizi di tutorato collaborano con gli organismi di sostegno al diritto allo studio e con le rappresentanze degli studenti, concorrendo alle complessive esigenze di formazione culturale degli studenti e alla loro compiuta partecipazione alle attività universitarie.”2

Ne emerge una figura tutoriale che all’interno del Corso di Laurea, esplica le proprie competenze formative guardando allo studente come ad un attore partecipe ed attivo.

Il ruolo del tutor, così come riportato dalla normativa vigente e dal Regolamento Universitario, assume una diversa connotazione rispetto al contesto formativo in cui mette in opera il percorso professionalizzante rivolto allo studente, sdoppiandosi in due figure distinte tra loro ma strettamente connesse: il tutor pedagogico che opera in ambito di sede universitaria e il tutor clinico che opera in ambito clinico assistenziale.

Considerando le due figure tutoriali, principali componenti del sistema formativo universitario infermieristico, si vuole chiedere allo studente, che è il soggetto attorno al quale viene imbastito il percorso professionalizzante, quali siano i contributi fondamentali che riceve dai tutor, le ricadute formative in ambito di percorso universitario e clinico che percepisce e come vive nello specifico le due figure. Per rilevare, e successivamente analizzare i dati, viene scelta come metodologia lo studio descrittivo osservazionale attraverso somministrazione di due questionari, distinti per figura tutoriale, derivanti dalla ricerca in letteratura e modificati per essere adattati alla realtà presa in esame.

1 DPR 11 luglio 1980, n. 382 “Riordinamento della docenza universitaria, relativa fascia di formazione nonché sperimentazione

organizzativa e didattica”, art. 10 comma 4.

La valutazione del tutor pedagogico

Per valutare un professionista attraverso la ricaduta del suo operato è necessario evidenziarne il ruolo, le specifiche competenze e responsabilità.

Il tutor pedagogico è il professionista con lo stesso profilo del Corso di Laurea in cui opera, quindi, un infermiere che svolge attività di docente e facilitatore all’interno dell’Università.

Ha la responsabilità di sostenere emotivamente e metodologicamente il singolo studente nel percorso di sviluppo personale e professionale stimolandolo ad identificare una propria direzione di crescita. [3]

Strutturare il percorso didattico nella specificità di un contesto andragogico, cioè di formazione degli adulti e secondo uno stile di counseling, significa, per il tutor pedagogico, possedere conoscenze didattiche molto specifiche, entrare in empatia con lo studente, legittimandone le emozioni e comprendendone i vissuti, esplicitare il contratto educativo e gli obiettivi di apprendimento, allo scopo di rendere lo studente stesso il protagonista del proprio percorso formativo.

Il counseling pedagogico introduce il concetto di relazione d’aiuto in ambito formativo, in cui il tutor esprime competenze pedagogiche e relazionali di presa in carico e di accompagnamento, all’interno dei processi di educazione dello studente, al fine di aiutarlo nei metodi di adattamento alle diverse fasi dell’apprendimento sia teorico che clinico.

Per organizzare un percorso educativo, scientificamente strutturato e fondato, il tutor pedagogico è tenuto ad acquisire un “saper fare”, quindi conoscere ed agire abilità comunicativo-relazionali, ma anche un “saper essere”, cioè deve raggiungere la piena consapevolezza che all’interno del rapporto con lo studente entrano in gioco i propri vissuti e valori che, se non riconosciuti e resi coscienti, rischiano di inquinare, falsare ed irrigidire il rapporto tutor-studente. [4]

Gli strumenti utilizzati dal tutor pedagogico per gestire il percorso formativo universitario e clinico dello studente sono il colloquio individuale e di gruppo, i gruppi di riflessione, l’analisi delle pratiche, il case study, i giochi di ruolo e la relazione d’aiuto.

La valutazione del tutor clinico

La valutazione del tutor clinico dovrà prendere in esame il contesto in cui il tutorato si esplica, il ruolo e le competenze che, per specificità, si differenziano da quelle del tutor pedagogico.

Il tirocinio costituisce l’occasione fondamentale di apprendimento clinico per lo studente, rappresenta il luogo in cui acquisire e consolidare le competenze professionali. Le esperienze cliniche hanno una durata media di tre o quattro settimane, otto ore per cinque giorni alla settimana, un così breve tempo comporta un aumento delle richieste nei confronti degli studenti, che sono chiamati a sfruttare al meglio le opportunità di apprendimento offerte dalla sede di tirocinio. [5]

Il tutor clinico è un’infermiere che svolge attività di tutorato durante il suo lavoro all’interno dell’unità operativa di appartenenza. Ha la responsabilità di stimolare lo studente alla riflessività, alla decisionalità, alla responsabilità operativa e alla verifica dei risultati.

La necessità del tutore clinico di possedere solide competenze cliniche è fondamentale, in quanto è determinante che lo studente apprenda da un esperto.

Le capacità cliniche che distinguono il tutor sono la competenza nella gestione di casi secondo modelli assistenziali esplicitamente definiti e l’attenzione costante alle evidenze scientifiche in campo infermieristico.

Il tutor clinico deve garantire la trasmissione del proprio bagaglio di conoscenze e di esperienza agli studenti, quindi, deve saper rendere esplicito il ragionamento clinico, saper fondare le decisioni assistenziali, rendere chiari i principi che guidano la realizzazione degli interventi infermieristici e dare risposte eticamente significative a problemi che emergono durante il lavoro con il malato. [6]

Progetto di valutazione del tutorato pedagogico e clinico

Nell’esperienza biellese, da anni si sta attuando un articolato progetto di formazione tutorale clinica e la collaborazione tra tutor pedagogici e tutor clinici viene attuata attraverso contatti in sede di Corso di Laurea e di setting clinico di tirocinio, con la finalità di integrare il percorso teorico e quello pratico e di raggiungere l’acquisizione delle competenze attese, da progetti formativi e piano di studi, da parte degli studenti, alla fine del triennio.

I dati che ci danno la percezione del raggiungimento dei risultati formativi attesi, della qualità dei metodi tutorali adottati emergono, solamente, dal mero confronto tra tutori e dagli esiti che gli studenti ottengono agli esami di Stato.

Il coordinatore del Corso di Laurea di Biella e noi tutor pedagogici stiamo elaborando un sistema di raccolta di dati che tenga conto, come tutto il percorso formativo, della centralità dello studente. Si vogliono raccogliere dati significativi e di immediata ricaduta del complesso lavoro di tutorato direttamente dal fruitore principale, quindi, dallo stesso studente.

139

L’obiettivo principale del progetto risiede nel verificare e valutare, attraverso la percezione degli studenti, il ruolo tutorale e i metodi formativi adottati.

Il metodo utilizzato risiederà in un’accurata e metodica revisione della letteratura che prenderà in esame tutte le esperienze, soprattutto estere, di valutazione del tutorato, giungendo a selezionare degli strumenti di valutazione atti a tale scopo.

Gli strumenti di valutazione, che dovranno essere compilati dagli studenti, saranno due, un questionario indirizzato al tutorato pedagogico e uno a quello clinico. Tali questionari saranno frutto di strumenti ampiamente sperimentati in campo formativo infermieristico, validati e successivamente, da noi, adattati alla realtà biellese.

Dall’interpretazione dei dati emersi si apriranno nuovi spazi di arricchimento intellettuale della figura dell’infermiere che si occupa di formazione universitaria, si potranno evidenziare punti di forza e punti di debolezza della nostra realtà locale, dando, quindi, ampio spazio a modifiche sia a livello formativo universitario che clinico.

Riferimenti bibliografici

4Artioli, G. e Bigi, V.

2004 Il counseling pedagogico nella formazione infermieristica. Nursing Oggi Gennaio-Marzo, 1:24- 31

6De Marinis, M.G., Tartaglini, D., Matarese, M., Piredda, M. e Binetti, P.

1999 Modelli per la formazione clinica nel diploma universitario per infermiere. Nursing Oggi Aprile- Maggio, 2:41-7

3Eulogio, C., De Ruvo, A., Ilari, F. e Zorzi, N.

2006 Sperimentazione didattica di un sistema tutoriale nei Corsi di Laurea in Infermieristica. Nursing Oggi Luglio-Settembre, 3:24-31

5Mantovan, F.

2005 Tutor e infermiere referente di tirocinio: una progettazione personalizzata per ridurre lo stress percepito dagli studenti. Nursing Oggi Ottobre-Dicembre, 4:30-4

INDIRIZZO COMPLETO DEL PRIMO AUTORE Cognome e Nome Ilari Federica

Ente di appartenenza ASL BI

Luogo e CAP Biella - 13900

Via/C.so/P.zza Via Caraccio, 5

Tel. 015/8409333

E – Mail ilari71@libero.it o

Il Gruppo di Lavoro per la progettazione e la

Outline

Documenti correlati