• Non ci sono risultati.

La Formazione sul Campo nel dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di Parma –una riflessione–

S. Avezzù, M. Carone, C. Oriani, P. Pico, E. Ubaldi, S. Vattini

Dipartimento di Sanità Pubblica – Azienda USL di Parma

Abstract

Nel Dipartimento si è implementata nel 2007 la Formazione sul campo privilegiando quel percorso denominato: “Gruppo di Miglioramento”. La FSC si è sostanziata in gruppi di lavoro con riunioni programmate e definite nel loro svolgersi (tempistica e contenuti) intorno alla risoluzione di un problema specifico. L'occasione di lavorare con colleghi operanti presso altri servizi e/o distretti ha permesso l'elaborazione di linguaggi comuni, di percorsi di miglioramento culturale importanti ai fini di un’integrazione vera delle attività e delle funzioni dei professionisti impegnati.

Nel Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL di Parma, nell’anno 2007, fra le varie attività formative proposte ed effettuate, oltre che con i sistemi tradizionali dell’aula, si è cercato di implementare anche la Formazione sul campo che nella Regione Emilia Romagna[1] è accreditata nel programma di ECM e

dà diritto all’acquisizione dei crediti formativi per le figure sanitarie.

Questa metodologia favorisce l’approccio globale alla qualità dei servizi, consolida uno stile di lavoro nell’ottica del miglioramento continuo e favorisce l’integrazione tra ruoli professionali diversi.

Nel Dipartimento si è privilegiato quel percorso formativo denominato: “Gruppo di Miglioramento”. Questa tipologia permette una migliore programmazione di qualità all’interno dell’azienda, favorisce l’esame delle esigenze del cliente finale, l’individuazione delle aree problematiche, l’analisi di queste, la programmazione di un progetto di miglioramento e la sua attuazione. Infatti, analizzare i problemi clinici, organizzativi e comunicativi in alcuni momenti del lavoro permette di identificare strategie d’intervento finalizzate a migliorare le prestazioni degli operatori per offrire un migliore servizio al cittadino.

Nella nostra esperienza la formazione sul campo si è sostanziata dunque in gruppi di miglioramento con riunioni programmate e definite nel loro svolgersi (tempistica e contenuti) intorno alla risoluzione di un problema specifico, di interpretazione di nuove normative, nella costruzione di processi per la definizione di un prodotto sanitario, ecc.

In questi gruppi erano presenti operatori provenienti dai territori dei Distretti e dalla sede del Dipartimento per un numero variabile di professionisti tra 6 e 12 per gruppo. Essi sono stati affiancati da uno o più tutor definiti anche facilitatori e da un valutatore che alla fine dell’esperienza esamina e valuta il materiale prodotto. Questa figura si è identificata con il Responsabile di Servizio o dell’Unità Operativa e consentirà la validazione dipartimentale prima ed Aziendale poi di quanto prodotto dal gruppo stesso. Tra un incontro e l’altro, i partecipanti hanno dedicato, in sede locale, del tempo definito per l’analisi individuale o per il lavoro di costruzione del materiale didattico deciso nelle riunioni, utilizzando anche le ICT e, in particolare le e-mail, per condividere con gli altri partecipanti il lavoro in via di elaborazione e lo scambio di eventuale letteratura ed esercitazioni da svolgere in forma individuale o di gruppo.

Al termine delle varie esperienze la Responsabile dell’Ufficio Formazione Dipartimentale ha proposto un pomeriggio di riflessione con i tutor/facilitatori che avevano seguito i gruppi per riflettere con loro su quanto fatto e su come era stata vissuta l’esperienza formativa[2].

Le riflessioni che sono scaturite dal gruppo sono state le seguenti:

- Tutti coloro che hanno svolto funzioni di tutor o di facilitatore nei percorsi di formazione sul campo (gruppi di miglioramento) hanno ritenuto la loro esperienza molto positiva a livello personale; si sono sentiti impegnati, a volte anche in percorsi faticosi (sia dal punto di vista emotivo che sul piano professionale) ma sicuramente arricchenti e gratificanti sia per gli stimoli di crescita di tipo professionale che per la condivisione con i colleghi degli aspetti squisitamente operativi[3] inerenti

alla costruzione degli esiti documentali (procedure, modulistiche, ecc.);

- L'occasione di lavorare con colleghi operanti presso altri servizi e/o distretti ha permesso l'elaborazione di linguaggi comuni, di percorsi di miglioramento culturale molto importanti ai fini di un’integrazione vera delle attività e delle funzioni tra gli operatori dei Servizi del Dipartimento;

- Durante i lavori di gruppo, il clima é stato sempre improntato al rispetto reciproco, anche alla presenza di posizioni culturali talvolta molto distanti tra loro, consentendo l'approfondimento della conoscenza reciproca e la possibilità di allestire prodotti nuovi ma condivisi da tutti.

In particolare, i punti di forza della formazione sul campo e dei gruppi di miglioramento sono stati i seguenti:

- possibilità di apprendere ed interiorizzare i contenuti messi in comune da tutti i partecipanti all’esperienza con crescita e sviluppo di conoscenze e competenze da parte di ciascuno;

- le persone coinvolte si sono messe in gioco perché non si sono sentite giudicate, ma valorizzate nel loro impegno e nel loro apporto professionale;

- occorrerebbe condividere queste modalità di lavoro anche con i colleghi dell’Area Vasta proprio per socializzare meglio e più ampiamente l'esperienza;

- é stata sottolineata la valenza strategica della formazione all’interno del Dipartimento quale mezzo preferenziale per l'integrazione di linguaggi, percorsi, metodologie mirati ad offrire servizi e competenze nei confronti del cittadino quale cliente/utente dell'Azienda;

- la produzione di esiti documentali (procedure e quant’altro) permette di erogare una risposta puntuale alla committenza (il servizio richiedente) e di migliorare complessivamente, al contempo, la qualità della prestazione e delle relazioni.

I punti critici evidenziati, invece, sono stati:

- i tempi. Questa metodologia di formazione, proprio perché cruciale, necessita di tempi adeguati per il proprio svolgimento; in ogni caso, non può essere considerata alla stregua di un momento “residuale” tra “un lavoro e l’altro” bensì un'attività istituzionale, a tutti gli effetti, di valenza prioritaria se rapportata allo sviluppo di una “mission dipartimentale” da parte dell'organizzazione; - non solo ECM. Alcuni operatori hanno rinunciato ai gruppi perché non interessati ai crediti ECM:

l’accreditamento ECM ha rappresentato, in realtà, l’opportunità di offrire ai partecipanti uno strumento in più, ma l’obiettivo vero si è raggiunto con le linee di azione sopra enunciate;

- L’attività di tutoring ha trovato piena applicazione all'interno dei gruppi esprimendosi in un paziente lavoro di aggregazione e coinvolgimento dei partecipanti, soprattutto nei confronti di quelli un po’ “recalcitranti” o inizialmente “scettici”, puntualmente premiata, però, dai ringraziamenti finali di alcuni operatori.

Proprio sulla scorta delle premesse sopra descritte, le proposte scaturite dal gruppo si possono riassumere nei seguenti obiettivi:

- la formazione sul campo, con particolare riferimento ai gruppi di miglioramento, deve proseguire anche nei prossimi anni;

- questa tipologia formativa dovrà riguardare due principali direttrici: a) la formazione di tipo relazionale

b) la formazione tecnico – procedurale da condividere, mentre gli aggiornamenti professionali dovranno essere svolti con la tradizionale formazione in aula;

- i Dirigenti inseriranno l'attività di formazione all'interno delle competenze istituzionali ed ordinarie, articolata nell'ambito dei piani di lavoro individuali con tempi definiti, necessari all'elaborazione di prodotti importanti per il cittadino;

- è necessario implementare una valida attività di monitoraggio, in corso d’opera, finalizzata a valutare le potenzialità di sviluppo degli obiettivi iniziali e le eventuali modifiche da apportare al percorso formativo globale per conseguire gli esiti prefissati;

- la figura del tutor è fondamentale in quanto esperto del contesto, delle persone e delle problematiche concernenti l'ambiente di riferimento, nel coordinare l’intervento, nel dialogo con i partecipanti, nel promuovere il cambiamento dei processi formativi. Il tutor, infatti, assolve le seguenti funzioni:

a) PEDAGOGICA in quanto istruttore, facilitatore, moderatore - animatore;

b) SOCIALE in quanto garante di un clima positivo ispirato alla fiducia reciproca, mediatore e facilitatore nelle relazioni interpersonali e nella soluzione dei conflitti;

c) MANAGERIALE dal momento che pianifica le procedure, cura la scansione dei tempi e l'elaborazione dei rapporti di attività.

Il tutor del gruppo, inoltre, coordina e sintetizza, alla fine di ogni incontro, le criticità emerse e le soluzioni proposte per poi restituirle al gruppo nell’incontro successivo; predispone, infine, la documentazione conclusiva delle attività e risponde alla committenza del lavoro eseguito.

91

Alla luce delle riflessioni di cui sopra, si può ritenere che la formazione sul campo sia una delle metodologie formativi più utili per favorire l’apprendimento dei professionisti in quanto:

- favorisce la socializzazione delle persone che pur lavorando nello stesso ambito molte volte non si conoscono;

- favorisce un clima adatto all’apprendimento (collaborazione fra pari, stesso obiettivo, contesto non giudicante in cui ognuno è valorizzato per le proprie conoscenze e competenze)

- utilizza percorsi esperienziali per la costruzione di un risultato nuovo, ma condiviso, cui tutti gli attori impegnati attribuiscono, lo stesso senso e lo stesso significato, alla presenza del tutor permette la funzione di coordinamento ed è garanzia del risultato nei confronti della committenza (servizio)

Riferimenti bibliografici

1Regione Emilia Romagna

2003 L’accreditamento delle attività di formazione sul campo nei programmi di educazione continua in medicina, Marzo 2003 sul sito: http://ecm.regione.emilia-romagna.it/

2Azienda USL di Parma

2007 Le attività di formazione del Dipartimento di Sanità Pubblica anno 2007, a cura dell’Ufficio Formazione Dipartimentale – Documento interno –

3Knowles, M.

1997 Quando l’adulto impara. Pedagogia ed Andragogia, Milano, Franco Angeli

INDIRIZZO COMPLETO DEL PRIMO AUTORE Cognome e Nome Avezzù Serena

Ente di appartenenza Azienda USL di Parma – Dipartimento di Sanità Pubblica –

Luogo e CAP Parma - 43100

Via/C.so/P.zza Via Vasari, 13

Tel. 0521/396204 Fax 0521/396413

La sicurezza nella scuola: costruzione di criteri

Outline

Documenti correlati