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Progetto sviluppo conoscenze e competenze Infermieri Nefrologia e Dialis

L. Bardone, S. Selinunte, L. Pezza, C. Bonfatti, M. Grosso

Coordinatore infermieristico Nefrologia e Dialisi ASL 12 Biella; Infermiera Nefrologia e Dialisi ASL 12 Biella; Coordinatore infermieristico Vice Presidente Collegio IPASVI Biella

Abstract

In Nefrologia e Dialisi dal 1999 i coordinatori propongono di sviluppare le competenze, attraverso la metodologia dei gruppi di lavoro. Gruppi composti da infermieri che trattano argomenti che sono di particolare interesse per l’attività svolta e che sono bisognosi di approfondimento. Questo contributo propone una metodologia operativa su come individuare, prospettare condividere con il gruppo di lavoro il miglioramento delle pratiche assistenziali e eventualmente utilizzare lo stesso metodo per produrre “formazione sul campo”.

Generalmente il percorso di sviluppo delle professioni passa attraverso la formazione continua, l’esperienza, la ricerca. Per la professione infermieristica lo sviluppo delle competenze è ben descritto negli articoli:

- 1 punto 4 del D.M. 739/94 profilo professionale dell’infermiere:“l’infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca”

- nel codice deontologico del 1999 norme generali al punto 3.1:“l’infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca, al fine di migliorare la sua competenza. L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiornate, così da garantire alla persona le cure e l’assistenza più efficaci. L’infermiere partecipa alla formazione professionale, promuove ed attiva la ricerca, cura la diffusione dei risultati, al fine di migliorare l’assistenza infermieristica”.

- nel, rapporti professionali con i colleghi e altri operatori al punto 5.1:“l’infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori, di cui riconosce e rispetta lo specifico apporto all’interno dell’équipe. Nell’ambito delle proprie conoscenze, esperienze e ruolo professionale contribuisce allo sviluppo delle competenze assistenziali.”

Note Organizzative

Gli argomenti trattati devono essere considerati concreti e di interesse per l’attività svolta nella struttura ad esempio:

- Accoglienza al paziente

- Rilevazione ed analisi dell’evento avverso - Gestione delle lesioni e relative medicazioni - Revisione di procedure

- Gestione del dolore

- Inserimento nuovo operatore, tutor studenti

Metodologia

Lavori di gruppo

- Attribuire percorsi di studio dell’argomento scelto, al massimo a 2-3 componenti della propria équipe. Uno dei componenti deve essere referente del gruppo.

È consigliabile utilizzare come referenti gli operatori che hanno frequentato corsi specifici ed avanzati sui temi di studio, (lesioni, tutor, metodologia della ricerca ) e sono diventati esperti. - Programmare i tempi di continuità dello studio (scadenze ben definite)

- Mantenere documentato il percorso metodologico

- Organizzare almeno una riunione al mese con il coordinatore per fare il punto sulla progressione del mandato del gruppo

99 - Ricercare le migliori evidenze

- Condividere con i medici alcune criticità assistenziali - Presentare i risultati

- Condividere periodicamente con tutto il gruppo professionale ed i clinici i risultati raggiunti - Sarà cura del coordinatore mantenere collegamenti con tutti i referenti dei gruppi di lavoro - Mantenere aggiornate e valutate le applicazioni scelte

Risorse

- Il direttore e coordinatore di struttura hanno ruolo di coordinamento e di supervisione dei gruppi - Personale della struttura (medici, infermieri, OSS, ecc.)

- Locali per riunioni e studio - Letteratura accreditata

- Linee guida già presenti in struttura e azienda - Internet e intranet

- Personal computer Stakeholder

Nello svolgimento di questo processo di sviluppo e continuo miglioramento delle attività è necessario utilizzare tutte quelle risorse che l’organizzazione ha al suo interno ed in particolare:

- gli esperti clinici e/o ricercatori - il servizio infermieristico - l’ufficio qualità

- l’ufficio relazioni con il pubblico Tempi di realizzazione del progetto

A seconda degli argomenti scelti il tempo può andare da tre mesi ad un anno, non è consigliabile prolungare i tempi a dismisura perché si snatura l’obiettivo del progetto. Altresì lo sviluppo della qualità non ha limiti di tempo.

Esperienza

Nel prospetto sono riportati i dati di come un gruppo ha operato su un argomento studiato descrivendo: obiettivi, numero di infermieri coinvolti, tappe, tempi e risultati ottenuti.

Gruppo Revisione procedure e protocolli Infermieri = 4

Obiettivo Revisione procedura

“gestione e medicazione CVC temporanei e permanenti per dialisi”

Periodo di studio Mesi tre Febbraio - Aprile

Modalità di

studio Tappe Tempo Infermieri Responsabili/tutor

Riunione Insediamento gruppo e definizione compiti 2 ore 4 Direttore di struttura Coordinatore infermieristico Lavoro di gruppo

Ricerca letteratura internazionale, linee guida,

evidenze 10 ore 4

Direttore di struttura Coordinatore infermieristico Lavoro di gruppo Analisi dei dati raccolti dalla letteratura 10 ore 4 Direttore di struttura Coordinatore

infermieristico Lavoro di gruppo

Strutturare stesura/revisione procedura derivante

dall’analisi dei dati

3 ore 4 Direttore di struttura Coordinatore infermieristico Riunione

Confronto con medici di struttura per condivisione

procedura 3 ore 4

Direttore di struttura Coordinatore infermieristico Riunione plenaria comunicare/condividere la nuova procedura con tutti

gli operatori della struttura

2 ore 4 Direttore di struttura Coordinatore infermieristico Riunione di

valutazione

Dopo un mese, verifica che la procedura sia applicata

da tutti gli operatori

2 ore 4 Direttore di struttura Coordinatore infermieristico

Risultati

Revisione, stesura e applicazione procedura “gestione e medicazione CVC temporanei e permanenti per dialisi”. Tutte le fasi sono documentate da:

registrazione degli incontri/riunioni presenza del materiale di studio stesura della procedura

Discussione e Conclusioni

Questa metodologia utilizzata per lo sviluppo delle competenze in nefrologia e dialisi ha messo in evidenza punti di forza e criticità che di seguito vengono descritti sinteticamente:

Punti di forza

Gli argomenti sono considerati concreti e di interesse per l’attività svolta, perché toccano temi della pratica quotidiana e si sente l’esigenza di un comportamento comune per dare risposte adeguate alle richieste o ai bisogni dei pazienti.

L’approfondimento del tema si è concretizzato con l’applicazione di procedure e la composizione di guide di utilizzo. Le linee guida e le procedure indirizzano l’operatore nella pratica pur lasciando lo spazio per un approccio individuale dell’assistenza.

Si ricercano ed applicano le migliori evidenze e buone pratiche. Questo metodo non solo permette garanzie di assistenza validata da evidenze e buone pratiche perciò offre maggiore sicurezza ai pazienti, inoltre rende più facile verificare le tappe nella valutazione degli esiti dell’assistenza praticata. Si applicano check list nelle normali attività. Questo approccio organizzativo permette la verifica costante di molti atti assistenziali, ma è anche utile nell’approvvigionamento del materiale, dei farmaci, nel controllo delle scadenze e del corretto uso e manutenzione della strumentazione.

Si raccolgono, conservano e si diffondono a tutti gli infermieri i materiali di studio e approfondimento, permettendo ad ogni operatore di utilizzare i materiali nei tempi e nelle modalità che ognuno ritiene più opportune, durante il lavoro, le pause a casa. Poiché la documentazione diventa presto obsoleta, è con il costante approfondimento che si alimenta lo studio continuo, in questo modo si acquisiscono materiali di studio aggiornati.

Alcuni infermieri hanno frequentato corsi specifici ed avanzati sui temi di studio, lesioni, tutor, metodologia della ricerca e sono diventati esperti. Le conoscenze, le esperienze e abilità acquisite da infermieri sono risorse che tutto il gruppo utilizza diventando gli esperti facilitatori di apprendimento del gruppo.

Si condividono con i medici alcune criticità assistenziali. Si discute in piccole riunioni tra medici e infermieri per condividere i problemi e trovare soluzioni adeguate.

È incentivato l’uso del computer per la raccolta e l’analisi dei dati. Inserire dati nella rete informatica di struttura permette un approccio al computer anche a chi ha poca dimestichezza con il mezzo.Nella nostra esperienza questo ha motivato alcuni infermieri ad imparare l’uso del PC, facilitato anche dall’aiuto di colleghi molto esperti in informatica. Alcuni materiali sono disponibili nella rete informatica della struttura pertanto sono utilizzabili da tutti

Criticità

Difficoltà nel fare riunioni per discutere metodologie di lavoro e distribuzione dei compiti. È difficile far coincidere le esigenze di studio con le esigenze personali, questo è spiegato in parte dalla numerosa presenza nel gruppo di giovani donne con figli piccoli, inoltre la complessità dei trattamenti, la critica condizione di alcuni pazienti e lo svolgere la dialisi anche in altri reparti (rianimazione e cardiologia) spesso non permette di mantenere gli appuntamenti presi per le riunioni.

Alcuni componenti si aggregano a un gruppo senza avere un vero stimolo allo studio e progressione del lavoro, ma solo per esserci. Non partecipare a nessun gruppo di lavoro alcune volte viene vissuto come un’esclusione dall’intero gruppo professionale.

Solo alcuni componenti hanno interesse verso lo sviluppo del tema da approfondire, pertanto lavorano da soli, perché seguono un loro percorso, incentivato magari da maggiore disponibilità di tempo pertanto poco condivisibile con altri.

Difficile trovare momenti di studio, confronto e riflessione durante il lavoro sia per motivi organizzativi ( una persona per camera che non può lasciare la postazione) sia nella difficoltà di far coincidere nei turni le persone appartenenti lo stesso gruppo di studio. Inoltre non sempre è possibile utilizzare lo straordinario per le riunioni sia per motivi organizzativi che personali.

La documentazione di approfondimento viene messa a disposizione quasi solo dal coordinatore che ha più possibilità (per ragioni di tempo e di mobilità) di accedere a internet e alle banche dati.

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Difficile condividere con i medici alcune problematiche assistenziali. Talvolta i medici non considerano problemi clinici aspetti dell’assistenza che invece coinvolgono fortemente gli infermieri perché costantemente vicino ai pazienti ad esempio, intolleranza ai tempi della dialisi, gestione dei pazienti confusi, ecc.

Considerati i punti di forza e le criticità, si può ritenere che questa esperienza abbia avuto un buon esito sullo sviluppo delle conoscenze e competenze dell’intero gruppo di infermieri, ed in particolare su alcuni.

Come evidenziato nella premessa la professione infermieristica ha il dovere di sviluppare le proprie conoscenze e competenze, pertanto si può supporre che questo metodo se ben utilizzato e reso dinamico, possa dare buoni risultati alla qualità delle prestazioni rese ai pazienti e alla soddisfazione professionale degli infermieri. Altresì, questo metodo se opportunamente codificato e formalizzato potrebbe definirsi “formazione sul campo”

Riferimenti bibliografici

Comitato Centrale Federazione Ipasvi 2004 La storia nascosta

D.M. 739/94

1995 Profilo professionale dell’infermiere Federazione IPASVI

1999 Codice deontologico, Roma Forti, D. e Masella, F.

2004 Lavorare per progetti, Raffaello Cortina editore Guilbert, J. J.

2002 Guida Pedagogica per il personale sanitario, Quarta edizione OMS, pubblicazione offset n. 35 Moiset, C., Vanzetta, M. e Vallicella F.

2003 Misurare l’assistenza, un modello di sistema informativo della performance infermieristica, McGraw-Hill

Quaglino, G. P., Casagrande, S. e Castellano, A.

1993 Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo, Raffaello Cortina Editore Rotondi, P. e Saggin, A.

2003 Persona e organizzazione, McGraw-Hill

INDIRIZZO COMPLETO DEL PRIMO AUTORE Cognome e Nome Bardone Lorenzo

Ente di appartenenza Coordinatore infermieristico Nefrologia e Dialisi ASL Biella

Luogo e CAP Lessona (BI) - 13853

Via/C.so/P.zza Via Valle Dell'Acqua Edis, 16

Tel. 015/981431

Web Lectura - Formazione sul Campo on line:

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