DIMENSIONI NUMERO DI OPERATORI N E NT
3 IL TURISMO, TRA RISCHI E OPPORTUNITÀ
3.2 I segni del turismo
3.2.2 Impatti sociali ed economic
La comparsa del turismo – non necessariamente di massa – produce effetti importanti anche a livello sociale ed economico.
I PVS sono generalmente più esposti a conseguenze negative, perché spesso più fragili: come già rilevava un rapporto dell‟UNESCO del ‟75, il turismo in questi Paesi costituisce un fattore di disgregazione sociale e produce processi di omologazione culturale, che hanno ripercussioni negative anche sul piano della stabilità politica, sia pure più indirettamente.384
L‟arrivo in massa di orde di turisti occidentali porta e propone un modello di vita diverso, quello occidentale, ed insiste sull‟omologazione. La semplificazione delle realtà sociali e culturali e la loro riduzione a un modello unico è uno degli aspetti più inquietanti, discussi e combattuti della globalizzazione e il turismo ne è un deciso vettore.
I comportamenti dei turisti sono spesso estranei e addirittura contrari all‟etica della comunità ospitante. L‟abbigliamento, il consumo di alcool e droghe e le abitudini sessuali385 sono aspetti tra i più controversi che normalmente incontrano la disapprovazione dei locali
384 POLLICE 2002.
anche perché si pone, soprattutto tra i giovani, il problema dell‟emulazione – che può creare profonde fratture sociali.
«Gli impatti culturali sembrano meno distruttibili quando le popolazioni di accoglienza hanno uno stile di vita paragonabile e vicino a quello dei turisti. Malgrado una forte e ininterrotta frequentazione turistica, l‟identità dei parigini, dei newyorchesi o dei romani non sembra esser messa in discussione. Il conflitto può scaturire da una eccessiva differenza delle pratiche socioculturali e religiose come nel caso di turisti occidentali e società insulari tradizionali. Qualunque sia il livello di attenzione posto al tema dell‟identità la perdita del controllo del territorio da parte della popolazione di accoglienza può generare un conflitto maggiore con uno sviluppo turistico di origine esogena»386.
Il turista occidentale diventa simbolo della società dalla quale arriva, di un mondo più ricco, dello sviluppo e del progresso: fondamentalmente un modello di successo. La volontà di raggiungere lo stesso livello di ricchezza può spingere parte della popolazione locale ad emulare atteggiamenti e stili di vita dei turisti; per diventare come loro, ci si comporta come loro: è il cosiddetto demonstration effect, ovvero un cambiamento nei comportamenti dei residenti indotto dall‟osservazione dei turisti387
.
Una importante conseguenza – rilevante anche sotto il profilo economico – è l‟abbandono delle attività lavorative tradizionali. Il turismo è modernità, la tradizione è invece simbolo di povertà e sottosviluppo. Si finisce per rincorrere i turisti e la loro valuta forte e in questo modo gli schemi di riferimento economico mutano. Ai nuovi lavori si associano nuovi valori; i figli non riprendono le attività dei padri e questo può portare a incisive spaccature all‟interno delle famiglie.
Spesso allo sviluppo turistico e al divario economico che divide turisti e locali vengono imputati la comparsa e la diffusione nel Sud del mondo di alcune piaghe sociali come la micro-criminalità e la prostituzione.
Ammesso e non concesso che la povertà estrema contrapposta ad una ricchezza – agli occhi dei locali – ostentata possa incoraggiare i furti, in diversi Paesi si è comunque registrato un aumento di questo genere di eventi contemporaneamente alla crescita del turismo: una dinamica del genere, per esempio, è stata registrata anche a Zanzibar. Allo stesso modo, la prostituzione può apparire a tanti una via facile verso il benessere economico e i soldi facili dei turisti occidentali. Oltre alla classica prostituzione femminile, in diverse località in giro per il mondo cresce anche la prostituzione maschile rivolta a facoltose (per gli standard locali) donne occidentali.
Parlando di sesso e turismo, è necessario però distinguere vari aspetti: chi lo fa, dove lo si fa, con chi lo si fa – facili generalizzazioni rischiano di livellare fenomeni diversi.
La ricerca di un‟avventura sessuale non è un reato se avviene tra persone adulte e consenzienti. Dei problemi possono sorgere quando alla prestazione sessuale è corrisposto del denaro e non solo «perché dietro la prostituzione sta sempre un ricatto economico»388. Il
386
BALFET, LOZATO-GIOTART 2009, p. 385.
387 HARRISON (1992), ripreso da MANGANO 2001. 388 CANESTRINI 2003, p.111.
turismo sessuale che poggia sulla prostituzione è spesso accompagnato dalla diffusione del virus dell‟HIV; il legame tra prostituzione e AIDS è evidente ed estremamente pericoloso.
Fenomeno in crescita, allarmante e vergognoso è poi il turismo sessuale che coinvolge minorenni. Il turismo pedofilo è ancora più deplorevole perché avviene spesso in Paesi dove l‟infanzia è negata dalla miseria. Sarebbero diversi milioni i bambini coinvolti in questo genere di traffico: 600 mila in Cina, 500 mila in Brasile, 300 mila in Tailandia, 50 mila in Russia389; la diffusione del fenomeno è vasta: Sud Est Asiatico, Europa Orientale, diversi Paesi africani390.
Dal 2000 in Italia una legge persegue, al rientro in patria, chi all‟estero commette reati di pedofilia e diversi Paesi occidentali si sono dotati di strumenti simili. Del resto è dai Paesi ricchi che arriva una percentuale importante di clienti. Secondo un rapporto dell‟UNICEF, in Kenia italiani, tedeschi e svizzeri risultano i più coinvolti in reati legati a commercio e sfruttamento sessuale di minori.391 Le autorità statunitensi, tra il 2003 e il 2006, in indagini legate al turismo sessuale sui minori hanno riscontrato che il 36% di tali crimini commessi da cittadini statunitensi erano stati consumati in Messico.392
La prostituzione non è originata dal turismo, evidentemente, però il turismo può rafforzarla e incoraggiarla. Del resto il turismo ripropone, soprattutto nei Paesi poveri, un contrasto – quello tra ricchezza e povertà – che è causa di diverse dinamiche.
In questo senso, è estremamente interessante il caso di Cuba. Il turismo nell‟isola ha una storia emblematica, influenzata dal difficile equilibrio tra imperativi economici ed emergenze sociali: la volontà di fare del turismo un volano per l‟economia ma allo stesso tempo quella di contenere gli effetti collaterali – su cultura e società – che possono essere causati dall‟arrivo in massa di turisti occidentali393. Dopo lunghi anni di chiusura e recessione, alla fine degli anni ‟80 il settore è stato rilanciato. Tra il 1989 e il 1998, il numero di arrivi è cresciuto in media a un tasso annuo del 18%. Quasi il 60% dei turisti che hanno visitato l‟isola nel 1998 era costituito da maschi; nel caso dei turisti provenienti da Italia, Spagna e Germania (tra i principali Paesi di provenienza) le percentuali salgono rispettivamente al 66, 65 e 62 per cento. Il sesso è sicuramente una motivazione rilevante ma comunque le conseguenze sono tante e diverse. Il Consolato Generale di Spagna a L‟Avana ha fornito dei dati, in questo senso significativi, relativamente ai matrimoni misti: se nel 1990 il numero di matrimoni ispano- cubani era pari a 15, nel 1999 ce ne sono stati ben 2.506394.
Lo sviluppo turistico può creare profonde fratture e diversi conflitti in seno alle famiglie – attraverso nuovi lavori che introducono nuovi valori e la conseguente svalutazione della tradizione: la nuova attività può attrarre i giovani ma spesso incontra la disapprovazione dei
389
Dal sito di ECPAT Italia.
390 ECPAT INTERNATIONAL 2008. 391 Ivi, p. 9.
392
Ivi, p. 8.
393
L‟isola caraibica era la meta turistica di numerosi cittadini statunitensi, prima della Rivoluzione Castrista del 1959. Prostituzione e gioco d‟azzardo erano diffuse e radicate. Con la salita al potere di Castro, gli interessi governativi si rivolgono verso altri settori, i rapporti con gli Stati Uniti cambiano radicalmente e il turismo conosce un forte ridimensionamento. A metà degli anni Settanta, il settore viene riscoperto ma è solo alla fine del decennio successivo che inizia un deciso rilancio (MANGANO 2001).
più adulti e dei più conservatori. Effetti negativi possono prodursi nell‟organizzazione familiare, addirittura nelle abitudini alimentari: la domanda proveniente dall‟industria può cambiare il valore di una risorsa. Un esempio classico, in questo senso, è quello del pesce: richiesto dai turisti, può diventare economicamente proibitivo per i locali.
Lo sviluppo turistico può avere conseguenze rilevanti sull‟inflazione. Neanche la politica del cosiddetto doppio prezzo (ammesso e non concesso che venga adottata – formalmente o informalmente – e applicata) può mettere al riparo la popolazione locale da un eccessivo aumento del valore di determinati beni, degli immobili o della terra. In molti casi, i locali sono costretti a spostarsi.
A causa dello sviluppo turistico, diverse comunità sono state obbligate con la forza ad abbandonare le proprie terre – e senza ricevere in cambio nessuna forma di compensazione. Capita che Governi e compagnie private costringano intere popolazioni a muoversi, anche in nome della conservazione – per creare Parchi, riserve e aree per l‟eco-turismo. Il fenomeno è più evidente in Paesi poco democratici ma non riguarda solo questi ultimi395. «In Andalusia, sulla Costa del Sol, alle Canarie, o nell‟Asia del Sud-Est, il turismo divenuto gestore o proprietario del territorio di accoglienza ha rapidamente cacciato una parte degli abitanti dalla propria terra»396
Lo sviluppo del turismo, specialmente in alcuni PVS, ha provocato una serie di cambiamenti tanto effimeri in campo economico quanto duraturi in campo sociale e culturale397.
Se nella fase iniziale la crescita del settore stimola un‟evidente espansione dell‟industria delle costruzioni, non sempre la crescita dell‟occupazione crea stabilità; anche perché non si tratta di lavori e occupazioni a lungo termine. A medio e lungo termine, del resto, l‟industria richiede una manodopera qualificata talvolta impossibile da reperire in loco.
In termini generali, il turismo ha indubbiamente un potenziale economico importante. Gli effetti positivi sono tanti e numerosi sono gli aspetti da tenere in considerazione:
- il turismo stimola l‟occupazione nella ricezione e nel settore dei trasporti ma favorisce anche lo sviluppo di altre attività produttive;
- il turista spende una ricchezza che, prodotta altrove, viene introdotta nell‟economia locale e contribuisce positivamente alla bilancia dei pagamenti;
- il turismo può favorire l‟esportazione dei prodotti tipici locali, sia con l‟acquisto diretto, sia successivamente, al ritorno nei Paesi di provenienza dei visitatori398.
Le potenzialità sono tante: la crescita dell‟occupazione, il rafforzamento del tessuto imprenditoriale, la creazione di un indotto rilevante.
395
Tourism Concern a proposito segnala i seguenti Paesi: Australia, Argentina, Bali, Bangladesh, Burma, Brasile, Cina, Egitto, Honduras, India, Giordania, Kenia, Messico, Filippine, Namibia, Perù, Senegal, Sud Africa, Thailandia, Tibet, Tanzania.
396
BALFET, LOZATO-GIOTART 2009, p. 385.
397 MANGANO 2001. 398 GIORDANA 2004, p.18.
Ancora una volta, è nella gestione dello sviluppo del settore che si perdono occasioni di crescita. Spesso, a investimenti di lungo termine, si preferiscono soluzioni più facili con effetti immediati: non investire in formazione – per esempio – e, più in generale, lasciare carta bianca agli operatori occidentali, significa ritrovarsi dopo pochi anni con un‟industria che marginalizza i locali e riporta altrove la ricchezza prodotta dal settore.
Non gestire, anche socialmente, l‟evoluzione dell‟industria può avere conseguenze importanti: il turismo non solo è spesso caratterizzato da una forte stagionalità – caratteristica che va tenuta in considerazione e gestita, economicamente e socialmente – ma soprattutto, per quanto abbia dimostrato di saper reagire a diversi shock, è un‟industria volatile che può risentire pesantemente di turbolenze internazionali e di fattori esogeni.
Le ripercussioni della recente crisi economica mondiale sono state rilevanti anche sul turismo – a livello globale. Evidentemente, certe realtà l‟hanno subita più di altre: il caso delle Canarie è in questo senso emblematico. L‟economia dell‟arcipelago spagnolo è fortemente legata al turismo che, nel 2006, rappresentava circa il 30% del PIL399. Con la crisi, in un anno il settore è letteralmente crollato – anche perché il grosso degli arrivi è costituito da turisti provenienti da Paesi particolarmente in difficoltà (Regno Unito, Irlanda e Spagna continentale). Nel 2009 il traffico della compagnia area regionale è crollato di oltre il 40%; la disoccupazione è passata dal 10 al 26%; gli iscritti al collocamento, in cerca di occupazione, sono aumentati del 50%400.
Una forte dipendenza dal turismo – il caso delle Canarie è estremo ma non isolato – può creare non pochi problemi, dal momento che l‟attività è marcatamente influenzata da fattori esterni. Il settore può infatti subire forti impatti a causa di congiunture internazionali negative; è quanto mai necessario essere pronti ad intervenire per minimizzare le conseguenze di eventi simili. Il rischio di destabilizzazione è elevato e reso più grave dalla totale imprevedibilità di determinati eventi.