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5 PRO-POOR TOURISM PROJECT IN ZANZIBAR

RISULTATO 1 500 ABITANTI DEI VILLAGGI , ATTRAVERSO UNO SPECIFICO PERCORSO D

9 VIVAI CHE PRODUCONO 36 MILA PIANTINE ALL ‟ ANNO ;

LA RACCOLTA DEI RIFIUTI IN 6 VILLAGGI.

Le attività proposte per diffondere e aumentare la sensibilità ambientale sono state realizzate come previsto. I 9 Club ambientali nelle scuole sono stati supportati e aiutati con formazione e materiale didattico. Gli studenti hanno partecipato attivamente, anche se le attività si svolgevano in orari extracurricolari. Anche i 9 vivai hanno ricevuto attenzione e supporto ma i risultati sono stati inferiori alle attese, per diversi motivi. La scarsità d‟acqua ma anche la presenza di animali domestici sono due degli elementi che hanno compromesso l‟esito dell‟attività.

La scarsità d‟acqua ha talvolta proprio bloccato la produzione delle pianticelle. Molte infrastrutture sono vecchie e non riescono a fornire acqua nelle zone rurali.

Un altro grosso limite è stata l‟introduzione di pratiche agricole in zone semi aride dove l‟agricoltura non c‟è. Infatti sono zone dove la primaria fonte di reddito è la pesca. L‟introduzione dei vivai come attività generatrice di reddito richiede dunque molto più tempo. Sicuramente è da tenere in conto, come sottolinea De Vicenz, che l‟attività tradizionale dei villaggi in questione è la pesca e non l‟agricoltura: introdurla non è facile ed è un processo che necessita di tempo.

Sono stati organizzati 9 “Clean up” Festival, giornate di raccolta collettiva di rifiuti, in 4 villaggi. Gli eventi sono serviti a catalizzare l‟attenzione sui rischi legati all‟inquinamento creato dai rifiuti inorganici che, nei villaggi del progetto, sono aumentati tanto per l‟espansione del turismo quanto per la negligenza dei locali. La partecipazione, anche in queste occasioni, è stata decisamente alta e incoraggiante. Anche i beneficiari delle attività di formazione, per esempio, hanno raccontato a Morganti di aver partecipato attivamente alla raccolta dei rifiuti.

Il problema principale, che il progetto non poteva certo risolvere (e che non doveva neanche affrontare) è l‟assenza di un piano di smaltimento dei rifiuti per l„isola. L‟attività promossa dal PPT serviva, e sembra essere servita, a sensibilizzare la popolazione locale sull‟importanza di stoccare e differenziare i rifiuti, facendo in modo che non si spargano in giro. Iniziative locali, come queste, non possono niente (o comunque poco) se mancano un piano principale e un coordinamento centrale.

Le zone d‟ombra sono diverse e anche il valutatore, per esempio, solleva dei dubbi sulla pertinenza dell‟attività proposta e sul suo legame con i fini del progetto: in sostanza, si pone in dubbio il fatto che per alleviare l‟impatto negativo che lo sviluppo turistico ha avuto sull‟ambiente fosse il caso di sostenere Club ambientali e vivai. Del resto, in termini produttivi, i vivai non hanno raggiunto i risultati prefissati. Inoltre Morganti rileva anche che il budget destinato all‟attività in questione era scarso.

Stando alle interviste, agli incontri e alle testimonianze raccolte dal valutatore, sembra comunque esserci stato un miglioramento in termini anche concreti di maggiore pulizia e maggiore cura dell‟ambiente. Del resto, anche la partecipazione, alta e costante, agli eventi organizzati depone a favore di una maggiore sensibilità tra i locali, stimolata evidentemente dal progetto. Così come sembra essere più chiaro tra i locali il legame tra ambiente, salute e rifiuti.

RISULTATO 4

COSTITUZIONE DI UNA RETE (NETWORK) TRA I PORTATORI DI INTERESSE IN CAMPO TURISTICO CHE PERMETTA DI MIGLIORARE E AUMENTARE PARTECIPAZIONE E COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITÀ LOCALI NELLO SVILUPPO DI POLITICHE DI TURISMO PRO-POOR, NEI MOMENTI DI CONFRONTO E NEI PARTENARIATI CON I DECISION MAKERS LOCALI, GLI INVESTITORI E IL SETTORE PRIVATO.

Le iniziative prese nella direzione di incrementare la partecipazione locale ai processi decisionali sono diverse. Ciononostante, non si è arrivati alla creazione di un network ufficiale Del resto, come sottolinea Morganti, gli investitori hanno già una loro associazione (ZATI – Zanzibar Association of Tourism Investors) e il Governo coordina il settore attraverso la Commissione per il Turismo.

Il valutatore scrive che è difficile stabilire se il network che il PPT si proponeva di creare fosse e sia realmente necessario o se invece fosse qualcosa in più, di non indispensabile ma comunque utile (ad incrementare la partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali).

Un network informale si è tuttavia ritrovato e ricreato in occasione della Conferenza Internazionale su “Turismo e Povertà”, organizzata da ACRA all‟interno del PPT.

Le iniziative che sono state prese per dare voce alle istanze delle comunità locali sono comunque rilevanti, interessanti e significative. ACRA ha condotto 2 ricerche partecipative, una a Nungwi584 e l‟altra a Jambiani585, che hanno analizzato la visione dei locali sul fenomeno turistico. Rischi, opportunità, mancanze governative, necessità di maggiore inclusione, motivi dell‟esclusione, timori e preoccupazioni: le ricerche offrono uno spaccato profondo su come i locali stiano vivendo la forte ascesa del turismo a casa loro e sulla propria pelle.

584 ACRA ZANZIBAR 2006. 585 ACRA ZANZIBAR 2007.

Sempre all‟interno di questa attività, è stato creato un Advisory Committee, una sorta di Comitato di supporto al progetto che si è riunito regolarmente e ha fornito un aiuto costante alla realizzazione delle attività. Il contributo dell'Advisory Committee al progetto, afferma Di Vicenz, è stato fondamentale per il monitoraggio costante delle attività e per la percezione del progetto da parte della comunità. Questo continuo monitoraggio ha permesso di adattare continuamente le attività per meglio rispondere ai bisogni dei beneficiari.

Un‟altra esperienza importante, in termini di coinvolgimento dei locali, è stata l‟Open Dialogue Day586, una giornata di confronto e discussione intorno al tema degli impatti che il turismo sta avendo sulla cultura locale – un tema che sta a cuore a diversi zanzibarini.

Il Ministero del Turismo è stato poi coinvolto a Nungwi in un incontro con la comunità locale; fatto significativo per popolazioni che spesso dalle autorità centrali si sentono ignorate, se non sopraffatte.

Un altro aspetto da non sottovalutare è il rafforzamento istituzionale del partner di progetto di ACRA: l‟ONG locale LDF. Se all‟inizio dei lavori, LDF era una piccola organizzazione gestita da volontari, lavorando assieme, lo staff ha sviluppato importanti capacità gestionali e ha decisamente migliorato le proprie prestazioni. Nel tempo, LDF è diventata responsabile di buona parte delle attività del progetto sviluppate a Nungwi.

Infine, come già accennato, ad ottobre del 2008 (quattro mesi prima della fine del progetto) ACRA, in collaborazione con altri enti, ha organizzato una Conferenza Internazionale che ha riunito rappresentanti del governo, della società civile e del settore privato. La Conferenza, che ha avuto un‟ampia eco mediatica nell‟isola, ha ottenuto una risposta decisamente positiva da parte dei partecipanti che hanno espresso, tra le altre cose, il desiderio – se non la necessità – di poter partecipare più regolarmente ad eventi del genere.

La Conferenza ha soprattutto posto in evidenza il fatto che manca un coordinamento (ma spesso anche semplicemente un dialogo o un contatto) tra chi lavora nell‟industria turistica, chi il turismo lo pianifica, chi lo deve regolare e chi, in teoria, dovrebbe beneficiare dello sviluppo del settore.

Sicuramente la Conferenza è stata utile per far emergere la necessità di maggiore contatto tra i diversi attori coinvolti. C‟è quindi da chiedersi, ed è questa la conclusione di Morganti, che forma istituzionalizzata dovrebbe assumere questo dialogo e soprattutto, tema emerso fortemente nella Conferenza, in che modo vanno coinvolte le compagnie (società e grandi tour operator) che caratterizzano lo scenario turistico zanzibarino e che sembrano vivere in un altro contesto: il proprio.

L‟esperienza del PPT non dà risposta però alla questione su come il dialogo tra i diversi attori si possa instaurare e su come si possa fare in modo che le comunità locali possano far sentire la propria voce. Gli spunti di riflessione, comunque, non mancano e quanto fatto non va trascurato.

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