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PARTE SECONDA

P ERCENTUALE DEL PIL PER BENEFICIAR

ZANZIBARINI 31% 28% 47% 87% 47%

COMUNITÀ LOCALI 4% 6% 13% 54% 20%

Fonte: LANGE 2008

A Zanzibar gli occupati nelle strutture ricettive sarebbero oltre 9 mila, il doppio rispetto a quanto registrato dalle statistiche ufficiali, e il 40% delle posizioni lavorative sarebbero ricoperte da donne534.

I locali però hanno diverse difficoltà a trovare un impiego nel settore. I motivi sono tanti. Il basso livello di istruzione e di formazione professionale è un punto cruciale. Con un livello di istruzione basso, una formazione carente o comunque spesso non conforme agli standard internazionali richiesti dal settore, i locali non sempre riescono ad accedere facilmente alle professioni turistiche.

Ancora nel 2003, il Master Plan richiamava l‟attenzione sulla necessità di formare personale locale in grado di trovare occupazione nel settore turistico a diversi livelli e in diverse posizioni.535 Anche sul fronte della certificazione delle guide turistiche la mancanza di iniziative (o la poca efficienza di quelle intraprese) ha generato un ritardo evidente, costituisce un‟occasione mancata e ha incoraggiato la comparsa di guide improvvisate.

L‟accesso a percorsi formativi qualificanti era e rimane particolarmente limitato. Negli ultimi anni, qualche miglioramento si è registrato ma il ritardo è evidente, grave e ha già prodotto numerose tensioni.

534 LANGE 2008.

La concorrenza inoltre è elevata e a soffrirne sono soprattutto gli abitanti delle zone costiere. Generalmente più istruiti, dalla città o dalla Tanzania continentale, molti lavoratori si spostano nelle coste di Unguja in cerca di un lavoro – e spesso lo trovano, a discapito dei locali. Lo sviluppo del turismo a Zanzibar ha innescato una dinamica migratoria dalla terraferma – vista anche la relativa facilità nel raggiungere l‟arcipelago (e la libertà di movimento) – che ha avuto impatti sociali rilevanti.

Rischi comuni e diffusi legati allo sviluppo turistico nei Paesi poveri sono l‟aumento del lavoro minorile e dell‟abbandono scolastico: bambini e adolescenti vedono nei turisti occidentali un‟occasione facile per fare soldi. Ci si improvvisa guide turistiche o semplicemente si sta sulla spiaggia a chiedere soldi. Cifre per i turisti irrisorie hanno invece un valore considerevole per i giovani locali e possono creare facili illusioni.

Il Governo zanzibarino ha adottato nel 2005 l‟Employment Act che prevede – tra le altre cose – che il minore di 18 anni possa svolgere solo lavori domestici a patto che abbia tempo a sufficienza da dedicare all‟istruzione e al riposo (sono i genitori o il tutore i responsabili).536

Nello stesso documento si distingue tra child e young person: il primo è il minore di 18 anni; il secondo di 21. Impiegare un giovane (ovvero un individuo con meno di 21 anni) è possibile e legale, purché il giovane abbia portato a termine il ciclo di studi obbligatori e anche in questo caso, comunque, ci sono delle condizioni e vigono delle restrizioni (tra le altre cose: andrebbe consultato un medico, il giovane andrebbe sottoposto ad un check-up fisico, si dovrebbe evitare al giovane un lavoro fisicamente troppo pesante).537

La pratica è però spesso lontana, anche in questo campo, dalla realtà. Una ricerca condotta nel 2001 dall‟ILO studiava la condizione di un campione di minori, in particolare di quelli residenti a Jambiani, Paje e Bwejuu (tre villaggi della costa est di Unguja) e nell‟area intorno a Stone Town. Il 20% dei minori intervistati partecipava alla coltivazione delle alghe. La prostituzione non era assente. Addirittura il 62% degli intervistati poi lavorava come guida turistica.538

L‟impatto che il turismo può avere sulla economia locale non è limitato allo sviluppo del settore in sé ma anche all‟indotto che crea. La dimensione degli effetti moltiplicatori – guadagni e occupazione prodotti dall‟indotto turistico – sull‟economia zanzibarina non è chiara. Dalle indagini di Jiddawi e Lange emerge che buona parte di hotel e ristoranti compra pesce e frutta di stagione da produttori locali – ma altri alimenti vengono importati dalla Tanzania539.

Un punto debole è costituito dalle PMI locali che non sono riuscite e non riescono a rispondere alla domanda di beni e servizi creata dal turismo.

Gli impatti dello sviluppo turistico sull‟economia locale sono anche indiretti: in molti villaggi, gli zanzibarini hanno visto ridursi l‟accesso al mare e alle spiagge540. Tale

536 LHCR 2009, p. 204. 537 Ivi, p. 205.

538

LCHR 2007, pp. 183-1844.

539 JIDDAWI, LANGE 2009; LANGE 2008. 540 GÖSSLING 2003; MUSTELIN 2007.

limitazione ha conseguenze negative su almeno altre due importanti attività economiche: la coltivazione delle alghe e la pesca.

La coltivazione delle alghe, per quanto non costituisca la prima attività lavorativa quasi per nessuno, è comunque fonte di reddito e in un sistema come quello zanzibarino dove l‟economia monetaria sta assumendo un ruolo sempre più rilevante, anche pochi dollari fanno la differenza. Se per lasciare spazio ai turisti ai locali viene limitato l‟accesso e l‟uso del mare, la coltivazione delle alghe diventa, evidentemente, più difficile.

Anche la pesca soffre a causa del turismo. Un recente censimento sulla pesca ha registrato la diminuzione del numero di siti per la pesca; il calo negli ultimi dieci, quindici anni è netto ed evidente. Parte del fenomeno è sicuramente riconducibile all‟occupazione di aree costiere da parte degli operatori del turismo541.

Impatti ambientali

Gli impatti ambientali, anche solo a livello visivo, sono tra i più forti e i più evidenti. Chiaramente lo sviluppo turistico ha aumentato la pressione sulle aree costiere: le infrastrutture turistiche hanno occupato una parte considerevole di coste e spiagge. Alla pressione legata all‟infrastrutturazione turistica si è aggiunta e si aggiunge quella prodotta dalle dinamiche demografiche: la popolazione – come già menzionato – cresce ad un tasso elevato.

Lo sviluppo turistico sembra anche aver avuto pesanti ripercussioni sull‟erosione delle spiagge. Dalla metà degli anni ‟90, il fenomeno si è fatto più evidente ed è stato incrementato dall‟attività di estrazione della sabbia. In diverse aree, gli hotel hanno provato ad arginare il fenomeno, autonomamente, con soluzioni proprie che però, in taluni casi, sembrano aver spostato l‟erosione verso aree vicine dove i locali non dispongono dei mezzi necessari per rispondere adeguatamente al fenomeno.

La qualità dell‟acqua del mare sembra essere un problema, al momento, solo per la capitale dell‟arcipelago – Zanzibar Town. La città infatti versa le acqua di scarico non trattate direttamente nel mare. Le barriere coralline al largo della città si stanno ammalando e presentano chiari segni di degrado. A tale degrado e al più generale impoverimento della barriera corallina contribuiscono diversi fenomeni come l‟arrivo di un numero eccessivo di turisti, la pesca non regolamentata e l‟inquinamento delle acque.

I danni sono diversi: diminuisce la quantità di pesci, il turismo perde un‟attrazione importante e non vanno sottovalutati i rischi per la salute umana542.

Anche il trattamento delle acque di scarico delle grandi strutture turistiche è un fenomeno da monitorare con attenzione. Ad ogni struttura viene richiesto di dotarsi di un proprio sistema di trattamento e, stando ad un‟indagine del Department of Environment, gli alberghi sembrano essersi conformati alla normativa543. Diversi hotel però usano fosse biologiche che non rimuovono tutti gli agenti inquinanti. Altro fattore critico è il rilascio in mare di grandi

541

JIDDAWI, KHATIB 2008.

542 LANGE 2008.

quantità di acque contenenti additivi chimici non trattati, provenienti dalle piscine degli alberghi544.

Lo sviluppo turistico ha comportato anche un aumento della pesca, aumento che però non ha avuto una risposta istituzionale adeguata. Pratiche distruttive e pesca deregolamentata sono tra le cause maggiori del degrado dell‟ecosistema marino zanzibarino.

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