5 PRO-POOR TOURISM PROJECT IN ZANZIBAR
RISULTATO 1 500 ABITANTI DEI VILLAGGI , ATTRAVERSO UNO SPECIFICO PERCORSO D
6. DJERBA, TRA DECLINO E RINNOVAMENTO
6.1 Turismo in Tunisia: evoluzione e assetto attuale
Sebbene già negli anni del protettorato francese, la Tunisia accogliesse un certo numero di turisti europei – soprattutto nei mesi invernali588 – è con l‟indipendenza che il turismo comincia a svilupparsi. L‟attività viene inserita nella strategia di sviluppo economico del
587 Il caso di Djerba è trattato in relazione al progetto Turismo e Qualità Ambientale. La trattazione, più sintetica
rispetto al caso zanzibarino, è orientata a fornire gli elementi essenziali per la comprensione del progetto.
588 Viene creato nel 1903 il Comité d’Hivernage de Tunis et de la Tunisie: i turisti arrivano in Tunisia nei mesi
Paese – anche se solo col tempo assumerà un profilo importante; il ruolo dello Stato è centrale589 e volto a garantire una crescita armoniosa, senza uno sbilanciamento eccessivo verso il turismo balneare. È forte l‟intenzione di incentivare il turismo anche nelle regioni rurali per colmare quello che già all‟epoca era un forte divario tra le zone costiere e l‟interno. Il tentativo non riesce: è il turismo balneare che prende piede e si afferma con decisione, diventando l‟emblema dell‟offerta turistica tunisina.
La capacità ricettiva – in termini di numero di strutture e di posti letto – cresce praticamente senza sosta, dagli anni ‟60 ai giorni nostri (tabella 12 – capacità ricettiva: strutture e posti letto).
Tabella 12 – Evoluzione della capacità ricettiva dal 1962 al 2000
1962 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000
Strutture 74 85 212 273 319 420 508 612 736
Posti letto 4.077 8.726 35.297 62.397 71.529 93.275 116.534 161.498 197.453
Fonte: ONTT
Allo stesso modo cresce il numero degli arrivi: se all‟inizio degli anni ‟60 i turisti sono poco più di 50 mila, nel 1975 si supera il milione (tabella 13).
Tabella 13 – Turisti in Tunisia dal 2000 al 2008 TURISTI INTERNAZIONALI 1962 52.752 1965 165.840 1970 410.749 1975 1.013.851 1980 1.602.054 1985 2.002.997 1990 3.203.787 1995 4.119.847 2000 5.057.193
Fonte: ONTT – Ministère de l'Intérieur et du Développement Local
Nel corso degli anni ‟70 lo Stato si occupa principalmente di costruire e migliorare le infrastrutture – del resto indispensabili allo sviluppo del settore590 – e lavora anche per conformare l‟assetto istituzionale591
al peso crescente dell‟industria.
589
Nel 1959 viene istituita la Société Hôtelière et Touristique Tunisienne (SHTT), statale, incaricata dello sviluppo turistico di base.
590 Gli investimenti infrastrutturali riguardano principalmente le coste e in particolare i poli turistici di maggiore
attrazione: Hammamet-Nabeul, Djerba, Monastir, Sousse, Zarzis (BELHEDI 1992).
591 Tra le varie iniziative, è del 1973 l‟istituzione dell‟AFT (Agence Foncière Touristique), incaricata della
Dalla metà degli anni ‟80592
il Governo segue una politica sul turismo basata su 3 assi strategici complementari:
- la diversificazione dell‟offerta nei poli turistici già attivi;
- la diversificazione della domanda turistica, ovvero il tentativo di attrarre turisti con un elevato potere d‟acquisto;
- la realizzazione di nuove zone turistiche che valorizzino potenzialità ancora inespresse593. La diversificazione dell‟offerta diventa una priorità, perseguita con ancora maggiori interesse e convinzione a partire dalla fine del decennio. Il turismo balneare è il segmento principale ma diverse località stanno raggiungendo preoccupanti livelli di saturazione, il che rende ancor più necessario l‟impegno per la diversificazione. Si investe nel turismo sahariano; Tozeur e Douz diventano i centri nevralgici del nuovo prodotto. Offerta e domanda aumentano, ma i risultati non sono sempre ottimali in termini di sostenibilità ed utilizzo delle risorse; del resto, l‟ecosistema sahariano è particolarmente delicato.
Nuovo slancio al turismo legato a motivazioni naturalistiche è dato dalla creazione di nuovi Parchi naturali e aree protette; allo stesso modo, sempre nell‟ottica della diversificazione dell‟offerta, si punta sul turismo rurale, su quello congressuale e sullo sviluppo di nuovi prodotti – come la talassoterapia. Sul fronte del turismo balneare, si punta sulla gestione e l‟estensione di poli già attivi e sulla creazione di nuove zone turistiche – Tabarka ne è un esempio.
Il turismo in Tunisia è cresciuto e continua a crescere anche negli anni più recenti, tanto in termini di capacità ricettiva quanto in termini di arrivi.
Tabella 14 – Evoluzione della capacità ricettiva dal 2000 al 2008
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Strutture 755 777 790 800 816 825 834 836
Posti letto 205.605 214.319 222.018 226.153 229.837 231.838 235.727 238.495
Tabella 15 – Turisti in Tunisia dal 2000 al 2008
2001 2003 2005 2006 2007 2008 2009
5.387.300 5.114.303 6.378.435 6.549.549 6.761.906 7.048.999 6.901.400
Il peso del turismo nell‟economia nazionale è ancora decisamente rilevante, così come è rilevante il numero di addetti al settore. Stando ai dati forniti dall‟ONTT, nel 2008 erano 95.398 i posti di lavoro direttamente riconducibili al settore turistico594.
chiamata ad occuparsi del trattamento delle acque reflue: è un segno che la riflessione a livello internazionale sulla complessa relazione tra ambiente e turismo muove i primi passi anche in Tunisia.
592
Gli anni ‟80 non sono anni facili per il Paese: le contestazioni sociali, l‟opposizione a un regime non democratico, la siccità, un quadro internazionale instabile e profonde tensioni regionali. Il turismo, a dispetto della recessione, continua a crescere ma sempre nelle stesse formule e con gli stessi contenuti – non è servito a colmare il divario di sviluppo tra le diverse aree del Paese. Le autorità locali ne prendono atto e adottano misure correttive.
593 KAGERMEIR 2000.
Il turismo in Tunisia è quindi un settore che ormai riveste un ruolo fondamentale nelle dinamiche economiche del paese. Sono diversi i punti di forza importanti del settore – legati anche alla sua storia e al suo sviluppo: il paese ha ormai una certa tradizione in materia e un certo sapere; conosce pregi e difetti dell‟industria. Restano una serie di potenzialità ancora da sviluppare e allo stesso modo delle criticità e delle problematiche che richiedono un impegno congiunto degli operatori del settore e delle istituzioni pubbliche – perché le debolezze diventino opportunità e pretesto per rigenerare quella che può considerarsi una delle maggiori industrie del Paese.
La vicinanza geografica ai principali mercati europei; la reputazione di Paese relativamente sicuro e pacifico – almeno fino ai fatti del gennaio 2011; un litorale di quasi 1.300 km; un clima adatto all‟allungamento della stagione; una buona rete di infrastrutture stradali, ferroviarie e aeree; condizioni relativamente favorevoli all‟investimento straniero; un‟importante capacità ricettiva: sono diversi i punti di forza del settore.